De eloquentiae vi - Versione
Salve, mi servirebbe una versione ma ho notato che non c'è da nessuna parte. La versione è del libro Ex novo, pagina 372 numero 6. ve la posto qui. il titolo è "De eloquentiae vi". Tanta est vis eloquentiae, idest potestatis bene dicendi, ut per eam discamus quae ignoramus et quae cognoscimus etiam aliis tradamus. Cum eloquentiae vis in nobis sit, nobis est potestas persuamendi, miserorum poenas levandi et omnium eorum qui consolatione egent et spem amissuri sunt. Aliud officium eloquentiae est in pavidis timorem delere et voluptates iramque resolvere causa animi quietem reciperandi. Tam multa eloquentiae commoda sunt, ut iure eam artem divinam appellemus. Eloquentiae vis similis robori musicae artis est, adeo ut philosophi quidam linguam et dentes appellarent.
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E' così grande la forza dell'eloquenza, cioè della facoltà di parlare bene, che per mezzo di essa impariamo le cose che non sappiamo e trasmettiamo anche ad altri quelle che conosciamo. Poiché la forza dell'eloquenza è in noi, abbiamo la facoltà di convincere, di alleviare le sofferenze degli infelici e di tutti quelli che mancano di consolazione e stanno per perdere la speranza. Un altro compito dell'eloquenza è eliminare il timore nei paurosi e cancellare le voluttà e l'ira per recuperare la tranquillità d'animo. Sono così tanti i vantaggi dell'eloquenza che giustamente la chiamiamo arte divina. La forza dell'eloquenza è simile alla forza della musica, al punto che alcuni filosofi chiamavano la lingua «plettro», e i denti «corde».
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