Valerio massimo
titolo:generosità di scipione l'africano minore
autore:valerio massimo
"africani minoris humanitas speciose lateque patuit..."
vi pregooo!!!
autore:valerio massimo
"africani minoris humanitas speciose lateque patuit..."
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Risposte
Dopo quasi 5 anni dalla creazione del thread difficilmente tornerà utile! :yes
Chiudo!
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L' umanità dell’Africano Minore si manifestò in tutta la sua bellezza e larghezza: espugnata Cartagine, inviò dispacci alle città siciliane, affinché – per mezzo dei (loro) legati - recuperassero gli ornamenti dei (loro) templi, (ornamenti) trafugati dai Cartaginesi, e provvedessero a riporli al loro posto. (L’Africano Minore) riteneva, infatti, che questo (atto) si addicesse molto al(la rispettabilità del) popolo romano.
(Egli, inoltre) fornì un ulteriore esempio di pari gentilezza. Avendo scorto, tra i prigionieri venduti all’asta dal questore, un giovane di bell’aspetto e di buona indole, chiese su di lui maggiori ragguagli. Saputo ch’era numida, orfano di padre ed educato dallo zio materno Masinissa e che, a sua insaputa [di Massinissa], pieno di temerarietà giovanile, aveva voluto combattere contro i Romani, (l’Africano) pensò di dovergli perdonare l’errore della giovane età [ovvero, l’errore dovuto ad intemperanza giovanile] e di dover fare un atto di doveroso omaggio nei confronti di Masinissa, re fedelissimo a Roma. Pertanto, donò al giovane un anello, una fibbia d'oro, un laticlavio, e e lo affidò a dei cavalieri incaricati di riaccompagnarlo presso Masinissa, stimando che i frutti migliori di una vittoria fossero restituire al re amico un suo loro congiunto per vincolo di sangue.
(Egli, inoltre) fornì un ulteriore esempio di pari gentilezza. Avendo scorto, tra i prigionieri venduti all’asta dal questore, un giovane di bell’aspetto e di buona indole, chiese su di lui maggiori ragguagli. Saputo ch’era numida, orfano di padre ed educato dallo zio materno Masinissa e che, a sua insaputa [di Massinissa], pieno di temerarietà giovanile, aveva voluto combattere contro i Romani, (l’Africano) pensò di dovergli perdonare l’errore della giovane età [ovvero, l’errore dovuto ad intemperanza giovanile] e di dover fare un atto di doveroso omaggio nei confronti di Masinissa, re fedelissimo a Roma. Pertanto, donò al giovane un anello, una fibbia d'oro, un laticlavio, e e lo affidò a dei cavalieri incaricati di riaccompagnarlo presso Masinissa, stimando che i frutti migliori di una vittoria fossero restituire al re amico un suo loro congiunto per vincolo di sangue.
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