Parafrasi del testo relativo all'Iiade fino al verso 376
parafrasi dell'iliade tradotta da Vincenzo Monti fino al verso 376
Miglior risposta
Ma verrò io stesso nel tuo padiglione ad prenderti la figlia di Brisèo, la tua bella prigioniera; perchè tu capisca quanto io ti supero in potenza,e nessun altro si azzardi a elevarsi al mio livello>.
L'animo di achille si infiammo di furore a queste parole. Gli nacquero due pensieri nel cuore, se prendendo dal fianco la spada aprirsi la via tra la gente, e immergerla nel petto dell'Atride; o se domare l'ira, e tranquillizzare il cuore tempestoso. Ondeggiando tra lo sdegno e i suoi pensieri agitati, la mano gli corse alla spada e fece per trarla dal grosso fodero; quando dal cielo Minerva accorse veloce, mandata da lui dalla dea Era, che amava entrambi i comandanti degli Achei. Gli venne vicino, e prese il fiero Pelìde per i biondi capelli, senza che nessuno la vedesse, tranne lui solo. Achille, stupefatto si scosse, si girò, e subito riconobbe la Dea dai cui occhi uscivano due fiamme di luce terribile, e la chiamò per nome,("e in ratti accenti" questo non so come parafrasarlo...).
Gli disse:.
La dea dagli occhi azzurri rispose:
L'animo di achille si infiammo di furore a queste parole. Gli nacquero due pensieri nel cuore, se prendendo dal fianco la spada aprirsi la via tra la gente, e immergerla nel petto dell'Atride; o se domare l'ira, e tranquillizzare il cuore tempestoso. Ondeggiando tra lo sdegno e i suoi pensieri agitati, la mano gli corse alla spada e fece per trarla dal grosso fodero; quando dal cielo Minerva accorse veloce, mandata da lui dalla dea Era, che amava entrambi i comandanti degli Achei. Gli venne vicino, e prese il fiero Pelìde per i biondi capelli, senza che nessuno la vedesse, tranne lui solo. Achille, stupefatto si scosse, si girò, e subito riconobbe la Dea dai cui occhi uscivano due fiamme di luce terribile, e la chiamò per nome,("e in ratti accenti" questo non so come parafrasarlo...).
Gli disse:.
La dea dagli occhi azzurri rispose:
Miglior risposta
Risposte
Ma nel tuo padiglione ad involarti
Verrò la figlia di Briséo, la bella
Tua prigioniera, io stesso; onde t’avvegga
Quant’io t’avanzo di possanza, e quindi
Altri meco uguagliarsi e cozzar tema.250
Di furore infiammâr l’alma d’Achille
Queste parole. Due pensier gli fêro
Terribile tenzon nell’irto petto,
Se dal fianco tirando il ferro acuto
La via s’aprisse tra la calca, e in seno255
L’immergesse all’Atride; o se domasse
L’ira, e chetasse il tempestoso core.
Fra lo sdegno ondeggiando e la ragione
L’agitato pensier, corse la mano
Sovra la spada, e dalla gran vagina260
Traendo la venía; quando veloce
Dal ciel Minerva accorse, a lui spedita
Dalla diva Giunon, che d’ambo i duci
Egual cura ed amor nudría nel petto.
Gli venne a tergo, e per la bionda chioma265
Prese il fiero Pelíde, a tutti occulta,
A lui sol manifesta. Stupefatto
Si scosse Achille, si rivolse, e tosto
Riconobbe la Diva a cui dagli occhi
Uscían due fiamme di terribil luce,270
E la chiamò per nome, e in ratti accenti,
Figlia, disse, di Giove, a che ne vieni?
Forse d’Atride a veder l’onte? Aperto
Io tel protesto, e avran miei detti effetto:
Ei col suo superbir cerca la morte,275
E la morte si avrà. - Frena lo sdegno,
La Dea rispose dalle luci azzurre:
[p. 10]
Io qui dal ciel discesi ad acchetarti,
Se obbedirmi vorrai. Giuno spedimmi,
Giuno ch’entrambi vi difende ed ama.280
Or via, ti calma, né trar brando, e solo
Di parole contendi. Io tel predíco,
E andrà pieno il mio detto: verrà tempo
Che tre volte maggior, per doni eletti,
Avrai riparo dell’ingiusta offesa.285
Tu reprimi la furia, ed obbedisci.
E Achille a lei: Seguir m’è forza, o Diva,
Benchè d’ira il cor arda, il tuo consiglio.
Questo fia lo miglior. Ai numi è caro
Chi de’ numi al voler piega la fronte.290
Disse; e rattenne su l’argenteo pomo
La poderosa mano, e il grande acciaro
Nel fodero respinse, alle parole
Docile di Minerva. Ed ella intanto
All’auree sedi dell’Egíoco padre295
Sul cielo risalì fra gli altri Eterni.
Achille allora con acerbi detti
Rinfrescando la lite, assalse Atride:
Ebbro! cane agli sguardi e cervo al core!
Tu non osi giammai nelle battaglie300
Dar dentro colla turba; o negli agguati
Perigliarti co’ primi infra gli Achei,
Chè ogni rischio t’è morte. Assai per certo
Meglio ti torna di ciascun che franco
Nella grand’oste achea contro ti dica,305
Gli avuti doni in securtà rapire.
Ma se questa non fosse, a cui comandi,
Spregiata gente e vil, tu non saresti
Del popol tuo divorator tiranno,
E l’ultimo de’ torti avresti or fatto.310
Ma ben t’annunzio, ed altamente il giuro
[p. 11]
Per questo scettro (che diviso un giorno
Dal montano suo tronco unqua nè ramo
Nè fronda metterà, nè mai virgulto
Germoglierà, poichè gli tolse il ferro315
Con la scorza le chiome, ed ora in pugno
Sel portano gli Achei che posti sono
Del giusto a guardia e delle sante leggi
Ricevute dal ciel), per questo io giuro,
E invïolato sacramento il tieni:320
Stagion verrà che negli Achei si svegli
Desiderio d’Achille, e tu salvarli
Misero! non potrai, quando la spada
Dell’omicida Ettór farà vermigli
Di larga strage i campi: e allor di rabbia325
Il cor ti roderai, chè sì villana
Al più forte de’ Greci onta facesti.
Disse; e gittò lo scettro a terra, adorno
D’aurei chiovi, e s’assise. Ardea l’Atride
Di novello furor, quando nel mezzo330
Surse de’ Pilii l’orator, Nestorre
Facondo sì, che di sua bocca usciéno
Più che mel dolci d’eloquenza i rivi.
Di parlanti con lui nati e cresciuti
Nell’alma Pilo ei già trascorse avea335
Due vite, e nella terza allor regnava.
Con prudenti parole il santo veglio
Così loro a dir prese: Eterni Dei!
Quanto lutto alla Grecia, e quanta a Príamo
Gioia s’appresta ed a’ suoi figli e a tutta340
La dardania città, quando fra loro
Di voi s’intenda la fatal contesa,
Di voi che tutti di valor vincete
E di senno gli Achei! Deh m’ascoltate,
Chè minor d’anni di me siete entrambi;345
[p. 12]
Ed io pur con eroi son visso un tempo
Di voi più prodi, e non fui loro a vile:
Ned altri tali io vidi unqua, né spero
Di riveder più mai, quale un Drïante
Moderator di genti, e Piritóo,350
Céneo ed Essadio e Polifemo uom divo,
E l’Egíde Teseo pari ad un nume.
Alme più forti non nudría la terra,
E forti essendo combattean co’ forti,
Co’ montani Centauri, e strage orrenda355
Ne fean. Con questi, a lor preghiera, io spesso
Partendomi da Pilo e dal lontano
Apio confine, a conversar venía,
E secondo mie forze anch’io pugnava.
Ma di quanti mortali or crea la terra360
Niun potría pareggiarli. E nondimeno
Da quei prestanti orecchio il mio consiglio
Ed il mio detto obbedïenza ottenne.
E voi pur anco m’obbedite adunque,
Chè l’obbedirmi or giova. Inclito Atride,365
Deh non voler, sebben sì grande, a questi
Tor la fanciulla; ma ch’ei s’abbia in pace
Da’ Greci il dato guiderdon consenti:
Nè tu cozzar con inimico petto
Contra il rege, o Pelíde. Un re supremo,370
Cui d’alta maestà Giove circonda,
Uguaglianza d’onore unqua non soffre.
Se generato d’una diva madre
Tu lui vinci di forza, ei vince, o figlio,
Te di poter, perchè a più genti impera.375
Deh pon giù l’ira, Atride, e placherassi
Verrò la figlia di Briséo, la bella
Tua prigioniera, io stesso; onde t’avvegga
Quant’io t’avanzo di possanza, e quindi
Altri meco uguagliarsi e cozzar tema.250
Di furore infiammâr l’alma d’Achille
Queste parole. Due pensier gli fêro
Terribile tenzon nell’irto petto,
Se dal fianco tirando il ferro acuto
La via s’aprisse tra la calca, e in seno255
L’immergesse all’Atride; o se domasse
L’ira, e chetasse il tempestoso core.
Fra lo sdegno ondeggiando e la ragione
L’agitato pensier, corse la mano
Sovra la spada, e dalla gran vagina260
Traendo la venía; quando veloce
Dal ciel Minerva accorse, a lui spedita
Dalla diva Giunon, che d’ambo i duci
Egual cura ed amor nudría nel petto.
Gli venne a tergo, e per la bionda chioma265
Prese il fiero Pelíde, a tutti occulta,
A lui sol manifesta. Stupefatto
Si scosse Achille, si rivolse, e tosto
Riconobbe la Diva a cui dagli occhi
Uscían due fiamme di terribil luce,270
E la chiamò per nome, e in ratti accenti,
Figlia, disse, di Giove, a che ne vieni?
Forse d’Atride a veder l’onte? Aperto
Io tel protesto, e avran miei detti effetto:
Ei col suo superbir cerca la morte,275
E la morte si avrà. - Frena lo sdegno,
La Dea rispose dalle luci azzurre:
[p. 10]
Io qui dal ciel discesi ad acchetarti,
Se obbedirmi vorrai. Giuno spedimmi,
Giuno ch’entrambi vi difende ed ama.280
Or via, ti calma, né trar brando, e solo
Di parole contendi. Io tel predíco,
E andrà pieno il mio detto: verrà tempo
Che tre volte maggior, per doni eletti,
Avrai riparo dell’ingiusta offesa.285
Tu reprimi la furia, ed obbedisci.
E Achille a lei: Seguir m’è forza, o Diva,
Benchè d’ira il cor arda, il tuo consiglio.
Questo fia lo miglior. Ai numi è caro
Chi de’ numi al voler piega la fronte.290
Disse; e rattenne su l’argenteo pomo
La poderosa mano, e il grande acciaro
Nel fodero respinse, alle parole
Docile di Minerva. Ed ella intanto
All’auree sedi dell’Egíoco padre295
Sul cielo risalì fra gli altri Eterni.
Achille allora con acerbi detti
Rinfrescando la lite, assalse Atride:
Ebbro! cane agli sguardi e cervo al core!
Tu non osi giammai nelle battaglie300
Dar dentro colla turba; o negli agguati
Perigliarti co’ primi infra gli Achei,
Chè ogni rischio t’è morte. Assai per certo
Meglio ti torna di ciascun che franco
Nella grand’oste achea contro ti dica,305
Gli avuti doni in securtà rapire.
Ma se questa non fosse, a cui comandi,
Spregiata gente e vil, tu non saresti
Del popol tuo divorator tiranno,
E l’ultimo de’ torti avresti or fatto.310
Ma ben t’annunzio, ed altamente il giuro
[p. 11]
Per questo scettro (che diviso un giorno
Dal montano suo tronco unqua nè ramo
Nè fronda metterà, nè mai virgulto
Germoglierà, poichè gli tolse il ferro315
Con la scorza le chiome, ed ora in pugno
Sel portano gli Achei che posti sono
Del giusto a guardia e delle sante leggi
Ricevute dal ciel), per questo io giuro,
E invïolato sacramento il tieni:320
Stagion verrà che negli Achei si svegli
Desiderio d’Achille, e tu salvarli
Misero! non potrai, quando la spada
Dell’omicida Ettór farà vermigli
Di larga strage i campi: e allor di rabbia325
Il cor ti roderai, chè sì villana
Al più forte de’ Greci onta facesti.
Disse; e gittò lo scettro a terra, adorno
D’aurei chiovi, e s’assise. Ardea l’Atride
Di novello furor, quando nel mezzo330
Surse de’ Pilii l’orator, Nestorre
Facondo sì, che di sua bocca usciéno
Più che mel dolci d’eloquenza i rivi.
Di parlanti con lui nati e cresciuti
Nell’alma Pilo ei già trascorse avea335
Due vite, e nella terza allor regnava.
Con prudenti parole il santo veglio
Così loro a dir prese: Eterni Dei!
Quanto lutto alla Grecia, e quanta a Príamo
Gioia s’appresta ed a’ suoi figli e a tutta340
La dardania città, quando fra loro
Di voi s’intenda la fatal contesa,
Di voi che tutti di valor vincete
E di senno gli Achei! Deh m’ascoltate,
Chè minor d’anni di me siete entrambi;345
[p. 12]
Ed io pur con eroi son visso un tempo
Di voi più prodi, e non fui loro a vile:
Ned altri tali io vidi unqua, né spero
Di riveder più mai, quale un Drïante
Moderator di genti, e Piritóo,350
Céneo ed Essadio e Polifemo uom divo,
E l’Egíde Teseo pari ad un nume.
Alme più forti non nudría la terra,
E forti essendo combattean co’ forti,
Co’ montani Centauri, e strage orrenda355
Ne fean. Con questi, a lor preghiera, io spesso
Partendomi da Pilo e dal lontano
Apio confine, a conversar venía,
E secondo mie forze anch’io pugnava.
Ma di quanti mortali or crea la terra360
Niun potría pareggiarli. E nondimeno
Da quei prestanti orecchio il mio consiglio
Ed il mio detto obbedïenza ottenne.
E voi pur anco m’obbedite adunque,
Chè l’obbedirmi or giova. Inclito Atride,365
Deh non voler, sebben sì grande, a questi
Tor la fanciulla; ma ch’ei s’abbia in pace
Da’ Greci il dato guiderdon consenti:
Nè tu cozzar con inimico petto
Contra il rege, o Pelíde. Un re supremo,370
Cui d’alta maestà Giove circonda,
Uguaglianza d’onore unqua non soffre.
Se generato d’una diva madre
Tu lui vinci di forza, ei vince, o figlio,
Te di poter, perchè a più genti impera.375
Deh pon giù l’ira, Atride, e placherassi
io non ho il testo di monti, se vuoi ti do la parafrasi che avevo fatto io... il senso generale dovrebbe corrispondere, ma alcune parti potrebbero non coincidere...
altrimenti, se posti il testo, te la faccio:)
altrimenti, se posti il testo, te la faccio:)
libro uno grazie non so come fare
di quale dei libri?