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I canali navigabili di Suez e Panama, svolgono un ruolo cruciale nell’odierno traffico marittimo globalizzato.
I due canali permetto di effettuare navigazioni intorno al globo senza dover affrontare lunghe e costose circumnavigazioni (rispettivamente di Africa e Sudamerica), e hanno permesso dunque alle merci di circolare a maggior velocità e a costi contenuti.
I grandi investimenti posti in essere per la loro realizzazione hanno coinvolto una pluralità di stati, che nel tempo si sono interessati e impegnati economicamente per la realizzazione di queste opere.
Nel corso degli anni i forti interessi economici legati allo sfruttamento dei canali hanno fatto sì che si siano succedute diverse crisi di tipo politico, legate all’uso strategico che gli stati hanno fatto dei canali per rafforzare il proprio peso economico-politico e per cercare di contrastare la crescita di economie rivali.
Anche oggi, in un contesto di fatto pacifico, ogni mossa posta in essere circa l’ampliamento e lo sfruttamento dei canali, porta con se la volontà di volgere a proprio favore lo scenario economico e geopolitico.
Canale di Suez: evoluzione storica
Il moderno Canale di Suez risale al XIX secolo, ma in realtà oltre 3000 anni fa il collegamento Mar Mediterraneo-Mar Rosso era già stato messo a punto dai Faraoni.
Nel XII secolo a.C. Ramsete II era riuscito a collegare il Nilo al Mar Rosso, ma le tecnologie dell’epoca non poterono impedire che nel tempo il canale venisse colmato dalle piene alluvionali dalle sabbie del deserto.
Molti secoli dopo, nel V secolo a.C. Dario I di Persia riuscì per primo a garantire un collegamento sicuro tra i due mari, ma da quell’epoca sino all’età moderna il Canale è stato operativo solo a singhiozzo e per un tempo complessivo molto breve.
Il moderno Canale, dopo tre decenni di lavori, venne inaugurato nel 1869, da una società a partecipazione franco-egiziana, che si avvalse anche del contributo di Luigi Negrelli, brillante ingegnere italiano. Nel 1875 però, in conseguenza degli ingenti debiti del Governo Egiziano nei confronti della Gran Bretagna, quest’ultima acquisì il controllo della quota egiziana della società di gestione del Canale. Si avviò così una lunghissima fase di controllo anglo-francese sul Canale che avrà conclusione definitiva solo nel 1956.
In epoca moderna, a causa delle particolari tensioni politiche dell’area geografica in questione, il Canale è più volte restato chiuso al traffico: a cavallo degli anni 1956-57 durante la cosi detta “crisi del Canale di Suez, e negli anni 1967-1975, a seguito degli sviluppi critici della Guerra dei sei giorni.
Dal 1979, anno in cui dalle rive del fiume si sono allontanate le truppe di pace ONU in conseguenza di un clima politico nuovamente rasserenato, l’Egitto ha avuto il pieno controllo del Canale, che oggi costituisce assieme al turismo la principale fonte di ricchezza per il Paese.
L’apertura del Canale di Suez ha rappresentato per lo scambio di merci a livello mondiale una vera e propria rivoluzione. Infatti dal 1869 non è più necessario circumnavigare l’Africa passando dal Capo di Buona Speranza per congiungere Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Oceano Indiano, ossia l’area più cruciale per i forti traffici che riguardano la merce in arrivo dal Sud Est Asiatico. Oggi, grazie al Canale, in una quindicina di ore si arriva dove prima si arrivava in una trentina di giorni.
Canale di Panama: evoluzione storica
L’utilità di un canale nel tratto di terra considerato si manifestò per la prima volta nel corso del XVI secolo con Carlo V di Spagna, che avrebbe voluto godere di questo passaggio per raggiungere le ricchezze presenti in Colombia, Ecuador e Perù.
Tuttavia, per passare dall’intuizione all’azione sarà necessario il passaggio di oltre 3 secoli.
La storia del moderno canale iniziò infatti a fine ‘800 grazie all’impegno di una società francese, la quale, nonostante un convinto ottimismo, si rivelò incapace di portare a termine l’opera e fallì.
Fu in questo momento storico che entrarono in scena gli Stati Uniti - veri registi e per un secolo autentici padroni del Canale - prima rilevando la società francese fallita e poi aprendo una difficile contrattazione col Governo Colombiano (a inizio ‘900 Panama era una provincia della Colombia).
Poiché il Governo della Colombia non intendeva lasciare agli Stati Uniti la costruzione e gestione del Canale, questi ultimi supportarono nel paese una forza che lottava per una completa autonomia della regione di Panama dalla Colombia. Nel 1903 nacque su queste basi - e sotto la tutela USA - la Repubblica Indipendente di Panama, che affidò agli Stati Uniti la costruzione e la gestione dell’opera, e dispose a favore degli americani la vendita dei terreni che si affacciavano sul Canale.
In questo modo, in base al disposto di trattati susseguitisi nel corso degli anni, gli Stati Uniti hanno condotto in autonomia la gestione di tutte le attività nel Canale - avendone anche in carico la difesa militare - fino al 31/12/1999, giorno in cui l’ultimo trattato vigente, del 1977, stabiliva la scadenza delle antiche concessioni. Da quella data il Canale è tornato - o meglio è passato per la prima volta - sotto il completo controllo della Repubblica di Panama.
La costruzione del Canale di Panama ha avuto un effetto fluidificante per tutti i commerci a cavallo tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico. Oggi permette infatti di giungere dall’uno all’altro con un risparmio di 26000 km e circa 30 giorni di navigazione rispetto alla tratta obbligata passante per Capo Horn, che si è percorsa fino al 1914, primo anno di operatività del Canale.
Ho preso le cose più importanti da http://www.genoaportcenter.it/Pagina.aspx?idPag=123&AspxAutoDetectCookieSupport=1
Spero di esserti stata utile ;)
I due canali permetto di effettuare navigazioni intorno al globo senza dover affrontare lunghe e costose circumnavigazioni (rispettivamente di Africa e Sudamerica), e hanno permesso dunque alle merci di circolare a maggior velocità e a costi contenuti.
I grandi investimenti posti in essere per la loro realizzazione hanno coinvolto una pluralità di stati, che nel tempo si sono interessati e impegnati economicamente per la realizzazione di queste opere.
Nel corso degli anni i forti interessi economici legati allo sfruttamento dei canali hanno fatto sì che si siano succedute diverse crisi di tipo politico, legate all’uso strategico che gli stati hanno fatto dei canali per rafforzare il proprio peso economico-politico e per cercare di contrastare la crescita di economie rivali.
Anche oggi, in un contesto di fatto pacifico, ogni mossa posta in essere circa l’ampliamento e lo sfruttamento dei canali, porta con se la volontà di volgere a proprio favore lo scenario economico e geopolitico.
Canale di Suez: evoluzione storica
Il moderno Canale di Suez risale al XIX secolo, ma in realtà oltre 3000 anni fa il collegamento Mar Mediterraneo-Mar Rosso era già stato messo a punto dai Faraoni.
Nel XII secolo a.C. Ramsete II era riuscito a collegare il Nilo al Mar Rosso, ma le tecnologie dell’epoca non poterono impedire che nel tempo il canale venisse colmato dalle piene alluvionali dalle sabbie del deserto.
Molti secoli dopo, nel V secolo a.C. Dario I di Persia riuscì per primo a garantire un collegamento sicuro tra i due mari, ma da quell’epoca sino all’età moderna il Canale è stato operativo solo a singhiozzo e per un tempo complessivo molto breve.
Il moderno Canale, dopo tre decenni di lavori, venne inaugurato nel 1869, da una società a partecipazione franco-egiziana, che si avvalse anche del contributo di Luigi Negrelli, brillante ingegnere italiano. Nel 1875 però, in conseguenza degli ingenti debiti del Governo Egiziano nei confronti della Gran Bretagna, quest’ultima acquisì il controllo della quota egiziana della società di gestione del Canale. Si avviò così una lunghissima fase di controllo anglo-francese sul Canale che avrà conclusione definitiva solo nel 1956.
In epoca moderna, a causa delle particolari tensioni politiche dell’area geografica in questione, il Canale è più volte restato chiuso al traffico: a cavallo degli anni 1956-57 durante la cosi detta “crisi del Canale di Suez, e negli anni 1967-1975, a seguito degli sviluppi critici della Guerra dei sei giorni.
Dal 1979, anno in cui dalle rive del fiume si sono allontanate le truppe di pace ONU in conseguenza di un clima politico nuovamente rasserenato, l’Egitto ha avuto il pieno controllo del Canale, che oggi costituisce assieme al turismo la principale fonte di ricchezza per il Paese.
L’apertura del Canale di Suez ha rappresentato per lo scambio di merci a livello mondiale una vera e propria rivoluzione. Infatti dal 1869 non è più necessario circumnavigare l’Africa passando dal Capo di Buona Speranza per congiungere Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Oceano Indiano, ossia l’area più cruciale per i forti traffici che riguardano la merce in arrivo dal Sud Est Asiatico. Oggi, grazie al Canale, in una quindicina di ore si arriva dove prima si arrivava in una trentina di giorni.
Canale di Panama: evoluzione storica
L’utilità di un canale nel tratto di terra considerato si manifestò per la prima volta nel corso del XVI secolo con Carlo V di Spagna, che avrebbe voluto godere di questo passaggio per raggiungere le ricchezze presenti in Colombia, Ecuador e Perù.
Tuttavia, per passare dall’intuizione all’azione sarà necessario il passaggio di oltre 3 secoli.
La storia del moderno canale iniziò infatti a fine ‘800 grazie all’impegno di una società francese, la quale, nonostante un convinto ottimismo, si rivelò incapace di portare a termine l’opera e fallì.
Fu in questo momento storico che entrarono in scena gli Stati Uniti - veri registi e per un secolo autentici padroni del Canale - prima rilevando la società francese fallita e poi aprendo una difficile contrattazione col Governo Colombiano (a inizio ‘900 Panama era una provincia della Colombia).
Poiché il Governo della Colombia non intendeva lasciare agli Stati Uniti la costruzione e gestione del Canale, questi ultimi supportarono nel paese una forza che lottava per una completa autonomia della regione di Panama dalla Colombia. Nel 1903 nacque su queste basi - e sotto la tutela USA - la Repubblica Indipendente di Panama, che affidò agli Stati Uniti la costruzione e la gestione dell’opera, e dispose a favore degli americani la vendita dei terreni che si affacciavano sul Canale.
In questo modo, in base al disposto di trattati susseguitisi nel corso degli anni, gli Stati Uniti hanno condotto in autonomia la gestione di tutte le attività nel Canale - avendone anche in carico la difesa militare - fino al 31/12/1999, giorno in cui l’ultimo trattato vigente, del 1977, stabiliva la scadenza delle antiche concessioni. Da quella data il Canale è tornato - o meglio è passato per la prima volta - sotto il completo controllo della Repubblica di Panama.
La costruzione del Canale di Panama ha avuto un effetto fluidificante per tutti i commerci a cavallo tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico. Oggi permette infatti di giungere dall’uno all’altro con un risparmio di 26000 km e circa 30 giorni di navigazione rispetto alla tratta obbligata passante per Capo Horn, che si è percorsa fino al 1914, primo anno di operatività del Canale.
Ho preso le cose più importanti da http://www.genoaportcenter.it/Pagina.aspx?idPag=123&AspxAutoDetectCookieSupport=1
Spero di esserti stata utile ;)
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