Parafrasi x domaniiii
potete dividere in sequenze e titolare il testo che c'è in allegato?
E infine svolgere le parafrasi dal rigo 467 al 483( se non riuscite a leggere il numero del rigo c'è un puntino blu)
e dopo c'è un esercizio che dice:
Il tono è reso solenne anche dalla presenza di figure retoriche.Individua e spiega la similitudine in esso contenuta
Aggiunto 59 secondi più tardi:
cliccate sopra l'immagine e vi si aprirà una scheda cosi riuscirete a leggere
E infine svolgere le parafrasi dal rigo 467 al 483( se non riuscite a leggere il numero del rigo c'è un puntino blu)
e dopo c'è un esercizio che dice:
Il tono è reso solenne anche dalla presenza di figure retoriche.Individua e spiega la similitudine in esso contenuta
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Risposte
Non si fa salotto nelle discussioni... Per i chiarimenti ci si può benissimo servire dei PM, grazie ;)
si trova solo questo in giro :D
infatti non riesco a individuare il rigo 467...
xD
xD
di tutto :D
ma la parafasi è dal rigo 467 a 483?Oppure è di tutto il testo?
di niente :D
grazie mille ;)
Parafrasi
E già aveva oltrepassato tutte le difficoltà indietreggiando il passoo, ed Euridice, ritornata procedeva verso il cielo superiore sequendolo dietro (e infatti Proserpina aveva dato questo comando, quando una improvvisa pazzia prese l'icauto amante, certamente da perdonare, se i Mani sapesero perdonare: si fermò, e guardò, immemore Oh!e vinto nell'animo, la sua Euridice appena sotto la stessa luce. Qui tutta la fatica fu sciupata e i patti dell'aspro tiranno furono rotti, tre volte un rumore fu udito dal lago averno. Ella disse: "Chi rovinò me misera e te, oh Orfeo, quale pazzia così grande? Ecco che di nuovo i crudeli fati mi chiamano indietro, e il sonno fa cessare le luci naviganti. E ormai addio: sono portata, circondata, dalla grande notte e mentre tendo a te , oh! non tua, lr mani invelide". disse e, giratasi, immeditamente si allontanò dagli occhi, come il tenue fumo misto nell'aria, e non vide lui che afferrava inutilmente le ombre e che voleva direm molte cose; nè il nocchiero dell'Orco accettò di fargli passare di nuovo la palude messa davanti. Che cosa potrebbe fare? dove si trascinerà, rapita la coniuge 2 volte (dopo che la coniuge fu rapita per 2 volte)? con quale lamento potrebbe commuovere i Mani, quali numi con la voce? Ella già navigava nella fredda barchetta stigia. Narrano che egli si lamentò di se stesso per sette interi mesi secondo l'ordine sotto una rupe di aria presso l'onda dello Strimone, e che ricordò queste sotto gli gelidi antri mentre placava le tigri e parlava alle querce con una poesia: come il dolente usignolo si lamenta sotto l'ombra del pioppo dei figli persi, che il duro aratoresottrasse quardando nel nido implume; ma ella piange la notte, sedendo sul ramo ricomincia il canto meraviglioso, e riempe largamente di mesti lameti i luoghi. Nessuna Venere, nessun canto nuziale piegò l'animo: da solo rischiara i ghiacci iperborei e il nevoso Tanai e le regioni mai prive dell'inverno rifeo, lamentandosi della rapita Euridice e dei doni strappati da Dite. Le madri disprezzate dei Ciconi cosparsero con quel regalo il giovane, fatto a pezzi attraverso gli spazi larghi, tra le cose sacre degli dei e nell'orgia notturna di Bacco. Allora,anche mentre Eagro Ebro volgeva il capo divelto dalla marmorea cervice, mentre lo portava nel mezzo dei gorghi, la stessa voce e la fredda lingua chiamavano Euridice, ah! misera Euridice: su tutto il fiume le rive riferivano "Euridice".
http://www.liceoumberto.eu/ipermedia/orfeo/orfeo/analisi_del_mito.htm
E già aveva oltrepassato tutte le difficoltà indietreggiando il passoo, ed Euridice, ritornata procedeva verso il cielo superiore sequendolo dietro (e infatti Proserpina aveva dato questo comando, quando una improvvisa pazzia prese l'icauto amante, certamente da perdonare, se i Mani sapesero perdonare: si fermò, e guardò, immemore Oh!e vinto nell'animo, la sua Euridice appena sotto la stessa luce. Qui tutta la fatica fu sciupata e i patti dell'aspro tiranno furono rotti, tre volte un rumore fu udito dal lago averno. Ella disse: "Chi rovinò me misera e te, oh Orfeo, quale pazzia così grande? Ecco che di nuovo i crudeli fati mi chiamano indietro, e il sonno fa cessare le luci naviganti. E ormai addio: sono portata, circondata, dalla grande notte e mentre tendo a te , oh! non tua, lr mani invelide". disse e, giratasi, immeditamente si allontanò dagli occhi, come il tenue fumo misto nell'aria, e non vide lui che afferrava inutilmente le ombre e che voleva direm molte cose; nè il nocchiero dell'Orco accettò di fargli passare di nuovo la palude messa davanti. Che cosa potrebbe fare? dove si trascinerà, rapita la coniuge 2 volte (dopo che la coniuge fu rapita per 2 volte)? con quale lamento potrebbe commuovere i Mani, quali numi con la voce? Ella già navigava nella fredda barchetta stigia. Narrano che egli si lamentò di se stesso per sette interi mesi secondo l'ordine sotto una rupe di aria presso l'onda dello Strimone, e che ricordò queste sotto gli gelidi antri mentre placava le tigri e parlava alle querce con una poesia: come il dolente usignolo si lamenta sotto l'ombra del pioppo dei figli persi, che il duro aratoresottrasse quardando nel nido implume; ma ella piange la notte, sedendo sul ramo ricomincia il canto meraviglioso, e riempe largamente di mesti lameti i luoghi. Nessuna Venere, nessun canto nuziale piegò l'animo: da solo rischiara i ghiacci iperborei e il nevoso Tanai e le regioni mai prive dell'inverno rifeo, lamentandosi della rapita Euridice e dei doni strappati da Dite. Le madri disprezzate dei Ciconi cosparsero con quel regalo il giovane, fatto a pezzi attraverso gli spazi larghi, tra le cose sacre degli dei e nell'orgia notturna di Bacco. Allora,anche mentre Eagro Ebro volgeva il capo divelto dalla marmorea cervice, mentre lo portava nel mezzo dei gorghi, la stessa voce e la fredda lingua chiamavano Euridice, ah! misera Euridice: su tutto il fiume le rive riferivano "Euridice".
http://www.liceoumberto.eu/ipermedia/orfeo/orfeo/analisi_del_mito.htm