Aiuto brano Renzo a Milano

novara.carla
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eleo
Non appena si mosse, vide arrivare della gente dall’interno della città, così si mise ad osservarla, in particolare le persone che erano all’inizio della fila: si trattava di un uomo, una donna e un pochino più indietro un ragazzino. I tre portavano sulla schiena un peso che sembrava riuscissero a sostenere a malapena, e avevano un atteggiamento molto strano che deformava la loro figura. I loro vestiti erano infarinati, come le loro facce, che erano stravolte. Camminavano curvi a causa del peso che portavano e dai loro gesti si capiva che provavano un forte dolore, come se gli fossero state pestate le ossa. L’uomo trasportava faticosamente un grande sacco di farina, che siccome era bucato, ad ogni suo movimento scomposto perdeva della farina. Però la figura della donna appariva ancora più deformata: aveva un pancione sproporzionato, che era retto a stento dalle braccia piegate: sembrava una pentolaccia con due manichi. Al di sotto di quel pancione spuntavano due gambe, nude fino a sopra il ginocchio, che avanzavano incerte. Renzo osservando meglio, si accorse che quel grande corpo era una gonna, che la donna teneva per un lembo, dentro la quale vi era tantissima farina. Farina che, ad ogni folata di vento si spargeva nell’aria. Il ragazzino insieme a loro teneva sulla testa con tutte e due le mani una cesta piena di pagnotte. Però siccome aveva le gambe più corte dei suoi genitori, rimaneva indietro. Quando tentava di raggiungerli affrettando il passo, qualche pagnotta gli cadeva dalla cesta.
“Buttane via altre ancora, buono a nulla”, gli disse la madre, digrignando i denti verso di lui.
“Non sono io che le butto, cadono da sole: come devo fare?” Rispose il ragazzo.
“Ih! Meno male per te che ho le mani impegnate”, continuò la donna, muovendo i pugni come se volesse dirigerli verso il ragazzo. Facendo questo però, perse ancora più farina di quella che le sarebbe servita per rifare le pagnotte perse dal ragazzo.
“Suvvia”, affermò l’uomo, “torneremo indietro a raccoglierli, oppure li raccoglierà qualcun altro. E’ tanto tempo che stiamo patendo la fame, ora che finalmente abbiamo una grande quantità di pane, godiamocela in santa pace”.
La prossima volta prova a fare un tentativo tu :hi
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