Traduzione Latino di due testi

Luca020205
Ciao a tutti!
Potreste aiutarmi con la traduzione di questi due testi latini in italiano?
Vi ringrazio per l'aiuto in anticipo.

Miglior risposta
ShattereDreams
Per adesso eccoti Numeri et litterae; dopo ti mando anche l'altra

Con quali lettere si indicano i numeri? Le lettere con cui si indicano i numeri sono sette: C, D, D, L, M, V, X. Con la lettera I si indica il numero 'uno', con la V 'cinque', con la X 'dieci', con la L 'cinquanta', con la C 'cento', con la D 'cinquecento', con la M 'mille'. Ecco un numero grande in cui vengono associate tutte le lettere dei numeri: MDLXVI = milleseicentosessantasei. Se le lettere I, X, C, M vengono scritte due volte si intendono i numeri 'due' II, 'tre' III, 'venti' XX, 'duecento' CC, 'due mila' MM. Se le stesse lettere vengono scritte tre volte, si intendono i numeri 'tre' III, 'trenta' XXX, 'trecento' CCC, 'tre mila' MMM. Se prima del V e del X si pone I, si hanno i numeri 'quattro' IV e 'nove' IX; se si pone X prima di L e C si hanno i numeri 'quaranta' XL e 'novanta' XC. Quando a V si aggiungono I, II, III si intendono i numeri 'sei', 'sette', 'otto': VI, VII, VIII. Tutte queste lettere dei numeri si aggiungono alle lettere X, L, C, D, M. Il maestro Diodoro insegna ai suoi discepoli le lettere e i numeri. "Ecco" dice "tre lettere: X, C, M. Ciascuna lettera indica un numero. Che numeri?". Tito: "La lettera X indica il 'dieci', la C 'cento', la M 'mille'". Il maestro: "Dividete ogni numero a metà! Qual è la metà di 'dieci', 'cento', 'mille'?". Sesto: "La metà di dieci è cinque, di cento cinquanta, di mille cinquecento". Maestro: "Quingenti, non quincenti! Come si scrivono brevemente questi numeri?". Sesto: "'Cinque' si scrive con la lettera V, 'cinquanta' con la L, 'cinquecento' con la D". Maestro: "Prendi la tavoletta e lo stilo, Marco e scrivi due e tre volte X!". Marco scrive due volte X: XX, poi scrive tre volte la stessa lettera XXX. Maestro: "Che numeri scrivi?". Marco: "Scrivo i numeri 'dodici' e 'tredici'". Maestro: "O Marco! Come rispondi stoltamente! 'Dodici' e 'tredici' si scrivono XII e XIII, non XX e XXX! Con quelle lettere di indicano i numeri 'venti' e 'trenta'. Ora scrivi 'quaranta' e 'cinquanta'!". Marco scrive X quattro volte: XXXX, e cinque volte: XXXXX. Maestro: "Scrivi male! Non c'è bisogno di scrivere tante volte X, infatti 'quaranta' si scrive XL e 'cinquanta' si scrive brevemente L". Sesto: "Con la lettera L non si indica solo un numero, ma anche un prenome, cioè 'Lucio'. E allo stesso modo con le lettere M e C si indicano i prenomi 'Marco' e 'Gaio'. Perché il prenome 'Gaio' si scrive con la lettera C, non con la G?". Maestro: "Perché anticamente la C era una lettera unica che significava sia la C che la G". Sesto: "Dunque il numero QVINGENTI era "QVINCENTI!". Maestro: "Dici bene. M ora si aggiunge una piccola linea che significa che è la G, non la C".

Aggiunto 17 minuti più tardi:

Ecco anche Finis tempestatis:

Mentre Lidia e Medo si dirigono in Grecia, loro patria, con la nave, scoppia una violenta tempesta. Il cielo è coperto da nuvole scure, mare è rischiarato da molti lampi, segue un tuono con la pioggia e comincia a soffiare un forte vento. Mentre tutti gli altri invocano Nettuno, solo Lidia invoca Cristo, infatti Lidia non venera gli dei Romani, ma il Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, che può comandare ai venti e al mare.
La nave è sbattuta dalle onde e comincia a riempirsi d'acqua. Il timoniere, che può governare a stento la nave a causa del mare burrascoso, ordina ai marinaio di raccogliere l'acqua e gettare in mare le merci pesanti, che sono trasportate dalla medesima nave. Le merci cadono in mare e la nave diventa più leggera. Il vento comincia già a indebolirsi, le onde non sono grandi com'erano: è la fine della tempesta.
Si rasserenano tutti coloro che poco prima erano terrorizzati. I marinai credono che il dio Nettuno sia il sovrano del mare, ma Lidia crede che il suo signore Cristo può comandare ai venti e al mare. Solamente il mercante siede triste osservando le onde che inghiottono le sue merci.
Il mercante parla con voce afflitta: «Sotto quelle onde giacciono tutte le mie merci! Non ho nulla fuorché questi vestiti bagnati!».
Lidia cerca di consolarlo: «Perché sei triste, o mercante? Sii felice che la nostra nave galleggi ancora e che tutti noi siamo vivi e non ci troviamo sotto le onde con le tue merci! Anche se non sei ricco, sei vivo e stai bene».
A queste cose il mercante disse: «Io ho una famiglia numerosa. Come possiamo vivere senza denaro?».
Miglior risposta
Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.