La sgradevole voce del bel pavone

Michelangelo89
Inizio: Pulcher pavo suam absonam vocem aegre ferebat et lusciniae invidebat propter eius vocem suavem.

Fine: ....si etiam pulchritudinem tuam perdere non vis!".

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Mario
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Michelangelo89
Grazie Mario, 6 unico

Mario
Pulcher pavo suam absonam vocem aegre ferebat et lusciniae invidebat propter eius vocem suavem. Saepe, dum luscinia in silva canit, pavo clam eius cantum audiebat et miram eius vocis suavitatem imitari volebat. Sed, quotienscumque superbus pavo coram aliis avibus canebat, vox eius semper absona et insuavis sonabat, itaque ille ab omnibus irridebatur. Tum pavo, cerebris contumeliis iratus, ad Iunonem ivit et de iniusta sorte sua deploravit:"Cum luscinia canit -inquit- omnia animalia suavitate eius vocis illiciuntur, ego autem, qui avium rex sum, cum cano, risum omnium moveo". Deorum regina, postquam pavonis querelam audiverat, infelix animal consolari voluit eteius pulchritudinem valde laudavit, sed pavo deae respondit:"Muta pulchritudine mea non gaudeo, cum ab omnibus irrideor propter absonam vocem meam!". Tum Iuno:"Dotes dissimiles-inquit- a Natura animalibus datae sunt: tibi forma, vulpi astutia, cani fidelitas, leoni vis, Iusciniae vocis suavitas. Omnia animalia dotibus suis contenta sunt: querela tua igitur vana stultaque est"; denique, pavonis pertinacia irata, minaciter addidit:"Nunc abi, si etiam pulchritudinemtuam perdere non vis!"

Un bel pavone sopportava malvolentieri la sua stonata voce e invidiava l'usignolo per la sua soave voce. Spesso, mentre l'usignolo canta nel bosco, il pavone di nascosto ascoltava la sua voce, e voleva imitare la meravigliosa dolcezza della sua voce. Ma ogni volta che il superbo pavone cantava in coro con gli altri uccelli, la sua voce sempre risuonava stonata e sgradevole, e così quello era deriso da tutti. Allora il pavone irato dalle pesanti offese, andò da Giunone e deplorò la sua ingiusta sorte: Quando l'usignolo canta, disse, tutti gli animali sono (illiciuntur) dalla soavità della sua voce, io invece, che sono il re degli uccelli, quando canto, muovo il riso di tutti. La refina degli dei, dopo che aveva ascoltato le lamentele del pavone, volle consolare l'infelice animale e lodò fortemente la sua bellezza, ma il pavone rispose alla dea: Cambia la mia bellezza non sono felice, perchè sono deriso da tutti per la mia voce stonata! Allora Giunone: doti diverse, disse, sono date dalla natura agli animali, a te l'aspetto, alla volpe l'astuzia, al cane la fedeltà, al leone la forza, all'usignolo la dolcezza della voce. Tutti gli animali sono contenti delle loro doti, la tua lamentela è inutile e sciocca. E infine, irata dalla (pertinacia) del pavone, disse minacciosamente: ora vai, se non vuoi perdere anche la tua bellezza!

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