AIUTOOOOOOOOO...

topolina89
Ciao a tutti...!domani ho tema...la prof mette 3 temi di cui uno di Shakespeare...e io non so niente...In internet non riescoa trovare nulla di interessante tipo i vari temi delle opere,o tipo la donna per lui ecc...
Qualcuno mi aiuti VI PREGO!!!!
Devo prendere un bel voto perchè ho il debito!
Grazie 1 Bacio

Risposte
topolina89
Grazie mille!!!!
Davvero!!!!
Comunque ne ho un altro per casa di tema...:cry

sciuz92
ok :con

SuperGaara
Ma io ho detto che è una documentazione: ci sono parti sia in italiano che in inglese! Inoltre è un'ampia presentazione di shakespeare, poi non so quali parti le interessano...

sciuz92
lsarebbe passato direttamente copia incolla su word e aver stampato..avrei fatto cosi

SuperGaara
Beh se le interessa...:lol:lol

sciuz92
:O_o chi si mette a leggerla:blush

SuperGaara
Eccoti una documentazione da cui puoi trarre spunto:

Shakespeare e il suo tempo

Secondo le normali biografie Shakespeare nacque in Inghilterra a Stratford-on-Avon nell’aprile del 1567, in quei luoghi frequentò la locale Grammar School, si sposò a circa 18 anni e alcuni anni dopo andò a Londra, dove divenne un attore ed un drammaturgo molto famoso. Egli morì nell’aprile del 1616 e fu sepolto nella Parish Church a Stratford. La sua biblioteca fu lasciata al suo benefattore, il conte William Herbert di Pembroke; è ovvio che dall’analisi dei suoi libri si potrebbe sapere qualcosa di più sulla sua esistenza, peccato però che per ragioni nazionalistiche essa non è mai stata messa a disposizione dei biografi internazionali.

Pertanto le notizie che possediamo a suo riguardo non sono poi del tutto così sicure, infatti su ogni enciclopedia moderna troviamo spesso la dicitura “incerte sono le notizie biografiche” e benché a più riprese si sia attribuita la creazione dei suoi lavori a personaggi come Francis Bacone, Christopher Marlowe, Edward de Vere, William Stanley o altri nobili autori del tempo, il mistero permane. Forse era persino uno straniero e questo potrebbe spiegarci perché all’epoca la sua morte non suscitò grande commozione né tanto meno alcun lutto nazionale. Per di più c’è anche da dire che la sua vasta fama letteraria iniziò a maturare solo ben oltre un secolo dopo la sua morte.

Vi è persino una teoria del professor Martino Iuvara, un siciliano, sostenuta peraltro da altri studiosi, che assegnerebbe al grande bardo un’origine tutta italiana. Il grande autore infatti sarebbe stato figlio di un medico di Messina originario di Palermo, Giovanni Florio, e della nobile consorte Guglielma Crollalanza, e si sarebbe chiamato Michelangelo. Il padre, uno spirito libero, avrebbe avuto la sventatezza di manifestare il suo pensiero critico nei confronti della chiesa del tempo in un libello polemico e per questo sarebbe stato bollato come eretico; costretto dunque a fuggire con la famiglia dalla Sicilia si sarebbe poi rifugiato a Treviso.

Secondo questa tesi il giovane Michelangelo studia a Venezia, Padova, in Grecia e in questo periodo conosce anche Giordano Bruno, che oltre a trasmettergli parecchie delle sue idee, gli da delle lettere di presentazione per due nobili inglesi: il conte di Southampton e il conte di Pembroke. Per sottrarlo al pericolo delle persecuzioni religiose il padre lo fa viaggiare parecchio e alla fine a circa 24 anni Michelangelo arriva in Inghilterra da un cugino della madre che abita a Stratford-on-Avon. E così quando il figlio di costui, un certo William, muore, il nostro eroe, per evitare ulteriori pericoli, ne assume il nome diventando appunto William Shakespeare (Crollalanza).

Negli anni successivi Shakespeare che aveva già scritto varie commedie inizia a fare l’attore e l’autore di teatro e il suo matrimonio con la bella nobildonna Anne Hathaway aiuta la sua scalata al successo. Che sia verità o fantasia questa teoria viene suffragata in più punti da analisi molto dettagliate e comunque dobbiamo pur sempre ammettere che più di un terzo dei suoi 37 drammi sono ambientati in Italia e lasciano inoltre presupporre una buona conoscenza diretta dei luoghi descritti.

Tuttavia non è la sua origine che ci interessa più di tanto, anche perché ciò che conta maggiormente è ovviamente la sua opera. Comunque c’è da dire che l’ipotesi sopra citata è molto affascinante e per questo ho ritenuto opportuno riportarla. Inoltre c’è da aggiungere che nel 1925 capita al professor Santi Paladino di leggere un volumetto di proverbi di un calvinista del nord Italia, un certo Michelangelo Florio, intitolato I Secondi Frutti, che finisce per alimentare ancora di più il mistero, infatti molti di questi proverbi si trovano proprio nell’Amleto di Shakespeare. In ogni caso per il momento terminiamo qui questa breve indagine sulla sua vita e procediamo oltre.

Le sue opere sono state create per essere interpretate, infatti nel periodo Elisabettiano i drammi teatrali generalmente venivano prima recitati e solo in un secondo momento venivano scritti e dati alle stampe. Ma non è questo quello che ci interessa in questa introduzione, infatti noi ci limiteremo a riportare degli aforismi, delle citazioni, dei pensieri, degli stralci della sua produzione, proprio per mettere in evidenza come il suo teatro, e ciò che più conta il suo linguaggio, sia un’acuta testimonianza della profondità della misteriosa natura umana e delle azioni che la caratterizzano.

Le sue opere trattano tutte quelle che sono le problematiche dell’esistenza e della sua organizzazione sociale. Troviamo così delle meravigliose e spietate analisi dei sentimenti e delle passioni umane, ma anche delle riflessioni sul comportamento umano e politico in relazione alle principali questioni morali del genere umano.

Shakespeare non inventò le storie dei suoi drammi e delle sue tragedie, ma li rielaborò profondamente da un punto di vista linguistico dando sempre un’estrema importanza all’etica del comportamento umano e alle sue ripercussioni nella vita sociale. Così le false illusioni, l’ambizione per il potere, la cieca passione, la lussuria, l’egoismo, la stupidità e tutti i difetti dell’essere umano servono al grande drammaturgo per creare le sue immortali opere d’arte.

Ci sono comunque dei capisaldi nella sua produzione che ci rivelano quelle che in parte dovevano essere le sue convinzioni; per esempio l’idea che la capacità politica e la sensibilità morale tendevano sempre a divergere, oppure la convinzione che il potere dovesse sempre avere una forte impersonalità che ovviamente si poneva sempre in contrasto con il comportamento morale dell’uomo comune. Proprio per queste ragioni le sue parole sono sempre molto severe e talvolta diventano vere e proprie frecciate satiriche nei confronti dell’autorità e di chi governa il mondo.

Un altro aspetto cruciale della sua produzione si identifica nei conflitti tragici che caratterizzano la vita dei suoi personaggi, quasi tutti condizionati da un “Fatal Flaw”, un difetto fatale, che alla fine finisce sempre per pregiudicare la felicità della loro vita. Così il male come le passioni violente e malvage che da sempre caratterizzano il nostro pianeta vengono analizzate in maniera esemplare, tanto che molti anni dopo le sue opere serviranno da materia di studio per il padre della psicanalisi, il grande Sigmund Freud, che da Shakespeare certamente imparò molto.

Shakespeare, da grande genio, ovviamente non tenne in considerazione le tre vetuste regole aristoteliche che all’epoca caratterizzavano la produzione teatrale, e così l’unità di tempo, di luogo e di azione naturalmente andavano a farsi friggere per dare spazio alla grandezza del suo linguaggio, delle sue invenzioni artistiche e della sua eccezionale umanità letteraria. Egli fu in grado di sostituire la povertà delle scenografie con la ricchezza dei suo testi, e così grazie alla maestosità della sua prosa poetica riuscì, in un’atmosfera mista di tragicità e di comicità, a dare unità ai suoi capolavori.

Un’altra caratteristica geniale del suo teatro è quella di aver dato al “Clown”, sotto le mentite spoglie di una strana e divertente follia, una sorta di magnetismo popolare e filosofico, veramente saggio e indipendente. Se gli altri appunto sono normali, noi dobbiamo per forza essere pazzi e dobbiamo criticare la vanità della nostra umanità. I drammi storici sono infatti drammi del potere, i drammi classici sono pure drammi del potere, un’immensa varietà di consigli e di rimproveri a chi governa e a chi è governato per non fargli mai dimenticare la stupidità dell’autorità e dell’arroganza e le ancora più miserabili illusioni della funesta ambizione di onnipotenza.

L’evoluzione delle sue tragedie sembra voler sempre sottolineare che l’uomo è in grado di capire quali sono le forze buone e cattive che dirigono la propria esistenza, ma la sua mente è troppo debole per fare sempre la scelta giusta e così ecco che si compie il dramma della nostra vita. Tutto questo ci viene veicolato attraverso un grande e maestrale uso di immagini linguistiche, un esemplare impiego di tutte le figure retoriche, una massiccia varietà di simboli, di contrasti e di paradossi.

Talvolta i personaggi meno importanti rivestono un ruolo fondamentale per l’evoluzione della storia e questo come a sottolineare che ogni persona così come ogni cosa hanno un’estrema importanza in questo nostro misterioso universo. Talvolta invece lo studio del carattere dei personaggi prevale sulla narrazione degli eventi e grazie ad una saggezza superiore, acquisita tramite l’esperienza, l’atmosfera dei suoi drammi si trasforma diventando via via più serena e quieta, abbandonando così l’impeto della passione e la tragicità degli eventi.

Da buon autore rinascimentale Shakespeare mette tutto in discussione e si appresta ad indagare con grande perizia all’interno dei più grandi misteri del suo tempo: la natura del potere, l’attitudine della gente nei confronti dell’autorità, l’onestà e la disonestà dell’essere umano, la corruzione dei costumi, la pazzia e la saggezza, la virtù ed il vizio, la viltà e ed il servilismo, il coraggio e la dignità, l’ipocrisia del linguaggio e la falsità della natura, il tragico contrasto tra il reale e l’ideale, tra ciò che è e ciò che sembra, tra la realtà e l’apparenza, e ancora la passione dell’ambizione, i dogmi della dottrina e i dubbi di una mente libera, incerta e anelante di giustizia, di uguaglianza, di libertà e di felicità.

Nel rinascimento infatti il dubbio assale ogni cosa e così, quasi come un buon dadaista, “Dada dubita di tutto”, anche Shakespeare si fa interprete delle istanze intellettuali del suo tempo e mette in discussione la nobiltà del potere, così come la dignità dell’autorità. La violazione di questo senso di ordine e di unità ci lascia chiaramente spaesati, ma liberi, liberi di riflettere e di interpretare il nostro destino, alla ricerca di sempre nuove conoscenze e di nuovi artifici che ci possano aiutare a vivere meglio.

Anche il tema della vendetta ricorre spesso, ma alla fine, come nell’Amleto, lascia spazio anch’esso al dubbio, alla riflessione, all’angoscia, alla speculazione, alla ricerca, alla colpa e all’ambiguità del nostro procedere. E così si cercano le somiglianze tra le cose più disparate e le disuguaglianze tra le cose che apparentemente sembrano più simili: si inizia così il percorso della ricerca più meticolosa all’interno della nostra vita e della nostra arte, che rende la letteratura del tutto simile alla filosofia e alla scienza.

Carl William Brown

La reputazione di Shakespeare

Le persone che non hanno un’istruzione hanno un’inventiva esuberante, e sono senz’altro libere dai pregiudizi. Shakespeare fu poco istruito, come risulta chiaro tanto dalla freschezza della sua immaginazione quanto dalla varietà dei suoi concetti. Milton invece sa di accademia, tanto nel pensiero, come nel sentimento. Shakespeare non aveva dovuto svolgere a scuola dei temi in favore della virtù e contro il vizio. Dobbiamo a questa circostanza il tono sano e non affettato del suo teatro. Se desideriamo conoscere la forza del genio umano dobbiamo leggere Shakespeare. Se vogliamo constatare quanto sia insignificante l’istruzione umana possiamo studiare i suoi commentatori.
William Hazlitt 1778-1830, British Writer and Critic

Cazamian parlando dell’umorismo di Shakespeare notava : « Le réalisme, point de départ et loi constante d’une oeuvre humoristique, n’est pas seulment le principe accepté de son art, mais en est la vie même. Une telle ouverture à la variété infinie des choses et des êtres exclut tout parti pris, toute théorie et tout choix préconçu. Or l’humour justement réclame la liberté d'une penseé sans aucune attache. »
Cazamian, Louis Scrittore e critico francese

Se gli altri sono saggi, noi allora dobbiamo per forza essere pazzi; anche perché, come diceva il grande Shakespeare, se il folle pensa seriamente di essere saggio, in realtà è il saggio che sa per certo di essere folle.
Carl William Brown 1960-200.., Italian teacher, surrealistic reformer and writer.

To see him act is like reading Shakespeare by flashes of lightning.
Samuel Taylor Coleridge 1772-1834, British Poet, Critic, Philosopher

England has two books, one which she has made and one which has made her: Shakespeare and the Bible.
Victor Hugo 1802-1885, French Poet, Dramatist, Novelist

If those gentlemen would let me alone I should be much obliged to them. I would say, as Shakespeare would say... “Sweet Friend, for Jesus sake forbear.”
Thomas Carlyle 1795-1881, Scottish Philosopher, Author

We do not fear censorship for we have no wish to offend with improprieties or obscenities, but we do demand, as a right, the liberty to show the dark side of wrong, that we may illuminate the bright side of virtue - the same liberty that is conceded to the art of the written word, that art to which we owe the Bible and the works of Shakespeare.
David Wark Griffiths 1875-1948, American Pioneer Film Director

Find enough clever things to say, and you’re a Prime Minister; write them down and you’re a Shakespeare.
George Bernard Shaw 1856-1950, Irish-born British Dramatist

Dreaming is an act of pure imagination, attesting in all men a creative power, which, if it were available in waking, would make every man a Dante or Shakespeare.
Francis Herbert Hedge 1846-1924, British Philosopher

There is hardly a pioneer’s hut which does not contain a few odd volumes of Shakespeare. I remember reading the feudal drama of Henry V for the first time in a log cabin.
Alexis De Tocqueville 1805-1859, French Social Philosopher

If a man is called to be a streetsweeper, he should sweep streets even as Michelangelo painted, or Beethoven composed music, or Shakespeare wrote poetry. He should sweep streets so well that all the hosts of heaven and earth will pause to say, here lived a great streetsweeper who did his job well.
Martin Luther King Jr. 1929-1968, American Black Leader, Nobel Prize Winner, 1964

If you write fiction you are, in a sense, corrupted. There’s a tremendous corruptibility for the fiction writer because you’re dealing mainly with sex and violence. These remain the basic themes, they’re the basic themes of Shakespeare whether you like it or not.
Anthony Burgess 1917-1993, British Writer, Critic

When I heard the word “stream” uttered with such a revolting primness, what I think of is urine and not the contemporary novel. And besides, it isn’t new, it is far from the dernier cri. Shakespeare used it continually, much too much in my opinion, and there’s Tristam Shandy, not to mention the Agamemnon.
James Joyce 1882-1941, Irish Author

You ask whether I have ever been in love: fool as I am, I am not such a fool as that. But if one is only to talk from first-hand experience, conversation would be a very poor business. But though I have no personal experience of the things they call love, I have what is better - the experience of Sappho, of Euripides, of Catallus, of Shakespeare, of Spenser, of Austen, of Bronte, of anyone else I have read.
C. S. Lewis 1898-1963, British Academic, Writer, Christian Apologist

Here Greek and Roman find themselves alive along these crowded shelves; and Shakespeare treads again his stage, and Chaucer paints anew his age.
John Greenleaf Whittier 1807-1892, American Poet, Reformer, Author

The artist is of no importance. Only what he creates is important, since there is nothing new to be said. Shakespeare, Balzac, Homer have all written about the same things, and if they had lived one thousand or two thousand years longer, the publishers wouldn’t have needed anyone since.
William Faulkner 1897-1962, American Novelist

In real life, unlike in Shakespeare, the sweetness of the rose depends upon the name it bears. Things are not only what they are. They are, in very important respects, what they seem to be.
Hubert H. Humphrey 1911-1978, American Democratic Politician, Vice President

Single-mindedness is all very well in cows or baboons; in an animal claiming to belong to the same species as Shakespeare it is simply disgraceful.
Aldous Huxley 1894-1963, British Author

Playing Shakespeare is really tiring. You never get to sit down, unless you’re the king.
Josephine Hull Actress

Now we sit through Shakespeare in order to recognize the quotations.
Orson Welles 1915-1985, American Film Maker

A remarkable thing about Shakespeare is that he is really very good in spite of all the people who say he is very good.
Robert Graves 1895-1985, British Poet, Novelist

Shakespeare, Leonardo Da Vinci, Benjamin Franklin, and Lincoln never saw a movie, heard a radio, or looked at a TV They had loneliness and knew what to do with it. They were not afraid of being lonely because they knew that was when the creative mood in them would mark.
Carl Sandburg 1878-1967, American Poet

Raphael paints wisdom; Handel sings it, Phidias carves it, Shakespeare writes it, Wren builds it, Columbus sails it, Luther preaches it, Washington arms it, Watt mechanizes it.
Ralph Waldo Emerson 1803-1882, American Poet, Essayist

Young women... you are, in my opinion, disgracefully ignorant. You have never made a discovery of any sort of importance. You have never shaken an empire or led an army into battle. The plays by Shakespeare are not by you, and you have never introduced a barbarous race to the blessings of civilization. What is your excuse?
Virginia Woolf 1882-1941, British Novelist, Essayist

The aim, if reached or not, makes great the life: try to be Shakespeare, leave the rest to fate!
Robert Browning 1812-1889, British Poet

Each writer is born with a repertory company in his head. Shakespeare has perhaps 20 players, and Tennessee Williams has about 5, and Samuel Beckett one - and maybe a clone of that one. I have 10 or so, and that’s a lot. As you get older, you become more skillful at casting them.
Gore Vidal

The characteristic of Chaucer is intensity: of Spencer, remoteness: of Milton elevation and of Shakespeare everything.
William Hazlitt 1778-1830, British Writer and Critic

topolina89
mi servirebbero più che altro le tematiche....se riesci GRAZIE!

PuLcInA^^
dimmi con precisione cosa ti serve provo a trovarti qualcosa

topolina89
ho già cercato ma non trovo niente...o sono io che non riesco a cercare o quello che voglio io non c'è....:cry

PuLcInA^^
_cerca_ Qualcosa c'è sicuramente... vedi in lingue straniere ciao per altre info chiedi pure

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