Analisi e geometria nelle facoltà non mate/fisiche
"Vengono matematici ad insegnare, e risultano quasi verdi e con le antenne per quanto danno la sensazione di venire da un altro pianeta. L'astrattezza (la bella astrattezza della matematica) la fa da padrona."
Non è vero nel 100% dei casi, ma spesso è così, per vari motivi:
- chi viene è un matematico che non si è mai occupato, che so, di cose che abbiano a che fare con $x$, se insegna nella laurea $x$. Certo che si sente spaesato!
- chi viene lo fa perché è costretto. E' un ripiego o, peggio ancora, si trova a fare quei corsi di serie B perché è ritenuto un matematico di serie B (non ha il "bollino blu" per fare i corsi a metmatica). Insomma, i suoi studenti gli ricordano in continuazione il suo stato di minorità. Finge di essere a matematica per consolarsi e insegna come insegnerebbe ai matematici.
- è semplicemente uno, come taluni, che non vuole insegnare, che detesta gli studenti, e che cerca di sbrigare la pratica col minimo sforzo.
- è uno che non sa insegnare. D'altronde, chi glielo ha mai insegnato? Lui ha fatto "il generale", mica ha perso tempo con le stupidaggini dell'indirizzo didattico.
Chiaramente i primi due riguardano proprio i cosiddetti "corsi di servizio". E in questo vecchio/nuovo ordinamento non c'entra niente.
A "discolpa" dei matematici cattivi sopra descritti si può dire che si tratta spesso di corsi pallosissimi da fer a gente che, per quanto uno si sforzi, non mostra un minimo di interesse.
PS: mi riferivo specialmente ai corsi dele facoltà scientifiche. Normalmente a insegnare matematica nelle facoltà di economia ed afini sono un'altra razza di matematici, che vivono in quelle facoltà.
Non è vero nel 100% dei casi, ma spesso è così, per vari motivi:
- chi viene è un matematico che non si è mai occupato, che so, di cose che abbiano a che fare con $x$, se insegna nella laurea $x$. Certo che si sente spaesato!
- chi viene lo fa perché è costretto. E' un ripiego o, peggio ancora, si trova a fare quei corsi di serie B perché è ritenuto un matematico di serie B (non ha il "bollino blu" per fare i corsi a metmatica). Insomma, i suoi studenti gli ricordano in continuazione il suo stato di minorità. Finge di essere a matematica per consolarsi e insegna come insegnerebbe ai matematici.
- è semplicemente uno, come taluni, che non vuole insegnare, che detesta gli studenti, e che cerca di sbrigare la pratica col minimo sforzo.
- è uno che non sa insegnare. D'altronde, chi glielo ha mai insegnato? Lui ha fatto "il generale", mica ha perso tempo con le stupidaggini dell'indirizzo didattico.
Chiaramente i primi due riguardano proprio i cosiddetti "corsi di servizio". E in questo vecchio/nuovo ordinamento non c'entra niente.
A "discolpa" dei matematici cattivi sopra descritti si può dire che si tratta spesso di corsi pallosissimi da fer a gente che, per quanto uno si sforzi, non mostra un minimo di interesse.
PS: mi riferivo specialmente ai corsi dele facoltà scientifiche. Normalmente a insegnare matematica nelle facoltà di economia ed afini sono un'altra razza di matematici, che vivono in quelle facoltà.
Risposte
Sono molto d'accordo con quest'ultima proposta, cioè di far fare la teoria matematica ai matematici e magari degli esercizi mirati allo specifico corso di laurea a uno "tecnico" sull'argomento.
nella mia università, inoltre, "riscuotono molto successo" i docenti che tengono corsi si a matematica che da qualche altra parte, mentre i matematici che insegnano solo fuori dal dipartimento sono un po' più indigesti agli studenti..
Inoltre, personalmente, ho riscontrato lo stesso problema anche alla scuola superiore:
i miei insegnanti sono stati un matematico al biennio e un fisico al triennio e ne sono stato felicissimo (tant'è che ora studio matematica!) mentre in altre sezioni, dove a insegnare matematica erano ingegneri o addirittura (se non sbaglio) economisiti i risultati erano disastrosi e all'università gli studenti non scelgono quasi mai corsi scientifici..
nella mia università, inoltre, "riscuotono molto successo" i docenti che tengono corsi si a matematica che da qualche altra parte, mentre i matematici che insegnano solo fuori dal dipartimento sono un po' più indigesti agli studenti..
Inoltre, personalmente, ho riscontrato lo stesso problema anche alla scuola superiore:
i miei insegnanti sono stati un matematico al biennio e un fisico al triennio e ne sono stato felicissimo (tant'è che ora studio matematica!) mentre in altre sezioni, dove a insegnare matematica erano ingegneri o addirittura (se non sbaglio) economisiti i risultati erano disastrosi e all'università gli studenti non scelgono quasi mai corsi scientifici..
Nonostante tutte le "cose brutte" che ho detto a proposito dei matematici che insegnano nei corsi di servizio, starei attento anche a seguire troppo la strada contraria.
Per capirci, molti ingegneri pensano che potrebbero benissimo insegnare analisi, meglio dei matematici. E invece sono convinto che, se l'insegnassero loro, probabilmente farebbero (mediamente) dei corsi orribili.
Una soluzione carina potrebbe essere che in un corso di mate di servizio la teoria la fa un matematico e gli esercizi uno del mestiere.
A me era capitata una situazione del genere nella preistoria: dovevo insegnare Istituzioni II per i chimici. Collaborava con me un collega di Chimica (Figari; lo cito visto che ne parlo bene...). Beh, ho approfittato della situazione per chiedergli di preparare dei complementi "taylored for" i chimici. Ha tirato fuori 4 argomenti che credo siano stati molto apprezzati dagli studenti. Mi ricordo bene uno, che spiegava il "mistero" di come possano essere diversi $C_P$ e $C_V$ (calore specifico a pressione o a volume costante), come applicazione del teorema di Dini sulla funzioni implicite.
Tornando al caso generale, ovviamente serve uno "del mestiere" che capisca di mate (come era, nel caso mio, Figari). Poi, che si tratti di teoria-esercizi è solo un'idea. Quello che conta è collaborare e scambiarsi delle idee.
Per capirci, molti ingegneri pensano che potrebbero benissimo insegnare analisi, meglio dei matematici. E invece sono convinto che, se l'insegnassero loro, probabilmente farebbero (mediamente) dei corsi orribili.
Una soluzione carina potrebbe essere che in un corso di mate di servizio la teoria la fa un matematico e gli esercizi uno del mestiere.
A me era capitata una situazione del genere nella preistoria: dovevo insegnare Istituzioni II per i chimici. Collaborava con me un collega di Chimica (Figari; lo cito visto che ne parlo bene...). Beh, ho approfittato della situazione per chiedergli di preparare dei complementi "taylored for" i chimici. Ha tirato fuori 4 argomenti che credo siano stati molto apprezzati dagli studenti. Mi ricordo bene uno, che spiegava il "mistero" di come possano essere diversi $C_P$ e $C_V$ (calore specifico a pressione o a volume costante), come applicazione del teorema di Dini sulla funzioni implicite.
Tornando al caso generale, ovviamente serve uno "del mestiere" che capisca di mate (come era, nel caso mio, Figari). Poi, che si tratti di teoria-esercizi è solo un'idea. Quello che conta è collaborare e scambiarsi delle idee.
Certamente, perché gli Statistici avevano fatto lo stesso percorso di laurea e avevano quindi idea di cosa avevate fatto e di cosa vi aspettava poi e riuscivano a sistemare meglio il corso. Poi probabilmente il numero di laureati disponibili a insegnare matematica è calato e hanno dovuto richiedere aiuto esterno, con tutto ciò che comporta...