Versione di Sallustio (26349)
Coniuravere nobilissumi cives patriam incendere, Gallorum gentem infestissumam nomini Romano ad bellum arcessunt, dux hostium cum exercitu supra caput est. Vos cunctamini etiam nunc et dubitatis, quid intra moenia deprensis hostibus faciatis? Misereamini censeo- deliquere homines adulescentuli per ambitionem- atque etiam armatos dimittatis. Ne ista vobis mansuetudo et misericordia, si illi arma ceperint, in miseriam convortat. Scilicet res ipsa aspera est.
Quare ego ita censeo, cum nefario consilio sceleratorum civium res publica in maxuma pericula venerit iique indicio T. Volturci et legatorum Allobrogum convicti confessique sint caedem, incendia aliaque se foeda atque crudelia facinora in civis patriamque paravisse, de confessis, sicuti de manufestis rerum capitalium, more maiorum supplicium sumundum.
Grazie!
Quare ego ita censeo, cum nefario consilio sceleratorum civium res publica in maxuma pericula venerit iique indicio T. Volturci et legatorum Allobrogum convicti confessique sint caedem, incendia aliaque se foeda atque crudelia facinora in civis patriamque paravisse, de confessis, sicuti de manufestis rerum capitalium, more maiorum supplicium sumundum.
Grazie!
Risposte
ti posto il paragrafo all interno del quale trovi la versione..basta dargli un occhiata!!
DE CONIURATIONE CATILINAE...paragrafo 52
Cittadini della più alta nobiltà hanno congiurato per incendiare la patria; chiamano alla guerra un popolo gallo, il più ostile al nome romano; il capo dei nemici ci è sopra con un esercito: e voi ancora indugiate ed esitate nella punizione da infliggere a nemici catturati dentro le mura della città? Abbiatene pietà, vi propongo; sono ragazzi, errarono per ambizione; anzi di più, liberateli armati; purché questa vostra mansuetudine e pietà, se essi prendano le armi, non si mutino in rovina. Senza dubbio la questione è grave, ma voi non la temete. Anzi vi terrorizza: ma per inerzia e mollezza d'animo voi prendete tempo aspettando l'uno dopo l'altro, certamente confidando negli Dèi immortali che sempre nei più grandi pericoli salvarono questa repubblica. Ma non con voti o suppliche da femmine si ottiene il soccorso degli Dèi, bensì con le veglie, con l'azione, con le sagge decisioni, tutte le cose volgono al meglio. Quando ti sia dato all'inerzia e all'ignavia, invano imploreresti gli Dèi; sono irati e ostili. «Al tempo dei nostri antenati, A. Manlio Torquato, durante la guerra gallica fece giustiziare suo figlio perché contro gli ordini aveva attaccato il nemico, e quel giovane egregio pagò con la morte la pena di un eccessivo coraggio; e voi osate indugiare nello stabilire la sorte dei più crudeli parricidi? Certamente tutta la loro vita trascorsa protesta contro questo loro delitto. Ebbene rispettate la dignità di Lentulo, se egli ebbe mai riguardo del suo pudore e della sua reputazione, degli Dèi e degli uomini; perdonate la giovinezza di Cetego, se non è la seconda volta che egli prende le armi contro la patria. E che dire di Gabinio, Statilio, Cepario, i quali, se avessero avuto mai scrupolo, non avrebbero architettato questo piano contro la repubblica? Infine, o padri coscritti, se potessimo, per Ercole, rischiare un errore, lascerei volentieri che voi foste corretti dagli eventi, poiché spregiate le parole. Ma siamo circondati da tutte le parti, Catilina con l'esercito ci serra la gola, altri sono nemici tra le mura, nel cuore della città, e nulla può prepararsi e decidersi in segreto: ragione di più per affrettarci. «In conseguenza di ciò io propongo: poiché per nefando complotto di scellerati cittadini la repubblica è stata gettata nei più gravi rischi, e convinti su denuncia di T. Volturcio e degli ambasciatori Allobrogi essi stessi hanno confessato il proposito di stragi, incendi e altri turpi e crudeli atti contro i cittadini e la patria, sulla loro confessione, e come colti in flagrante delitto capitale, siano condannati a morte secondo il costume degli antichi.
:hi:hi
DE CONIURATIONE CATILINAE...paragrafo 52
Cittadini della più alta nobiltà hanno congiurato per incendiare la patria; chiamano alla guerra un popolo gallo, il più ostile al nome romano; il capo dei nemici ci è sopra con un esercito: e voi ancora indugiate ed esitate nella punizione da infliggere a nemici catturati dentro le mura della città? Abbiatene pietà, vi propongo; sono ragazzi, errarono per ambizione; anzi di più, liberateli armati; purché questa vostra mansuetudine e pietà, se essi prendano le armi, non si mutino in rovina. Senza dubbio la questione è grave, ma voi non la temete. Anzi vi terrorizza: ma per inerzia e mollezza d'animo voi prendete tempo aspettando l'uno dopo l'altro, certamente confidando negli Dèi immortali che sempre nei più grandi pericoli salvarono questa repubblica. Ma non con voti o suppliche da femmine si ottiene il soccorso degli Dèi, bensì con le veglie, con l'azione, con le sagge decisioni, tutte le cose volgono al meglio. Quando ti sia dato all'inerzia e all'ignavia, invano imploreresti gli Dèi; sono irati e ostili. «Al tempo dei nostri antenati, A. Manlio Torquato, durante la guerra gallica fece giustiziare suo figlio perché contro gli ordini aveva attaccato il nemico, e quel giovane egregio pagò con la morte la pena di un eccessivo coraggio; e voi osate indugiare nello stabilire la sorte dei più crudeli parricidi? Certamente tutta la loro vita trascorsa protesta contro questo loro delitto. Ebbene rispettate la dignità di Lentulo, se egli ebbe mai riguardo del suo pudore e della sua reputazione, degli Dèi e degli uomini; perdonate la giovinezza di Cetego, se non è la seconda volta che egli prende le armi contro la patria. E che dire di Gabinio, Statilio, Cepario, i quali, se avessero avuto mai scrupolo, non avrebbero architettato questo piano contro la repubblica? Infine, o padri coscritti, se potessimo, per Ercole, rischiare un errore, lascerei volentieri che voi foste corretti dagli eventi, poiché spregiate le parole. Ma siamo circondati da tutte le parti, Catilina con l'esercito ci serra la gola, altri sono nemici tra le mura, nel cuore della città, e nulla può prepararsi e decidersi in segreto: ragione di più per affrettarci. «In conseguenza di ciò io propongo: poiché per nefando complotto di scellerati cittadini la repubblica è stata gettata nei più gravi rischi, e convinti su denuncia di T. Volturcio e degli ambasciatori Allobrogi essi stessi hanno confessato il proposito di stragi, incendi e altri turpi e crudeli atti contro i cittadini e la patria, sulla loro confessione, e come colti in flagrante delitto capitale, siano condannati a morte secondo il costume degli antichi.
:hi:hi