Versione "Chi la fa, l'aspetti"

Kira
Mali homines, qui aliis insiadias, semper sibi timere debent, ut monet fabella de accipitre et luscinia. Olim accipiter in altos arboris ramos advolverat loca vicina exploraturus, et nidum lusciniae cum parvis pullis invenerat. Sed cito revertens luscinia cum esca accipitrem orabat ne pullos suos voraret.
Tum improbus rapax: " Faciam quod vis- inquit- si mihi bene cantaveris".
Misera mater, metu coacta, ut filios servaret, cantabat.
Accipiter vero, praedae cupidus, sponsiorem rupit dicens: " Non bene modo cantavisti!"
; et aviculas apprehensurus laceraturusque erat, cum repente post tergum auceps supervenit, silenter calamum levavit, accipitrem contracturn visco in terram deiecit cepitque.

Risposte
senystyle
CHI LA FA L’ASPETTI.

Gli uomini malvagi che tendono le insidie agli altri, devono sempre temere per se stessi,come avverte la storiella del falco e dell’ usignolo.
Una volta un falco volava verso gli alti rami di un albero per esplorare i luoghi vicini e trovò il nodo di un usignolo con i suoi piccoli. Ma subito l’usignolo ritornando con il cibo pregava il falco di non divorare i suoi piccoli. Allora il malvagio rapace disse: “Farò ciò che vuoi, se canterai bene per me.” La povera madre, costretta, per salvare i suoi figli cantava. Il falco, desideroso della preda, ruppe la promessa dicendo: ”Non hai cantato bene.” e stava per afferrare lacerare gli uccellini, quando all’improvviso alle spalle sopraggiunse un cacciatore, silenziosamente lanciò la freccia, fece cadere a terra il falco impigliato nel vischio e lo catturò.

silmagister
scusa...ciao...nella prima riga manca un verbo ?

"qui aliis insidias...?...?

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