Versione per domani...mi aiutate vi prego!

andrea.vgs
Athenis quidam vivebat, qui in subitam dementiam incidit, credebatque se regem esse. Plurimi cives,
pueri praesertim, eum iocose salutabant, regem appellantes; qua salutatione misellus superbus
laetusque erat. Tandem familiares ad medicum eum adduxerunt, qui dementem ad sanitatem perduxit.
Cum domum remeavisset, omnes eum vitabant et ne verbum quidem cum eo faciebant; nemo enim
cupiebat se esse amicum hominis qui demens fuerat. Itaque ille assidue solus vivebat, miseramque
vitam agebat. Post aliquod tempus medicus petivit curarum quas ei praebuerat. Cui ille:

Salve questo è il testo della versione intitolata UN PAZZO DESIDERA RITORANRE SANO
Vi prego aiutatemi! Grazie in anticipo

Risposte
maj
Viveva ad Atene un tale che che incorse in una così completa (lett, tanto grande) demenza da credere di essere un re. Molti cittadini, e soprattutto i fanciulli, lo salutavano scherzosamente chiamandolo re, egli era lieto e superbo di essere salutato così (lett. "di quel saluto" ). Alla fine (tandem, non tantem - non esiste) i familiari lo condussero da un medico perché lo rimettesse (lett. riconducesse) in salute. Dopo che egli ritornò a casa guarito (lett. sano) tutti lo evitavano e non gli rivolgevano la parola, nessuno ("nemo", non "nemno" ) infatti desiderava essere amico di un uomo che era stato demente, pertanto egli viveva sempre da solo e conduceva una esistenza infelice. Dopo alcuni giorni il medico chiese l'onorario per le (lett. delle) cure che gli aveva prestato. Ed egli disse: "Ti darò l'onorario raddoppiato, se mi riporterai alla condizione di prima.".

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