Mi potreste tradurre queste versioni per bene per favore
Ii famoSo ed eroico Bucefalo
Alexandri regis equo nomen fuit Bucephalus. Ferunt animal emptum esse talentis tredecim; Philippus, Alexandri pater, eo donatus erat. Bello Indico, cum Alexander in medios hostes se immisisset, coniectis undique in regem telis, Bucephalus alta vulhera in cervice atque in latere accepit. Quod Alexandro nullus miles succurrěre poterat, equus, moribundus, e mediis hostibus regem vivacissimo cursu traxit, e morte certa servans eum. Dein prolapsus est et, lam securus de domini salute, animam exspiravit. Quid opus est alis verbis? Tum Alexander, cuius magni intererat meritos honores
equo tribuěre, parta victoria, oppidum in illo loco condidit idque "Bucephalon" appellavit.
Non a tutti piace suonare il flauto!
Apud Romanos hominem liberum pudebat fidibus vel tibiis caněre, cum hoc putaretur servos et mimas decēre. Apud Athenienses vero pueri a prima aetate tibiis caněre erudiebantur, cum hoc videretur liberos homines decēre. Pericles ille, cum apud se nepotem Alcibiadem haberet ut domi suae bonis artibus erudiretur, Antigenidam, praestantissimum musicum, arcessivit ut puerum tibiis caněre doceret. Cum autem puer tibias ad os adhibuisset et buccas in speculo inflatas vidisset, vehementissime deformitatis vultus sui eum piguit. Quare tibias vi abiecit infregitque.
Cicerone difende il poeta Archia
«Archiam ego non diligam? Non admirer? Sit igitur, iudices, sanctum apud vos, humanissimos homines, hoc poetae nomen. Si saxa et solitudines poetae voci respondent et bestiae saepe immanes cantu eius flectuntur, nos, instituti rebus optimis, non poetarum voce moveamur? Colophõnis incolae Homerum civem esse dicunt suum, Chii suum vindicant, Salamini repetunt, Smyrnaei vero suum esse confirmant. Ergo illi advenam, tantum quia poeta fuit, post mortem etiam expetunt; nos repudiemus hunc (= Archia), qui vivus est, qui et voluntate et lege civis noster est? Numquam hoc putaveram, praesertim cum Archias omni studio usus sit ad populi
Alexandri regis equo nomen fuit Bucephalus. Ferunt animal emptum esse talentis tredecim; Philippus, Alexandri pater, eo donatus erat. Bello Indico, cum Alexander in medios hostes se immisisset, coniectis undique in regem telis, Bucephalus alta vulhera in cervice atque in latere accepit. Quod Alexandro nullus miles succurrěre poterat, equus, moribundus, e mediis hostibus regem vivacissimo cursu traxit, e morte certa servans eum. Dein prolapsus est et, lam securus de domini salute, animam exspiravit. Quid opus est alis verbis? Tum Alexander, cuius magni intererat meritos honores
equo tribuěre, parta victoria, oppidum in illo loco condidit idque "Bucephalon" appellavit.
Non a tutti piace suonare il flauto!
Apud Romanos hominem liberum pudebat fidibus vel tibiis caněre, cum hoc putaretur servos et mimas decēre. Apud Athenienses vero pueri a prima aetate tibiis caněre erudiebantur, cum hoc videretur liberos homines decēre. Pericles ille, cum apud se nepotem Alcibiadem haberet ut domi suae bonis artibus erudiretur, Antigenidam, praestantissimum musicum, arcessivit ut puerum tibiis caněre doceret. Cum autem puer tibias ad os adhibuisset et buccas in speculo inflatas vidisset, vehementissime deformitatis vultus sui eum piguit. Quare tibias vi abiecit infregitque.
Cicerone difende il poeta Archia
«Archiam ego non diligam? Non admirer? Sit igitur, iudices, sanctum apud vos, humanissimos homines, hoc poetae nomen. Si saxa et solitudines poetae voci respondent et bestiae saepe immanes cantu eius flectuntur, nos, instituti rebus optimis, non poetarum voce moveamur? Colophõnis incolae Homerum civem esse dicunt suum, Chii suum vindicant, Salamini repetunt, Smyrnaei vero suum esse confirmant. Ergo illi advenam, tantum quia poeta fuit, post mortem etiam expetunt; nos repudiemus hunc (= Archia), qui vivus est, qui et voluntate et lege civis noster est? Numquam hoc putaveram, praesertim cum Archias omni studio usus sit ad populi
Risposte
Cicerone difende il poeta Archia
Non dovrei apprezzare Archia? Non dovrei ammirarlo? Quindi, o giudici, sia sacro presso di voi, uomini civilissimi, questo nome di poeta. Se le montagne e i deserti rispondono alla voce del poeta e le bestie feroci sono spesso placate dal suo canto, noi, educati nelle migliori arti, non dovremmo essere commossi dalla voce dei poeti? Gli abitanti di Colofone dicono che Omero è un loro concittadino, quelli di Chio lo rivendicano come loro (sottinteso: concittadino), quelli di Salamina lo reclamano, quelli di Smirne invece assicurano che è loro (sottinteso: concittadino). Dunque quelli rivendicano uno straniero, soltanto perché fu un poeta, anche dopo la morte; noi dovremmo rifiutare costui (= Archia), che è vivo, il quale è nostro concittadino sia per (sua) volontà che per legge? Non avrei mai pensato ciò, soprattutto perché Archia si è servito di ogni impegno per celebrare la gloria del popolo Romano.
Non dovrei apprezzare Archia? Non dovrei ammirarlo? Quindi, o giudici, sia sacro presso di voi, uomini civilissimi, questo nome di poeta. Se le montagne e i deserti rispondono alla voce del poeta e le bestie feroci sono spesso placate dal suo canto, noi, educati nelle migliori arti, non dovremmo essere commossi dalla voce dei poeti? Gli abitanti di Colofone dicono che Omero è un loro concittadino, quelli di Chio lo rivendicano come loro (sottinteso: concittadino), quelli di Salamina lo reclamano, quelli di Smirne invece assicurano che è loro (sottinteso: concittadino). Dunque quelli rivendicano uno straniero, soltanto perché fu un poeta, anche dopo la morte; noi dovremmo rifiutare costui (= Archia), che è vivo, il quale è nostro concittadino sia per (sua) volontà che per legge? Non avrei mai pensato ciò, soprattutto perché Archia si è servito di ogni impegno per celebrare la gloria del popolo Romano.
Grazie mille fra aspetto la terza
Il famoso ed eroico Bucefalo
Il cavallo del re Alessandro ebbe il nome di Bucefalo (dativo di possesso). Dicono che l'animale fu comprato per tredici talenti; Filippo, padre di Alessandro, gliel'aveva donato. Durante la guerra Indiana, essendosi Alessandro lanciato in mezzo ai nemici, essendo scagliati dardi da ogni parte contro il re, Bucefalo ricevette profonde ferite al collo e al fianco. Poiché nessun soldato poteva soccorrere Alessandro, il cavallo, moribondo, portò via il re da in mezzo ai nemici con una corsa assai rapida, salvandolo da una morte certa. Poi crollò e, ormai sicuro della salvezza del padrone, spirò (= morì). Che bisogno c'è di altre parole? Allora Alessandro, al quale interessava molto attribuire i dovuti onori al cavallo, ottenuta la vittoria, fondò in quel luogo una città e la chiamò Bucefalo.
Aggiunto 9 minuti più tardi:
Non a tutti piace suonare il flauto!
Presso i Romani un uomo libero si vergognava di suonare la lira o il flauto, poiché si riteneva che ciò si addicesse agli schiavi e alle commedianti. Presso gli Ateniesi invece i bambini dalla tenera età venivano istruiti a suonare il flauto, poiché sembrava che ciò si addicesse agli uomini liberi. Quel famoso Pericle, avendo presso di sé il nipote Alcibiade affinché venisse istruito a casa sua nelle arti liberali, mandò a chiamare Antigenida, musicista assai capace, affinché insegnasse al ragazzo a suonare il flauto. Ma dopo che il ragazzo ebbe avvicinato il flauto alla bocca ed ebbe visto allo specchio le gote gonfie, si vergognò moltissimo della bruttezza del suo volto. Per questo gettò con forza il flauto a terra e lo ruppe.
Il cavallo del re Alessandro ebbe il nome di Bucefalo (dativo di possesso). Dicono che l'animale fu comprato per tredici talenti; Filippo, padre di Alessandro, gliel'aveva donato. Durante la guerra Indiana, essendosi Alessandro lanciato in mezzo ai nemici, essendo scagliati dardi da ogni parte contro il re, Bucefalo ricevette profonde ferite al collo e al fianco. Poiché nessun soldato poteva soccorrere Alessandro, il cavallo, moribondo, portò via il re da in mezzo ai nemici con una corsa assai rapida, salvandolo da una morte certa. Poi crollò e, ormai sicuro della salvezza del padrone, spirò (= morì). Che bisogno c'è di altre parole? Allora Alessandro, al quale interessava molto attribuire i dovuti onori al cavallo, ottenuta la vittoria, fondò in quel luogo una città e la chiamò Bucefalo.
Aggiunto 9 minuti più tardi:
Non a tutti piace suonare il flauto!
Presso i Romani un uomo libero si vergognava di suonare la lira o il flauto, poiché si riteneva che ciò si addicesse agli schiavi e alle commedianti. Presso gli Ateniesi invece i bambini dalla tenera età venivano istruiti a suonare il flauto, poiché sembrava che ciò si addicesse agli uomini liberi. Quel famoso Pericle, avendo presso di sé il nipote Alcibiade affinché venisse istruito a casa sua nelle arti liberali, mandò a chiamare Antigenida, musicista assai capace, affinché insegnasse al ragazzo a suonare il flauto. Ma dopo che il ragazzo ebbe avvicinato il flauto alla bocca ed ebbe visto allo specchio le gote gonfie, si vergognò moltissimo della bruttezza del suo volto. Per questo gettò con forza il flauto a terra e lo ruppe.