2001: Odissea nello spazio
Me lo sono riguardato ieri per l'ennesima volta e mi chiedo che interpretazioni gli date. In giro ce ne sono molte, di scientifiche e non, ma poco soddisfacenti. Io lo trovo fantastico come film, soprattutto i primi venti minuti che sono assolutamente geniali..
Risposte
Vi sono libri e libri con interpretazioni più o meno ufficiali sul significato della narrazione.
Il fatto è che i temi sono tanti e complessi, io ne ho individuati alcuni che mi hanno colpito:
1. La scoperta della conoscenza e della tecnica e il suo utilizzo per prevaricare sui simili (l'uomo-scimmia scopre come fare male ai suoi simili e distruggere con le ossa di animali).
2. L'insaziabilità del genere umano per quanto riguarda il sapere. Il titolo è esplicito in questo tema in quanto richiama il viaggio di Ulisse che sfida di continuo gli dei (ovvero le forze della natura e la morte stessa).
3. Il rapporto uomo-macchina come interazione sempre più sofisticata ed ambigua (chi è il capo? l'uomo o la sua creatura?).
Ricorre spesso il mito della tecnica che si rivolta contro l'uomo nella letteratura e nella filmografia recente: Matrix, Blade runner, Blob: il fluido che uccide ecc...
4. Sulla scena finale mia interpretazione personale: come Ulisse il protagonista ritorna alla sua umanità, nell' Odissea rappresentata dalla casa, la famiglia, gli affetti, la prospettiva della vecchiaia. Così il protagonista di 2001 vede in faccia il suo destino (o fato) da cui non si può sottrarre e che in qualche modo lo attira ovvero la natura effimera della vita umana rappresentata dal vecchio.
Il fatto è che i temi sono tanti e complessi, io ne ho individuati alcuni che mi hanno colpito:
1. La scoperta della conoscenza e della tecnica e il suo utilizzo per prevaricare sui simili (l'uomo-scimmia scopre come fare male ai suoi simili e distruggere con le ossa di animali).
2. L'insaziabilità del genere umano per quanto riguarda il sapere. Il titolo è esplicito in questo tema in quanto richiama il viaggio di Ulisse che sfida di continuo gli dei (ovvero le forze della natura e la morte stessa).
3. Il rapporto uomo-macchina come interazione sempre più sofisticata ed ambigua (chi è il capo? l'uomo o la sua creatura?).
Ricorre spesso il mito della tecnica che si rivolta contro l'uomo nella letteratura e nella filmografia recente: Matrix, Blade runner, Blob: il fluido che uccide ecc...
4. Sulla scena finale mia interpretazione personale: come Ulisse il protagonista ritorna alla sua umanità, nell' Odissea rappresentata dalla casa, la famiglia, gli affetti, la prospettiva della vecchiaia. Così il protagonista di 2001 vede in faccia il suo destino (o fato) da cui non si può sottrarre e che in qualche modo lo attira ovvero la natura effimera della vita umana rappresentata dal vecchio.
Il film può piacere o no, ma la qualità è indiscutibile. Quello che chiedevo sono le vostre interpretazioni sul finale.
Il racconto non l'ho letto, ma, se Clarke ha scritto la sceneggiatura con Kubric, deve essere molto simile al film, per quanto riguarda il concetto di fondo, almeno.
Il racconto non l'ho letto, ma, se Clarke ha scritto la sceneggiatura con Kubric, deve essere molto simile al film, per quanto riguarda il concetto di fondo, almeno.
Ha ha ha!
Disse una volta Samuel Goldwin: «Se vuoi mandare un messaggio spedisci un telegramma, non fare un film».
Mio padre non riesce mai a finirlo causa sonnolenza dopo i primi 40 minuti.
A parte gli scherzi, bisogna tener conto dei tempi (1968). Il film rappresentò un gap tecnologico nella realizzazione dei film enorme rispetto al periodo precedente, da questo punto di vista è uno spartiacque con l'uso massiccio di effetti speciali.
Non solo, ma negli anni 60 erano diffuse le riflessioni uomo-tecnologia; uomo-spazio. Tant'è che la produzione di romanzi, libri, telefilm sul genere fu immensa.
L'anno dopo ci fu lo sbarco sulla luna (ora per piacere non apriamo una discussione se sia una bufala oppure no).
Inoltre l'abbinamento musica-immagini fu di grande spessore.
Sono curioso di sapere se qualcuno ha letto il racconto di Arthur C. Clarke "The sentinel" da cui è tratto il film.
Disse una volta Samuel Goldwin: «Se vuoi mandare un messaggio spedisci un telegramma, non fare un film».
Mio padre non riesce mai a finirlo causa sonnolenza dopo i primi 40 minuti.
A parte gli scherzi, bisogna tener conto dei tempi (1968). Il film rappresentò un gap tecnologico nella realizzazione dei film enorme rispetto al periodo precedente, da questo punto di vista è uno spartiacque con l'uso massiccio di effetti speciali.
Non solo, ma negli anni 60 erano diffuse le riflessioni uomo-tecnologia; uomo-spazio. Tant'è che la produzione di romanzi, libri, telefilm sul genere fu immensa.
L'anno dopo ci fu lo sbarco sulla luna (ora per piacere non apriamo una discussione se sia una bufala oppure no).
Inoltre l'abbinamento musica-immagini fu di grande spessore.
Sono curioso di sapere se qualcuno ha letto il racconto di Arthur C. Clarke "The sentinel" da cui è tratto il film.
"Fioravante Patrone":
comunque, mi sforzo:
addirittura voler rappresentare il brillio dell'intelligenza, quel monolite era ridicolo
così come la stanza finale col vecchio
ma sarà che io sono poco acuto e quindi sono dell'opinione che se uno ha qualcosa da dire lo dica, chiaro e tondo
senza pretendere da me sforzi eccessivi di interpretazione
può anche essere che mi aspettavo un film di fantascienza, non una pappina sull'evoluzione umana
ciao
Per quanto riguarda la stanza finale ottocentesca concordo, perché non c'entrava veramente.
Il monolite a me è sembra azzaccato perché è semplice e misterioso (rimanendo dentro il film, chiaramente). Doveva rappresentare una dimostrazione di altre forme di vita e mi è sembrato che lo ha fatto in maniera efficiente.
Sono d'accordo anche quando dice che "se uno ha qualcosa da dire lo dica", perché i mille simbolismi (nei film, nei libri etc) li trovo inutili, ma in questo caso era qualcosa di più di un semplice simbolo che vuole dire qualcosa in maniera velata. Per me tutto è stato finalizzato all'atmosfera che il film crea, cioè quella tensione che si instaura da quando compare HAL. Se lui voleva dire altro, a parte la mera storia di forme di vita extraterrestri e di intelligenza artificiale, io non l'ho colto né mi interessa farlo.
Io chiedo la vostra interpretazione soprattutto sul "viaggio nel tempo" dell'astronauta e sulla "rinascita" dello stesso..
come sarà evidente, visto che non mi è piaciuto, è da tantissimo che non lo rivedo
quindi non ho presente troppi dettagli
ma la sensazione sì, soprattutto la deluzione e la noia di quando l'avevo visto la prima volta
comunque, mi sforzo:
addirittura voler rappresentare il brillio dell'intelligenza, quel monolite era ridicolo
così come la stanza finale col vecchio
ma sarà che io sono poco acuto e quindi sono dell'opinione che se uno ha qualcosa da dire lo dica, chiaro e tondo
senza pretendere da me sforzi eccessivi di interpretazione
può anche essere che mi aspettavo un film di fantascienza, non una pappina sull'evoluzione umana
ciao
quindi non ho presente troppi dettagli
ma la sensazione sì, soprattutto la deluzione e la noia di quando l'avevo visto la prima volta
comunque, mi sforzo:
addirittura voler rappresentare il brillio dell'intelligenza, quel monolite era ridicolo
così come la stanza finale col vecchio
ma sarà che io sono poco acuto e quindi sono dell'opinione che se uno ha qualcosa da dire lo dica, chiaro e tondo
senza pretendere da me sforzi eccessivi di interpretazione
può anche essere che mi aspettavo un film di fantascienza, non una pappina sull'evoluzione umana
ciao
Pretenzioso in cosa, precisamente?
a me non è piaciuto per niente
gratuitamente pretenzioso e nulla più
gratuitamente pretenzioso e nulla più