Versione di Platone maturità 299

marylacorte666
Ciao scusate, ho delle difficoltà a tradurre e sciogliere sintatticamente questo passo di Platone. Qualcuno potrebbe darmi una mano, spiegandomi il motivo della sua traduzione e dandomi un aiuto sulla sintassi?

καίτοι μέγα τοῦτο τεκμήριον ἂν φαίη τις ὅτι οὐδεὶς ἑκὼν δίκαιος ἀλλ’ ἀναγκαζόμενος, ὡς οὐκ ἀγαθοῦ ἰδίᾳ ὄντος, ἐπεὶ ὅπου γ’ ἂν οἴηται ἕκαστος οἷός τε ἔσεσθαι ἀδικεῖν, ἀδικεῖν. λυσιτελεῖν γὰρ δὴ οἴεται πᾶς ἀνὴρ πολὺ [360d] μᾶλλον ἰδίᾳ τὴν ἀδικίαν τῆς δικαιοσύνης, ἀληθῆ οἰόμενος, ὡς φήσει ὁ περὶ τοῦ τοιούτου λόγου λέγων· ἐπεὶ εἴ τις τοιαύτης ἐξουσίας ἐπιλαβόμενος μηδέν ποτε ἐθέλοι ἀδικῆσαι μηδὲ ἅψαιτο τῶν ἀλλοτρίων, ἀθλιώτατος μὲν ἂν δόξειεν εἶναι τοῖς αἰσθανομένοις καὶ ἀνοητότατος, ἐπαινοῖεν δ’ ἂν αὐτὸν ἀλλήλων ἐναντίον ἐξαπατῶντες ἀλλήλους διὰ τὸν τοῦ ἀδικεῖσθαι φόβον. ταῦτα μὲν οὖν δὴ οὕτω.

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Natalia_M
Certamente (καίτοι) si potrebbe dire (lett. "qualcuno" τις; potrebbe dire = ἂν φαίη: ottativo potenziale) che (completiva dichiarativa implicita infinitiva con verbo sottinteso) questa [sia] un'importante prova del fatto che (ὅτι, introduce una completiva dichiarativa) nessuno [è] giusto di proposito (ἑκών: aggettivo), ma se è costretto (ἀναγκαζόμενος: participio congiunto), dato che non considera che [l'essere giusto] sia un bene di per sé (causale implicita resa mediante il participio congiunto preceduto da ὡς che esprime causa soggettiva; lett. "non essendo un bene di per sé" ), poiché ciascuno qualora (ὅπου ἄν) pensi (congiuntivo eventuale) che potrà (più lett. "sarà (ἔσεσθαι) capace di (οἷός τε) ) commettere un'ingiustizia (ἀδικεῖν), commette un'ingiustizia (ἐπεί αδικεῖν causale con infinito nel discorso indiretto).
Effettivamente (γὰρ δή) ogni uomo pensa che (infinitiva) per sé (ἰδίᾳ) l'ingiustizia sia molto più vantaggiosa della giustizia (sia vantaggiosa = λυσιτελεῖν), pensando (participio congiunto) il vero (neutro plurale dell'aggettivo ἀληθής, ἀληθές), come dirà chi parla (participio sostantivato) di un simile argomento (περὶ τοῦ τοιούτου λόγου).
Poiché se qualcuno, pur avendo ottenuto (participio congiunto) un simile potere, non desiderasse mai (ottativo presente da ἐθέλω, periodo ipotetico del III tipo, possibilità) commettere alcuna ingiustizia (ἀδικεῖν = commettere ingiustizia; μηδέν: neutro da μεδείς, "niente, per niente" ) e non toccasse la roba d'altri (ἀλλοτρίων, neutro plurale), sembrerebbe essere molto disgraziato e molto sciocco a coloro che lo venissero a sapere (τοῖς αἰσθανομένοις, participio sostantivato), ma (δέ) in pubblico (ἀλλήλων ἐναντίον; lett. "di fronte l'uno all'altro) lo loderebbero ingannandosi a vicenda (ἀλλήλους) per la paura di essere oggetto di ingiustizia (ἀδικεῖσθαι). Così stanno le cose (ταῦτα μὲν οὖν δὴ οὕτω; lett. "dunque così queste cose" ).
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