Il Buddhadharma

Sk_Anonymous
Scrissi questo in un altro forum ma non fui compreso, quindi chiedo a voi (che considero di mentalità più aperta in quanto studiosi di Scienze o già e veri scienziati): il Buddhadharma (ovvero il nucleo centrale dell'insegnamento di Buddha, e non i fronzoli successivi) può essere considerato una religione?
Tale insegnamento può, a grandissime o enormi linee, essere così schematizzato:
0. Tutto è impermanente, ovvero nulla è eterno. Non siamo eterni noi, non è eterno il mondo, non è eterna la sofferenza.
1. Nella vita dell'uomo esiste la sofferenza. Essa ha origine del tutto umana (basta pensare, ad esempio, alla diversa interpretazione da parte di due persone di uno stesso evento: per qualcuno felice, per qualcuno triste, per qualcuno indifferente). L'origine della sofferenza è, in fin dei conti, la brama, il desiderio: o, meglio, l'attaccamento al desiderio.
2. La sofferenza può essere vinta in questa vita.
3. Una tra le possibili vie per vincerla (ma non l'unica) è quella percorsa da Siddharta, ovvero il Sentiero di Mezzo.

Queste tre (+1, poiché la (1) si compone di due distinte, più la 0) massime si chiamano Quattro Nobili Verità e, almeno per le prime tre, mi sembrano niente di più che constatazioni, e non dogmi. Poiché per la (1) direi che tutti noi abbiamo, almeno una volta nella vita, sofferto. Per la (2), direi che almeno una volta nella vita tutti noi siamo stati felici. Per la (3) direi che, non essendo obbligatorio seguire questo Sentiero (poiché esso è solo un mezzo per raggiungere lo scopo, ovvero (2), e dunque qual che sia il mezzo non importa, basta raggiungerlo), esso non costituisce un dogma.
Anche se non è strettamente necessario seguire il Nobile Ottuplice Sentiero (ovvero il Sentiero di Mezzo), analizziamolo sommariamente, poiché da esso deriva una caratteristica importante del Buddhismo (ovvero, come è scritto più avanti: la dipendenza tra conoscenza e compassione).
Esso prevede, in maniera molto schematica e non del tutto completa:
1. Giusta visione, ovvero il riconoscere le Nobilit Verità e l'impermanenza di tutto le cose (come vedremo più avanti, questa è fondamentale per la morale).
2. Giusta intenzione, ovvero il distacco dall'attaccamento ai piaceri e all'odio dei dispiaceri, dalle opinioni altrui, dalle regole (e, dunque, anche da queste del Sentiero. Ovvero: esse siano un mezzo, e non un fine) e dai riti. Abbi bontà senza discriminazioni. Non nuocere, sia con le azioni che con le parole.
3. Giusta parola, ovvero evita pettegolezzi, malizie, calunnie e falsità.
4. Giusta azione, ovvero non uccidere, non prendere ciò che non è dato (e non "non rubare"! Il rubare presupporrebbe che ci sia un Io che possiede), non avere rapporti illeciti (detto terra terra: non stuprare e non tradire), non offendere, non ubriacarti.
5. Giusto comportamento, ovvero evita la caccia, la macellazione e, in generale, le armi.
6. Giusto sforzo, ovvero prevenire gli stati mentali negativi in sé e negli altri, eliminare quelli che già ci sono e sostituirli con positivi e, ovviamente, coltivare quelli già presenti.
7. Giusta presenza mentale, ovvero attenzione al corpo, alle qualità delle emozioni e alle idee.
8. Giusta concentrazione, ovvero disattaccamento dai propri beni, dalle illusioni, dalla avversione; essere calmi nella riflessione.

Ciò significa che le qualità morali si intersecano con la conoscenza, poiché i primi due precetti riguardano la conoscenza, i tre dopo l'etica: ovvero, non possiamo essere compassionevoli senza conoscenza, non possiamo avere conoscenza senza essere compassionevoli. Ma un'altra cosa, forse ancora più importante, è che l'etica ha origine totalmente umana. Ma perché è così importante la compassione? Poiché tutto è impermanente e privo di sé, tutto dipende dagli altri; ovvero: "Badando a sé stessi, badiamo agli altri; badando agli altri si bada a sé stessi".
Ora, sfatiamo alcuni miti:
A. Un Buddhista non deve credere/non credere agli Dei. Se vuole può farlo, sennò no.
B. Non ci sono profeti o santi nel Buddhadharma, ma solo uomini che hanno raggiunto il nirvana.
C. Il nirvana è uno stato mentale, non lo smettere di reincarnarsi, come spesso si sente dire in giro! Ovvero, è uno stato di non-sofferenza, di non attaccamento al desidero. Con la morte, esso è sicuramente raggiunto (se non vivi, cosa desideri? Per cosa soffri?), ma secondo Buddha si può raggiungere anche in questa vita.
D. Il samsara, ovvero il ciclo delle rinascite, è da intendersi come rinascita nel dolore e come passaggio di desiderio in desiderio, e non ha nulla a che fare con la trasmigrazione delle anime! Anche perché se non c'è niente di impermanente (benché mai un Io separato dal corpo....) cosa caspita potrebbe reincarnarsi? Il fatto che il popolino vi creda, o che vi sia la reincarnazione del Dalai Lama secondo i Buddhisti Tibetani (e, in questa discussione, non mi riferisco a loro, poiché sono una delle correnti più tardive e più distanti dal Buddhadharma), in questa discussione non ha rilevanza. Per sapere perché, rileggi la parenti precedente. In più, non c'è neanche un Io! Ciò che noi chiamiamo Io, personalità, in verità è solo l'aggregarsi in un punto dello spazio(-tempo?) delle azioni passate (pensateci: se il nostro passato fosse diverso, noi saremmo diversi! Siamo il risultato delle azioni passate!).
E. Il Canone non è un testo sacro, ma una raccolta operata da uomini di storie di uomini che hanno avuto esperienze unicamente di natura umana.

Detto questo, secondo voi ciò può essere considerato una religione o, piuttosto, è più simile ad una filosofia?

Risposte
peppe.carbone.90
Solo per la cronaca:


    [*:3j98zn7i]In 2 Timoteo 3:14,17 si legge che ogni Scrittura è ispirata da Dio (versetto 16)



    [/*:m:3j98zn7i]
    [*:3j98zn7i]In 2 Pietro 1:20,21 si legge di come sono nate le Scritture, o meglio le profezie (versetto 21):

    [/*:m:3j98zn7i][/list:u:3j98zn7i]

    Per Scritture si intende spesso l'Antico Testamento (la legge di Mosè, i libri profetici e i salmi), ma dalle lettere del Nuovo Testamento, sappiamo che Paolo chiamava Scritture anche i Vangeli (cita infatti Luca 10:7 nella sua prima lettera a Timoteo al versetto 18 del capitolo 5); inoltre anche Pietro considerava Scritture le lettere di Paolo, come si può vedere in 2 Pietro 3:15,16.

    Considerate poi le testimonianze della chiesa primitiva e il contenuto della Bibbia stessa, si può affermare che la Bibbia dice di se stessa di essere parola ispirata da Dio.

Sk_Anonymous
Il tuo paragone con la Bibbia non regge, secondo me, perché altrimenti sarebbe applicabile praticamente a tutto quanto.
Non ricordo se esplicitamente c'è scritto di essersi ispirata a Dio, ma di sicuro i riferimento al dio (o agli dei...) non mancano nella Bibbia! Insomma, non sono propriamente storie umane...
Per quanto riguarda il discorso dell'obsoleto, beh... Devi contare che a quei tempi in Grecia riflettevano su "L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere", cosa oggi obsoleta (a parte per qualcuno), ma comunque di interesse storico... Cala il tutto nel suo periodo storico, dato che, come ho già specificato, si sta parlando o di storia delle religioni o di filosofia (intesa come a scuola, ovvero: storia della filosofia).

retrocomputer
"giuliofis":

L'ho scritta come 0 apposta. Non fa parte delle Quattro Nobili Verità, ma è un'altra constatazione.

Ho capito che non fa parte delle 4 verità, ti ho invece chiesto da dove arriva.
"giuliofis":

Ma non c'entra! Sia perché la Bibbia è un libro mentre il Buddhadharma no (letteralmente significa: insegnamenti del Buddha, o qualcosa di simile), sia perché la Bibbia si autoproclama come ispirata da un Dio, mentre Buddha non lo faceva

Non c'entra però c'entra :-D (per chi non l'avesse capito, ho citato una frase di un film :wink: )
Scusa eh, ma in questo senso nemmeno la bibbia è un libro, e non solo perché si tratta di tanti libri scritti in tante epoche diverse, ma perché tutti i testi contenuti nella bibbia sono stati inizialmente tramandati a voce, come gli insegnamenti del Buddha, i quali, questi ultimi, sono anch'essi, oggi, raccolti in libri, no?
Poi non è vero che la bibbia si autoproclama parola di dio, ma racconta la storia di un popolo e del suo legame con il suo dio. Da nessuna parte della bibbia c'è scritto che la bibbia tutta è la parola di dio. Almeno credo :-D

"giuliofis":
"Le teorie di Kant sono più simili alla religione o alla filosofia?", e direi che questa domanda ha senso ed ha una risposta (è filosofia);

Sono d'accordo. Ma vedo anche una grossa differenza tra come Kant è giunto alle sue conclusioni e come ci è giunto un tale che nemmeno si sa se è esistito. Mi pare che il Buddha scopra un po' l'acqua calda, dal punto di vista filosofico, e se uno vuole dedicarsi alla filosofia trova sicuramente pensatori migliori.
Insomma, se è una filosofia, è obsoleta.

Sk_Anonymous
"retrocomputer":
[quote="giuliofis"]
Quella è la prima delle Quattro Nobili Verità. Ho inserito la prima e la seconda delle Verità assieme nel punto (1), dove infatti ho scritto "Nella vita dell'uomo esiste la sofferenza."...

E allora la verità 0 da dove arriva?
L'ho scritta come 0 apposta. Non fa parte delle Quattro Nobili Verità, ma è un'altra constatazione./quote]
"retrocomputer":
[quote="giuliofis"]
Non lo so perché dovresti... Né a me interessa se tu la seguirai, e tanto meno interessa a me seguirla.
A me piacciono le religioni, dunque ne leggo abbastanza. La mia, quindi, è una domanda di storia delle religioni o di filosofia, non di teologia...

Va beh, ma se non si sa perché seguirla, in pratica non serve a niente... E se non serve a niente è sicuramente una religione :-D

Comunque, seriamente, è un po' come chiedersi se la bibbia è una religione: no, è un libro, ma ci sono tanti gruppi religiosi, anche molto diversi tra loro, che lo ritengono un testo sacro.[/quote][/quote]
Ma non c'entra! Sia perché la Bibbia è un libro mentre il Buddhadharma no (letteralmente significa: insegnamenti del Buddha, o qualcosa di simile), sia perché la Bibbia si autoproclama come ispirata da un Dio, mentre Buddha non lo faceva (anzi, invitava a non prendere le sue parole come oro colato, ma a meditarci sopra). Insomma, sarebbe come chiedersi: "Le teorie di Kant sono più simili alla religione o alla filosofia?", e direi che questa domanda ha senso ed ha una risposta (è filosofia); mentre come hai giustamente detto tu questa domanda non avrebbe senso per una singola opera del filosofo...
Per il discorso del sapere perché seguirla: nei libri di filosofia sono esposte le filosofie di Nietzsche, Schopenhauer, Kierkegaard, Bruno, Leucippo, Kant, Hegel... Non mi pare vadano tanto oltre l'esposizione dei loro contenuti, né tanto meno si trovano riflessioni degli autori dei libri scolastici di filosofia del perché seguirla o no. La loro classificazione, se così si può chiamare, è un qualcosa che con l'opinione o la propensione ad esse dei singoli autori non ha nulla a che fare.
È lecita quindi la domanda: una struttura di pensiero sì fatta è più simile alla religione occidentalmente (ok, sarebbe meglio dire "mediorientalmente" :-D ) intesa oppure alla filosofia?

retrocomputer
"giuliofis":

Quella è la prima delle Quattro Nobili Verità. Ho inserito la prima e la seconda delle Verità assieme nel punto (1), dove infatti ho scritto "Nella vita dell'uomo esiste la sofferenza."...

E allora la verità 0 da dove arriva?

"giuliofis":

Non lo so perché dovresti... Né a me interessa se tu la seguirai, e tanto meno interessa a me seguirla.
A me piacciono le religioni, dunque ne leggo abbastanza. La mia, quindi, è una domanda di storia delle religioni o di filosofia, non di teologia...

Va beh, ma se non si sa perché seguirla, in pratica non serve a niente... E se non serve a niente è sicuramente una religione :-D

Comunque, seriamente, è un po' come chiedersi se la bibbia è una religione: no, è un libro, ma ci sono tanti gruppi religiosi, anche molto diversi tra loro, che lo ritengono un testo sacro.

Sk_Anonymous
"retrocomputer":
[quote="giuliofis"]
Detto questo, secondo voi ciò può essere considerato una religione o, piuttosto, è più simile ad una filosofia?

Intanto devo dirti che a me la verità 0 risulta un (bel) po' diversa da come l'hai scritta tu: non dovrebbe essere semplicemente la constatazione dell'esistenza della sofferenza?[/quote]
Quella è la prima delle Quattro Nobili Verità. Ho inserito la prima e la seconda delle Verità assieme nel punto (1), dove infatti ho scritto "Nella vita dell'uomo esiste la sofferenza."...
"retrocomputer":

Comunque ti confesso che la prima domanda che mi viene in mente è un'altra: perché? :-D Cioè, perché dovrei prendere in considerazione questa dottrina? OK, c'è il percorso, ma dove mi porta? Alla fine della sofferenza? Grazie tante, quando muoio ci arrivo comunque e senza seguire nessuna via particolare... E se dovesse venirmi un cancro, penso che funzioni meglio la morfina...

Non lo so perché dovresti... Né a me interessa se tu la seguirai, e tanto meno interessa a me seguirla.
A me piacciono le religioni, dunque ne leggo abbastanza. La mia, quindi, è una domanda di storia delle religioni o di filosofia, non di teologia...

retrocomputer
"giuliofis":

Detto questo, secondo voi ciò può essere considerato una religione o, piuttosto, è più simile ad una filosofia?

Intanto devo dirti che a me la verità 0 risulta un (bel) po' diversa da come l'hai scritta tu: non dovrebbe essere semplicemente la constatazione dell'esistenza della sofferenza?

Comunque ti confesso che la prima domanda che mi viene in mente è un'altra: perché? :-D Cioè, perché dovrei prendere in considerazione questa dottrina? OK, c'è il percorso, ma dove mi porta? Alla fine della sofferenza? Grazie tante, quando muoio ci arrivo comunque e senza seguire nessuna via particolare... E se dovesse venirmi un cancro, penso che funzioni meglio la morfina...

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