Versione di latino (12703)

aniello_g
si pero quella nn va bene cmq se m,e la vuoi tradurre eccola
p.s. solo i primi tre righi
"pulcher pavo obsonam vocem suam aegre ferebat et lusciniae invidebat propter eius suavem vocem. saepe enim, dum luscinia in silva canit, pavo clam eius cantum audiebat et miram eius vocis suavitatem imitari volebat." sarei molto grato se qualcuno me la traducesse

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saso 92
Un bel pavone sopportava malvolentieri la sua stonata voce e invidiava l'usignolo per la sua soave voce. Spesso, mentre l'usignolo canta nel bosco, il pavone di nascosto ascoltava la sua voce, e voleva imitare la meravigliosa dolcezza della sua voce. Ma ogni volta che il superbo pavone cantava in coro con gli altri uccelli, la sua voce sempre risuonava stonata e sgradevole, e così quello era deriso da tutti. Allora il pavone irato dalle pesanti offese, andò da Giunone e deplorò la sua ingiusta sorte: Quando l'usignolo canta, disse, tutti gli animali sono (illiciuntur) dalla soavità della sua voce, io invece, che sono il re degli uccelli, quando canto, muovo il riso di tutti. La refina degli dei, dopo che aveva ascoltato le lamentele del pavone, volle consolare l'infelice animale e lodò fortemente la sua bellezza, ma il pavone rispose alla dea: Cambia la mia bellezza non sono felice, perchè sono deriso da tutti per la mia voce stonata! Allora Giunone: doti diverse, disse, sono date dalla natura agli animali, a te l'aspetto, alla volpe l'astuzia, al cane la fedeltà, al leone la forza, all'usignolo la dolcezza della voce. Tutti gli animali sono contenti delle loro doti, la tua lamentela è inutile e sciocca. E infine, irata dalla (pertinacia) del pavone, disse minacciosamente: ora vai, se non vuoi perdere anche la tua bellezza!

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