Filologia
Ci provo...
Chi mi sa spiegare questo apparato critico?
Grazie
Chi mi sa spiegare questo apparato critico?
Grazie
Miglior risposta
Non è un apparato critico. Sono delle note di copisti e il testo sembra una copia di quello in possesso della biblioteca a Montpellier. L'intestazione dice che a emendare il libro V di Marco Anneo Lucano è stato (lo scrivente non meglio identificato, forse un Papulus del VI secolo, ma ne dubito. Quel testo è considerato del X secolo) Paolo di Costantinopoli. Tuttavia se alla fine delle pagine c'è la lettera M, allora è una copia della copia di Paolo di Costantinopoli. Inoltre un qualche legatore aveva tagliato le pagine per poterle legare, perdendo molte delle note a margine.
Sembra comunque di capire che lui ha lavorato su un testo originariamente di Prisciano (ad esempio da "placet" del rigo 7 a "caput" del rigo 8 ) , forse il grammatico di Cesarea del VI secolo. Questo testo è importantissimo perché le copie del Farsalia, conosciuto come De Bello Civili (come si legge appunto nelle iscrizioni), è arrivato con manipolazioni aggiunte e sottrazioni di versi. O anche manipolazioni involontarie, come quella di un copista che fece trasbordare le proprie note oltre il margine, andando a icopire alcuni inizi riga.
Se così fosse, si capisce inoltre che ha lasciate inalterate le righe successive, che sono scritte evidentemente da mano diversa.
Infatti Paolo usa la lettera V per la vocale U, mentre più in basso si trova Belli Ciuilis, dove è presente anche una inversione (involontaria?) fra I e T in Explicti.
Più in basso si trovano anche termini come "mersura" cioè testo coperto, probabilmente non chiaro perché sovrascritto o macchiato, e "cassum", cioè che ha eliminato un qualcosa ritenuto di superfluo, ossia non scritto da Lucano. Infine "oms" sovrascritto da una linea è una abbreviazione che sta per "omnes". Queste abbreviazioni sono correnti fra i copisti che scrivevano sotto dettatura e avevano la necessità, inoltre, di risparmiare spazio.
Sembra comunque di capire che lui ha lavorato su un testo originariamente di Prisciano (ad esempio da "placet" del rigo 7 a "caput" del rigo 8 ) , forse il grammatico di Cesarea del VI secolo. Questo testo è importantissimo perché le copie del Farsalia, conosciuto come De Bello Civili (come si legge appunto nelle iscrizioni), è arrivato con manipolazioni aggiunte e sottrazioni di versi. O anche manipolazioni involontarie, come quella di un copista che fece trasbordare le proprie note oltre il margine, andando a icopire alcuni inizi riga.
Se così fosse, si capisce inoltre che ha lasciate inalterate le righe successive, che sono scritte evidentemente da mano diversa.
Infatti Paolo usa la lettera V per la vocale U, mentre più in basso si trova Belli Ciuilis, dove è presente anche una inversione (involontaria?) fra I e T in Explicti.
Più in basso si trovano anche termini come "mersura" cioè testo coperto, probabilmente non chiaro perché sovrascritto o macchiato, e "cassum", cioè che ha eliminato un qualcosa ritenuto di superfluo, ossia non scritto da Lucano. Infine "oms" sovrascritto da una linea è una abbreviazione che sta per "omnes". Queste abbreviazioni sono correnti fra i copisti che scrivevano sotto dettatura e avevano la necessità, inoltre, di risparmiare spazio.
Miglior risposta
Risposte
Grazie, sei gentilissimo.
Dico che lì non è un apparato critico in senso stretto, dice solo dove e quali libri ha compiuto la pulizia. Non come e perché e quali criteri ha usato.
[quote=Naturalmente dovrei capire come si sono originati questi errori.][/quote]
Questo è esattamente il punto su cui si dibatte sin dal VI secolo e che ha prodotto una sterminata letteratura.
Potrebbe esserti d'aiuto il De Lucani Codice Montepessulanuo, o le svariatissime dissertazioni su De Lucani Pharsaliae, che però non posseggo e dunque non posso aiutarti. Tuttavia una ricerca su internet danno alcuni di questi testi in vendita a cifre abbordabili (10/20 euro). Non ho idea se tutto ciò possa aiutarti.
In rete ho trovato la Scholia Vetera in M.Aennei Lucani Bellum Civile. E' datato, ma consta di poco più di una ventina di pagine. In mancanza d'altro, darci un'occhiata non dovrebbe far male: https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044055004782;view=1up;seq=5;size=125
[quote=Naturalmente dovrei capire come si sono originati questi errori.][/quote]
Questo è esattamente il punto su cui si dibatte sin dal VI secolo e che ha prodotto una sterminata letteratura.
Potrebbe esserti d'aiuto il De Lucani Codice Montepessulanuo, o le svariatissime dissertazioni su De Lucani Pharsaliae, che però non posseggo e dunque non posso aiutarti. Tuttavia una ricerca su internet danno alcuni di questi testi in vendita a cifre abbordabili (10/20 euro). Non ho idea se tutto ciò possa aiutarti.
In rete ho trovato la Scholia Vetera in M.Aennei Lucani Bellum Civile. E' datato, ma consta di poco più di una ventina di pagine. In mancanza d'altro, darci un'occhiata non dovrebbe far male: https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044055004782;view=1up;seq=5;size=125
Ciao e grazie per il tuo tempo.
Perché dici che non è un apparato critico?
Io l'avevo interpretato cosi:
Il primo pezzo non lo capivo proprio, supponevo che si riferisse alle parti del testo indicate dal numero davanti e che erano state prese dai mss, rispettivamte c1 e prisciano piu gli altri codici ma i numeri che seguono non li capisco.
Nella seconda parte invece io direi che l'editore, in questo caso Badalì ha redatto Lucano secondo i suoi criteri, diversi da altri codici. Direi che P riporta una introduzione al libro VI diversa da Z,U,M...che Badali ritiene solo di dover mettere in apparato ma non nel testo, dunque credo che la consideri opsra dei copisti.
In seguito analizza le diverse varianti tra cui "cassum" che io considero variante di casus e casum(scelta da Badalí). Idem con mersura e mensura. Naturalmente dovrei capire come si sono originati questi errori.
Il problema è che anche l'introduzione è in latino
Aggiunto 45 secondi più tardi:
Aspetto risconti sulla mia teoria
Perché dici che non è un apparato critico?
Io l'avevo interpretato cosi:
Il primo pezzo non lo capivo proprio, supponevo che si riferisse alle parti del testo indicate dal numero davanti e che erano state prese dai mss, rispettivamte c1 e prisciano piu gli altri codici ma i numeri che seguono non li capisco.
Nella seconda parte invece io direi che l'editore, in questo caso Badalì ha redatto Lucano secondo i suoi criteri, diversi da altri codici. Direi che P riporta una introduzione al libro VI diversa da Z,U,M...che Badali ritiene solo di dover mettere in apparato ma non nel testo, dunque credo che la consideri opsra dei copisti.
In seguito analizza le diverse varianti tra cui "cassum" che io considero variante di casus e casum(scelta da Badalí). Idem con mersura e mensura. Naturalmente dovrei capire come si sono originati questi errori.
Il problema è che anche l'introduzione è in latino
Aggiunto 45 secondi più tardi:
Aspetto risconti sulla mia teoria