Esami orali di materie numeriche
Salve,
su suggerimento di un moderatore ripropongo qui una richiesta di pareri da parte di studenti o ex studenti universitari.
Sono uno studente di fisica, sto iniziando a dare le prime materie in questo periodo e sebbene mi trovi molto a mio agio con le prove scritte, e i voti fin ora mi accompagnano nel pensare questo, ho un sincero timore per le prove orali. Chiedo dunque, voi che leggete, come avete preparato esami orali di materie come analisi matematica o geometria e algebra lineare? cosa ne pensate dell'idea di trattare oralmente questioni di calcolo che di orale hanno ben poco? Qualsiasi pensiero in merito sarà da me accolto con grande piacere.
Buona serata.
su suggerimento di un moderatore ripropongo qui una richiesta di pareri da parte di studenti o ex studenti universitari.
Sono uno studente di fisica, sto iniziando a dare le prime materie in questo periodo e sebbene mi trovi molto a mio agio con le prove scritte, e i voti fin ora mi accompagnano nel pensare questo, ho un sincero timore per le prove orali. Chiedo dunque, voi che leggete, come avete preparato esami orali di materie come analisi matematica o geometria e algebra lineare? cosa ne pensate dell'idea di trattare oralmente questioni di calcolo che di orale hanno ben poco? Qualsiasi pensiero in merito sarà da me accolto con grande piacere.
Buona serata.
Risposte
"gugo82":
In realtà, gli esami di Matematica (Analisi, Algebra, Geometria, etc...) vanno bene non appena si capisce che non sono affatto materie numeriche e ci si prepara come il Signore comanda.
Dipende in quale corso di laurea!
In realtà, gli esami di Matematica (Analisi, Algebra, Geometria, etc...) vanno bene non appena si capisce che non sono affatto materie numeriche e ci si prepara come il Signore comanda.

"pegasu":
A inizio corsi un Professore aveva detto una cosa che all'inizio non capii ma poi trovai estremamente vera, era qualcosa tipo "se l'esame vi sembra immenso e ingestibile fatto di mille nozioni diverse non siete pronti, quando lo troverete ruotare attorno a pochi concetti chiave, che sapreste riassumere in poche righe, allora avrete coscienza di aver capito il corso"
Amen!
"pegasu":
A inizio corsi un Professore aveva detto una cosa [..] tipo "se l'esame vi sembra immenso e ingestibile fatto di mille nozioni diverse non siete pronti, quando lo troverete ruotare attorno a pochi concetti chiave, che sapreste riassumere in poche righe, allora avrete coscienza di aver capito il corso"
Non era proprio così... ma più o meno [...]
Ad esempio l'esame di fisica II mi sembrava immenso, ma una volta "capito", mi pareva poterlo confinare in un libricino di poche pagine.
A me succedeva esattamente così, il programma dell'esame all'inizio mi sembrava lunghissimo, quando lo avevo studiato mi sembrava corto.
"axpgn":
[quote="giuliofis"][quote="Luca.Lussardi"]In una prova orale in realtà la teoria è la vera protagonista, il ragionamento e la logica, non tanto la computazione.
Ma questo vale fin dalla scuola.[/quote]
Ma non è vero!
Teoricamente non dovrebbe esserci differenza, in pratica c'è, eccome!
La maggior parte degli studenti (dell'obbligo ma non solo) preferisce e cerca di gran lunga l'approccio meccanicistico, mnemonico, "formulistico", ecc. proprio perché non devi ragionare e puoi studiare meno (impari a memoria, un po' di esercizi come pratica e via)[/quote]
Sì, sta alla bravura del docente discernere in quali casi accade questo e in quali no, e soprattutto per i ragazzi più talentuosi proporre verifiche orali impegnative e stimolanti che li porti a far uscire il meglio di sé.
Ecco, in effetti, questa è una differenza sostanziale a cui non avevo pensato: a scuola noi conosciamo molto bene i nostri ragazzi, e possiamo personalizzare le prove, mentre all'università no.
A inizio corsi un Professore aveva detto una cosa che all'inizio non capii ma poi trovai estremamente vera, era qualcosa tipo "se l'esame vi sembra immenso e ingestibile fatto di mille nozioni diverse non siete pronti, quando lo troverete ruotare attorno a pochi concetti chiave, che sapreste riassumere in poche righe, allora avrete coscienza di aver capito il corso"
Non era proprio così... ma più o meno; lì per lì non capivo affatto quello che mi stava dicendo. Però, nel procedere degli studi, ho notato che era estremamente vera come frase: quando leggi la prima volta gli argomenti di un corso non capisci nulla e ti sembra impossibile, poi lo rileggi e integri su altri libri e inizi a capire, infine quando lo ripeti come farina del tuo sacco ti accorgi che è lì dentro di te e devi solo farlo uscire.
Ad esempio l'esame di fisica II mi sembrava immenso, ma una volta "capito", mi pareva poterlo confinare in un libricino di poche pagine.
Non era proprio così... ma più o meno; lì per lì non capivo affatto quello che mi stava dicendo. Però, nel procedere degli studi, ho notato che era estremamente vera come frase: quando leggi la prima volta gli argomenti di un corso non capisci nulla e ti sembra impossibile, poi lo rileggi e integri su altri libri e inizi a capire, infine quando lo ripeti come farina del tuo sacco ti accorgi che è lì dentro di te e devi solo farlo uscire.
Ad esempio l'esame di fisica II mi sembrava immenso, ma una volta "capito", mi pareva poterlo confinare in un libricino di poche pagine.
Visto che comunque qui l'OP parlava di consigli su modi di affrontare l'orale, mi riallaccio a risposte precedenti, su possibili modi di superare l'ansia, e risottolineo, come dice Luca Lussardi, l'importanza dell'orale, perché coinvolge il modo di comunicare e presentare le cose.
E esponendo le cose si capisce spesso se uno le sa veramente (credo avete sentito il metodo Feynman)
Dal punto di vista psicologico ci può essere qualche tecnica per superare l'ansia e, per così dire, allenarsi, ognuno può cercare la sua.
Parlo a partire dalla mia esperienza personale (come studente e come professore, ho insegnato parecchi anni economia all'università).
Una tecnica è ostentare sicurezza, anche se si sta morendo di paura, autoconvincendosi di essere bravissimi e super preparati (e caso mai lo si è, ma ci sono persone che non rendono all'orale perché si intimidiscono), far finta di non avere ansia (è impossibile non averne proprio) può aiutare a gestirla.
Ci si può allenare, a casa per conto proprio.
Una ragazza, però del liceo, a cui feci lezione tempo fa, con questa tecnica (anche ovviamente studiando, perché era intelligente e di carattere) passò in due mesi dal 4 al 7 (in matematica). L'ultima volta che la vidi espormi delle cose alla lavagna mi pareva una professoressa, mentre all'inizio era moscia moscia.
Le dicevo proprio, per farle superare l'impaccio e il timore per la matematica dei primi tempi, "Ostenta sicurezza e tiratela, anche se hai paura e non sai delle cose".
(per dire l'atteggiamento verso la matematica che aveva, le successioni 'ricorsive' le chiamava, ma credeva davvero che quello era il nome, le successioni 'ritorsive', successioni violente e rancorose
)
L'altra cosa essenziale, nella mia esperienza personale, e per quello che ho visto dei ragazzi all'università, è curare molto il linguaggio, ma è fondamentale, padroneggiare con disinvoltura il linguaggio della materia, e il linguaggio in generale.
Pensiero e linguaggio vanno insieme, liguaggio e contenuto della materia sono un tutt'uno.
E all'orale la forma è sostanza.
Bisogna allenarsi ad esporre bene.
Alle volte si pensa di sapere una cosa, e caso mai davvero la si è capita, ma quando si va a esporla ci si inceppa.
Io personalmente da studente ripetevo ad alta voce, anche alla lavagna, facevo le prove.
Io ho fatto economia, ma anche là c'erano esami molto tecnici, statistica, econometria, ricerca operativa, matematica finanziaria, probabilità, gli stessi esami di economia. Ma poi vale per molte materie, provate a fare un esame di diritto senza ripetere, con tutto quel linguaggio tecnico da imparare.
Alle volte, appunto, si può fare finta di essere un professore che spiega agli studenti.
Quindi in sintesi: molta proprietà di linguaggio e molta prosopopea
(cercando di non diventare insopportabili
)
È questione di allenamento, anche a diventare più sicuri e a esporre ci si può allenare.
Se si devono trattare oralmente questioni di calcolo, e dà disagio mettersi là zitti a fare calcoli davanti al professore che ti guarda, ad esempio alla lavagna, si puo trattarle facendo dei commenti, imitando come farebbe un professore alla lavagna facendo quei calcoli (non è male avere dei modelli da imitare).
Naturalmente sono cose soggettive, le difficoltà sono diverse da persona a persona, questa è la mia esperienza, ognuno può inventarsi metodi che meglio gli si confanno.
E esponendo le cose si capisce spesso se uno le sa veramente (credo avete sentito il metodo Feynman)
Dal punto di vista psicologico ci può essere qualche tecnica per superare l'ansia e, per così dire, allenarsi, ognuno può cercare la sua.
Parlo a partire dalla mia esperienza personale (come studente e come professore, ho insegnato parecchi anni economia all'università).
Una tecnica è ostentare sicurezza, anche se si sta morendo di paura, autoconvincendosi di essere bravissimi e super preparati (e caso mai lo si è, ma ci sono persone che non rendono all'orale perché si intimidiscono), far finta di non avere ansia (è impossibile non averne proprio) può aiutare a gestirla.
Ci si può allenare, a casa per conto proprio.
Una ragazza, però del liceo, a cui feci lezione tempo fa, con questa tecnica (anche ovviamente studiando, perché era intelligente e di carattere) passò in due mesi dal 4 al 7 (in matematica). L'ultima volta che la vidi espormi delle cose alla lavagna mi pareva una professoressa, mentre all'inizio era moscia moscia.
Le dicevo proprio, per farle superare l'impaccio e il timore per la matematica dei primi tempi, "Ostenta sicurezza e tiratela, anche se hai paura e non sai delle cose".
(per dire l'atteggiamento verso la matematica che aveva, le successioni 'ricorsive' le chiamava, ma credeva davvero che quello era il nome, le successioni 'ritorsive', successioni violente e rancorose

L'altra cosa essenziale, nella mia esperienza personale, e per quello che ho visto dei ragazzi all'università, è curare molto il linguaggio, ma è fondamentale, padroneggiare con disinvoltura il linguaggio della materia, e il linguaggio in generale.
Pensiero e linguaggio vanno insieme, liguaggio e contenuto della materia sono un tutt'uno.
E all'orale la forma è sostanza.
Bisogna allenarsi ad esporre bene.
Alle volte si pensa di sapere una cosa, e caso mai davvero la si è capita, ma quando si va a esporla ci si inceppa.
Io personalmente da studente ripetevo ad alta voce, anche alla lavagna, facevo le prove.
Io ho fatto economia, ma anche là c'erano esami molto tecnici, statistica, econometria, ricerca operativa, matematica finanziaria, probabilità, gli stessi esami di economia. Ma poi vale per molte materie, provate a fare un esame di diritto senza ripetere, con tutto quel linguaggio tecnico da imparare.
Alle volte, appunto, si può fare finta di essere un professore che spiega agli studenti.
Quindi in sintesi: molta proprietà di linguaggio e molta prosopopea


È questione di allenamento, anche a diventare più sicuri e a esporre ci si può allenare.
Se si devono trattare oralmente questioni di calcolo, e dà disagio mettersi là zitti a fare calcoli davanti al professore che ti guarda, ad esempio alla lavagna, si puo trattarle facendo dei commenti, imitando come farebbe un professore alla lavagna facendo quei calcoli (non è male avere dei modelli da imitare).
Naturalmente sono cose soggettive, le difficoltà sono diverse da persona a persona, questa è la mia esperienza, ognuno può inventarsi metodi che meglio gli si confanno.
"hydro":
Verissimo, e quelli che studiano a memoria senza capire niente andrebbero individuati e bocciati tempestivamente
Così come quelli che studiano solo facendo esercizi[nota]di cui sono ammirato per come riescano a passare lo scritto studiando in quel modo, senza teoria non riesco a fare mezzo esercizio... ma ti garantisco che ci sono![/nota], e si vede benissimo negli orali che non sanno una mazza di teoria.

"axpgn":
[quote="giuliofis"][quote="Luca.Lussardi"]In una prova orale in realtà la teoria è la vera protagonista, il ragionamento e la logica, non tanto la computazione.
Ma questo vale fin dalla scuola.[/quote]
Ma non è vero!
Teoricamente non dovrebbe esserci differenza, in pratica c'è, eccome!
La maggior parte degli studenti (dell'obbligo ma non solo) preferisce e cerca di gran lunga l'approccio meccanicistico, mnemonico, "formulistico", ecc. proprio perché non devi ragionare e puoi studiare meno (impari a memoria, un po' di esercizi come pratica e via)
[/quote]
Verissimo, e quelli che studiano a memoria senza capire niente andrebbero individuati e bocciati tempestivamente. Tanto bastano un paio di domande mirate per capire se hanno capito.
"axpgn":
@matos, gabriella
Beati voi ma siete mosche rare![]()
Ho visto le peggiori/migliori nefandezze pur di sfuggire ad una interrogazione![]()
Eh, sono cose del tutto soggettive. Io all'orale non che non avessi ansia, però rendevo, alle volte mi ricordavo cose che nemmeno credevo di sapere.
Ricordo il più odiato egli esami, ragioneria, esame del primo anno che feci come ultimo. 1500 pagine di ragioneria + 300 di computisteria (nemmeno comprato il libro, ignoro tuttora che sia la computisteria) preparato in venti giorni con la forza dell'odio, molte parti giusto una lettura veloce una volta.
Mi chiesero le riserve occulte, roba che non avevo per niente studiato, solo una lettura frettolosa all'inizio: beh, con mia sorpresa cominciai a parlare delle riserve occulte, e intanto pensavo: "Ma com'è che le so?"

Allo scritto invece era uscita computisteria, non potevo nemmeno avere ansia perché non ne sapevo niente, me lo inventai facendo un po' di addizioni e sottrazioni a caso.
Pensavo che all'orale avrebbero preso il mio compito con due dita come un topo morto per la coda, dicendo:"Che è questo schifo?", invece non dissero niente e si vede che mi riscattai con l'orale.
"matos":tic-tac-tic-tac, e la falceEsatto... quello è il gran problemone.
Per fortuna invece nell'orale non ho sperimentato quella paura, anzi ero proprio contento di andarci, non so spiegarlo.
Non è facile capirlo. A me forse era il fatto che all'orale c'è comunque una presenza, uno che ti ascolta, che io non ho mai vissuto come il nemico. Infatti, l'unica cosa che mi bloccava era se il professore si distraeva e non ascoltava, mi era difficile parlare al muro.
Allo scritto è più uno stato di abbandono, solitudine in questo deserto ostile e persecutorio del tic tac dell'orologio e la mannaia del 'time expired'

Allo scritto quello che mi manda in tilt è l'idea del tempo, mi dà ansia e non riesco a concentrami, sento solo tic-tac-tic-tac, e la falce della scadenza del tempo che sta per abbattersi, ho in mente solo un orologio e una falce.Esatto... quello è il gran problemone, e poi l'ansia che dici "se sbaglio questa singola prova butto mesi" non aiuta. Insomma, in 3h di scritto ti giochi mesi di lavoro e te le fanno girare se canni, soprattutto se poi sai che se accedessi all'orale saresti a posto.
Per fortuna invece nell'orale non ho sperimentato quella paura, anzi ero proprio contento di andarci, non so spiegarlo. Forse non le prime volte, ma poi avuto il rinforzo positivo dei voti mi sono accorto che sapevo quando sapevo

Quando sei lì davanti al professore sei solo oltre al fatto che i tempi non li gestisci tu (e l'autorità conta pure).No beh, ok. Parlavo dell'università eh, alle superiori anche io la gestivo malissimo!
Al banco è tutta un'altra cosa, lasciate stare![]()

"giuliofis":
[quote="Luca.Lussardi"]In una prova orale in realtà la teoria è la vera protagonista, il ragionamento e la logica, non tanto la computazione.
Ma questo vale fin dalla scuola.[/quote]
Ma non è vero!
Teoricamente non dovrebbe esserci differenza, in pratica c'è, eccome!
La maggior parte degli studenti (dell'obbligo ma non solo) preferisce e cerca di gran lunga l'approccio meccanicistico, mnemonico, "formulistico", ecc. proprio perché non devi ragionare e puoi studiare meno (impari a memoria, un po' di esercizi come pratica e via)
@matos, gabriella
Beati voi ma siete mosche rare

Ho visto le peggiori/migliori nefandezze pur di sfuggire ad una interrogazione

Quando sei lì davanti al professore sei solo oltre al fatto che i tempi non li gestisci tu (e l'autorità conta pure).
Al banco è tutta un'altra cosa, lasciate stare


"matos":
Questo per dire: non capisco come si faccia ad amare il dannato scritto è terrib(bbbbb)ile
Quanto ti capisco. E non sei il solo, eh? Ho conosciuto altre persone che facevano orali da 30 e allo scritto si impicciavano.
Io ho sempre preferito l'orale, anche se ovviamente avevo ansia, perché c'era qualcuno che ascoltava e non c'era il limite di tempo.
Allo scritto quello che mi manda in tilt è l'idea del tempo, mi dà ansia e non riesco a concentrami, sento solo tic-tac-tic-tac, e la falce della scadenza del tempo che sta per abbattersi, ho in mente solo un orologio e una falce.
Questo non mi succede affatto se faccio le stesse cose a casa senza assillo del tempo, anzi sono molto veloce, mi piace scrivere e faccio presto, amo gli esami con tesine, ma fatemi stare tranquilla, quel tic-tac in testa mi rende la vita difficile.
Personalmente ho sempre preferito le fasi scritte
Ma sai che la maggior parte delle persone, e onestamente non ho mai capito perché. Preferisco di gran lunga gli orali, mi galvanizzano e mi piace proprio raccontare cosa so. Conta comunque che ho sempre avuto di ogni esame tranne 2 scritto + orale.
Negli scritti invece faccio sempre pasticci, arrivo in tachicardia e con un'ansia da prestazione pazzesca e prendevo sempre voti miseri trovando il tempo risicato per dover ricorreggere mega strafalcioni. Infatti ogni orale che ho fatto dopo lo scritto, sempre da oltre 40 minuti, mi dicevano: guardi questo è da 30 ma lei ha 21 di scritto (non sempre, ma varie volte) e alzavano di qualche misero punticino

Questo per dire: non capisco come si faccia ad amare il dannato scritto è terib(bbbbb)ile
"Luca.Lussardi":
In una prova orale in realtà la teoria è la vera protagonista, il ragionamento e la logica, non tanto la computazione.
Ma questo vale fin dalla scuola.
Personalmente non vedo differenze tra l'affrontare una verifica scritta e una verifica orale a scuola, e un esame scritto e un esame orale all'università, eccetto ovviamente per la vastità e approfondimento del materiale da trattare.
Premetto che sostenere prove orali è fondamentale per la formazione: un colloquio di lavoro va a buon fine se uno sa gestire una prova orale, tanto per fare un esempio. Le questioni di calcolo possono essere chieste ad una prova orale ma ovviamente se il professore è ragionevole non potrà mai pretendere uno svolgimento di un lungo conto in un tempo assai ridotto, io stesso quando agli orali chiedo dei conti mi limito a richieste gestibili. In una prova orale in realtà la teoria è la vera protagonista, il ragionamento e la logica, non tanto la computazione.
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