Latino versione Urgenteee vi prego??
tarquinius superbus, septimus atque ultimus Romanorum regum, cognomen meruit moribus fastidiosis ac superbis. Servii Tulli propinquos ac fautores interfecit, damnavit capite nobiles multos ac patres suo arbitratu imperavit sic ut leges non adhiberet. Quia autem coniurationes et insidias timebat armatis se circumsaepsit: bellum, pacem, foedera iniussu populi ac senatus fecit. Latinas gentes sibi maxime conciliavit, ut peregrinis opibus tutior esset. Feliciter pugnavit contra Volscos eosque subegit, Gabios expugnavit per Sextum filium, qui, simulans seditionem, in urbem Volscorum confugit; postea dolo atque insidiis primores urbis necavit et portas oppidi aperuit Romanis. Sed patres expectabant occasionem finem ponendi eius tyrannidi; neque vero occasio defuit. Nam eius filius Lucretiae nobilis feminae, Collatini uxoris, pudicitiam sic offendit, ut illa, ob iniuriam, se in conspectu omnium occiderit. Tum Brutus, regis nepos et Collatini amicus, populum concitavit Tarquinioque ademit imperium. Rex, postquam imperaverat annos quattuor et viginti, cum uxore et liberis in Etruriam confugit.
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Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo re dei Romani, meritò questo soprannome per i modi altezzosi e superbi. Uccise i parenti e i sostenitori di Servio Tullio, condannò a morte molti nobili e senatori e comandò a suo piacimento in modo tale da non usare le leggi. Poiché temeva le congiure e le insidie si circondò di uomini armati: fece guerra, pace, alleanze senza l'autorizzazione del popolo. Si cattivò il favore soprattutto delle genti Latine, affinché fosse più sicuro per gli appoggi stranieri. Combatté con successo contro i Volsci e li sottomise, espugnò Gabii per mezzo del figlio Sesto, che, simulando una sedizione, si rifugiò nella città dei Volsci; poi, con l'inganno e insidie, uccise i più importanti della città e aprì le porte della città ai Romani. Ma i senatori aspettavano l'occasione per porre fine alla sua tirannide; e in verità l'occasione non mancò. Infatti suo figlio offese a tal punto la pudicizia di Lucrezia, nobildonna, moglie di Collatino, che quella, per l'offesa si uccise alla presenza di tutti. Allora Bruto, nipote del re e amico di Collatino, incitò il popolo e tolse il potere a Tarquinio. Il re, dopo aver regnato per ventiquattro anni, si rifugiò in Etruria con la moglie e i figli.
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Risposte
ma guarda che a parte la prima frase il resto nn centra niente con la mia versione..
Coccolina... non per qualcosa... ma dovresti citare le fonti ;)