Come affrontare i momenti "improduttivi"?
Ciao.
La domanda è essenzialmente quella del titolo. Avete anche voi dei giorni che, nonostante tutti gli sforzi e tutto l'impegno, alla fine dei conti sono passate avendo fatto troppo poco? È come se si innesca un loop vizioso in cui mi sento uno schifo perché sono avanzato troppo poco e, sentendomi uno schifo, calano morale e prestazioni.
Ora, se è normale avere dei momenti così, voi come affrontate questa sensazione e queste giornate?
La domanda è essenzialmente quella del titolo. Avete anche voi dei giorni che, nonostante tutti gli sforzi e tutto l'impegno, alla fine dei conti sono passate avendo fatto troppo poco? È come se si innesca un loop vizioso in cui mi sento uno schifo perché sono avanzato troppo poco e, sentendomi uno schifo, calano morale e prestazioni.
Ora, se è normale avere dei momenti così, voi come affrontate questa sensazione e queste giornate?
Risposte
Son sempre io: non ho ripreso con lo studio, ho fatto tutt'altre cose.
Perché?
Scrivi un articolo di algebra commutativa; prepara un seminario di algebra omologica; inizia a leggere per un seminario di geometria algebrica; studia le nozioni basiche per un corso dottorale che inizia il prossimo semestre; porta avanti una casa... praticamente mi son dovuto fermare perché fisiologicamente non ce la facevo più! Ho solo letto cose nuove, e corretto in parte quel che avevo scritto...
Domani ho pianificato lo studio, in modo tale da non esplodere: emenderò la bozza di cui sopra secondo le indicazioni ricevute; codificherò in LaTeX la parte del primo seminario che ho già pronta. Così andrò avanti col lavoro, ma non devo studiare nulla di nuovo: dovrò solo fissare quello che ho studiato. Al più continuo a leggere quanto sopra.
Perché?
Scrivi un articolo di algebra commutativa; prepara un seminario di algebra omologica; inizia a leggere per un seminario di geometria algebrica; studia le nozioni basiche per un corso dottorale che inizia il prossimo semestre; porta avanti una casa... praticamente mi son dovuto fermare perché fisiologicamente non ce la facevo più! Ho solo letto cose nuove, e corretto in parte quel che avevo scritto...
Domani ho pianificato lo studio, in modo tale da non esplodere: emenderò la bozza di cui sopra secondo le indicazioni ricevute; codificherò in LaTeX la parte del primo seminario che ho già pronta. Così andrò avanti col lavoro, ma non devo studiare nulla di nuovo: dovrò solo fissare quello che ho studiato. Al più continuo a leggere quanto sopra.
Ma non aspettare passivamente. In realtà è una cosa difficile. Si tratta di capire cosa davvero ci rende improduttivi, ascoltando i segnali che ci manda la nostra stessa psiche.
Faccio un esempio semplificato. Se stiamo lavorando troppo, dopo un po’ potremmo finire in burnout e diventare improduttivi. Ma non è detto che questo succeda; magari siamo alle prese con un problema stimolante, o stiamo studiando per un esame interessante, e darci dentro con grinta ci fa bene. Potrebbe anche succedere il contrario; se stiamo lavorando troppo poco, non riusciamo a stare al passo e ci sentiamo improduttivi.
Possono poi succedere mille fenomeni diversi. Forse ci sono questioni urgenti che devono essere risolte, prima di potersi dedicare di nuovo allo studio o al lavoro di ricerca. Magari stiamo procrastinando una decisione importante. Oppure c’è qualcosa che ci distrae e che deve essere allontanato (questo forum, ad esempio, a volte ho dovuto allontanarlo). O, semplicemente, non è il momento giusto per essere produttivi, abbiamo altro per la testa. Le possibilità sono infinite e nessun compendio di psicologia d’accatto ce le potrà mai elencare tutte. Immagino che siano stati scritti fior di libri su questo argomento, non è una cosa che si possa studiare in un pomeriggio su un sito Internet.
Quindi l’unica soluzione è ascoltarsi. In fondo, noi sappiamo sempre cosa ci sta succedendo, meglio di chiunque altro. Solo che a volte ci intestardiamo, o facciamo orecchie da mercante alla nostra stessa voce interiore. Può essere una cosa difficile ascoltare sé stessi. Forse è la più difficile di tutte, per chi studia o fa ricerca di mestiere.
Faccio un esempio semplificato. Se stiamo lavorando troppo, dopo un po’ potremmo finire in burnout e diventare improduttivi. Ma non è detto che questo succeda; magari siamo alle prese con un problema stimolante, o stiamo studiando per un esame interessante, e darci dentro con grinta ci fa bene. Potrebbe anche succedere il contrario; se stiamo lavorando troppo poco, non riusciamo a stare al passo e ci sentiamo improduttivi.
Possono poi succedere mille fenomeni diversi. Forse ci sono questioni urgenti che devono essere risolte, prima di potersi dedicare di nuovo allo studio o al lavoro di ricerca. Magari stiamo procrastinando una decisione importante. Oppure c’è qualcosa che ci distrae e che deve essere allontanato (questo forum, ad esempio, a volte ho dovuto allontanarlo). O, semplicemente, non è il momento giusto per essere produttivi, abbiamo altro per la testa. Le possibilità sono infinite e nessun compendio di psicologia d’accatto ce le potrà mai elencare tutte. Immagino che siano stati scritti fior di libri su questo argomento, non è una cosa che si possa studiare in un pomeriggio su un sito Internet.
Quindi l’unica soluzione è ascoltarsi. In fondo, noi sappiamo sempre cosa ci sta succedendo, meglio di chiunque altro. Solo che a volte ci intestardiamo, o facciamo orecchie da mercante alla nostra stessa voce interiore. Può essere una cosa difficile ascoltare sé stessi. Forse è la più difficile di tutte, per chi studia o fa ricerca di mestiere.
@dissonance
bella risposta. Hai detto l’unica cosa giusta: siediti e aspetta, passerà.
bella risposta. Hai detto l’unica cosa giusta: siediti e aspetta, passerà.
"kaspar":
La domanda è essenzialmente quella del titolo. Avete anche voi dei giorni che, nonostante tutti gli sforzi e tutto l'impegno, alla fine dei conti sono passate avendo fatto troppo poco? [...]
Si. Parecchie volte.
Ora, se è normale avere dei momenti così, voi come affrontate questa sensazione e queste giornate?
Boh. Ho provato un sacco di metodi per la produttività, presi da blog di matematici famosi, riviste di psicologia, etc... La cosa più produttiva che ne è venuta fuori è stata la decisione di cestinare tutta quella roba. L’unica cosa che veramente mi aiuta è ascoltare me stesso.
Posso parlare dell'attività di ricerca personale, visto che è quella che mi sembra essere pertinente alla domanda: mai avuta tale sensazione, non sono mai arrivato a fine giornata pensando di aver fatto troppo poco, non tutti i giorni sono produttivi allo stesso modo certamente, ma non combinando nulla si è imparato, si è imparato che quella strada non funziona, io sono addirittura contento quando termino la giornata con risultato apparentemente nullo (e capita spesso) perchè vuol dire che non avevo capito niente e devo rifare tutto.
Tipo oggi[nota]Concause: argomento non facile, bella giornata di Sole, stanza da pulire, ...[/nota]?
Ci provo, se proprio non riesco: faccio altro;
tipo ascolto la musica, vado a fare la spesa, pulisco la camera... (tipo oggi prima che (la camera) inizi ad urlare vendetta.
)
Ci provo, se proprio non riesco: faccio altro;
tipo ascolto la musica, vado a fare la spesa, pulisco la camera... (tipo oggi prima che (la camera) inizi ad urlare vendetta.

Riposo.