Domande sui promessi sposi...
Potete rx a qst domande? Grazie
1-Don Abbondio ha un rapporto e una considerazione diversa con i personaggi di Perpetua, Renzo e don Rodrigo: descrivene le caraterisiche pche ritieni importanti
2-Azzaccarbugli rappresenta il difensore della giustizia, che cosa pensa l'autore della giustizia del '600?
3-quali opinioni si avvincono nei primi capitoli rispetto a don rodrigo da parte di : perpetua renzo il natrratore.
4-Nella digressio su padre Cristoforo il narratore descrive la cerimonia del perdono: qual è l'atteggiamento di padre cristoforo qnd entra nel palazzo, quale comportamento ha la folla e infine quale comportamento del fratello dell'ucciso.
Grazie
1-Don Abbondio ha un rapporto e una considerazione diversa con i personaggi di Perpetua, Renzo e don Rodrigo: descrivene le caraterisiche pche ritieni importanti
2-Azzaccarbugli rappresenta il difensore della giustizia, che cosa pensa l'autore della giustizia del '600?
3-quali opinioni si avvincono nei primi capitoli rispetto a don rodrigo da parte di : perpetua renzo il natrratore.
4-Nella digressio su padre Cristoforo il narratore descrive la cerimonia del perdono: qual è l'atteggiamento di padre cristoforo qnd entra nel palazzo, quale comportamento ha la folla e infine quale comportamento del fratello dell'ucciso.
Grazie
Risposte
Ok allora chiudo:)
perfetto :)
:hi
:hi
Grazie ti ringrazio un kasotto...io nn sopporto i ps...mi hai salvato
E finalmente l'ultima : (cmq se ti posso dare un consiglio potresti anche mettere qualke riferimento ad oggi....don rodrigo,fra cristoforo e soprattutto don abbondio sono personaggi immortali e vivi in un certo senso anke oggi)
1)Don Abbondio si colloca in una posizione sociale privilegiata,che gli consentirebbe di mettersi in una condizione di forza,senza esercitare la violenza,e da difendersi da ogni torto,senza essere costretto a farne.
Invece,egli è un uomo che da una posizione di forza sceglie di essere debole e che da una posizione di forza sceglie di essere servo,per di più "volontario".
"Cosa comanda?" questa battuta racchiude tutto il rispetto servile di Don Abbondio nei confronti dei potenti,in fondo,come Manzoni ricorda al lettore,"non era nato con un cuor di leone".
Così Don Abbondio,con la sua passività e il suo desiderio di compiacere i potenti(al solo nome di Don Rodrigo è preda del terrore),mette in moto il meccanismo narrativo ,trovandosi impegnato in una promessa(o almeno, così l'intendevano i bravi) che procurerà tanti e dolorosi guai ai due giovani protagonisti.
Quindi se è oppresso da coloro che sono più forti di lui,è a sua volta oppressore dei più deboli sui quali sfoga di tanto in tanto il suo malumore.
Egli non è prete per vocazione,ma per un gesto di sottomissione dunque, perchè stupirsi se,per evitare di essere coinvolto in una brutta storia,ubbedisce ai bravi?
Fondamentale,in questo senso,la scusante che utilizza Don Abbondio con i bravi:egli non c'entra niente,è assolutamente estraneo alla faccenda...." i giovani fanno i loro comodi e poi,per far andare le cose a posto,mettono in mezzo il povero curato":non accenna minimamente al suo dovere di curato o ai nobili fini del sacerdozio.
E' Perpetua,un'umile serva,ad ammonire il sacerdote a comportarsi con più dignità e con quel coraggio e quella fermezza richiesti dall'abito che porta.
Ma è anche una sorta di "spalla" ,capace di metterne in risalto il carattere e i sentimenti
1)Don Abbondio si colloca in una posizione sociale privilegiata,che gli consentirebbe di mettersi in una condizione di forza,senza esercitare la violenza,e da difendersi da ogni torto,senza essere costretto a farne.
Invece,egli è un uomo che da una posizione di forza sceglie di essere debole e che da una posizione di forza sceglie di essere servo,per di più "volontario".
"Cosa comanda?" questa battuta racchiude tutto il rispetto servile di Don Abbondio nei confronti dei potenti,in fondo,come Manzoni ricorda al lettore,"non era nato con un cuor di leone".
Così Don Abbondio,con la sua passività e il suo desiderio di compiacere i potenti(al solo nome di Don Rodrigo è preda del terrore),mette in moto il meccanismo narrativo ,trovandosi impegnato in una promessa(o almeno, così l'intendevano i bravi) che procurerà tanti e dolorosi guai ai due giovani protagonisti.
Quindi se è oppresso da coloro che sono più forti di lui,è a sua volta oppressore dei più deboli sui quali sfoga di tanto in tanto il suo malumore.
Egli non è prete per vocazione,ma per un gesto di sottomissione dunque, perchè stupirsi se,per evitare di essere coinvolto in una brutta storia,ubbedisce ai bravi?
Fondamentale,in questo senso,la scusante che utilizza Don Abbondio con i bravi:egli non c'entra niente,è assolutamente estraneo alla faccenda...." i giovani fanno i loro comodi e poi,per far andare le cose a posto,mettono in mezzo il povero curato":non accenna minimamente al suo dovere di curato o ai nobili fini del sacerdozio.
E' Perpetua,un'umile serva,ad ammonire il sacerdote a comportarsi con più dignità e con quel coraggio e quella fermezza richiesti dall'abito che porta.
Ma è anche una sorta di "spalla" ,capace di metterne in risalto il carattere e i sentimenti
grazie mille
4)Fra Cristoforo ci viene innanzitutto presentato attraverso un ritratto fisico che allude però esplicitamente al suo temperamento:sembra che in lui convivano due anime,una fiera e focosa,eredità dell'uomo "antico",e un'altra,animata da un grande ardore di carità e propria dell'uomo nuovo.La conversione non è un evento fulmineo,non è dovuta all'intervento di forze inspiegabili ma è stata "preparata":l'animo di Lodovico era già indirizzato al cambiamento al tempo del tragico evento(il duello con il nobile).
Ma è proprio il perdono del fratello dell'ucciso che consente a fra Cristoforo di vivere ideali opposti a quelli della società corrotta e violenta,nella quale aveva vissuto fino a quel momento.
Fra Cristoforo si presenta con umiltà,pentito e desideroso di compiacere in tuttola famiglia dll'ucciso.
Qui si manifesta tutta la tendenza seicentesca al fasto e l'esteriorità:potrebbe sembrare di assistere ad una rappresentazione teatrle;ed anche in questo caso non mancano gli spettatori,desiderosi di presenziare alla penosa scena dell'umiliazione di Cristoforo.
Tuttavia i ruoli stanno per invertirsi:fra Cristoforo devienta il protagonista dell'azione,lui la curiosità della gente in attesa faceva quasi sembrare una vittima sacrificale;al contrario,saranno umiliati e smascherati nella loro vuota maschinità proprio coloro che si ritengono custodi e difensori dei valori tradizionali.
In questo quadro rientra il fratello dell' ucciso che è "offeso" non perchè colpito dalla morte del fratello,ma perchè Lodovico aveva avuto la meglio in una questione d'onore.Il sintomo più evidente è il suo discorso impacciato che probabilmente differisce molto da quello che aveva pensato di dover fare(certo non si aspettava il comportamento e le parole di fra Cristoforo).
3)Don Rodrigo,"motore" dell'azione,in un certo senso è in scena dal primo capitolo senza essere presente fisicamente:è molto più che un nome pronunciato,per quanto altisonante,è un lampo di terrore nella mente di Don Abbondio,un assassinoper il povero Renzo.
Il letore,pur non conoscendolo fisicamente,riesce dunque fin dai primi capitoli a farsi un'idea attraverso le parole di Lucia o fra Cristoforo,un'idea della malvagità odiosa che lo qualifica.
E' una figura incombente,un'ombra minacciosa,ma senza corpo,senza consistenza e ,quando ci si aspetterebbe qualche indicazione più precisa,il narratore tace.o,per meglio dire,ci offre il ritratto della sua casa,una sorta di doppio di colui che la abita
ok,mi manca solo la prima...quando ho tempo te la posto :hi
Ma è proprio il perdono del fratello dell'ucciso che consente a fra Cristoforo di vivere ideali opposti a quelli della società corrotta e violenta,nella quale aveva vissuto fino a quel momento.
Fra Cristoforo si presenta con umiltà,pentito e desideroso di compiacere in tuttola famiglia dll'ucciso.
Qui si manifesta tutta la tendenza seicentesca al fasto e l'esteriorità:potrebbe sembrare di assistere ad una rappresentazione teatrle;ed anche in questo caso non mancano gli spettatori,desiderosi di presenziare alla penosa scena dell'umiliazione di Cristoforo.
Tuttavia i ruoli stanno per invertirsi:fra Cristoforo devienta il protagonista dell'azione,lui la curiosità della gente in attesa faceva quasi sembrare una vittima sacrificale;al contrario,saranno umiliati e smascherati nella loro vuota maschinità proprio coloro che si ritengono custodi e difensori dei valori tradizionali.
In questo quadro rientra il fratello dell' ucciso che è "offeso" non perchè colpito dalla morte del fratello,ma perchè Lodovico aveva avuto la meglio in una questione d'onore.Il sintomo più evidente è il suo discorso impacciato che probabilmente differisce molto da quello che aveva pensato di dover fare(certo non si aspettava il comportamento e le parole di fra Cristoforo).
3)Don Rodrigo,"motore" dell'azione,in un certo senso è in scena dal primo capitolo senza essere presente fisicamente:è molto più che un nome pronunciato,per quanto altisonante,è un lampo di terrore nella mente di Don Abbondio,un assassinoper il povero Renzo.
Il letore,pur non conoscendolo fisicamente,riesce dunque fin dai primi capitoli a farsi un'idea attraverso le parole di Lucia o fra Cristoforo,un'idea della malvagità odiosa che lo qualifica.
E' una figura incombente,un'ombra minacciosa,ma senza corpo,senza consistenza e ,quando ci si aspetterebbe qualche indicazione più precisa,il narratore tace.o,per meglio dire,ci offre il ritratto della sua casa,una sorta di doppio di colui che la abita
ok,mi manca solo la prima...quando ho tempo te la posto :hi
ah fai come voui...solo ke qst sono solo 4...in realtà di compito c'è ne ha date 15...solo ke nn volevo approfittarmene=)
ah allora di tempo ne hai anke troppo ;) :)
ma vuoi che ti risponda anke alle altre?fimmi sapere :hi
ma vuoi che ti risponda anke alle altre?fimmi sapere :hi
per l'inizio della scuola...qnd a settembre...cmq grazie 1000
2)Per l'autore,Manzoni,nel '600 ci si trova di fronte l'anti-giustizia,che impiega la legge a favore dei criminali,e che si esprime nel romanzo attraverso la figura di Azzeccagarbugli.
Quest'ultimo possiede dei dei libri,ha una cultura,seppur modesta.E' un avvocato,un uomo di legge che viene presentato al lettore attraverso gli occhi dei poverelli,di coloro che non sanno trovare una soluzione adeguata ai loro problemi e che ripongono grande fiducia in chi "sa".
Azzeccagarbugli dovrebbe,almeno in teoria,essere un difensore dell'ordine,pronto ad applicare la legge,soprattutto quando questa garantisce la protezione del debole contro il prepotente.
Si può allora parlare di trionfo della giustizia?Purtroppo,ciò acade raramente nella vita reale e Manzoni lo sa benissimo,tanto da affidare ad un uomo come Azzeccagarbugli la protica del diritto.
La legge gli interessa,ma solo perchè gli suggerisce le trappole più efficaci,gli imbrogli,i cavilli più astuti,con i quali sottrarre idelinquenti alla giustizia.
E' servile con chi conta,ma arrogante con chi non può difendersi(analogamente a don abbondio,ank'egli è dominato dal timore di scontrarsi con i potenti.
Il giudizio morale del narratore emerge attraverso un'ironia feroce,che presenta azzeccagarbugli persino incapace di comprendere la vera natura di renzo,il suo ruolo di vittima e non di oppressore.
Chiaccherone,vuoto di ideali,meschino e mediocre in tutto...in lui la giustizia è davvero negata:questo stravolgimento non risparmia nessuno;il gioco della vuote apparenze fa sì che il colpevole sembrì la vittima e l'offeso diventi l'offensore .
Per adesso ti ho risposto alla seconda domanda(che,tra l'altro,è molto interessante ) per rispondere alle altre dovrei ripassarmi un pò i promessi sposi altrimenti rischio di scrivere cretinate ...ma per quando ti servono?? :hi
Quest'ultimo possiede dei dei libri,ha una cultura,seppur modesta.E' un avvocato,un uomo di legge che viene presentato al lettore attraverso gli occhi dei poverelli,di coloro che non sanno trovare una soluzione adeguata ai loro problemi e che ripongono grande fiducia in chi "sa".
Azzeccagarbugli dovrebbe,almeno in teoria,essere un difensore dell'ordine,pronto ad applicare la legge,soprattutto quando questa garantisce la protezione del debole contro il prepotente.
Si può allora parlare di trionfo della giustizia?Purtroppo,ciò acade raramente nella vita reale e Manzoni lo sa benissimo,tanto da affidare ad un uomo come Azzeccagarbugli la protica del diritto.
La legge gli interessa,ma solo perchè gli suggerisce le trappole più efficaci,gli imbrogli,i cavilli più astuti,con i quali sottrarre idelinquenti alla giustizia.
E' servile con chi conta,ma arrogante con chi non può difendersi(analogamente a don abbondio,ank'egli è dominato dal timore di scontrarsi con i potenti.
Il giudizio morale del narratore emerge attraverso un'ironia feroce,che presenta azzeccagarbugli persino incapace di comprendere la vera natura di renzo,il suo ruolo di vittima e non di oppressore.
Chiaccherone,vuoto di ideali,meschino e mediocre in tutto...in lui la giustizia è davvero negata:questo stravolgimento non risparmia nessuno;il gioco della vuote apparenze fa sì che il colpevole sembrì la vittima e l'offeso diventi l'offensore .
Per adesso ti ho risposto alla seconda domanda(che,tra l'altro,è molto interessante ) per rispondere alle altre dovrei ripassarmi un pò i promessi sposi altrimenti rischio di scrivere cretinate ...ma per quando ti servono?? :hi
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