NOVELLE DI VERGA
i personaggi principali e secondari,punto di vista(onniscente interno,esterno)l'idea che trasmette l'autore.delle novelle: Nedda, Rosso Malpelo, Fantasticheria, Jeli il Pastore, Libertà, Malaria, la Roba, la Lupa.
Risposte
Ti consiglio questo link, che mi sembra pertinente al tuo lavoro:
http://spazioinwind.libero.it/gsbo/giovanni_verga.htm
(non ho avuto il tempo di rileggere tutte le novelle, quindi ti pregherei di ri-controllare i personaggi di ogni novella).
idee che trasmette l'autore: Nedda è una donna semplice che raccoglie olive nel Viagrande e abita a Ravanusa. Sua madre è malata ed è costretta a lavorare molto, l'unica cosa che la consola è l'amore per Janu. Janu è malato, ma per vivere deve lavorare, un giorno cade da un albero e muore lasciano Nedda sola con la figlia che aspetta da lui. Nedda decide di abbandonare ad un convento la bambina che poi muore il racconto si conclude con queste parole di Nedda: "... cogli occhi asciutti e spalancati fuor di misura. - Oh, benedetta voi, Vergine Santa! esclamò - che mi avete tolto la mia creatura per non farla soffrire come me!"... Verga in questo racconto mette in risalto la cattiveria, l'aridità e l'incomprensione dei più ricchi, attraverso Nedda, Verga confronta l'umiltà e la vita delle sue creature umili agli animali, ma non per rappresentare l'animalità o la brutalità , ma più per rappresentare la pazienza, il silenzio, la mancanza di protesta e di critica. L'animale qui non simboleggia il grado più basso dell'umanità, ma al contrario rappresenta quello più più umile che cerca di arrivare alla santità. In questa novella Verga porta alla luce la situazione degli umili, dei poveri, dei vinti, che si arrendono al loro destino di fame e povertà.
PERSONAGGI:
Principali
NEDDA: È una contadina che accetta il suo calvario. Ha gli occhi neri e scintillanti, asciutti e impassibili.
JANU: è povero e innamorato di Nedda, tanto che per sposarla lavora fino al punto di ammalarsi e morire
secondari
MADRE DI NEDDA
FIGLIA DI NEDDA
NARRATORE:
Nella prima parte della novella il narratore usa la prima persona, per riflettere il ricordo della sua infanzia, quando inizia il racconto su Nedda, la narrazione diventa in terza persona
idee che trasmette l'autore: La storia narra il viaggio di una signora molto elegante, che si trova ad "attraversare" il mondo dei poveri. Nel viaggio apprende che quelle persone sono molto attaccate a quella terra che talvolta è loro molto ostile. Il tenace attaccamento dei poveri alla loro terra, è espresso qui nell'"ideale dell'ostrica": la povera gente è attaccata alla terra come l'ostrica ad uno scoglio e il loro più grande timore ("le insidie del gambero" o "coltello del palombaro che le stacca dallo scoglio") consiste nella paura che qualcuno possa staccarle da quello stesso scoglio
PERSONAGGI:
Principali
NARRATORE: Colto e onnisciente.
RICCA SIGNORA: donna elegante e radicata al proprio mondo, che si stupisce della realtà che vede
secondari
PERSONE UMILI
NARRATORE:
Il narratore è interno.
idee che trasmette l'autore: Appartiene alle novelle drammatiche del Verga. È la storia di Raffaele detto Jeli. Jeli è un pastore di cavalli vissuto sempre solo nei campi innamorato fin da bambino della figlia di Massaro Agrippino, Mara. I due si sposano e Jeli è tanto felice di questa unione che non crede al tradimento della moglie con don Alfonso, almeno fino a quando non li vede ballare insieme e con estrema naturalezza il protagonista si scaglia contro il rivale e lo sgozzo come fosse un capretto. Jeli ritiene il suo atto giusto fino alle ultime battute, quando al giudice dice: "Come?...Non dovevo ucciderlo nemmeno?...Se mi aveva preso la Mara!". Tutta la psicologia della storia ruota intorno al personaggio di Jeli che è tanto semplice e ingenuo nel rapportarsi alle cose o alle persone che è incapace di avere reazioni calcolate, ma solo istintive
PERSONAGGI:
Principali
JELI: Protagonista.
MARA: Moglie di Jeli
secondari
MASSARO AGRIPPINO:: Padre della Mara
DON ALFONSO: Amante della moglie, poi assassinato
GNA' LIA: Madre di Mara
NARRATORE:
Il narratore è esterno.
idee che trasmette l'autore: La folla che inneggia alla libertà riempià le strade di tutta la città. In nome della libertà vengono uccisi preti, notai, molti galantuomini, ma anche i loro figli per paura che, un domani, sarebbero diventati come i loro genitori. Alla sera, finiti i tumulti, tutti rientrano nelle proprie case pensando a come spartirsi le ricchezze dei galantuomini, ma se non c’erano più notai, come si potevano spartire queste ricchezze?
Il giorno dopo arriva il generale a far giustizia, subito vengono fucilate 4 o 5 persone, dopo arrivano anche i giudici che, presi i colpevoli, li conducono in città per un processo che dura tre anni. In questa novella Verga reinterpreta il massacro di Bronte del 1860. I protagonisti di questa novella ridanno vita al sentimento che aveva alimentato i moti siciliani che sono sintomatici della rabbia degli oppressi e dello sdegno contro le prepotenze. La novella dà la voce alla libertà . Nella vicenda l'Avv. Lombardo rappresenta l'unione tra popolo e stato, ma è anche simbolo del senso del dovere. La storia interpreta il ciclo perpetuo che impone all'uomo di essere o vittima o persecutore.
PERSONAGGI:
Principali
POPOLO DI BRONTE: Inteso come una massa
secondari
NEDDU:: Figlio del notaio
DON PAOLO
DON ANTONIO
LA BARONESSA E I FIGLI
NINO BIXIO
LOMBARDO
NARRATORE:
Il narratore è esterno.
idee che trasmette l'autore: Mazzaro, il protagonista della novella è un essere umano venuto al mondo senza nulla, ne` denaro ne` beni ne` famiglia (si esclude la madre), che da bracciante diventa un ricco latifondista. Egli dal nulla diventa ricco grazie al suo lavoro, le sue privazioni e la sua intelligenza, tutto questo sforzo è volto per accaparrarsi la “roba”. La “roba” diventa per Mazzarò una ragione di vita non ha affetti e una vita che gli consente di godersi le sue ricchezze. Quando arriva la morte si ribella proprio perché per lui morire significa staccarsi, lasciare, abbandonare la cara "roba". Mazzarò era ricco, ma si priva di tutto perchè era molto tirchio. Per Verga l’uomo è sempre vittima del destino e non può cambiarlo, per questo continua la vita nella sofferenza.
PERSONAGGI:
MAZZARO':
ROBA
NARRATORE:
Il narratore è esterno.
idee che trasmette l'autore: Parla della malaria e di compare Carmine aveva perso i suoi cinque figli: tre maschi in età da lavoro e due femmine. Dopo che i figli si erano ammalati Carmine non spendeva più soldi per le medicine ma andava a pesca e preparava i suoi piatti migliori per stimolare l’appetito del malato. Fra i figli di Carmine l’ultimo a morire aveva una forte paura della morte che una notte si buttò nel lago. C’era chi della malaria era guarito senza prendere le medicine, come Cirino lo scimunito. Cirino non aveva una casa ma sostava sempre davanti a Valsavoia perché la strada era trafficata e molta gente gli dava due centesimi. L’unico nemico di Cirino fu la ferrovia perché la gente ormai non percorreva più la strada. La ferrovia portò la rovina anche all’oste. Gli affari andavano bene, tanto che egli aveva avuto quattro mogli, tutte morte per malaria, fatto che gli aveva procurato il soprannome di "Ammazzamogli", ma con la costruzione della linea ferroviaria nessuno si fermava più all’osteria: l’unico cliente era il cantoniere. Alla sera, quando l’oste vedeva passare il treno carico di gente pensava: "Per certa gente non esiste la malaria". Quando non poté pagare l’affitto il padrone lo mandò via e l’oste trovò lavoro nella ferrovia. Stanco ormai di correre su e giù per le rotaie vedeva il treno passare con le sue luci e i sedili imbottiti, e lui, seduto su una panchina, pensava: "Per questi qui non c’è proprio la malaria!"..(tratta dai nostri appunti) La malattia nella novella sembra assumere concretezza, anche questa novella è drammatica.
http://spazioinwind.libero.it/gsbo/giovanni_verga.htm
(non ho avuto il tempo di rileggere tutte le novelle, quindi ti pregherei di ri-controllare i personaggi di ogni novella).
Nedda:
idee che trasmette l'autore: Nedda è una donna semplice che raccoglie olive nel Viagrande e abita a Ravanusa. Sua madre è malata ed è costretta a lavorare molto, l'unica cosa che la consola è l'amore per Janu. Janu è malato, ma per vivere deve lavorare, un giorno cade da un albero e muore lasciano Nedda sola con la figlia che aspetta da lui. Nedda decide di abbandonare ad un convento la bambina che poi muore il racconto si conclude con queste parole di Nedda: "... cogli occhi asciutti e spalancati fuor di misura. - Oh, benedetta voi, Vergine Santa! esclamò - che mi avete tolto la mia creatura per non farla soffrire come me!"... Verga in questo racconto mette in risalto la cattiveria, l'aridità e l'incomprensione dei più ricchi, attraverso Nedda, Verga confronta l'umiltà e la vita delle sue creature umili agli animali, ma non per rappresentare l'animalità o la brutalità , ma più per rappresentare la pazienza, il silenzio, la mancanza di protesta e di critica. L'animale qui non simboleggia il grado più basso dell'umanità, ma al contrario rappresenta quello più più umile che cerca di arrivare alla santità. In questa novella Verga porta alla luce la situazione degli umili, dei poveri, dei vinti, che si arrendono al loro destino di fame e povertà.
PERSONAGGI:
Principali
NEDDA: È una contadina che accetta il suo calvario. Ha gli occhi neri e scintillanti, asciutti e impassibili.
JANU: è povero e innamorato di Nedda, tanto che per sposarla lavora fino al punto di ammalarsi e morire
secondari
MADRE DI NEDDA
FIGLIA DI NEDDA
NARRATORE:
Nella prima parte della novella il narratore usa la prima persona, per riflettere il ricordo della sua infanzia, quando inizia il racconto su Nedda, la narrazione diventa in terza persona
Fantasticheria:
idee che trasmette l'autore: La storia narra il viaggio di una signora molto elegante, che si trova ad "attraversare" il mondo dei poveri. Nel viaggio apprende che quelle persone sono molto attaccate a quella terra che talvolta è loro molto ostile. Il tenace attaccamento dei poveri alla loro terra, è espresso qui nell'"ideale dell'ostrica": la povera gente è attaccata alla terra come l'ostrica ad uno scoglio e il loro più grande timore ("le insidie del gambero" o "coltello del palombaro che le stacca dallo scoglio") consiste nella paura che qualcuno possa staccarle da quello stesso scoglio
PERSONAGGI:
Principali
NARRATORE: Colto e onnisciente.
RICCA SIGNORA: donna elegante e radicata al proprio mondo, che si stupisce della realtà che vede
secondari
PERSONE UMILI
NARRATORE:
Il narratore è interno.
Jeli il Pastore:
idee che trasmette l'autore: Appartiene alle novelle drammatiche del Verga. È la storia di Raffaele detto Jeli. Jeli è un pastore di cavalli vissuto sempre solo nei campi innamorato fin da bambino della figlia di Massaro Agrippino, Mara. I due si sposano e Jeli è tanto felice di questa unione che non crede al tradimento della moglie con don Alfonso, almeno fino a quando non li vede ballare insieme e con estrema naturalezza il protagonista si scaglia contro il rivale e lo sgozzo come fosse un capretto. Jeli ritiene il suo atto giusto fino alle ultime battute, quando al giudice dice: "Come?...Non dovevo ucciderlo nemmeno?...Se mi aveva preso la Mara!". Tutta la psicologia della storia ruota intorno al personaggio di Jeli che è tanto semplice e ingenuo nel rapportarsi alle cose o alle persone che è incapace di avere reazioni calcolate, ma solo istintive
PERSONAGGI:
Principali
JELI: Protagonista.
MARA: Moglie di Jeli
secondari
MASSARO AGRIPPINO:: Padre della Mara
DON ALFONSO: Amante della moglie, poi assassinato
GNA' LIA: Madre di Mara
NARRATORE:
Il narratore è esterno.
Libertà:
idee che trasmette l'autore: La folla che inneggia alla libertà riempià le strade di tutta la città. In nome della libertà vengono uccisi preti, notai, molti galantuomini, ma anche i loro figli per paura che, un domani, sarebbero diventati come i loro genitori. Alla sera, finiti i tumulti, tutti rientrano nelle proprie case pensando a come spartirsi le ricchezze dei galantuomini, ma se non c’erano più notai, come si potevano spartire queste ricchezze?
Il giorno dopo arriva il generale a far giustizia, subito vengono fucilate 4 o 5 persone, dopo arrivano anche i giudici che, presi i colpevoli, li conducono in città per un processo che dura tre anni. In questa novella Verga reinterpreta il massacro di Bronte del 1860. I protagonisti di questa novella ridanno vita al sentimento che aveva alimentato i moti siciliani che sono sintomatici della rabbia degli oppressi e dello sdegno contro le prepotenze. La novella dà la voce alla libertà . Nella vicenda l'Avv. Lombardo rappresenta l'unione tra popolo e stato, ma è anche simbolo del senso del dovere. La storia interpreta il ciclo perpetuo che impone all'uomo di essere o vittima o persecutore.
PERSONAGGI:
Principali
POPOLO DI BRONTE: Inteso come una massa
secondari
NEDDU:: Figlio del notaio
DON PAOLO
DON ANTONIO
LA BARONESSA E I FIGLI
NINO BIXIO
LOMBARDO
NARRATORE:
Il narratore è esterno.
La Roba:
idee che trasmette l'autore: Mazzaro, il protagonista della novella è un essere umano venuto al mondo senza nulla, ne` denaro ne` beni ne` famiglia (si esclude la madre), che da bracciante diventa un ricco latifondista. Egli dal nulla diventa ricco grazie al suo lavoro, le sue privazioni e la sua intelligenza, tutto questo sforzo è volto per accaparrarsi la “roba”. La “roba” diventa per Mazzarò una ragione di vita non ha affetti e una vita che gli consente di godersi le sue ricchezze. Quando arriva la morte si ribella proprio perché per lui morire significa staccarsi, lasciare, abbandonare la cara "roba". Mazzarò era ricco, ma si priva di tutto perchè era molto tirchio. Per Verga l’uomo è sempre vittima del destino e non può cambiarlo, per questo continua la vita nella sofferenza.
PERSONAGGI:
MAZZARO':
ROBA
NARRATORE:
Il narratore è esterno.
Malaria:
idee che trasmette l'autore: Parla della malaria e di compare Carmine aveva perso i suoi cinque figli: tre maschi in età da lavoro e due femmine. Dopo che i figli si erano ammalati Carmine non spendeva più soldi per le medicine ma andava a pesca e preparava i suoi piatti migliori per stimolare l’appetito del malato. Fra i figli di Carmine l’ultimo a morire aveva una forte paura della morte che una notte si buttò nel lago. C’era chi della malaria era guarito senza prendere le medicine, come Cirino lo scimunito. Cirino non aveva una casa ma sostava sempre davanti a Valsavoia perché la strada era trafficata e molta gente gli dava due centesimi. L’unico nemico di Cirino fu la ferrovia perché la gente ormai non percorreva più la strada. La ferrovia portò la rovina anche all’oste. Gli affari andavano bene, tanto che egli aveva avuto quattro mogli, tutte morte per malaria, fatto che gli aveva procurato il soprannome di "Ammazzamogli", ma con la costruzione della linea ferroviaria nessuno si fermava più all’osteria: l’unico cliente era il cantoniere. Alla sera, quando l’oste vedeva passare il treno carico di gente pensava: "Per certa gente non esiste la malaria". Quando non poté pagare l’affitto il padrone lo mandò via e l’oste trovò lavoro nella ferrovia. Stanco ormai di correre su e giù per le rotaie vedeva il treno passare con le sue luci e i sedili imbottiti, e lui, seduto su una panchina, pensava: "Per questi qui non c’è proprio la malaria!"..(tratta dai nostri appunti) La malattia nella novella sembra assumere concretezza, anche questa novella è drammatica.
le novelle sono molte!
per quando ti servirebbe?
ROSSO MALPELO:
PERSONAGGI PRINCIPALI malpelo e ranocchio
PERSONAGGI SECONDARI la madre e la sorella di malpelo, il padre morto di malpelo, i colleghi di lavoro nella cava
PUNTO DI VISTA: narratore esterno onniscente (narra della morte del padre, avvenuta prima,delel motivazioni per cui malpelo è duro con ranocchio, di come madre e sorella trattano malpelo)
IDEA: il ragazzo è condannato a vivere sulle orme del padre, ripetando la sua miseria e la sua tragica fine. Non consoce amore e pensa che l'amore coincida con la crudeltà che le donne della sua famigli agli dimostrano. Per questo è cattivo con ranocchio, per questo motivo lo picchia e lo umilia...pe rinsegnargli a essere forte, perchè tiene a lui e non vuole che soccomba agli altri.
fa riflettere anche oggi...che genere di amore possono imparare i figli maltrattati o abusati?
LA LUPA:
PERSONAGGI PRINCIPALI: la lupa, nanni il genero della lupa
PERSONAGGI SECONDARI: maricchia la figlia della lupa, il brigadiere.
PUNTO DI VISTA: narratore esterno a focalizzazione 0 (è narrato in terza persona, ma non rivela i pensieri -solo le parole e i gesti- dei personaggi)
IDEA: la lupa è una donna che pensa solo ai propri desideri ed è mossa solo dalle passioni. a queste sottometta la vita della figlia, facendole sposare un uomo che lei non vuole, pur di tenerselo vicino. In questo modo distruggerà la propria famiglia, si condannerà alla morte, dopo aver reso folle il genero, incapace di resistere al fascino della suocera - strega ammaliatrice
per quando ti servirebbe?
ROSSO MALPELO:
PERSONAGGI PRINCIPALI malpelo e ranocchio
PERSONAGGI SECONDARI la madre e la sorella di malpelo, il padre morto di malpelo, i colleghi di lavoro nella cava
PUNTO DI VISTA: narratore esterno onniscente (narra della morte del padre, avvenuta prima,delel motivazioni per cui malpelo è duro con ranocchio, di come madre e sorella trattano malpelo)
IDEA: il ragazzo è condannato a vivere sulle orme del padre, ripetando la sua miseria e la sua tragica fine. Non consoce amore e pensa che l'amore coincida con la crudeltà che le donne della sua famigli agli dimostrano. Per questo è cattivo con ranocchio, per questo motivo lo picchia e lo umilia...pe rinsegnargli a essere forte, perchè tiene a lui e non vuole che soccomba agli altri.
fa riflettere anche oggi...che genere di amore possono imparare i figli maltrattati o abusati?
LA LUPA:
PERSONAGGI PRINCIPALI: la lupa, nanni il genero della lupa
PERSONAGGI SECONDARI: maricchia la figlia della lupa, il brigadiere.
PUNTO DI VISTA: narratore esterno a focalizzazione 0 (è narrato in terza persona, ma non rivela i pensieri -solo le parole e i gesti- dei personaggi)
IDEA: la lupa è una donna che pensa solo ai propri desideri ed è mossa solo dalle passioni. a queste sottometta la vita della figlia, facendole sposare un uomo che lei non vuole, pur di tenerselo vicino. In questo modo distruggerà la propria famiglia, si condannerà alla morte, dopo aver reso folle il genero, incapace di resistere al fascino della suocera - strega ammaliatrice