Marcovaldo di Italo Calvino
Secondo voi Calvino nella novella 'Funghi in citta' muove una critica alla societa' della sua epoca, ma che puo' essere riportata anche alla nostra?
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Guarda io ti riporto un pezzo di analisi che naturalmente devi sintetizzare a parole tue, ti inserisco anche in fondo due note segnalate, devo dire che risponde esattamente alle tue esigenze:
In Marcovaldo Calvino unisce aspetti fiabeschi e ironia per affrontare temi e problematiche attuali 3: la vita caotica in città, l’urbanizzazione senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente e la povertà delle fasce più basse della popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali. L'ambientazione - la città di Marcovaldo è senza nome, ma probabilmente ispirata a Torino, una delle protagoniste del boom economico degli anni Sessanta - è il modello di ogni città, e diventa lo specchio di questa mescolanza di quotidianità mediocre ed invenzione fantastica: la metropoli è grigia, spenta e illuminata solo da luci artificiali, e tuttavia il protagonista sa rintracciarvi, con sensibilità e malinconia, i piccoli segni di una natura che non si arrende. L’azienda per cui Marcovaldo lavora, la Sbav, è il prototipo dell’azienda che sfrutta i suoi lavoratori, e al tempo stesso il simbolo della società dei consumi (tanto che non si specifica nemmeno cosa la ditta produca effettivamente). La vita di Marcovaldo è insomma quella dell’operaio inurbato, fatta di difficoltà e di privazioni, e il mondo attorno a lui è spesso ostile e indifferente, tanto che spesso egli si perde e si smarrisce nella cità stessa. Altre volte - come nel racconto d'apertura, Funghi in città - l’illusione di trovare un “paradiso terrestre” nel contesto urbano può portare a conseguenze involontariamente tragicomiche. E infatti l’autore tiene a precisare che:
L’idillio «industriale» è preso di mira allo stesso tempo dell’idillio «campestre»: non solo non è possibile un «ritorno indietro» nella storia, ma anche quell’«indietro» non è mai esistito, è un’illusione. [...] presentando questo libro per le scuole, vogliamo dare ai ragazzi una lettura in cui i temi della vita contemporanea sono trattati con spirito pungente, senza indulgenze retoriche, con un invito costante alla riflessione. 4
NOTE:
3 ”A contrasto con la semplicità quasi infantile della trama d’ogni novella, l’impostazione stilistica è basata sulll’alternarsi di un tono poetico-rarefatto [...] e il contrappunto prosastico-ironico della vita urbana contemporanea, delle piccole e grandi miserie della vita”. (ivi, p. 1235).
4 Ivi, pp. 1236-1238.
In Marcovaldo Calvino unisce aspetti fiabeschi e ironia per affrontare temi e problematiche attuali 3: la vita caotica in città, l’urbanizzazione senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente e la povertà delle fasce più basse della popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali. L'ambientazione - la città di Marcovaldo è senza nome, ma probabilmente ispirata a Torino, una delle protagoniste del boom economico degli anni Sessanta - è il modello di ogni città, e diventa lo specchio di questa mescolanza di quotidianità mediocre ed invenzione fantastica: la metropoli è grigia, spenta e illuminata solo da luci artificiali, e tuttavia il protagonista sa rintracciarvi, con sensibilità e malinconia, i piccoli segni di una natura che non si arrende. L’azienda per cui Marcovaldo lavora, la Sbav, è il prototipo dell’azienda che sfrutta i suoi lavoratori, e al tempo stesso il simbolo della società dei consumi (tanto che non si specifica nemmeno cosa la ditta produca effettivamente). La vita di Marcovaldo è insomma quella dell’operaio inurbato, fatta di difficoltà e di privazioni, e il mondo attorno a lui è spesso ostile e indifferente, tanto che spesso egli si perde e si smarrisce nella cità stessa. Altre volte - come nel racconto d'apertura, Funghi in città - l’illusione di trovare un “paradiso terrestre” nel contesto urbano può portare a conseguenze involontariamente tragicomiche. E infatti l’autore tiene a precisare che:
L’idillio «industriale» è preso di mira allo stesso tempo dell’idillio «campestre»: non solo non è possibile un «ritorno indietro» nella storia, ma anche quell’«indietro» non è mai esistito, è un’illusione. [...] presentando questo libro per le scuole, vogliamo dare ai ragazzi una lettura in cui i temi della vita contemporanea sono trattati con spirito pungente, senza indulgenze retoriche, con un invito costante alla riflessione. 4
NOTE:
3 ”A contrasto con la semplicità quasi infantile della trama d’ogni novella, l’impostazione stilistica è basata sulll’alternarsi di un tono poetico-rarefatto [...] e il contrappunto prosastico-ironico della vita urbana contemporanea, delle piccole e grandi miserie della vita”. (ivi, p. 1235).
4 Ivi, pp. 1236-1238.
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