Versione di Nepote
Iphicrates disciplinae militaris scientissimus,magni consilii.militiae in diem novae repertor. Nam pro scuto peltam,pro brevibus hastis longas,pro gladiis curtis longos militibus dedit. Peltastae milites post eum sunt appellati. Linteas loricas, non ferreas ,suos habere voluit ,ut expeditiores essent. Cum Thracibus bellum gessit. Seuthen atheniensium socium in regnum restituit ,tanta severitate apud corinthum exercitui praefuit,ut exercitus nunquam visus sit maderatior. Saepenumero Lacedaemonios debellavit. Ab Artaxerxe cum Aegyptiis bellum inferre vellet, dux ab atheniensibus petitus,lacedaemoniis etiam favit contra epaminondam thebanum . Statura fuit procera et imperatiora ,aspectu venerabilis,laboris tamen impatiens ,ut tradit Theopompus . Bello sociali capitis ,causam pro se simul cum timotheo dixit et absolutus est. Menesthea filium reliquit ex thressa,coti regis filia,susceptum . Qui interrogatus ,matremne an patrem magis diligeret ,matrem respondit,quod ea se atheniensem pater thracem genuisset
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Ificrate, espertissimo di disciplina militare, di grande saggezza, creatore di una nuova organizzazione militare. Infatti diede ai soldati la pelta al posto dello scudo, le lance lunghe al posto di quelle corte, le spade lunghe al posto di quelle corte. Dopo di lui i soldati furono chiamati peltasti. Volle che i suoi (sottinteso: uomini o soldati) avessero corazze di lino, non di ferro, affinché fossero più agili. Combatté con i Traci. Rimise sul trono Seute, alleato degli Ateniesi, presso Corinto fu a capo dell'esercito con tanto rigore, che l'esercito non fu mai visto più moderato. Sovente vinse gli Spartani. Poiché da Artaserse voleva essere recata guerra agli Egizi, chiesto come comandante agli Ateniesi, appoggiò anche gli Spartani contro il tebano Epaminonda. Fu di statura alta e maestosa, di aspetto rispettabile, tuttavia insofferente alla fatica, come sostiene Teopompo. Durante la guerra sociale si difese in un processo di delitto capitale, insieme con Timoteo, e fu assolto. Lasciò il figlio Menestea, generato da una (donna) Tracia, figlia del re Coti. Costui essendo interrogato se considerasse di più il padre o la madre, rispose la madre, poiché essa l'aveva generato Ateniese, il padre Trace.
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