Romanticismo leopardi
aiuto vorrei un riassunto del romanticismo secondo leopardi???
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Leopardi e il Romanticismo
La formazione di Leopardi era stata rigorosamente classicistica, ed era stata consolidata dall'amicizia con un esponente qualificato del classicismo come Giordani. Perciò, nella polemica tra classicisti e romantici, egli doveva inevitabilmente prendere posizione contro le tesi romantiche. Per lui, la poesia è soprattutto espressione di una spontaneità originaria, di un mondo interiore immaginoso e fantastico, proprio dei primitivi e dei fanciulli. Per questo consente con i romantici italiani nella loro critica al classicismo accademico e pedantesco; però rimprovera agli scrittori romantici un'artificiosa retorica simmetrica e contraria a quella dei classicisti, nella ricerca dello strano, dell'orrido, del truculento; rimprovera loro anche il predominio della logica sulla fantasia, l'aderenza al «vero» che spegne ogni immaginazione. Al contrario, proprio i classici antichi sono per lui un esempio mirabile di poesia fresca, spontanea, immaginosa. Leopardi ripropone dunque i classici come modelli, ma con uno spirito romantico. Si può parlare perciò di un classicismo romantico. Tra le varie forme poetiche, Leopardi privilegia la lirica, intesa come espressione immediata dell'io e della soggettività e dei sentimenti, come canto: in questo Leopardi si contrappone alla scuola romantica lombarda, che tende invece a una letteratura oggettiva, realistica, fondata sul vero, animata da intenti civili, morali, pedagogici, intesa all'utilità sociale, e che quindi predilige le forme narrative e drammatiche. È separato, quindi, dalla cultura romantica dal suo retroterra filosofico, che è illuministico, sensistico e materialistico; però è vicino al Romanticismo per la tensione verso l'infinito, l'esaltazione dell'io e della soggettività, il titanismo, l'enfasi posta sul sentimento, il conflitto illusione-realtà, l'amore per il vago e indefinito, il culto della fanciullezza e del primitivo, il senso tormentato del dolore cosmico.
fonte: http://web.tiscalinet.it/appuntiericerche/Lett.Italiana/gleopardi.HTML
:hi
La formazione di Leopardi era stata rigorosamente classicistica, ed era stata consolidata dall'amicizia con un esponente qualificato del classicismo come Giordani. Perciò, nella polemica tra classicisti e romantici, egli doveva inevitabilmente prendere posizione contro le tesi romantiche. Per lui, la poesia è soprattutto espressione di una spontaneità originaria, di un mondo interiore immaginoso e fantastico, proprio dei primitivi e dei fanciulli. Per questo consente con i romantici italiani nella loro critica al classicismo accademico e pedantesco; però rimprovera agli scrittori romantici un'artificiosa retorica simmetrica e contraria a quella dei classicisti, nella ricerca dello strano, dell'orrido, del truculento; rimprovera loro anche il predominio della logica sulla fantasia, l'aderenza al «vero» che spegne ogni immaginazione. Al contrario, proprio i classici antichi sono per lui un esempio mirabile di poesia fresca, spontanea, immaginosa. Leopardi ripropone dunque i classici come modelli, ma con uno spirito romantico. Si può parlare perciò di un classicismo romantico. Tra le varie forme poetiche, Leopardi privilegia la lirica, intesa come espressione immediata dell'io e della soggettività e dei sentimenti, come canto: in questo Leopardi si contrappone alla scuola romantica lombarda, che tende invece a una letteratura oggettiva, realistica, fondata sul vero, animata da intenti civili, morali, pedagogici, intesa all'utilità sociale, e che quindi predilige le forme narrative e drammatiche. È separato, quindi, dalla cultura romantica dal suo retroterra filosofico, che è illuministico, sensistico e materialistico; però è vicino al Romanticismo per la tensione verso l'infinito, l'esaltazione dell'io e della soggettività, il titanismo, l'enfasi posta sul sentimento, il conflitto illusione-realtà, l'amore per il vago e indefinito, il culto della fanciullezza e del primitivo, il senso tormentato del dolore cosmico.
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