Complessità, il futuro della scienza?

lorenzom971
Mi sto sempre più interessando a questo campo, che vedo come una rivoluzione in incubazione. Se diventasse una vera e propria scienza, rappresenterebbe l''abbandono definitivo del delirio riduzionista della scienza.
Sono affascinato da questa visione dei Sistemi, come insieme di agenti interagenti che, proprio a causa delle loro interazione, dà vita a comportamenti complessi (sofisticati), e dei concetti di Emergenza(Emergence), Adattamento, Rete, Evoluzione etc.. Le applicazioni di questa teoria sono numerosissime, ma io vedo del potenziale immenso soprattutto nella sua applicazione all'Economia Politica(anche per la mia naturale interesse per questo campo). Affascinante è anche l'Automa Cellulare. In generale questa quasi-scienza sta inevitabilmente permeando anche tutti gli altri campi scientifici e, anche, una cultura.

Cosa ne pensate? Ritenete che questa teoria sia il futuro della scienza? O che, come molti criticano, sia solo l'ennesimo caso in cui l'uomo (nelle scienze) abbia tentato di fare il passo più lungo della gamba, finendo solo con lo speculare e sfornare nuovi concetti di ampia estensione ma scarso contenuto?

Aggiungo alcune citazioni che mi sono piaciute particolarmente:

"I think the next [21st] century will be the century of complexity. We have already discovered the basic laws that govern matter and understand all the normal situations. We don’t know how the laws fit together, and what happens under extreme conditions. But I expect we will find a complete unified theory sometime this century. The is no limit to the complexity that we can build using those basic laws." [Steven Hawking]

"This century is the century of complexity, and complexity and its associated technologies and theories of artificial life, agent-based models, self-organization and the science of networks will revolutionize the way science is done” [Ian Wilkinson]

"The 21st-century zeitgeist is changing from one of world-as-machine to world-as-network" [Fritjof Capra] (troppo bella :D )

Risposte
socio1985
Fisica. A Torino c'è la possibilità di seguire qualche corso diciamo un po' "esotico". Magari dai un'occhiata:

http://fisica-sc.campusnet.unito.it/do/home.pl

lorenzom971
Grazie per la risposta :D

Per curiosità, che corso di laurea fai?
Un'altra applicazione interessante e di grande diffusione al momento è lo studio delle "smart grid", nel settore energetico, che fa affidamento massivo sulle simulazioni ad agenti.
Come fatto notare da molti studiosi, comunque, questi modelli semplificati, nella maggior parte dei casi, non servono a dare dei risultati "concreti", ma servono da "intuition pumps", come ha detto Daniel Dennett, ovvero servono a migliorare la nostra percezione di questi fenomeni complessi e delle loro dinamiche (come nel caso dell'economia complessa).
Resteremo senza risultati "concreti" (termine molto aleatorio) fintanto che qualche matematico non riesca a creare un nuovo framework matematico (o addirittura, come alcuni ipotizzano, una nuova branca della matematica) che riesca a spiegare i fenomeni complessi, ovvero che riesca a spiegare e prevedere fenomeni quali la topologia della rete, l'emergenza (emergence), fenomeni critici( errori a cascata ), e che riesca a quantificare la complessità. Nel caso in cui questo non fosse possibile, ho paura che la scienza della complessità sarebbe destinata a diventare una sterile analisi di fenomeni accidentali. Una branca matematica che si è avvicinata molto a questo compito è la scienza delle reti (affascinante), che però al momento però si focalizza unicamente sulle varie topologie di rete.

socio1985
Visto che non risponde nessuno provo io pur non essendo molto competente. All'università in alcuni esami avevo toccato questi argomenti. In concreto un approccio interessante per studiare problemi "complessi" è quello dei modelli ad "agente".
Vendono definite le caratteristiche degli agenti, delle condizioni esterne e poi viene fatto evolvere il sistema con delle simulazioni. Tipicamente l'obiettivo è di verificare la dinamica emergente del sistema variando dei parametri ritenuti critici degli agenti o delle condizioni esterne. Le applicazioni sono molto vaste, e le prime che mi vengono in mente sono: studio della diffusione di malattie (in questo caso è molto importante il concetto di "rete"), dinamica delle folle, sistemi socio-economici.
In ambito socio-economico mi pare che una critica mossa a questi metodi è che di fatto non avessero portato risultati concreti significativi.

@melia
Probabilmente sono solo argomenti poco diffusi tra i ricercatori che frequentano il forum. Inoltre non sono argomenti semplici per cui un profano non se la sente di parlarne temendo di dire corbellerie.

lorenzom971
Non credevo di avere così poco riscontro.
Ho aperto la discussione visto che volevo conoscere le opinioni di quelli di voi che sono addentro all'ambiente universitario\di ricerca e potrebbero averne sentito parlare. Sono argomenti di ricerca così poco diffusi in Italia?

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