Dubbi sulla laurea

kimis
Ciao a tutti! Scrivo non per chiedervi esercizi irrisolvibili o dimostrazioni di teoremi, ma perchè ho bisogno di un consiglio da persone che magari come me hanno vissuto o vivono una situazione simile alla mia. Frequento l'università di matematica, non con grandi risultati. Ogni esame per me richiede sforzi immensi per superarlo. Mi mancano 10 esami alla fine, ma vorrei mollare. Non riesco più psicologicamente a sostenere questo sforzo e non ho più coraggio di affrontare le cose. Vorrei cercare di finire il prima possibile oppure mollare andarmene via, ma ovviamente non riesco a capire quale sia la cosa giusta da fare. 10 esami sono tanti guardando al futuro e pochi guardando al passato e a quelli che ho già fatto. Studio moltissimo, ogni giorno, frequento tutte le lezioni delle materie che ho indietro e riprovo gli esami ad ogni apello. Ma non noto nessun cambiamento, vorrei fare più esami in meno tempo invece riesco a darne massimo 4 l'anno. La situazione non è più gestibile.. Poi penso dopo tutti questi sacrifici devo finire sono solo 10 esami e poi una parte di me dice, si sono 10 esami ma in quanto tempo li farai? Quanto ci metterai? Voi che mi consigliate di fare? Vorrei sottolineare che io ho passione per quello che faccio, la matematica è la mia vita, ovviamente non amo tutte le materie ma la gran parte si. Ho davvero bisogno di consigli, pareri, suggerimenti, qualsiasi cosa. Grazie per avermi ascoltato durante il mio sfogo delirante. :oops:

Risposte
DavideGenova1
:wink:

Vikhr
Anche se tu lo facessi non mi offenderei, tranquillo :smt023 !

DavideGenova1
Io ho affrontato ogni esame universitario senza la minima ombra d'ansia, perché, a differenza per esempio dell'esame di maturità, che mi ha ucciso d'ansia, se un esame universitario va male, lo si ridà e basta. Certo l'essere fuoricorso può essere un problema se ci si prefigge una certa carriera lavorativa e se non si è economicamente indipendenti, ma lavorare rallenta il progresso negli studi universitari.
Queste cose non hanno mai toccato me perché non ho mai avuto ambizioni se non quella di cercare di essere meno ignorante nelle cose che mi appassionano e sono d'accordo con Vikhr sull'accontentarsi in ambito lavorativo -le conoscenze di fluidodinamica di uno studente di chimica sono con ogni probabilità superiori a quelle del tuo datore di lavoro, su cui avrai una marcia in più, oltretutto :-D -, ché se si ha un lavoro si deve già essere grati alla vita.

"Vikhr":
Ora, potrei tranquillamente pensare di soffrire di un ritardo mentale lieve o cose del genere.
Se lo ridici mi costringi a parafrasarti una canzone di Masini che era in voga quand'ero ragazzino. Con affetto, s'intende. Ce ne fossero di persone "poco intelligenti" con gli interessi che dimostri anche solo per il fatto di essere iscritto qui!

Vikhr
Studente della triennale di Chimica Industriale, quasi sicuramente ormai avviato a un anno di fuoricorso o nella migliore delle ipotesi qualche mese. In realtà questa certezza l'avevo sin dall'inizio, perché io non sono mai stato chissà quale genio con la matematica e quella parte delle scienze che si fonda esclusivamente sulla stessa, mentre mi ritengo più portato per le materie umanistiche (anche le lingue) e tecniche e soprattutto ho da sempre una grande manualità (qualche giorno fa per esempio ho montato e puntato correttamente una parabola della televisione in un quarto d'ora senza le istruzioni e solo con una chiave inglese). Non so, magari nutro poco interesse per la materia o il modo in cui è insegnata oppure ho qualche limite, ma alla fine delle elementari non avevo ancora imparato veramente come fare una divisione in colonna, mentre alla fine delle medie non avevo ancora imparato veramente le operazioni e le equazioni di primo grado con le frazioni e commettevo spesso errori nel calcolare i quadrati dei cateti di un triangolo rettangolo allo scopo di calcolarne l'ipotenusa (della serie: un triangolo rettangolo con cateti 3 e 4 finiva per avere ipotenusa $sqrt 17$ o $sqrt 14$... :roll: ). Non riesco ancora a spiegarmi come mai commettessi questi errori, che durante il Liceo sono piano piano cessati del tutto (fino a presentarmi all'esame di Stato con un rispettabile 8 fatto di 10, 9 e 6 e mezzo vari...). Nel frattempo compresi anche tutto quello che non avevo ancora compreso.

Iscritto all'Università, ho provato a studiare tutti e due i corsi iniziali insieme facendo esercizi via via più difficili e teorici presenti sui libri consigliati, ma non riuscivo a fare gli esercizi difficili di Analisi 1 e pertanto ho rimandato l'esame a Luglio perché volevo un voto più alto, mentre il mio primo esame, Chimica Generale, lo passai con un 30. Poi nel secondo semestre mi concentrai esclusivamente su Fisica 1, ma anche lì non riuscì a prendere il massimo agli scritti per errori di distrazione in ogni esonero, ma ebbi comunque un voto dignitoso. Nel frattempo preparavo Analisi 1 che poi superai con un 23 nonostante, anche qui, l'impegno, e mi iscrissi su questo sito la mattina stessa che sostenei l'orale. A Settembre poi passai un esame di Chimica con 30 e a Novembre un altro con 28. Avevo già l'idoneità di Inglese (30 e Lode... che non fa media...) e quindi feci 6 esami su 7 in un anno, accettabile. Quest'anno sono cominciati i problemi, infatti a Febbraio diedi un solo esame, rimandai un altro e non studiai proprio per uno (Fisica 2, un corso impostato male secondo me). L'esame rimandato ho provato a darlo questo mese insieme a Analisi 2 ma ho finito per ritirarmi dagli esami in questione perché in un caso non sapevo impostare gli esercizi per via di vari trucchetti del prof e in un altro mi sono reso conto da solo che stavo combattendo per un voto sul 18-23, decisamente inadatto per il mio impegno, considerando che nella stessa sessione ho accettato un 19 per sfortune varie, sempre dopo essermi impegnato al massimo.

Ora, potrei tranquillamente pensare di soffrire di un ritardo mentale lieve o cose del genere, ma in realtà ho dei tempi miei per queste cose e difficilmente, magari inconsciamente, accetto di regolarli sulle esigenze degli altri. Da bambino ero piuttosto ribelle quindi propendo per questa ipotesi.

A me... sta bene così. :D

Vorrà dire che se non potrò fare il chimico perché non sono competitivo considererò di più la mia manualità. Nel frattempo avrò comunque una laurea e un diploma.

Non tutti nascono atleti. Non tutti vogliono una vita spericolata, per parafrasare Vasco.

kimis
Grazie ragazzi, è bello saper di poter parlare con qualcuno. Quali sono le vostre esperienze in merito? Io purtroppo non riesco a superare facilmente questo momento di crisi.. Aspetto vostre notizie! :wink:

asabasa
Ciao Kimis,

leggendo il tuo primo post ho rivisto la me stessa di qualche anno fa e ti posso dire che in qualche modo sono uscita fuori da quel brutto periodo.

Le cose da dire sono tante, se ti va di parlare sono qui :-)

Meringolo1
Ciao Kimis, ti consiglio anche io di non prendere nulla, non esiste la pillola della felicità.
Quello che ti serve, che tu lo creda o no, tu lo possiedi già :wink: tutti lo possediamo.
Il fatto è che molti nemmeno lo sanno :D
In bocca al lupo per i tuoi studi e stai serena :smt023

kimis
Grazie Vikhr, ascolterò i tuoi consigli, sperando che le cose miglioreranno prima o poi.. Cercherò di impegnarmi sullo studio come ho sempre fatto..

Vikhr
Un consiglio spassionato: le medicine buttale... nella spazzatura ;-)

Peggiorano solo la situazione.

Se esistesse la medicina per stare calmi agli esami esisterebbe anche quella per passare tutti gli esami con 30 e Lode ma non esiste ;-)

Semplicemente... lascia fare a ogni cosa il proprio corso!
L'importante è che non smetti di studiare totalmente. Fa qualcosa ogni giorno. Poco, ma ogni giorno. Insomma, come Rambo, vivi giorno per giorno.
I miei genitori non mi ritengono un peso perché sono un po' il tuttofare della famiglia. Tutte le volte che c'è bisogno di me per esigenze varie o riparazioni da eseguire mi metto subito all'opera.

kimis
Ringrazio tutti veramente di cuore, mi avete fatto venire le lacrime agli occhi. Ho sempre paura di esprimere i miei sentimenti riguardo a questa situazione perchè in molti non capiscono. In molti dicono "non sei all'altezza tu", e a furia di sentirtelo dire ci credi anche tu. Grazie davvero. Io non voglio mollare perchè come avete detto voi la passione e ad essere a metà strada dovrebbe incoraggiarmi ad andare avanti. Ma credo che voi sappiate come ci si sente quando ci sono dei momenti troppo bui in cui non riesci a reagire e nessuno riesce a colmare il vuoto e il senso di smarrimento che possiedi all'interno di te. Tutto sembra troppo difficile e perduto. Seguirò i vostri consigli, il mio medico per i miei problemi d'ansia mi aveva prescritto delle medicine che però a me non sembrano funzionare, magari come dite voi trovando una distrazione o qualcosa di manuale e piacevole da fare riuscirò a stare meglio. Devo riuscire però a trovare uno stimolo per reagire alla situazione perchè così non mi sembra di vivere.
Per ora vi ringrazio tanto e di cuore!

Gugo studio a Trieste..

Vikhr
Gugo, mi hai letteralmente tolto le parole di bocca! :-D

gugo82
"kimis":
Sò solo che sono molto infelice per aver deluso me stessa [...], per non essere come gli altri. Per non essere capace di superare tutti gli esami in fretta, di capire le cose al volo, di non provare mai quel senso di gratificazione da parte di qualcuno che ti dica: "bel lavoro".

Beh, che tu lo creda o no, nessuno è mai "come gli altri". Ognuno ha una storia personale diversa e vede/impara le cose in modo diverso. C'è chi per imparare delle nozioni di Algebra ci mette una vita, mentre in Analisi è una scheggia, e chi viceversa. C'è chi ha la faccia tosta di andare a provare un esame senza aver studiato, e chi se non ha studiato tutto non si presenta nemmeno alla prenotazione. C'è chi ritiene per lungo tempo tutte le informazioni che assimila, e chi le perde due ore dopo l'esame (se non prima). C'è chi è più ansioso allo scritto ed è tranquillo all'orale, chi viceversa, o chi è tranquillo sempre o in ansia sempre, o chi è tranquillo con certi tipi di docenti e chi con altri.
Insomma, non si fa di tutta l'erba un fascio.[nota]E, permettimi di dire, di solito quelli che superano tutto in fretta, a distanza di due giorni dall'esame non ricordano più nulla di quanto hanno studiato. :lol:[/nota]

E tu dovresti imparare ad essere un po' più orgogliosa del fatt, puro e semplice, d'essere diversa dagli altri perché...
"kimis":
Ho un senso di vergogna che mi perseguita, vivere ogni giorno col tormento che devo fare ancora 10 esami, che l'anno prossimo ci saranno esami più difficili con prof. più severi e esigenti. Esami dove su 100 ne passano 5, come mai potrei essere una di quei 5..

questo senso di vergogna è del tutto insensato (sia esso autoindotto, sia esso indotto da genitori/parenti/amici che non sanno far altro che mettere in risalto gli aspetti negativi della tua carriera).
Devi guardare con più positività a quello che fai ogni giorno, al fatto che studi, al fatto che hai superato più della metà dei tuoi esami, perché la tua passione e la tua persona sono state e sono ancora così forti da resistere a quest'onda d'urto di negatività che ti assale.
Non mollare!



P.S.: Tanto per curiosità, dove studi?

Vikhr
Se hai paura di pesare sui tuoi per via del fuoricorso (in fin dei conti assolutamente normale per lauree scientifiche e a maggior ragione per Matematica) cercati un lavoretto (per esempio prova a fare la cassiera in un supermercato) e nel frattempo dai gli esami rimanenti, specialmente se ormai hai seguito tutte le lezioni. Di solito dà anche quel poco di disciplina (ma non mi sembra questo il caso) e soprattutto di relativa sicurezza e distacco in più che può fare la differenza in casi come questi.
Io ad esempio ho in mente un lavoretto come apprendista idraulico se con gli esami dovesse cominciare ad andare veramente male anche a me.

Abbandonare a 10 esami dalla fine è un vero peccato. Essenzialmente, devi fare in modo che la tua ansia diventi un sano menefreghismo, e vedrai che tornerai di nuovo a sentirti felice. Io quando mi metto ad aggiustare pezzi e aggeggi vari (ad esempio di recente ho fatto una saldatura in un decoder perché non si sentiva più l'audio del televisore) o a fare lavori in casa mi dimentico di tutti i miei problemi e di tutte le mie ansie legate all'università.
Con me è semplicemente successo che seguendo il programma, come fanno molti miei colleghi, non ritenevo di stare imparando e soprattutto il ritmo era fin troppo serrato e quindi ero molto spesso ansioso. Ho accettato di non laurearmi in 3 anni esatti e tutte le mie ansie agli esami sono di colpo cessate. Sono rimasti i problemi oggettivi di prima ma agli esami sono tranquillo e se mi accorgo di non essere in grado di svolgere abbastanza esercizi oppure di rispondere alle domande del professore mi ritiro e basta. E inoltre mi presento solo quando mi ritengo preparato. Purtroppo (o per fortuna) l'Università funziona così, ma almeno ti dà delle garanzie in più se la prendi sul serio.

Chi di dovere chiama tutte queste nostre sofferenze "selezione". Senza scomodare le atrocità storiche di un passato nemmeno troppo lontano che questa parola fa inevitabilmente venire in mente ai più, pensa alla selezione naturale e a quanto sei fortunata a vivere in un Paese che alla fine ti consente di modulare la tua educazione sui tuoi tempi e soprattutto ad avere una famiglia e a vivere in una società che bene o male tiene conto del prossimo minimizzando questa selezione naturale.

vict85
Penso anche io a questo punto che sia ansia. A parte gli ottimi consigli di @melia a riguardo aggiungo che se l'ansia è molto forte esistono metodi, anche eventualmente terapeutici, per superarla. Al di là dello psicologo sono utili i metodi di rilassamento (yoga, tai chi, federkrais o anche pilates) e il training autogeno. Alcune attività più ludiche come i corsi di recitazione aiutano a lasciarsi andare e frenarsi meno.

Se hai bisogno di altro tempo per riordinare bene le idee puoi anche dare una descrizione più generica del teorema oppure affermare una consequenzialità rispetto ad un particolare altro teorema che magari ricordi meglio. Ovviamente non farlo per troppo tempo, ma dare un contesto non è di per se visto male se dopo dici le cose per bene.

Una cosa che mi accorgo di fare spesso negli orali è rispondere “ok” alla domanda. Insomma faccio un respiro, rispondo ok, e poi parto con la risposta dopo uno o due altri respiri. I secondo che guadagni in termini di pazienza del professore sono pochi (insomma il tempo di un respiro e di dire ok) ma è un modo per darsi la carica. Equivalentemente puoi fare un respiro profondo.

Una cosa che non bisogna invece mai fare è chiedere tempo, è come ammettere di non sapere la risposta.

Tieni inoltre conto che non hai bisogno di riordinare il 100% della risposta per iniziare a rispondere. Insomma se ti serve tempo tra l'enunciazione del teorema e la dimostrazione puoi sempre metterti a discutere le ipotesi e la tesi. Volendo persino enunciare un corollario.

Comunque ti consigli di cercare di fare pause dallo studio, momenti in cui lo studio non esiste e la tua mente è altrove. Possibilmente attività non solo mentali.

kimis
Grazie per il consiglio, ci proverò. Ho preso consapevolezza del fatto che agli scritti riesco meglio perchè non sento pressioni da parte del prof. o dei colleghi perchè sò che su quel foglio se scrivo cose sbagliate le vedo solo io ed ho il tempo per aggiustarle e correggerle. Purtroppo però dopo essere stata bastonata troppe volte agli orali adesso anche quando sò tutto il programma ho paura di farli, non mi sento mai all'altezza. Sono arrivata a credere di non essere neanche all'altezza della mia facoltà. Tutti dicono che se c'è passione e volontà anche l'impossibile diventa possibile, io questa cosa non la ritrovo con la realtà di tutti i giorni. Vorrei solo capire se sono sbagliata io e questa non è proprio la mia strada o una speranza c'è.. Non lo so.. Non riesco a capirlo, quando supero un esame che mi appassiona le cose me le ricordo perfettamente a distanza di mesi o addirittura anni, ma alcune materie non le ricordo più nemmeno il giorno dell'esame. Sò solo che sono molto infelice per aver deluso me stessa e per creare dolori e dispiaceri ai miei, per non essere come gli altri. Per non essere capace di superare tutti gli esami in fretta, di capire le cose al volo, di non provare mai quel senso di gratificazione da parte di qualcuno che ti dica: "bel lavoro". Ho un senso di vergogna che mi perseguita, vivere ogni giorno col tormento che devo fare ancora 10 esami, che l'anno prossimo ci saranno esami più difficili con prof. più severi e esigenti. Esami dove su 100 ne passano 5, come mai potrei essere una di quei 5..

@melia
Cara kimis, ho sempre avuto anch'io il problema degli orali. Passavo al primo colpo lo scritto, ma l'orale spesso mi ha creato problemi. Dopo la laurea, nei concorsi per diventare di ruolo, ho imparato a sostenere un orale con meno ansia, ma anche lì la prima volta è andata male. Adesso faccio l'insegnante di liceo e vista dall'altra parte posso darti un paio di consigli:
- se dopo la domanda hai bisogno di tempo per riordinare le idee, non stare zitta, dì comunque qualcosa, ripeti la domanda, magari con parole tue, enuncia i teoremi a cui stai pensando, anche se li devi scartare, tipo il teorema tale non si può applicare perché manca questa ipotesi, mentre il tal altro non porta da nessuna parte...
- lo so che quello che hai davanti è il tuo professore, ma fai finta che sia un tuo compagno di corso che non ha capita una cosa, isolati dal resto è spiegagliela, puoi fare delle prove anche a casa.

kimis
Grazie per la tua bella risposta e per avermi ascoltato ed essere riuscito a non annoiarti. Io sono alla triennale, ti spiego un pò meglio la situazione dato che prima non l'ho fatto. Io si solito vado meglio agli scritti che spesso supero al primo colpo ma poi quando arrivo all'orale scena muta. I prof. iniziano a innervosirsi chiedo tempo perchè sono ansiosa e mi rispondono male e da li giù nel baratro. Il guaio è che nella mia facoltà se non superi un orale devi rifare tutto da capo, quindi riprendi a fare esercizi rifai lo scritto non ripassi l'orale e se ne vanno via due sessioni senza aver fatto nulla. L'ultimo esame l'ho dovuto rifare 5 volte, ci sono sempre andata con uno spirito combattivo ma appena arrivata lì il fallimento. Poi ho deciso di farlo così ristudiando tutto in un giorno senza paura di non passarlo senza neanche pensarci, provandolo senza troppe sicurezze e l'ho passato prendendo anche un bel voto. Si, un bel traguardo personale per me ma in un anno ho dovuto rifare 5 volte un esame senza poter magari studiare più cose. Questo mi scoraggia, se non passo un esame al primo colpo lo dovrò rifare e il tempo si perde. Poi ad ogni apello lo scritto diventa più difficile.. Io avevo pensato di fare un programma simile al tuo, tipo di darne uno a settembra, uno gennaio ecc. Ma se poi uno di questi non lo passi salta tutto.. Ho paura e sento sempre di più che non sono felice.

vict85
Siccome una triennale in Italia ha circa 20 esami (qualcuno in più in genere) direi che ti trovi più o meno nel mezzo della tua triennale (se fosse la magistrale saresti praticamente all'inizio). Mi trovo anche io in una situazione un po' difficile attualmente e posso capire quanto sia pesante (anche se il mio problema è che studio troppo poco e in modo disorganizzato).
La mia opinione è che se la matematica ti appassiona, studi assiduamente e segui le lezioni (cosa che per esempio io non sempre faccio) ma hai difficoltà a dare gli esami le ipotesi sono due:
1) Hai un metodo di studio non adeguato
2) Psicologicamente hai paura degli esami e ti autofreni.
Nel secondo caso in genere non si sostengono gli esami, si rimandano, non ci si sente mai pronti, si è molto nervosi durante gli esami. Ma dato che tu provi gli esami ad ogni appello direi che non è questo.

Riguardo al primo caso, direi che la cosa migliore è prendere una pausa dallo studio vero e proprio e lavorare sul metodo di studio. Puoi trovare materiale in giro per la rete di qualità variabile. Considera comunque che non esiste un metodo di studio adatto a tutti, dovresti trovare quello più adatto a te. Legato a questo primo aspetto c'è anche quello che spesso si vuole dare tutto e si finisce per non dare nulla. Una cosa che si dovrebbe invece fare in questi casi è rendersi conto che non si può fare e puntare a dare poco ma costante. Per esempio, a settembre prova un solo esame e dimenticati degli altri. A gennaio-febbraio concentrati su due, a giugno-luglio altri due e a settembre sempre uno. Con questo ritmo ci metti altri due anni, ma sarebbe comunque il doppio del ritmo attuale. Ma devo ammettere che su questa cosa sono io il primo a non farlo.

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