Spiegazione (81420)
Nemo mortalium erit cui fortuna semper arriserit questa e una frase io lo tradotta cosi nessun mortale avrà sempre una buona sorte il quale sarà sorridente.mi potete spiegare dove sbaglio io sul vocabolario trovo tante parole non so quale e la giusta se perfavore potete aiutarmi grazie
Risposte
grazie ma l'ho fatta io non ho usato il traduttore comunque ne farò altre e poi se perfavore ttu mi dici cosi cerco di capire dove sbaglio sai cosa non ho capito quando ci sono due verbi diversi non capisco
Ciao, Clarissa! Come ti avevo promesso qualche giorno fa, utilizzo questa frase per spiegarti come ti devi comportare quando devi eseguire una traduzione, in modo che tu possa fare bene le tue traduzioni.
Dunque, incominciamo. La frase è:
Nemo mortalium erit cui fortuna semper arriserit
Come ti avevo spiegato anche in un altro post, la parte più importante di una frase è sempre il verbo.
Nel nostro caso: erit e arriserit.
Erit è la forma del futuro semplice di "sum", alla terza persona singolare.
Quindi Erit = sarà o ci sarà.
Veniamo a arriserit. Analizzaimo un po' questo verbo inizialmente senza il vocabolario.
La sua terminazione è -erit.
Se hai studiato bene la grammatica, riconoscerai che è una desinenza del futuro anteriore. Per la precisione della terza persona singolare.
Cerco ora il verbo sul vocabolario. Poichè è al tempo perfetto, è chiaro che il verbo -riportato invece sul vocabolario alla forma del presente- potrebbe avere una forma leggermente diversa. La sua radice è comuqnue immutata. Dovrò quindi cercare un verbo che inizia con arri-.
Cercando un verbo con la radice "arri" troverò "arrideo", che guarda caso (me lo riporta anche il vocabolario) ha come forma del perfetto "arrisi".
Arrideo è dunque il verbo che cerchiamo. Significa "arridere, sorridere, favorire"
Quindi ARRISERIT = avrà sorriso, avrà arriso
Ho quindi due verbi. Ogni verbo fa una frase, quindi ho due frasi. Due frasi possono essere unite tra loro in maniera coordinata o subordinata.
Vedo che subito dopo "erit" è presente un pronome relativo: cui
Dunque ho a che fare con una frase principale, il cui verbo è erit" e con una frase subordinata (per la precisione: proposizione relativa) il cui verbo è arriserit.
Traduciamo la prima frase, quella principale.
Nemo mortalium erit.
Erit è già stato analizzato. Essendo alla terza persona singolare, il suo soggetto dovrà essere un sostantivo o un pronome singolare al nominativo.
L'unica parola ad avere queste acratteristiche è "nemo" = nessuno.
Mortalium = genitivo plurale di mortalis.
Lo riconosco perchè "ium" è la desineza del genitivo plurale della terza declinazione. Cerco sul vocabolario un sostantivo della terza declinazione che ha per radice "mortal".
Viene dunque: "Non ci sarà nessuno dei mortali...."
Veniamo alla seconda frase.
cui = pronome relativo dativo singolare.
la sua traduzine è "al quale o alla quale", perchè può essere sia maschile sia femminile sia neutro.
L'unico nome singolare presente nella principale è nemo, dunque si riferisce ad esso.
Ora, abbiamo già analizzato e tradotto arriserit. Il suo soggetto, cioè l'unico nome che può essere al nominativo singolare, è "fortuna" = sorte. Fortuna è dunque il soggetto della proposizine relativa.
Semper è banalmente un avverbio. La traduzione esatta risualta essere allora:
Non ci sarà nessuno dei mortali al quale la fortuna avrà sempre arriso.
Ecco qua. Spero di averti aiutato.
Guardando la tua traduzione, ho il sospetto che tu abbia fatto ricorso da un traduttore online, dico bene, Clarissa? Me ne accorgo dal modo in cui sono mescolate le parole tra loro creando una frase senza capo nè coda. Ora, è vero che i latini non utilizzavano il nostro stesso ordine nelle parole, ma un ordine esisteva comunque, altrimenti non si sarebbero capiti quando si parlavano, ti pare? Es. se semper è vicino ad arriserit, non si può tradurlo vicino ad erit come ha fatto il traduttore, perchè è chiaro che si riferisce invece al secondo verbo!
Oppure, vedo che ha tradotto "avrà buona sorte", ma anche se il senso della frase è questo, il verbo "avere" non c'è nella frase e neanche l'aggettivo buona! Inoltre fortuna è un nominativo, dunque non può diventare complemento oggetto! Tutto questo per dirti che i traduttori online sono inutili e fanno commettere molti errori: non affidarti ciecamente ad essi, mi raccomando, perchè non possono che farti sbagliare!
Adesso ,ti saluto, Clarissa, e spero tanto di averti aiutato. Ti direi "se hai altri dubbi fammi sapere", ma purtoppo adesso devo uscire e tornerò sul tardi. In ogni caso ti faccio tanti auguri per il tuo compito in classe. Ciao!
Dunque, incominciamo. La frase è:
Nemo mortalium erit cui fortuna semper arriserit
Come ti avevo spiegato anche in un altro post, la parte più importante di una frase è sempre il verbo.
Nel nostro caso: erit e arriserit.
Erit è la forma del futuro semplice di "sum", alla terza persona singolare.
Quindi Erit = sarà o ci sarà.
Veniamo a arriserit. Analizzaimo un po' questo verbo inizialmente senza il vocabolario.
La sua terminazione è -erit.
Se hai studiato bene la grammatica, riconoscerai che è una desinenza del futuro anteriore. Per la precisione della terza persona singolare.
Cerco ora il verbo sul vocabolario. Poichè è al tempo perfetto, è chiaro che il verbo -riportato invece sul vocabolario alla forma del presente- potrebbe avere una forma leggermente diversa. La sua radice è comuqnue immutata. Dovrò quindi cercare un verbo che inizia con arri-.
Cercando un verbo con la radice "arri" troverò "arrideo", che guarda caso (me lo riporta anche il vocabolario) ha come forma del perfetto "arrisi".
Arrideo è dunque il verbo che cerchiamo. Significa "arridere, sorridere, favorire"
Quindi ARRISERIT = avrà sorriso, avrà arriso
Ho quindi due verbi. Ogni verbo fa una frase, quindi ho due frasi. Due frasi possono essere unite tra loro in maniera coordinata o subordinata.
Vedo che subito dopo "erit" è presente un pronome relativo: cui
Dunque ho a che fare con una frase principale, il cui verbo è erit" e con una frase subordinata (per la precisione: proposizione relativa) il cui verbo è arriserit.
Traduciamo la prima frase, quella principale.
Nemo mortalium erit.
Erit è già stato analizzato. Essendo alla terza persona singolare, il suo soggetto dovrà essere un sostantivo o un pronome singolare al nominativo.
L'unica parola ad avere queste acratteristiche è "nemo" = nessuno.
Mortalium = genitivo plurale di mortalis.
Lo riconosco perchè "ium" è la desineza del genitivo plurale della terza declinazione. Cerco sul vocabolario un sostantivo della terza declinazione che ha per radice "mortal".
Viene dunque: "Non ci sarà nessuno dei mortali...."
Veniamo alla seconda frase.
cui = pronome relativo dativo singolare.
la sua traduzine è "al quale o alla quale", perchè può essere sia maschile sia femminile sia neutro.
L'unico nome singolare presente nella principale è nemo, dunque si riferisce ad esso.
Ora, abbiamo già analizzato e tradotto arriserit. Il suo soggetto, cioè l'unico nome che può essere al nominativo singolare, è "fortuna" = sorte. Fortuna è dunque il soggetto della proposizine relativa.
Semper è banalmente un avverbio. La traduzione esatta risualta essere allora:
Non ci sarà nessuno dei mortali al quale la fortuna avrà sempre arriso.
Ecco qua. Spero di averti aiutato.
Guardando la tua traduzione, ho il sospetto che tu abbia fatto ricorso da un traduttore online, dico bene, Clarissa? Me ne accorgo dal modo in cui sono mescolate le parole tra loro creando una frase senza capo nè coda. Ora, è vero che i latini non utilizzavano il nostro stesso ordine nelle parole, ma un ordine esisteva comunque, altrimenti non si sarebbero capiti quando si parlavano, ti pare? Es. se semper è vicino ad arriserit, non si può tradurlo vicino ad erit come ha fatto il traduttore, perchè è chiaro che si riferisce invece al secondo verbo!
Oppure, vedo che ha tradotto "avrà buona sorte", ma anche se il senso della frase è questo, il verbo "avere" non c'è nella frase e neanche l'aggettivo buona! Inoltre fortuna è un nominativo, dunque non può diventare complemento oggetto! Tutto questo per dirti che i traduttori online sono inutili e fanno commettere molti errori: non affidarti ciecamente ad essi, mi raccomando, perchè non possono che farti sbagliare!
Adesso ,ti saluto, Clarissa, e spero tanto di averti aiutato. Ti direi "se hai altri dubbi fammi sapere", ma purtoppo adesso devo uscire e tornerò sul tardi. In ogni caso ti faccio tanti auguri per il tuo compito in classe. Ciao!