Cesare, Roma e il villaggio
Melius primus in pago quam secundus Romae. (Caio Giulio Cesare, da Plutarco)
che ne pensate? (interverrò dopo alcuni pareri)
PS chi nota cosa non va nella frase?
(vediamo se qualcuno ha reminescenze liceali
)
che ne pensate? (interverrò dopo alcuni pareri)
PS chi nota cosa non va nella frase?


Risposte
bravo Cmax! Plutarco scriveva in greco!

"Cozza Taddeo":
come pure in+abblativo per pagus
-b

@Fioravante
Dipende da cosa si intende per "villaggio". Per la conoscenza che posso avere di ambienti di lavoro industriali, accademici e di altro genere non sono portato ad identificare la specializzazione, anche spinta, con i confini del villaggio. Gli iperspecialisti più in vista che conosco devono confrontarsi comunque con problemi di comunicazione, organizzazione ed anche riconoscimento della loro attività che implicano il coinvolgimeno in meccanismi globali. Quelli che (ripeto, nella mia accezione, condivisibile o meno) sono rimasti confinati nell'ambito ristretto di un "villaggio locale" hanno sviluppato tali e tante di quelle dipendenze esterne che non mi sento di dire che vivono bene in quello globale.
Anche per me è semplicemente un'occasione per precisare, se non altro perchè la metafora del villaggio è proprio quella a cui mi sono trovato a pensare, in passato, quando ho deciso di cambiare campo di applicazione, nonostante apprezzassi quello in cui mi trovavo.
E comunque conosco pochissime persone che possono affermare di essere "il primo". Anzi, personalmente nessuna.
Dipende da cosa si intende per "villaggio". Per la conoscenza che posso avere di ambienti di lavoro industriali, accademici e di altro genere non sono portato ad identificare la specializzazione, anche spinta, con i confini del villaggio. Gli iperspecialisti più in vista che conosco devono confrontarsi comunque con problemi di comunicazione, organizzazione ed anche riconoscimento della loro attività che implicano il coinvolgimeno in meccanismi globali. Quelli che (ripeto, nella mia accezione, condivisibile o meno) sono rimasti confinati nell'ambito ristretto di un "villaggio locale" hanno sviluppato tali e tante di quelle dipendenze esterne che non mi sento di dire che vivono bene in quello globale.
Anche per me è semplicemente un'occasione per precisare, se non altro perchè la metafora del villaggio è proprio quella a cui mi sono trovato a pensare, in passato, quando ho deciso di cambiare campo di applicazione, nonostante apprezzassi quello in cui mi trovavo.
E comunque conosco pochissime persone che possono affermare di essere "il primo". Anzi, personalmente nessuna.
"Cmax":
Credo comunque che possa andare bene fino a quando non si esce dal villaggio, evidentemente Cesare non aveva a che fare con un'economia globalizzata.
nah!
approfitto per precisare qualcosa della mia risposta
fatta salva l'ovvietà (alla Catalano) che è meglio essere primi a Roma, il preferire essere primi in un villaggio è la risposta che mi aspetto da un ricercatore universitario
anzi, e qui sta l'obiezione a Cmax, IMHO una delle ragioni per cui c'è un eccesso di specializzazione nella ricerca è correlato col preferire essere primi nel villaggio
e, così, facendo, si sopravvive allegramente nel villaggio globale!
ho detto non a caso "correlazione": sui nessi causali, su eventuali cause comuni nascoste non saprei die
È una discussione che stimola le pedanterie più o meno nascoste. Usando la mia, posso chiederti dove hai trovato la frase in latino? In particolare, è una citazione da qualche autore che riprende Plutarco o è un adattamento scolastico? Plutarco scrive in greco: παρά τούτοις εί˜ναι μα˜λλον πρω˜τος ’ή παρά ‘Ρωμαíοις δεύτερος. (Plut., 11) (non so rendere correttamente accenti e spiriti del greco classico, anche la pedanteria ha un limite...).
Credo comunque che possa andare bene fino a quando non si esce dal villaggio, evidentemente Cesare non aveva a che fare con un'economia globalizzata.
Credo comunque che possa andare bene fino a quando non si esce dal villaggio, evidentemente Cesare non aveva a che fare con un'economia globalizzata.
"wedge":
Melius primus in pago quam secundus Romae. (Caio Giulio Cesare, da Plutarco)
che ne pensate? (interverrò dopo alcuni pareri)
PS chi nota cosa non va nella frase?(vediamo se qualcuno ha reminescenze liceali
)
Sinceramente non trovo il problema nella costruzione latina della frase. Il genitivo locativo per Roma mi pare sia corretto come pure in+abblativo per pagus. Anche il comparativo di maggioranza melius...quam mi sembra a posto, il neutro è appropriato. Forse sono troppo arrugginito ma non proprio non vedo il problema...

@Cheguevilla
Occhio che pagus è della seconda declinazione, quindi la specificazione farebbe pagi ! In ogni caso lo stato in luogo mi sembra corretto dato il locativo Romae. Anche il maschile primus mi sembra vada bene perché è sottinteso che si riferisce ad una persona. Per il verbo essere si sa che son piú le volte che viene omesso di quelle che viene riportato esplicitamente...

La frase non è che mi dica piú di tanto. Personalmente non la condivido, ma non mi sentirei di criticare qualcuno che la approvasse.
@son Goku
Non entro nel merito sull'opportunità o meno di studiare il latino, ognuno studia quel che piú gli piace. Solo una notazione di carattere logico: se tu ritenessi davvero che non vale la pena di discutere della lingua latina non avresti dovuto neppure intervenire in questo topic. Col tuo intervento tu ne discuti.
Vale salveque semper!

dipende: quante anime ha il villaggio?
sotto alle 100.000 (diciamo la soglia che allenta il controllo sociale, fastidioso accessorio delle aggregazioni urbane troppo piccole) vado in vacanza
sennò, meglio primo nel villaggio
sotto alle 100.000 (diciamo la soglia che allenta il controllo sociale, fastidioso accessorio delle aggregazioni urbane troppo piccole) vado in vacanza
sennò, meglio primo nel villaggio
buongiornp, karl!
Ti devo una risposta. Ma, al solito, sono indeciso. E, allora:
risposta 1:
Paganini non ripete (visto che siamo in "zona camalli", la citazione mi pare quanto mai appropriata)
risposta 2:
dovresti essere contento, asieme a quel brav'uomo di Silvio, che la sinistra sta perdendo il dominio sulla scuola e sulla cultura
risposta 3:
affinità ideologiche? Guarda che wedge è anche lui una "guardia rossa", infatti avevo esercitato nei suoi confronti la critica rivoluzionaria
risposta 4:
dato il contesto, sembrerebbe più uno schezo, o un lapsus, al più
risposta 5:
di notte dormo
scegli tu
L'ultima è falsa, talvolta...
Ti devo una risposta. Ma, al solito, sono indeciso. E, allora:
risposta 1:
Paganini non ripete (visto che siamo in "zona camalli", la citazione mi pare quanto mai appropriata)
risposta 2:
dovresti essere contento, asieme a quel brav'uomo di Silvio, che la sinistra sta perdendo il dominio sulla scuola e sulla cultura
risposta 3:
affinità ideologiche? Guarda che wedge è anche lui una "guardia rossa", infatti avevo esercitato nei suoi confronti la critica rivoluzionaria
risposta 4:
dato il contesto, sembrerebbe più uno schezo, o un lapsus, al più
risposta 5:
di notte dormo
scegli tu
L'ultima è falsa, talvolta...

Ah, karl, sei proprio incontentabile!
Eppure non ho fatto altro che seguire il tuo consiglio e non guardare quei dizionari comunisti!
Eppure non ho fatto altro che seguire il tuo consiglio e non guardare quei dizionari comunisti!
"Cheguevilla":
Questa l'ho sparata proprio, ma ho giusto qualche riminiscenza...
Tra "remenescenza" e "riminiscenza" non ci siamo proprio !!!
Noto comunque che stavolta non c'e' stato nessun intervento correttivo.
Forse per affinita' ideologica...

karl
"Cheguevilla":
Io la sparo lì: Romae non è corretto, poichè il complemento di moto a luogo si traduce con l'accusativo (retto da a o in, a seconda che sia avvicinamento o ingresso).
A me sembra che sia uno stato in luogo. In ogni caso si tratta di una particolarità, perché il termine "Romae" è come se fosse un "locativo" (che aveva la stessa terminazione di genitivo e dativo per la prima declinazione), un caso andato in disuso col tempo che però permane in alcuni nomi di città o piccola isola e in alcune espressioni idiomatiche.
Io la sparo lì: Romae non è corretto, poichè il complemento di moto a luogo si traduce con l'accusativo (retto da a o in, a seconda che sia avvicinamento o ingresso).
Oppure, è sbagliato "in pago", che dovrebbe essere "pagis", complemento di specificazione.
Ancora, mi verrebbe da dire che nella reggente sarebbe gradito il verbo, ovvero un "est" prima di "quam".
Primus non dovrebbe essere neutro (primum)? Questa l'ho sparata proprio, ma ho giusto qualche riminiscenza...
Purtroppo, in queste cose, la fidanzata ne sa molto più di me; non solo perchè ha fatto il linguistico, ma perchè è più "fresca di materia" di me...
@ Fioravante: Smettila di citare quei dizionari comunisti...
Oppure, è sbagliato "in pago", che dovrebbe essere "pagis", complemento di specificazione.
Ancora, mi verrebbe da dire che nella reggente sarebbe gradito il verbo, ovvero un "est" prima di "quam".
Primus non dovrebbe essere neutro (primum)? Questa l'ho sparata proprio, ma ho giusto qualche riminiscenza...
Purtroppo, in queste cose, la fidanzata ne sa molto più di me; non solo perchè ha fatto il linguistico, ma perchè è più "fresca di materia" di me...
@ Fioravante: Smettila di citare quei dizionari comunisti...
@son Goku: troppo bella!
e allora continuo
cos'è? Un esercizio sull'autoreferenzialità?
reminescenze non esiste, casomai reminiscenze:
http://www.demauroparavia.it/92540
http://dizionari.corriere.it/dizionario ... enza.shtml
e allora continuo
"wedge":
Melius primus in pago quam secundus Romae. (Caio Giulio Cesare, da Plutarco)
che ne pensate? (interverrò dopo alcuni pareri)
PS chi nota cosa non va nella frase?(vediamo se qualcuno ha reminescenze liceali
)
cos'è? Un esercizio sull'autoreferenzialità?
reminescenze non esiste, casomai reminiscenze:
http://www.demauroparavia.it/92540
http://dizionari.corriere.it/dizionario ... enza.shtml
"son Goku":
a mio parere il latino è una lingua scarsamente utilizzata per il suo poco senso, per questo ritengo che non ne valga la pena di studiarla e/o di discuterne.
cosa intendi per "poco senso" della lingua latina?
a mio parere il latino è una lingua scarsamente utilizzata per il suo poco senso, per questo ritengo che non ne valga la pena di studiarla e/o di discuterne.