Riassunti di storia (83176)

pulce 93
ciao ragazzi mi servirebbero i riassunti completi di storia dei seguenti capitoli che nn riesco a trovarli:
-la resistenza in europa e in italia
-lo scenario politico:il mondo bipolare
-lo scenario economico i trenta gloriosi
-crisi e trasformazioni verso la società postindustriale
-il crollo dell'urss
-la scelta republicana e l'età del centrismo
-il miracolo economico e il centro sinistra
-l'italia negli anni settanta-novanta
grazie a tutti :)

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tiscali
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DOCTOR WHO
-resistenza in europa e in italia
Resistenza europea
1 INTRODUZIONE

Resistenza europea Lotta militare e politica condotta nel corso della seconda guerra mondiale da organizzazioni clandestine e formazioni militari di volontari contro l’occupazione nazista in Europa e contro i regimi collaborazionisti; si diffuse in tutto il territorio europeo, a partire dal 1942, assumendo differenti e specifici caratteri.

Nei paesi occupati dai tedeschi sin dal 1940, come la Danimarca, la Norvegia e l’Olanda, l’obiettivo era di proseguire la guerra perduta dagli eserciti regolari e di ritornare alla situazione prebellica. In altri paesi, come la Francia, la Iugoslavia, la Grecia, la Polonia e l’Italia, la Resistenza assunse un carattere di scontro politico, anche con risvolti rivoluzionari, pur nell’ambito di una comune strategia militare finalizzata al ripristino della libertà e alla riconquista della sovranità nazionale, e si sviluppò in collegamento con le operazioni di guerra condotte dagli eserciti alleati.

Fu questo il caso anche dell’Italia che, dopo l’armistizio di Cassibile del 1943 con gli anglo-americani, restò divisa in due e vide la nascita di formazioni partigiane nella parte occupata dai tedeschi e organizzata nel regime della Repubblica sociale italiana.

2 LA RESISTENZA FRANCESE

La Francia fu il paese in cui si formarono i primi gruppi partigiani, che ebbero un punto di riferimento nelle forze militari di France libre, costituitesi sotto la guida di Charles De Gaulle nei territori d’oltremare. Nella prima fase l’organizzazione della Resistenza francese fu estranea ai partiti tradizionali, pur avvalendosi di uomini che da questi provenivano; si trattò prevalentemente di un movimento spontaneo, dettato dalla coscienza individuale. A partire dal 1941 le diverse anime partigiane iniziarono invece a organizzarsi in una fitta rete di gruppi di lotta: nel Nord, cioè nella zona sotto il diretto controllo tedesco, agì il raggruppamento del Fronte nazionale, voluto dal Partito comunista francese, con la partecipazione anche di socialisti e radicali; nel Sud furono attivi i movimenti Combat, Libération, quest’ultimo a base popolare, e Franc-Tireur, che raccoglieva i sostenitori nella borghesia moderata.

L’espansione dell’occupazione tedesca pose la necessità di unificare i diversi gruppi sotto un’unica direzione: nel 1943, grazie all’instancabile opera di Jean Moulin, fu istituito il Consiglio nazionale della Resistenza, organismo di coordinamento, voluto da De Gaulle e presieduto, dopo l’improvviso arresto e uccisione di Moulin, da Georges Bidault. I partigiani francesi pagarono un alto prezzo di sangue e svolsero un ruolo militare importante in occasione dello sbarco alleato in Normandia, nell’estate del 1944.

3 LA RESISTENZA POLACCA

In Polonia la Resistenza nacque da una duplice necessità: quella di preservare l’identità nazionale, violata da Hitler e da Stalin, e quella di rispondere alle brutalità commesse dai nazisti, che avevano colpito prevalentemente, ma non solo, la popolazione ebraica. La Resistenza polacca visse profonde lacerazioni, divisa com’era tra una fazione moderata, che faceva capo al governo in esilio a Londra, e quella rivoluzionaria di matrice comunista, costituitasi nel 1942 con l’appoggio sovietico e che nel 1944 diede forma al Comitato di liberazione nazionale (PKWN). L’insurrezione degli ebrei del ghetto di Varsavia, distrutto dai tedeschi tra l’aprile e il maggio del 1943, rappresentò un episodio cruciale della Resistenza polacca. La drammaticità della divisione della Resistenza si manifestò in tutta la sua evidenza nella rivolta di Varsavia dell’agosto 1944: organizzata dal governo in esilio a Londra, fu boicottata dai sovietici per ragioni di convenienza politica, così che i tedeschi in ottobre ripresero il controllo della città.

4 LA RESISTENZA IUGOSLAVA

In Iugoslavia la Resistenza si scisse in due schieramenti, divisi da ragioni ideologiche ed etniche: l’uno monarchico e conservatore, a maggioranza serba, capeggiato dal generale Draža Mihailović; l’altro comunista e rivoluzionario, diffuso soprattutto tra croati e bosniaci, comandato dal maresciallo Tito. La lotta contro i tedeschi si intrecciò alla guerra civile contro gli uomini del regime fascista di Ante Pavelić e dei suoi ustascia, che avevano dato vita al Regno di Croazia.

Le formazioni partigiane comuniste di Tito raggiunsero le dimensioni e la struttura di un vero e proprio esercito, arrivando a contare 600.000 uomini, adeguatamente equipaggiati grazie ai generosi aiuti degli inglesi: si posero così le premesse per il futuro stato socialista della Iugoslavia, ma altresì per la sua autonoma collocazione rispetto a Mosca. La Resistenza iugoslava, monopolizzata dalle formazioni comuniste guidate da Tito, riuscì a portare a termine con le proprie forze la liberazione del territorio dall’occupazione tedesca, sconfiggendo contemporaneamente i regimi collaborazionisti in Croazia e le forze legittimiste in Serbia.

5 LA RESISTENZA GRECA

La Resistenza greca costò un numero elevato di vittime (circa 400.000), anche perché si spaccò in due organizzazioni contrapposte, l’ELAS (Esercito popolare di liberazione nazionale), filocomunista e l’EDES (Unione nazionale greca democratica), filomonarchica. Formatesi dai gruppi partigiani che già combattevano clandestinamente contro il regime dittatoriale del generale Ioánnis Metaxás, le due organizzazioni non riuscirono però a trovare un’intesa comune nella lotta contro gli occupanti e la guerriglia reciproca divenne nel tempo sempre più aspra. Dopo la liberazione del paese nel dicembre del 1944, la spaccatura diede luogo a una guerra civile che vide il fronte delle organizzazioni di sinistra (i partigiani dell’ELAS) sollevarsi contro l’esercito e il governo monarchico di Papandreu, appoggiato dagli inglesi (dicembre 1944).

6 LA RESISTENZA NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI

In Unione Sovietica operò un forte movimento partigiano, che contrastò l’occupazione nazista con atti di sabotaggio e di guerriglia; a questo movimento prese parte circa un milione di persone, compresi i soldati dei reparti tagliati fuori dall’avanzata delle truppe tedesche.

Diverse forme di resistenza si organizzarono in quasi tutte le nazione europee occupate dalle forze dell’Asse. In Norvegia si formò l’organizzazione clandestina Milorg, che compì numerosi atti di sabotaggio e diede costanti informazioni agli inglesi. In Danimarca la nascita della Resistenza avvenne solo nel 1943, quando il governo si sciolse e prese forma un Consiglio danese libero, che operava in clandestinità. Nei Paesi Bassi e in Belgio si formarono alcune organizzazioni clandestine che agirono con azioni di sabotaggio e di contrasto, limitatamente alle condizioni territoriali e politiche dei rispettivi governi.

Per quanto riguarda l’Italia, vedi Resistenza italiana


Resistenza italiana
1 INTRODUZIONE

Resistenza italiana Lotta armata contro l’esercito d’occupazione tedesco e contro il regime di Benito Mussolini (Repubblica di Salò) durante la seconda guerra mondiale.

2 RESISTENZA E ANTIFASCISMO

La storia della Resistenza italiana si inserisce in un arco cronologico più ampio di quello che racchiude la Resistenza europea, essendo il suo nucleo originario già presente nell’antifascismo degli anni Trenta. Con il procedere della guerra e con i primi segni di indebolimento del regime fascista causati dalle sconfitte dell’esercito italiano, si consolidò e si strutturò in Italia l’opposizione al fascismo.

Gli scioperi che paralizzarono le fabbriche del Nord tra l’aprile e il marzo del 1943 ebbero tra i principali organizzatori gruppi di comunisti che diffondevano le ragioni dell’antifascismo. Ma già nel 1942 l’opposizione al fascismo si era riorganizzata operando per la prima volta sul territorio nazionale: nel giugno si era costituito il Partito d’azione, nato dalla convergenza tra ex militanti di Giustizia e Libertà, repubblicani di sinistra e liberalsocialisti. Nell’ottobre era stata fondata la Democrazia Cristiana, che raccoglieva l’eredità del precedente Partito popolare di don Luigi Sturzo.

In concomitanza con gli scioperi del marzo 1943 i comunisti avevano avviato un’intensa attività clandestina e stabilito contatti con gli altri partiti, dai quali nacque il Comitato delle opposizioni, che si riunì immediatamente dopo la caduta del regime (25 luglio 1943). Comunisti, socialisti, cattolici, uomini del Partito d’azione e liberali uscirono allora dalla clandestinità riprendendo le attività politiche interrotte dal ventennio di dittatura.

3 GUERRA CIVILE E DI LIBERAZIONE

La Resistenza armata al nazifascismo si organizzò dopo l’armistizio dell’8 settembre, quando dalle fila dell’esercito lasciato allo sbando uscirono i primi gruppi di volontari combattenti, reclutati dalle nascenti formazioni partigiane. Queste furono costituite dai rappresentanti dell’antifascismo, che crearono il Comitato di liberazione nazionale (CLN), al quale si collegarono successivamente organismi analoghi nati su base regionale: Il CLN fu lo strumento politico della guerra partigiana, le cui prime azioni furono messe a segno nell’inverno 1943-44 nel territorio alle spalle delle linee tedesche.

La Resistenza fu espressione di una volontà di riscatto dal fascismo e di difesa dell’Italia dall’aggressione tedesca e coinvolse complessivamente circa 300.000 uomini armati, che svolsero attività di guerriglia e di controllo, dove possibile, del territorio liberato dai nazifascisti. Fu dunque guerra patriottica di liberazione dall’occupazione tedesca, ma fu anche guerra civile contro la Repubblica sociale italiana, nel cui esercito pure militarono gruppi di giovani che in buona fede considerarono l’armistizio con gli Alleati un tradimento nei confronti dell’alleato tedesco.

Il movimento della Resistenza si sviluppò sostanzialmente nell’Italia del Nord e, in secondo luogo, nell’Italia centrale. I raggruppamenti più numerosi furono quelli organizzati dai comunisti nelle Brigate Garibaldi; gli uomini del Partito d’azione formarono le brigate di Giustizia e Libertà, i socialisti le Matteotti. Operarono inoltre altre formazioni di diversa impronta ideologica: cattolica, liberale, nazionalista e monarchica. Quasi assente fu la Resistenza nell’Italia meridionale, che peraltro al 12 ottobre 1943 era già stata occupata dalle forze angloamericane fino alla linea Gustav, il fronte difensivo tedesco che tagliava la penisola dalle foci del Volturno, sul Tirreno, fino a Termoli, sul litorale Adriatico. Fece eccezione l’insurrezione di Napoli, dove il popolo nelle quattro giornate liberò la città dall’occupazione tedesca.

4 RESISTENZA E POLITICA

L’unità operativa che i diversi gruppi della Resistenza italiana riuscirono, seppure imperfettamente, a conseguire sul piano militare non ebbe riscontro in un’analoga unità d’azione politica. Gli obiettivi finali per i quali era giustificata la lotta di liberazione apparivano assai divergenti a seconda delle appartenenze partitiche: tali divergenze erano presenti tra le stesse forze di sinistra. Il Partito d’azione, il Partito comunista e il Partito socialista rifiutavano l’idea che lo scopo della guerra partigiana fosse quello di ripristinare lo stato liberale prefascista; sulla base di questa comune premessa, tuttavia, anche questi partiti differivano tra di loro su contenuti e modalità della struttura del nuovo stato democratico per il quale si battevano. Gli azionisti ritenevano che fosse necessario attribuire alle organizzazioni partigiane un ruolo rilevante nella costruzione di una nuova democrazia, dai contenuti sociali più avanzati di quelli del vecchio stato monarchico; per i comunisti e i socialisti, invece, i CLN dovevano esaurire la loro funzione in ambito militare, lasciando ai partiti il compito di promuovere le future forme politiche e istituzionali.

Altrettanto differenti erano le motivazioni ideologiche che circolavano tra i partigiani. Molti di quelli che militavano nelle formazioni di sinistra, spinti da una forte carica ideologica, pensavano che la guerra di liberazione dovesse sfociare in un cambiamento radicale della società. Tale cambiamento per i comunisti coincideva con la rivoluzione sociale, per gli azionisti con l’instaurazione di una democrazia avanzata, libera dai compromessi e dalle debolezze che nel 1922 avevano portato alla vittoria del fascismo. La caduta della monarchia avrebbe dovuto rappresentare la premessa obbligata di qualsiasi rinnovamento futuro. La monarchia continuava invece a riscuotere consensi tra i partigiani democratico-cristiani, liberali e autonomi, oltre che tra i soldati e gli ufficiali delle forze dell’esercito che, non avendo aderito alla Repubblica di Salò, avevano scelto di partecipare alla Resistenza. Inoltre il modello dello stato prefascista appariva tutt’altro che accantonato.

5 LE VITTORIE MILITARI

I partigiani del Nord operarono prevalentemente nelle montagne e nelle campagne, ma la loro azione si saldò anche agli imponenti scioperi operai che nel marzo del 1944 paralizzarono le maggiori città industriali (Torino, Milano, Genova). Nelle fabbriche e nelle città, soprattutto per opera dei militanti comunisti clandestini, si organizzarono nuclei partigiani denominati GAP (Gruppi d’azione patriottica), formati ciascuno da tre o quattro militanti, che svolgevano operazioni di sabotaggio, atti di guerriglia e opera di propaganda politica.

Via via che cresceva il ruolo combattente della Resistenza, si poneva il problema del rapporto con gli interlocutori politici e militari italiani e Alleati. Frequenti attriti si manifestarono anche dopo che i partigiani furono ufficialmente militarizzati nel Corpo volontari della libertà (giugno 1944), comandato dal generale Raffaele Cadorna, con vicecomandanti il comunista Luigi Longo e l’azionista Ferruccio Parri, e riconosciuto sia dai comandi militari alleati che dal governo nazionale. Causa dei contrasti con il governo italiano che operava nei territori liberati erano le strategie politiche da assumere per il futuro, mentre tra le forze militari angloamericane correva il timore che a guerra conclusa i partigiani divenissero protagonisti di azioni insurrezionali. Confermava tale timore l’esperienza, peraltro di breve durata, delle repubbliche partigiane che si formarono in alcune zone del Nord, liberate dall’occupazione nazifascista tra l’estate e l’autunno del 1944.

La Resistenza culminò nell’insurrezione generale, proclamata dal Comitato di liberazione nazionale per l’Alta Italia il 25 aprile 1945 e conclusasi con la liberazione delle principali città del Nord prima dell’arrivo delle forze alleate; la resa incondizionata dei tedeschi si ebbe il 29 aprile.

riguardo al mondo bipolare non so niente sorry _cerca_

riguardo a i trent'anni gloriosi
Tra il 1945 e il 1947 tutti i paesi industrializzati(prima di tutti i capitalisti) conobbero una crescita economica spettacolare. La produzione mondiale lorda mondiale triplicò, mentre era sola raddoppiata nel corso dei cinquant'anni precedenti.
LE CAUSE DEL "BOOM"

Le cause cause che hanno portato a questa erano principalmente:

1. La creazione di un ordine economico e monetario internazionale, dall'economia degli USA rimasta a lungo stabile.

2. Il basso costo delle materie prime, e l'abbondanza e la stabilità del prezzo delle fonti energetiche derivate dai rapporti di scambio favorevoli(nonostante la deconolizzazione).

3. La rapidissima diffusione delle innovazioni tecnologiche, sostenuta dai grandi investimenti che consentì la diffusione di beni di consumo a prezzi accessibili.

4. L'eccezionale sviluppo dei trasporti.

5. La crescita dell'occupazione e delle retribuzioni, che rese possibile l'affermarsi dei consumi di massa.

LE CONSEGUENZE SOCIALI

Lo sviluppo economico fu accompagnato da grosse modifiche sul piano delle strutture sociale. I fenomeni furono soprattutto:

1. La terziarizzazione: la crescente complessità del sistema produttivo esteso dei servizi alla produzione (pubblicità, ricerche di mercato ecc...), l'aumento dei bisogni sociali che spingono lo stato ed altri enti all'erogazione di servizi alla cittadinanza (scuola, sanità, spettacolo ecc…), fa crescere il numero di persone che lavorano nel sistema terziario.

2. Il consumismo: l'aumento dei redditi famigliari e individuali, ha dato vita alla società dei consumi, con conseguenze sociali e culturali.

3. L'omologazione culturale: lo sviluppo della scolarizzazione media e superiore e dei mezzi di comunicazione di massa diffondendo un omogeneità d'informazione (prima sconosciuti).

IL WELFARE STATE

L'ultimo fenomeno che ha caratterizzato in modo decisivo gli anni gloriosi e l'affermarsi del cosiddetto welfare state (Stato del benessere), chiamato anche stato sociale.

Si tratta di una concezione complessa del ruolo dello stato nella società che porta ad attuare interventi organici finalizzati al benessere dei cittadini (in particolare quelli più poveri) per la realizzazione di un maggiore equilibrio di ricchezza e possibilità.

L'idea è che lo stato deve intervenire nelle dinamiche economiche e sociali per realizzare condizioni di maggiore giustizia.

Società postindustriale
Società postindustriale Tipo di società caratterizzato da una spiccata prevalenza economica delle attività del settore terziario (i cosiddetti “servizi”) su quelle del primario (agricoltura) e del secondario (industria). L'espressione si è diffusa negli ultimi decenni per indicare l'evoluzione più recente della società industriale. Dagli anni Sessanta si assiste infatti in tutti i paesi industrializzati a un continuo espandersi delle attività di servizio a discapito dell'industria e dell'agricoltura, andamento che viene comunemente definito come “terziarizzazione” dell'economia.

-per la società postindustriali non posso dirti molto :(
Le società postindustriali sono quelle società in cui l’industria, in virtù delle continue innovazioni tecnologiche, ha raggiunto un livello produttivo molto elevato richiedendo un numero inferiore di addetti, e dove contemporaneamente, in seguito all’aumentare del benessere e dei bisogni della popolazione, si creano nuove attività in cui vengono impiegate nuove figure professionali (si pensi ad esempio allo sviluppo del settore della comunicazione).

In senso molto generale, nei paesi occidentali la terziarizzazione dell'economia ha coinciso con la massima estensione della classe media e con il raggiungimento di un tenore di vita più alto rispetto al passato. La società postindustriale si è delineata agli inizi come una società opulenta, contraddistinta da una grande e diffusa ricchezza. Se si osserva più in dettaglio, però, lo sviluppo della società postindustriale non è affatto univoco. Il termine 'servizi' fa riferimento a una realtà eterogenea, composta da occupazioni che possono comportare sia un alto livello di specializzazione, sia una forte dequalificazione, che spinge una cospicua parte della popolazione verso i margini della società.

Non per tutti la terziarizzazione si accompagna quindi alla conquista di un maggior benessere. Ciò vale in particolar modo per i paesi del Terzo Mondo, dove la tendenza alla terziarizzazione dell'economia sembra essere altrettanto diffusa che nei paesi più avanzati, ma in cui assume un'altra connotazione. In queste nazioni la crescita dei servizi equivale di norma alla diffusione di piccole e povere attività di commercio e all'accrescimento smisurato dell'apparato burocratico pubblico, senza un adeguato sviluppo industriale e un'agricoltura efficiente, sicché non si risolve, in conclusione, in un aumento del livello medio di benessere.

-il crollo dell'Urss? forze il crollo del comunismo :no

In seguito al processo di distensione avviatosi agli inizi degli anni Settanta tra Stati Uniti e Unione Sovietica, Cuba iniziò a emergere dall’isolamento. Nel luglio del 1975, con l’approvazione di una clausola di “libertà d’azione”, l’OSA creò le condizioni per la rimozione delle sanzioni imposte al paese nel 1964. Anche le relazioni con gli Stati Uniti migliorarono, ma subirono un nuovo deterioramento dopo l’intervento delle truppe cubane in Angola (1976) e soprattutto in seguito alla cosiddetta “crisi di Mariel” (o “questione dei profughi”) scoppiata tra i due paesi nel 1980. Nell’aprile di quell’anno, incoraggiati dalle organizzazioni anticastriste, migliaia di cubani, tra cui molti pregiudicati, occuparono l’ambasciata peruviana dell’Avana chiedendo di lasciare il paese. La decisione di Castro di togliere le restrizioni all’espatrio consentì nei mesi seguenti a circa 125.000 persone di partire dal porto di Mariel alla volta della Florida, sollevando le proteste dell’amministrazione statunitense. In seguito a una lunga trattativa, i due paesi firmarono nel 1984 un accordo che fissava un tetto massimo annuale al flusso migratorio (stabilito in 20.000 persone) e la riconsegna alle autorità cubane di circa 5000 persone ritenute “indesiderabili” dagli Stati Uniti; l’accordo rimase tuttavia sostanzialmente inapplicato.

Nel 1989, temendo di perdere l’unico alleato e di ritrovarsi isolato contro l’ingombrante vicino nordamericano, Castro si pronunciò contro le riforme sostenute nell’URSS da Michail Gorbaciov. Il crollo del sistema comunista all’inizio degli anni Novanta privò infatti Cuba, già stremata dall’embargo statunitense, di importanti risorse economiche e dell’aiuto militare dell’URSS. Nel novembre 1992 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò una risoluzione rivolta a porre fine all’embargo; a partire dall’anno seguente, l’Unione Europea concesse aiuti a Cuba nella prospettiva di cambiamenti politici ed economici, in parte già avviati.

Nel 1994 ad agitare le relazioni tra Cuba e Stati Uniti fu la cosiddetta “crisi dei balseros”. Spinti dalle difficoltà economiche, circa 30.000 cubani abbandonarono infatti l’isola con mezzi di fortuna (soprattutto con zattere, “balsas”) per raggiungere le coste della Florida. Tra settembre e maggio 1995 i due paesi sottoscrissero altri accordi in materia di emigrazione, in base ai quali venne abolito lo status privilegiato offerto da Washington ai profughi cubani, disponendone altresì l’immediato rimpatrio.

Nel 1996 le relazioni tra USA e Cuba peggiorarono ulteriormente per l’approvazione da parte del presidente Bill Clinton della legge Helms-Burton, che rafforzava l’embargo e minacciava di ritorsioni le imprese internazionali che avessero intrattenuto rapporti commerciali con l’isola. La legge sollevò un coro di proteste e molti paesi ricorsero all’Organizzazione mondiale per il commercio.

Per il resto angolo caro non ho tempo forze dopo ciaooooo

pulce 93
la prof nn spiega gli argomenti capisci? li segna e basta cmq farò come dici tu :)

tiscali
Fossi in te lascerei perdere Bossi, Di Pietro e compagnia bella :S scusami studia quello che hai fatto a scuola, tutto. Non penso che abbiate studiato Falcone, Borsellino ecc..il programma che avete svolto penso che tu lo conosca meglio di me, quindi prendi ciò che avete trattato e studiatelo. Non credo vi chiedano cose non fatte a scuola. E se per qualche strano motivo avete studiato i simpatici personaggi da te citati sopra, studiati pure quelli.

pulce 93
si ma nn so quali cosa potrà chiedermi capisci specialemnte degli anni 70 90 nn so se devo soffermarmi sulla politica o parlare anche delle cose recenti bossi di pietro falcone borsellino inchiesta mani pulite nn lo so

tiscali
Fossi in te, non perderei tempo e leggerei quel link. Riassunti su 20-30 anni di storia che vuoi trovare? E' una parte molto lunga, prendi solo le cose che ti servono da quel link.

pulce 93
tiscali può andare bene ma n è centrato tutto il capitolo cmq degli anni 70 e 90 nn va bene è l'ho stesso file di rita alesso ed è troppo mi serve un riassunto del capito una sintesi :)

tiscali
Miracolo Economico:
Società consumistica e un ammodernamento per quanto concerne gli impianti industriali, fino ad allora ancora inutilizzati; vi è anche un impiego di fonti di energia a basso costo (IRI e ENI). Vengono individuate due fasi distinte per quanto concerne gli anni 50: dal 51 al 58, il miracolo economico è dovuto dalla domanda interna, dal 58 al 63 il fattore determinante è invece l'esportazione, anche grazie agli effetti del mercato comune; questo sviluppo però accentua il divario tra Nord e Sud, e soprattutto, aumenta gli squilibri tra i settori industriali. Il 1963 segna una battuta d'arresto e la fine del miracolo; il rapporto produttività-salario inverte la tendenza, i prezzi aumentano rapidamente e ciò fa esplodere violente tensioni sociali. Durante gli anni del miracolo economico, i partiti politici, specie DC e alleati di governo si assicurano il controllo sociale, soprattutto sulle masse contadine del Mezzogiorno, creando enti statali che posseggono determinati programmi di realizzazione di opere pubbliche; questi enti assicurano sempre più potere e il loro controllo consente di gestire la distribuzione delle risorse pubbliche. Intanto nella metà degli anni 50 va in crisi il Centrismo, ed inizia la fase di transizione del centro-sinistra (DC e PSI), e intanto, mentre nel PCI si ha la convinzione di meritarsi un ruolo più autonomo rispetto agli altri partiti comunisti, nel PSI ci si rende conto che l'alleanza col PCI non giova alla propria causa e pertanto si osserva un passaggio di distacco dall'estrema sinistra da parte del PSI e un suo avvicinamento alla DC. L'alleanza per ora è difficile, in quanto le differenze sono ancora tante, specie sulla politica estera. Alle elezioni del 1958 il PSI ottiene numerosi consensi rispetto al PCI, mentre nella DC orende il sopravvento Fanfani, il quale sarà succeduto da Tambroni, il quale spianerà la strada per l'allenza tra DC-PSI. Il governo Tambroni ottiene la fiducia del senato grazie al voto missino; segue un periodo di tensione nel paese, ciò porterà Tambroni a dimettersi e la DC dichiara concluso il governo di transizione, e il nuovo incarico viene affidato a Fanfani, il quale presenta l'ultimo governo di transizione al centro-sinistra. L'unica soluzione attuabile sembra essere l'apertura a sinistra, viste anche le vicende in campo internazionale.

Fonte: mia.

Per quanto concerne l'ultima, è molto lunga, però prova a dare una lettura su questo link:

http://www.scuolascacchi.com/storia_novecento/italia_70_90.htm

RitaeAlessio
Non si riescono a trovare i riassunti, nella ricerca da solo i documenti dove spiega tutto, però se leggi puoi tu eliminare qualcosa facendo così il riassunto.
Io di solito così faccio quando vedo che non c'è niente già fatto su internet.

pulce 93
ma mi servivano i riassunti nn tutto :(

RitaeAlessio

pulce 93
rita ma quelli più importanti sono gli ultimi due capitoli elencati e nn ci sn se potresti trovarmeli o farli nn sò scusa e grazie ancora :)

RitaeAlessio
# pulce 93 :
ciao ragazzi mi servirebbero i riassunti completi di storia dei seguenti capitoli che nn riesco a trovarli:
-la resistenza in europa e in italia
-lo scenario politico:il mondo bipolare
-crisi e trasformazioni verso la società postindustriale
-il crollo dell'urss
-la scelta republicana e l'età del centrismo
-il miracolo economico e il centro sinistra
-l'italia negli anni settanta-novanta
grazie a tutti :)


Ecco qui:

Resistenza in Europa e in Italia

Qui clicca sul primo link che trovi tra i risultati di google:

[url=http://www.google.it/#hl=it&sclient=psy-ab&q=lo+scenario+politico:il+mondo+bipolare+&oq=lo+scenario+politico:il+mondo+bipolare+&aq=f&aqi=&aql=&gs_l=hp.3...4086.4086.2.4222.1.1.0.0.0.0.0.0..0.0...0.0.gqCfJbdB1Ow&pbx=1&bav=on.2,or.r_gc.r_pw.r_qf.,cf.osb&fp=e2919b36062a790&biw=1366&bih=596]Lo scenrio politico: il mondo bipolare[/url]

I trenta gloriosi
società postindustriale
Il crollo dell' URSS

Spero di esserti stata d'aiuto :D

Ciao,
Rita.

sery98
nono ne sto facendo altri;)

Aggiunto 18 minuti più tardi:

2)GLI ANNI DEL CENTRISMO..Le elezioni del 1948 chiusero definitivamente l'epoca dell'unità antifascista e ne aprirono un'altra:quella del Centrismo.De Gasperi,infatti,nonostante la DC avesse la forza di governare da sola,scelse di coinvolgere nella maggioranza i partiti di centro: il Partito liberale,guidato dal filosofo Benedetto Croce e dall'economista Luigi Enaudi che divenne il secondo presidente della Repubblila; il Partito repubblicano(PRI),guidato da Ugo La Malfa,che si ispirava agli ideali mazziniani; il Partito socialdemocratico (PSDI),guidato da Giuseppe Saragat,nel quale nel 1947 si erano raccolti i socialisti che non volevano collaborare con i comunisti e l'Unione Sovietica.L'epoca del centrismo fu caratterizzata da governi fondati sulla collaborazione di questi quattro partiti(QUADRIPARTITO).Una delle iniziative più importanti di questo periodo fu la riforma agraria.Il governo intendeva andare incontro alle esigenze dei contadini dell'Italia centro-meridionale.Concretamente la riforma agraria consistette nell'espropriazione di una parte dei grandi latifondi e nella loro redistribuzione,in piccoli appezzamenti,ai contadini.La legge però aveva molti limiti e modificò soltanto in parte i rapporti di proprietà nelle campagne. In Sicilia,ad esempio, delle 67000 famiglie che dovevano ottenere della terra,soltanto poco più di 17000 la ricevettero effettivamente.Sempre nel 1950,il governo cercò di affrontare il problema dell'arretratezza del Meridione istituendo la CASSA DEL MEZZOGIORNO.Si trattava di un'ente il cui obiettivo era era la costruzione,nell'arco di un decennio,di grandi opere pubbliche(acquedotti,strade,ferrovie ecc.). Queste opere avrebbero dovuto determinare il decollo del Sud del Paese.In realtà questo non è accaduto e spesso i soldi della Cassa sono stati utilizzati per aiutare gruppi vicini ai partiti di governo,piuttosto che finanziare iniziative veramente produttive.Un primo segnale della crisi del centrismo si ebbe nel 1953.Per rafforzare la maggioranza di governo,De Gasperi fece approvare una nuova legge elettorale,secondo la quale lo schieramento di partiti che avesse totalizzato più del 50% dei voti avrebbe potuto il 65% dei seggi parlamentari.L'obiettivo di De Gasperi era quello di garantire alla maggioranza la forza per governare senza essere condizionata dall'opposizione. Però i partiti di sinistra combatterono aspramente la nuova legge elettorale,definendola una LEGGE TRUFFA.Si andò comunque al voto, ma lo schieramento di centro non superò il 50% dei voti.Il mancato obiettivo spinse De Gasperi ad abbandonare la guida del governo.Tra il 1953 e il 1958 si formarono altri governi centristi,ma in una situazione politica sempre più instabile

Aggiunto 37 minuti più tardi:

3)IL BOOM ECONOMICO..A metà degli anni Cinquanta l'Italia era ancora per molti aspetti un Paese sottosviluppato.La maggior parte della popolazione attiva era occupata nel settore agricolo:42,2% nel 1951,con percentuali ancora più elevate nel Sud .Ma nel periodo 1958-1963 prese il via il cosidetto MIRACOLO ECONOMICO:in meno di due decenni l'Italia divenne uno dei Paesi più industrializzati del mondo.S'impose un modello di sviluppo basato sui consumi di massa.I segni del nuovo benessere furono gli elettrodomestici e l'automobile.I governi centristi favorirono lo sviluppo dei consumi.L'Italia,infatti, si dotà in questo periodo di linee ferroviare e soprattutto di autostrade,la cui costruzione spinse ancor più le famiglie all'acquisto di automobili.E proprio l'auto era uno dei prodotti principali dell'industria italiana.La crescita dell'economia italiana è stata talmente straordinaria che si è parlato di BOOM ECONOMICO.Le cause di questo boom furono molteplici.Certamente l'Italia fu aiutata dalla generale espansione dell'economia mondiale.Ma fu soprattutto il basso costo del lavoro che consentì ai settori più avanzati dell'industria italiana-automobilistico,petrolchimico,siderurgico - di essere competitivi sul mercato internazionale.La grande disponibilità di manodopera ,causata dalla diffusa disoccupazione,permise agli industriali di tenere bassi i salari.Il boom economico,però,non coinvolse il Sud,che rimase in una condizione di arretratezza.La prova più evidente di ciò fu la grande emigrazione di contadini meridionali verso le città industriali del Nord.
Nel corso degli anni Cinquanta l'insufficienza della riforma agraria produsse un incremento dell'emigrazione.I contadini senza terra e senza lavoro abbandonarono le regioni dell'Italia meridionale e si diressero verso le Americhe,l'Australia,l'Europa settentrionale.Tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta,però , in coincidenza con la crescita dell'economia italiana,l'emigrazione divenne soprattutto interna e si diresse verso le grandi città industriali del Nord.Torino in particolare,in virtù della presenza della FIAT,attrasse una percentuale molto levata d'immigrati.Inoltre non ci si spostava soltanto dal Sud al Nord,ma anche dalle campagne del Nord verso le città.Esemplare è il caso di Milano, la cui immigrazione nello stesso periodo proveniva al 70% da Lombardia e Veneto e solo per il 30% dal Sud.Gli immigrati si concentrarono nei centri storici spesso privi di servizi essenziali.Per molti anni,infatti,l'organizzazione amministrativa,gli ospedali,dell'assistenza restò insufficiente a soddisfare le esigenze dei nuovi cittadini. Anche questi problemi resero difficile l'inserimento degli immigrati nelle città industriali.D'altronde tra i cittadini del Nord e gli immigrati esistevano profonde differenze:di tradizioni , cultura,ma anche di lingua perchè ancora molti si esprimevano in dialetto.

Aggiunto 14 minuti più tardi:

4)IL CENTROSINISTRA...Alla fine degli anni Cinquanta la formula di governo del centrismo entrò in crisi.All'interno della DC presero il sopravvento le correnti favorevoli a un accordo politico con il Partito socialista.Tale accordo era favorito da diversi fattori.A sinistra erano accaduti fatti nuovi:il PSI aveva preso le distanze dal PCI e dall'Unione Sovietica,soprattutto in conseguenza dell'invasione sovietica dell'Ungheria,approvata dal PCI e invece condannata dai socialisti.Sul piano internazionale,erano gli anni della distensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica.Sul piano interno,infine,fu importante la posizione assunta da papa Giovanni ventitreesimo, che ammorbidì la posizione della Chiesa nei confronti dei movimenti socialisti.Dentro la DC, l'uomo che più sosteneva la necessità di un dialogo con i socialisti era Aldo Moro.Egli fu capo del governo dal 1963 al 1968.
Furono questi gli anni del CENTROSINISTRA:cioè di una nuova formula di governo basata sula collaborazione della Democrazia Cristiana e del Partito socialista. I governi di centrosinistra realizzarono importanti riforme,rese necessarie dai grandi cambiamenti economici e sociali che l'Italia stava vivendo (erano gli anni del boom economico): - la nazionalizzazione dell'energia elettrica (nascita dell'ENEL,dicembre 1962); - la riforma della Scuola(gennaio 1963):venne istituita la media unificata e l'obbligo scolastico fu portato da 11 anni a 14 anni.

Aggiunto 16 minuti più tardi:

5)IL CROLLO DELL'URSS..Nel dicembre 1991 i presidenti delle Repubbliche sovietiche,a eccezione di quelle baltiche che si erano proclamate indipendenti ,sciolsero l'Unione Sovietica.Nacque così la Comunità di Stati Indipendenti (CSI) che respingeva i princìpi del comunismo.Il 25 dicembre 1991 la bandiera rossa sovietica che sventolava sul Cremlino venne sostituita con l'antica bandiera russa,bianca,rossa e blu.La CSI ha stentato a decollare dal punto di vista istituzionale e ha dovuto fronteggiare le spinte alla separazione di alcune Repubbliche che costituivano lo Stato sovietico.Intanto,all'interno della CSI si è affermato il ruolo della Russia,guidata da Eltsin.Questi procedette nella liberalizzazione dell'economia,fronteggiando le gravi crisi finanziarie e di governo.Cercò inoltre di contenere le spinte ultranazionaliste,senza riuscire però ad arginare il fenomeno della delinquenza mafiosa.Nell'ottobre 1993 un tentativo insurrezionale a opera dell'opposizione comunista venne stroncato dall'esercito .Eltsin fu confermato presidente nel 1996,ma nel dicembre 1999 si dimise prima dello scadere del suo mandato presidenziale.Nel marzo 2000 è stato eletto presidente della Federazione russa il primo ministro Vladimir Putin.Per la comunità internazionale,si è fatto più preoccupante il problema del controllo delle armi nucleari , non più sottoposte al controllo dell'esercito sovietico e in dotazione a più Stati e ad alcune Repubbliche asiatiche... Bhe adesso credo possa bastare ciaoooooooooooooooooooooooooooo ;);)

pulce 93
solo questo cmq va bene dai :)

sery98
1) LA NASCITA DELLA REPUBBLICA..Dopo la caduta del governo Parri,si costituì un nuovo governo formato ancora dai partiti antifascisti,ma presieduto dal democristiano De Gasperi.Egli fu il primo Presidente del Consiglio cattolico della storia d'Italia.Durante il governo di De Gasperi,il 2 giugno del 1946, gli Italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica in un referendum popolare.In questa occasione,tra l'altro, votarono per la prima volta anche le donne.Gli Italiani scelsero la repubblica.Circa 13 milioni di elettori votarono a favore della repubblica,mentre 11 milioni si espressero per il mantenimento della repubblica.Anche il referendum quindi rivelò la profonda divisione del paese.Umberto secondo,che era re da circa un mese,da quando il padre Vittorio Emanuele terzo aveva rinunciato al trono,abbandonò l'Italia.Il 2 giugno 1946 gli Italiani elessero anche un'Assemblea Costituente :un parlamento che doveva scrivere il testo della nuova costituzione dello Stato.Nell'Assemblea erano rappresentati ben 15 partiti.Il partito d'Azione ottenne solo l'1,5% dei voti ed entrò in una crisi che in breve lo portò allo scioglimento.Gli altri voti andarono a formazioni minori di tendenze moderate o di centro.Nel dicembre del 1947 venne approvata la nuova Costituzione repubblicana,che entrò in vigore il 1° gennaio del 1948.Primo Presidente della Repubblica fu Enrico De Nicola, che fin dal 1946 era stato eletto capo provvisorio della Repubblica.Nel 1947 De Gasperi formò un nuovo governo del quale non facevano più parte comunisti e socialisti.De Gasperi proponeva un nuovo progetto politico.Il fattore che doveva tenere unito questo schieramento era l'anticomunismo.Lo scontro decisivo con le sinistre si svolse nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948.La DC,che aveva goduto del sostegno della Chiesa,ottenne una vittoria clamorosa:il 48,5% dei voti e la maggioranza assoluta alla Camera con 305 seggi su 574.Comunisti e socialisti conquistarono soltanto il 31%dei voti.La sconfitta delle sinistre fu decisiva nel determinare l'adesione dell'Italia a quella parte del mondo,guidata dagli Stati Uniti,che si riconosceva nella democrazia liberale e nel libero mercato.Nel 1949 ,infatti l'Italia entrò nella NATO.

pulce 93
grazie celooooooooooo certo linkameli e poi me li riguardo ioooooo grazie adesso aspetto se mi risp anche altri :)

celo8
ti posto quello che ho trovato:
-la resistenza in europa e in italia
https://www.skuola.net/storia-contemporanea/resistenza-ii-guerra.html questo è breve ma chiaro
https://www.skuola.net/storia-contemporanea/resistenza-italiana.html se vuoi guarda anche qui

-lo scenario politico:il mondo bipolare (qui penso si intenda durante la guerra fredda, no?)
nel sito ho trovato qualche appunto sulla guerra fredda in generale:
https://www.skuola.net/ricerca/politica+guerra+fredda
poi ho trovato questo, potrebbe aiutarti:
http://keynes.scuole.bo.it/ipertesti/guerrafredda/guerra-fredda/GF1.html

-lo scenario economico i trenta gloriosi
https://www.skuola.net/storia-contemporanea/30anni-glorios.html questo è breve e mette in evidenza solo le cose principali.
se vuoi guarda anche qui, mi sembra buono:
http://members.xoom.it/AlbertoPian/Teledidattica/Storia/DocumentiAllievi/900/TrentaGloriosi.html

-crisi e trasformazioni verso la società postindustriale
non ho trovato molto, dopo guardo se ho qualcosa tra i miei riassunti ma nn credo...
-il crollo dell'urss
https://www.skuola.net/sezioni/tesine/tesina-rivoluzione-russa.pdf questo nn ti serve tutto, ma c'è anche un riassunto sulla rivoluzione russa


-la scelta republicana e l'età del centrismo
-il miracolo economico e il centro sinistra
riguardo a questi due io non avevo fatto niente, quindi se vuoi posso cercare su internet ma nn potrei linkarti dei siti attendibili, perchè non avrei idea se fossero giusti o no...

ciaooo :HI

pulce 93
certo celo le resistenze contro il nazismo ecc i titoli sn chiari,vedi che ognuno di quelli è un argomento e per ogni argomento fai il riassunto capito?cmq grazie che ti stai interessando :)

celo8
scusa pulce, non capisco... il periodo è il secondo novecento? e resistenza contro cosa? cioè, si intendono i partigiani?

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