Ragazzi please help!!!! il mio prof è pazzo! O_O

Yagami Light
Ragazzi il mio prof di Latino mi ha assegnato 7 versioni da fare in 17 giorni di festività scolastiche! O_O secondo me è pazzo... ne sono riuscite a fare 4 ma con le altre ho difficoltà... potreste aiutarmi please? vi metto l'immagine della pag del mio libro per le restanti 3 versioni....



Se non capite qualche parola.... molto probabile... kiedete in qualche min vi risponderò quindi aggiornate la pagina web...

Risposte
SuperGaara
Prego :satisfied

Chiudo il thread, ciao :hi

Yagami Light
Grazie gaara sei il migliore ^.^ meno male che ci sei tu :P sennò le altre 3 versione non le avrei fatte :S thanks ^.^

SuperGaara
Eh, sappiamo bene come si usa un forum :lol

Eccoti le versioni :)

Le rane chiedono un re

Aesopus talem (=tale) fabellam narrat:ranae magno clamore regem a Iove petiverunt;nam nimis iurgiosae erant et iudicem requirebant.Pater deorum risit et miram petitionem voluit (=volle) explere.Itaque e coelo demisit parvum tigillum quod (=che) ranis ut (=come) regem dedit.Initio (=All'inizio) fragor terruit pavidum genus animalium et ranae novum regem valde timebant.Deinde paulatim ranae timorem posuerunt et omnes certatim ad lignum adnataverunt et in traebae consederunt.Postremo turba ranarum magna petulantia dominum omni iniuria laesit et a Iove novum principem poposcit.Tum Iuppiter ranis hydrum misit qui (=il quale) dentibus asperis magnum numerum ranarum corripuit et devoravit.Ita pater deorum insolentiam stultorum animalium punivit.

Esopo narra tale favola: le rane con gran clamore chiedevano un re da Giove; infatti erano troppo litigise e volevano un giudice. il padre degli dei rise e volle soddisfare l'incredibile richiesta. Pertanto buttò giù dal cielo un piccolo legnetto che diede alle rane come re. All'inizio il fragore atterrì (quel) timotoso genere di animali (cioè le rane che erano per natura paurose) e le rane temevano molto il nuovo re. Poi a poco a poco le rane misero da parte il timore e tutte a gara nuotavano fino al legno e si sedevano sulla trave. Alla fine una turba di rane con grande petulanza offese il sovrano con ogni (tipo di) ingiuria e chiese insistentemente da Giove un nuovo principe. Allora giove mandò alle rane un serpente acquatico che coi (suoi) denti aguzzi afferrò e divorò un gran numero di rane. Così il padre degli dei punì l'insolenza degli stolti animali.

Il mito di Meleagro

Althaea, Thestii filia, ex Oeneo, Aetolie rege, peperit Meleagrum: ibi in regia titio ardens apparuit. Parcae venerunt et Meleagro fata cecinerunt: "Meleager tamdiu vivet quamdiu titio incolumis erit".Titionem Althaea in arca diligenter servavit ut vitam filii defenderet. Post multos annos ira Dianae (quia Oeneus sacra annua deae non facerat), aper mira magnitudine agrum Calydonium vastabat; aprum Meleager cum delectis iuvenibus interfecit pellemque Atalanta Meleagri auxilium imploravit; ille amorem cognationi anteposuit avunculosque suos occidit. Althaea mater, ut audivit tantum facinus, memor Parcarum praecepti, titionem ex arca sustulit ut in ignem coniceret. Ita dum pro fratribus poenas cupiit capere, filium ad mortem perduxit.

Altea, figlia di Testio, generò Meleagro da Eneo, re di Etolia: là: là nel palazzo reale apparve un tizzone ardente. Arrivarono le Parche e predissero tale destino a Meleagro: "Meleagro vivrà finché il tizzone sarà intatto". Altea conservò con cura il tizzone in uno scrigno per salvaguardare la vita del figlio. Molti anni dopo a causa dell'ira di Diana (poiché Eneo non aveva compiuto i sacrifici annuali alla dea), un cinghiale di eccezionale grandezza devastava il territorio di Calidone; Meleagro uccise il cinghiale insieme a giovani scelti, e Atalanta chiese implorando la pelle e l'aiuto di Meleagro; costui antepose l'amore al rapporto di parentela e uccise i propri zii. La madre Altea, appena venne a sapere di un tale misfatto, memore dell'insegnamento delle Parche, rimosse il tizzone dallo scrigno per gettarlonel fuoco. Così, mentre desiderò di trovare vendetta per i fratelli, condusse il figlio alla morte.

Il topo di campagna e il topo di città

Olim mus rusticus urbanum murem, veterem amicum suum, ad cenam in paupere cavo invitavit et hospiti in humili mensa cicerese et uvas aridas et duras vicini nemoris glandes apposuit. Urbanus mus vix vilem cibum dente superbo tangebat et rustica alimenta contemnebat. Tandem sic exclamavit: “Cur, amice, vitam tam miseram ruri agis? Veni mecum in urbe, ubi magnam cibi suavis copiam invenies et beatus sine curis vives”. Placuit consilium rustico muri et in magnificam domum urbanam cum comite migravit. Ibi, dum tranquilli securique cenant atque delicatas dapes gustant, subito canum latrutus resonant atque servi irrumpunt. Mures territi per totum conclave currunt et refugium petunt. Tum mus rusticus urbano muri dicit: “Salve, amice mi; tu in urbe manecum exquisitis cibis tuis, ego rus reverto ad meam pauperem sed securam vitam”.

Una volta il topo di campagna invitò a pranzo in una povera tana il topo di città, suo vecchio amico, e servì in un'umile tavola ceci ed uve aride e dure ghiande del bosco vicino. Il topo di città toccava appena con morsi sdegnosi l'umile cibo e disprezzava gli alimenti rustici. Finalmente esclamò così: “Perché, amico, conduci una vita tanto misera in campagna? Vieni con me in città, dove troverai grande abbondanza di cibo soave e vivrai beato senza preoccupazioni”. Il consiglio piacque al topo rustico e migrò con il compagno in una magnifica casa di città. Qui, mentre pranzano tranquilli e sicuri e gustano delicate vivande, subito risuonano i latrati dei cani e i servi irrompono. I topi spaventati corrono per tutta la stanza e cercano rifugio. Allora il topo di campagna dice al topo di città: ”Ti saluto, amico mio; tu rimani in città con i tuoi cibi squisiti, io ritorno in campagna alla mia povera ma sicura vita”.

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