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Marcellus consul, ex samnio in Lucanos transgressus, ad Numistronem in conspectu Hannibalis, loco plano, cum Poenus collem teneret, posuit castra. Ita tamen aciem instruxerunt ut Poenus dextrum cornu in collem erigeret, Romani sinistrum ad oppidum adplicarent. Ab Romanis prima legio et dextra ala, ab Hannibale Hispani milites et funditores Baliares, elephanti quoque in proelium acti; diu pugna neutro inclinata stetit. Ab hora tertia cum ad noctem pugnam extendissent, fessaeque primae acies essent, primae legioni tertia, dextrae alae sinistra subiit, et apud hostes integri a fessis pugnam accepere. Novum atque atrox proelium repente exarsit; sed nox incerta victoria diremit pugnantes. Postero die Romani ab sole orto in multum diei stetere in acie; ubi nemo hostium adversus prodiit, spolia per otium legere et congestos in unum locum cremavere suos. Nocte insequenti Hannibal silentio movit castra et in Apuliam profectus est. Marcellus, ubi lux fugam hostium aperuit, vestigiis institit sequi. Ad Venusiam adeptus eum est
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Il console Marcello, passato dal Sannio in Lucania, si accampò presso Nomistrone davanti ad Annibale, in un luogo pianeggiante, mentre il Cartaginese occupava la collina. Tuttavia schierarono l'esercito in maniera tale che il Cartaginese fece salire l'ala destra sulla collina, i Romani accostarono la sinistra alla città. Dai Romani furono mandati in battaglia la prima legione e l'ala destra, da Annibale i soldati Ispanici, i frombolieri delle Baleari, anche gli elefanti; a lungo la battaglia non propese né per l'una né per l'altra parte. Avendo protratto il combattimento dall'ora terza (8-9 del mattino) fino alla notte, ed essendo stanche le prime file, alla prima legione subentrò la terza, all'ala destra la sinistra, e fra i nemici forze fresche presero il posto delle estenuate nella mischia [lett.: ricevettero la battaglia da chi era stremato]. Scoppiò d'improvviso una battaglia nuova e feroce; ma la notte divise i combattenti con una vittoria incerta. Il giorno seguente i Romani stettero in campo dall'alba fino a giorno inoltrato; quando nessun nemico si fece loro incontro, raccolsero le spoglie in tutta tranquillità e cremarono i loro, dopo averli ammucchiati in un solo luogo. La notte seguente Annibale levò l'accampamento in silenzio e partì per l'Apulia. Marcello, quando la luce del giorno rivelò la fuga dei nemici, iniziò ad inseguirlo standogli alle calcagna. Lo raggiunse presso Venosa.
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