Versioni d latino k m servono please!!!!

dada
ciau raga sn sempre io dada, la versione d greco ankora nn l'avete trovata, spero k la troverete al più presto, ma cmq nel frattempo m servirebbero 4 versioni, intanto vi dò i titoli, s nn le trovate ve le scrivo.
1) Ulisse scopre il travestimento di Achille (da Igino) inizia così: "thetis, cum sciret Achillem filium suum. e finisce: atque clipeum et hastam arripuit.
2)La proclamazione della libertà della Grecia lascia increduli i cittadini di Corinto(livio)
inizia cos':ad spectaculum consederant et praeco cum tibicine e finisce così: proximos interrogabant.
3)Alle porte di Roma si attendno notizie dei familiari(da Livio). inizia così: postero die ac deinceps aliquot diebus e finisce: aut quibus copiis resisti victoribus Poenis posset.
4) Annibale ancora contro i Romani (cornelio Nepote)
inizia Hannibal anno tertio e finisce : eum scriptum reliquerunt.
ragazzi speriamo che le trovate vi ringrazio anticipatamente ..fatemi sapere baci!

Risposte
SuperGaara
Eheehe leggiti questa news, e poi capirai tutto...

Nel frattempo chiudo questo thread, alla prossima :hi

dada
ho guardato...umh ci sn delle frasi simili, ma nn è uguale, vabbè in caso l faccio io e la controllo cn qsta k m hai dato tu, grazie. ps scusate l'ignoranza ma qndo sotto v spunta sposato cn noel etc..k significa :)

SuperGaara
Sì, mi chiamo Stefano!

Per la prima versione guarda qui, è quasi uguale:

https://forum.skuola.net/latino-greco/vi-prego-aiutatemiiiiii-8048.html

dada
ehi supergaara ti chiami stefano giusto?? beh step t ringrazio davvero tnto m servivano proprio,ma la 1 l'hai trovata???

SuperGaara
***Genny33*** :
6 BRAVO A TRADURRE.. 1DI QUESTE VERSIONI SERVE ANCHE A ME..MA SIAMO SICORI CHE SON GIUSTI?PERDONATEMI PER QUESTA DOMANDA.. MA è LA PRIMA VOLTA CHE SONO IN UN FORUM..QUINDI NON ARRABIATEVI!!!!!:thx


Queste versioni non le ho tradotte, ma semplicemente riportate da altri siti. Se non le trovo da nessuna parte, allora traduco. Comunque se hai bisogno, apri un tuo thread e scrivi là tutto ciò che ti serve: provvederemo a fare del nostro meglio per aiutarti!

P.S: non scrivere in stampatello, nel linguaggio virtuale equivale ad urlare!

Mario

***Genny33***
6 BRAVO A TRADURRE.. 1DI QUESTE VERSIONI SERVE ANCHE A ME..MA SIAMO SICORI CHE SON GIUSTI?PERDONATEMI PER QUESTA DOMANDA.. MA è LA PRIMA VOLTA CHE SONO IN UN FORUM..QUINDI NON ARRABIATEVI!!!!!:thx

SuperGaara
Presa dalla cassaforte della "villa dello studente" :lol

Ad spectaculum consederant, et praeco cum tibicìne, ut mos est, in mediam aream processit et tuba silentio facto ita pronuntiat: "Senatus Romanus et T. Quintius imperator, Philippo rege
Macedonibusque devictis, liberos, immunes, suis legibus esse iubet Corinthios, Phocenses, Locrensesque omnes et insulam Euboeam et Magnetas, Thessalos, Perrhaebos, Achaeos Phthiotas". Percensuerat omnes gentes quae sub dicione Philippi regis fuerant. Audita voce praeconis maius gaudium fuit quam quod universum omines acciperent (potessero accogòiere): vix satis credebant se quisque audisse et alii alios intuebantur, mirabundi velut ad somni vanam speciem; quod (riguardo a quel che) ad quemque pertinebat, suarum aurium fidei minimum credentes, proximos interrogabant.

Presiedendo allo spettacolo, il (cerca preaeco) avanzò con il trombettiere, come è usanza, in mezzo all'area e fatto silenzio con la tromba così parla: Il senato romano e l'imperatore T. Quinto, vinti il re Filippo e i Macedoni, ordina che i loro figli immuni, i corinzi, i focensi, tutti i locresi, l'isola Eubea e Magneta, i tessali, i (perrhebos), gli achei siano alle loro leggi. Passarono in rassegna tutti i popoli che erano stati sotto il potere del re Filippo. Ascoltata la voce del banditore fu grande gioia del fatto che potessero accogliere tutti: a fatica credevano di aver sentito quello e si guardavano uno con l'altro, come meravigliati alla specie di un sogno: riguardo a quello che pertineva ciascuno, credendo un poco della fiducia delle loro orecchie, chiedevano a quelli più vicini.

La terza versione:

Postero ac deinceps aliquot diebus ad portas maior prope mulierum quam virorum multitudo stetit, aut suorum aliquem aut nuntios de iis opperiens; circumfundebanturque obviis sciscitantes neque avelli, utique ab notis, priusquam ordine omnia inquisissent, poterant. Inde varios voltus digredientium ab nuntiis cerneres, ut cuique laeta aut tristia nuntiabantur, gratulantesque aut consolantes redeuntibus domos circumfusos. Feminarum praecipue et gaudia insignia erant et luctus. Unam in ipsa porta sospiti filio repente oblatam in complexu eius exspirasse ferunt; alteram, cui mors filii falso nuntiata erat, maestam sedentem domi, ad primum conspectum redeuntis filii gaudio nimio exanimatam. Senatum praetores per dies aliquot ab orto usque ad occidentem solem in curia retinent, consultantes quonam duce aut quibus copiis resisti victoribus Poenis posset.

L'indomani, e poi per alcuni giorni, alle porte fu maggiore la folla delle donne che non degli uomini, in attesa o di alcuno dei loro o di loro notizie; e a quelli che arrivavano facevan ressa intorno, né se ne potevano staccare, particolarmente dai loro conoscenti, prima di aver tutto domandato per filo e per segno. E avresti potuto distinguere, nei diversi volti di quelli che se ne ritornavano, se liete o tristi erano le notizie da essi apprese, mentre intorno ad essi si affollavano quelli che o si congratulavano o davano conforto mentre tornavano alle loro case. Particolarmente visibili erano le manifestazioni liete o luttuose delle donne. Di una si narra che, incontratasi proprio sulla porta col figlio tornato incolume, spirò tra le braccia di lui; di un'altra, che, mentre sedeva afflitta in casa per il falso annunzio ricevuto della morte del figlio, nel vederlo subitamente ritornato morì per eccesso di gioia. I pretori, per parecchi giorni, tennero riunito il Senato nella Curia, dal mattino fino al tramonto, discutendo con qual comandante e con quali forze si potesse opporre resistenza ai Punici vittoriosi.

La quarta versione:

Hannibal anno tertio, postquam domo profugerat, L. Cornelio Q. Minucio consulibus, cum V navibus Africam accessit in finibus Cyrenaeorum si forte Carthaginienses ad bellum Antiochi spe fiduciaque inducere posset, cui iam persuaserat, ut eum exercitibus in Italiam proficisceretur. Huc Magonem fratrem excivit. Id ubi Poeni resciverunt, Magonem eadem, qua fratrem, absentem affecerunt poena. Illi desperatis rebus cum solvissent naves ac vela ventis dedissent, Hannibal ad Antiochum pervenit. De Magonis interitu duplex memoria prodita est. Namque alii naufragio, alii a servolis ipsius interfectum eum scriptum reliquerunt. Antiochus autem, si tam in agendo bello consiliis eius parere voluisset, quam in suscipiendo instituerat, propius Tiberi quam Thermopylis de summa imperii dimicasset. Quem etsi multa stulte conari videbat, tamen nulla deseruit in re. Praefuit paucis, navibus, quas ex Syria iussus erat in Asiam ducere, hisque adversus Rhodiorum classem in Pamphylio mari conflixit. Quo cum multitudine adversariorum sui superarentur, ipse, quo cornu rem gessit, fuit superior.

Annibale tre anni dopo che era fuggito dalla patria, essendo consoli L. Cornelio e Q. Minucio, approdò con cinque navi in Africa nel territorio dei Cirenei, per tentare di indurre alla guerra i Cartaginesi facendo saldo affidamento su Antioco, che aveva già convinto a muovere con un esercito alla volta dell'Italia. Là fece venire il fratello Magone. Quando i Cartaginesi vennero a sapere ciò, inflissero a Magone assente, la stessa pena del fratello. Fallita l'operazione levarono le ancore e ripresero la navigazione: Annibale raggiunse Antioco. Sulla morte di Magone, è stata tramandata una duplice versione: alcuni lasciarono scritto che mori in un naufragio, altri che fu ucciso dai suoi stessi schiavi. Ma Antioco, se nel condurre la guerra avesse voluto seguire i suoi consigli, così come s'era proposto nell'intraprenderla, avrebbe dovuto combattere per la supremazia più vicino al Tevere che alle Termopili. Egli vedeva che il re seguiva una strategia stolta, tuttavia rimase sempre al suo fianco. Fu a capo di poche navi, che gli era stato ordinato di condurre dalla Siria in Asia e con esse venne a battaglia contro la flotta dei Rodiesi nel mare di Panfilia. In essa i suoi furono superati dalla moltitudine degli avversari, ma nell'ala dove lui combatté, riuscì vincitore.

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