Urbs Marmorea: per favore mi servirebbe al più presto la traduzione completata di questo brano. Grazie in anticipo!!!

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Urbs marmorea
Extra forum Romanum sunt alia multa aedificia publica. Iam veteres reges Romani in valle Murcia, quae inter Palatium et Aventinum interiecta est, circum Maximum constituerunt, qui a Caesare renovatus plus quam trecentos passus longus est et octoginta milia spectatorum capit. Alter circus postea in campo Martio aedificatus est et circus Flaminius appellatus a nomine C. Flaminii, qui eodem tempore viam Flaminiam munivit; tertius circus trans Tiberim in agro Vaticano constitutus a principe C. Caligula. Non procul a circo Flaminio Cn. Pompeius consul amplissimum theatrum marmoreum aedificandum curavit cum porticu et nova curia. In curia Pompeia statua Pompeii locata erat, ad cuius pedes C. Iulius Caesar a M. Bruto, C. Cassio aliisque senatoribus necatus est. Id factum est idibus Martiis quarto anno postquam Caesar exercitum Pompeii superavit in Thessalia ad oppidum Pharsalum. Post necem Caesaris curia Pompeia a populo irato incensa est.

Caesar autem, priusquam ita necatus est, non solum vetera opera refecerat, sed etiam nova constituerat. In ea urbis parte quae est post Comitium, multis domibus privatis destructis, novum forum fecerat in quo templum Veneris Genetricis situm est. Venus enim a Iulio Caesare 'genetrix' nominabatur, quia gens Iulia a Venere orta esse dicitur.

Caesare interfecto C. Octavianus adulescens necem eius ulcisci constituit, neque vero id sine auxilio deorum, praecipue Martis, fieri posse arbitrabatur. Ergo Marti deo templum vovit priusquam proelium commisit cum Bruto et Cassio. Quibus victis Octavianus iuxta forum Iulium novum forum cum templo Martis incohavit. Magnus quidem opus fuit, neque brevi tempore perfectum est, nam quadraginta denique annis post Caesar Octavianus Augustus, quo cognomine tum appellabatur, magnificum illud monumentum victoriae suae Marti dedicavit. Templum Martis Ultoris nominatum est, quod ille deus mortem Caesaris ultus esse putabatur.

Nemo princeps Romanus tot aedificiis magnificis Romam auxit ornavitque quot Augustus. Non solum aedes sacras vetustate collapsas aut incendiis absumptas refecit, sed plurimas domos e lateribus factis destruxit atque tot et tanta nova opera marmorea aedificavit ut iure gloriatus sit 'marmoream se relinquere urbem quam latericiam accepisset.' Iuxta domum suam Palatinam templum Apollinis fecit cum porticibus et bibliotheca Latina Graecaque. In campo Martio plurima opera exstruxit, e quibus memoranda sunt haec: porticus ad circum Flaminium, quam a nomine sororis suae porticum Octaviae nominavit; theatrum Marcelli, appellatum a sororis filio M. Claudio Marcello; ara Pacis, in qua sacerdotes virginesque Vestales anniversarium sacrificium facere iussit; mausoleum Augusti, id est monumentum in quo ossa principis cermata servantur. Eodem tempore Pantheum, altum templum rotundum, in campo Martio exstructum est a M. Agrippa, duce illustri qui classi Augusti praefectus erat, itemque magnae balneae quae ab eodem thermae Agrippae vocantur.

Hae primae thermae Romae fuerunt, sed postea aliae thermae etiam magnificentiores aedificatae sunt ab imperatore Nerone in campo Martio, a Tito et Traiano in Esquiliis. Romani cotidie in thermas illas celebres lavatum eunt atque ibidem corpora exercent natando, currendo, luctando. Aqua, cuius magna copia a lavantibus consumitur, e montibus in thermas deducitur per longos aquae ductus, quorum veterrimus, aqua Appia, in urbem inducta est ab Appio Claudio Caeco, qui etiam viam Appiam a porta Capena usque ad urbem Capuam muniendam curavit. Ductus eius habet longitudinem passuum undecim milium centum nonaginta (ex eo rivus est subterraneus passuum undecim milium centum triginta, supra terram opus arcuatum passuum sexaginta). Sed ductus clarissimus, aqua Claudia, ab imperatore Claudio, qui ante Neronem Romae imperavit, perfecta est, et habet longitudinem passuum quadraginta sex milium quadringentorum sex (ex eo opus arcuatum passuum sex milium quadringentorum nonaginta et unius).

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ShattereDreams
Al di fuori del foro Romano ci sono molti altri edifici pubblici. Gli antichi re Romani nella valle Murcia, che è posta tra il Palatino e l'Aventino, già costruirono il circo Massimo, che, restaurato da Cesare, è lungo più di trecento passi e contiene ottocentomila spettatori. In seguito fu costruito un altro circo nel campo Marzio e fu chiamato circo Flaminio, dal nome di C. Flaminio, che nello stesso periodo costruì la via Flaminia; un terzo circo fu costruito al di là del Tevere, nell'agro Vaticano, dal principe C. Caligola. Non lontano dal circo Flaminio il console Gneo Pompeo provvide che venisse costruito un grandissimo teatro marmoreo con un portico e una nuova curia. Nella curia era situata una statua di Pompeo ai piedi della quale fu ucciso C. Giulio Cesare da M. Bruto, C. Cassio e altri senatori. Ciò accadde alle Idi di Marzo, quattro anni dopo che Cesare sbaragliò l'esercito di Pompeo in Tessaglia, presso la città di Farsalo. Dopo l'uccisione di Cesare la curia di Pompeo fu incendiata dal popolo adirato. Inoltre Cesare, prima di essere ucciso così, non solo aveva restaurato vecchi edifici, ma ne aveva anche costruiti di nuovi. Alle spalle del Comizio, demolite molte abitazioni private, aveva costruito un foro nuovo nel quale fu posto il tempio di Venere Genitrice. Infatti Venere veniva chiamata "genitrice" da Giulio Cesare, poiché si dice che la stirpe Giulia abbia tratto origine da Venere. Ucciso Cesare, il giovane C. Ottaviano decise di vendicare la sua morte e riteneva che ciò non potesse avvenire senza l'aiuto degli dei, in particolare di Marte. Perciò dedicò un tempio prima di intraprendere il combattimento con Bruto e Cassio. Vinti i quali, Ottaviano presso il foro Giulio iniziò a costruire un nuovo foro con il tempio di Marte. Fu senza dubbio una grande opera, né terminata in poco tempo, infatti alla fine, dopo quarant'anni, Cesare Ottaviano Augusto, allora era chiamato con quel soprannome, dedicò quel magnifico monumento della sua vittoria a Marte. Fu chiamato tempio di Marte Ultore, poiché si credeva che quel dio avesse vendicato la morte di Cesare. Nessun principe Romano onorò ed abbellì Roma di così tanti magnifici edifici quanto Augusto. Non solo restaurò i templi sacri crollati per l'età avanzata o consumati dagli incendi, ma distrusse moltissime abitazioni fatte di mattoni e costruì così tante nuove opere di marmo che giustamente si vantò "di lasciare marmorea una città che aveva ricevuto laterizia". Vicino alla sua reggia imperiale costruì il tempio di Apollo con i portici e una biblioteca Latina e Greca. Nel campo Marzio eresse moltissime opere, tra le quali bisogna ricordare: il portico presso il circo Flaminio, che dal nome di sua sorella chiamò portico di Ottavia; il teatro di Marcello, chiamato dal figlio della sorella, M. Claudio Marcello; l'altare della Pace, sul quale ordinò che le sacerdotesse e le vergini Vestali compissero un sacrificio annuale; il mausoleo di Augusto, cioè il monumento in cui sono conservate le ossa cremate del principe. Nello stesso periodo fu costruito il Pantheon, alto tempio rotondo, nel campo Marzio da M. Agrippa, illustre comandante che era stato a capo della flotta di Augusto, ed inoltre le grandi terme che dallo stesso sono chiamate Terme di Agrippa. Queste furono le prime terme a Roma, ma in seguito furono costruite altre terme, anche più splendide, dall'imperatore Nerone nel campo Marzio, da Tito e Traiano sull'Esquilino. I Romani vanno ogni giorno in quelle celebri terme per lavarsi e l' esercitano i corpi nuotando, correndo, lottando. L'acqua, della quale viene consumata una gran quantità da coloro che si lavano, viene portata dai monti alle terme tramite lunghi acquedotti dei quali il più antico, l'acquedotto Appio, fu condotto in città da Appio Claudio Cieco, che si occupò anche di costruire la via Appia da porta Capena fino alla città di Capua. Il suo acquedotto ha una lunghezza di 11.190 passi (di questo il fiume sotterraneo è di 11.130 passi, sulla terra la struttura ad arco è di 60 passi). Ma l'acquedotto più celebre, l'acquedotto Claudio, fu portato a termine dall'imperatore Claudio, che regnò a Roma prima di Nerone, e ha una lunghezza di 46.406 passi (di questo la struttura ad arco è di 6491 passi).
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