Versione di greco V ginnasio (216739)
Potete tradurmi questa versione? Grazie mille
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L'assalto
L'esercito dei Peloponnesiaci avanzando arrivò alla prima località dell'Attica, Enoe, da dove essi intendevano attaccare. E come ebbero posizione, si prepararono a lanciare assalti contro le mura con macchine d'assedio e altri mezzi: Enoe, che è al confine tra l'Attica e la Beozia, era munita di fortificazioni, e gli Ateniesi se ne servivano come di un forte ogni volta che si verificava una guerra. Dunque, preparavano i loro assalti e anche in altri modi persero tempo intorno alla fortezza. Per questo fatto Archidamo fu oggetto di un'accusa non da poco. Infatti, gli Ateniesi durante questo tempo portavano dentro le mura ogni cosa.
Ma dopo che avevano assalito Enoe e, pur tentando con ogni mezzo, non erano riusciti a prenderla, e gli Ateniesi non facevano pervenire nessuna proposta di negoziati, allora, finalmente, dopo essere partiti da essa, invasero l'Attica; li comandava Archidamo, re dei Lacedemoni.
E, una volta presa posizione, devastarono prima la zona di Eleusi e la pianura di Tria; poi, avanzarono finché arrivarono ad Acarne, il territorio più grande tra i cosiddetti demi dell'Attica, e una volta stabilitivisi installarono un campo e, dopo esservi rimasti molto tempo, lo devastarono. Si dice che Archidamo con questo ragionamento rimase nei pressi di Acarne dopo essersi schierato per la battaglia e non discese nella pianura durante quell'invasione: infatti, sperava che gli Ateniesi uscissero e non permettessero che la loro terra fosse devastata. Dunque, quando non lo affrontarono ad Eleusi e nella pianura di Tria fece una prova accampandosi presso Acarne, per vedere se sarebbero usciti; infatti, da un lato il luogo gli sembrava adatto ad accamparsi, dall'altro riteneva che gli Acarnesi, essendo una parte considerevole della città (infatti, erano tremila opliti), non avrebbero tollerato che i loro possedimenti fossero distrutti ma avrebbero spinto anche tutti (i cittadini) alla battaglia.
L'esercito dei Peloponnesiaci avanzando arrivò alla prima località dell'Attica, Enoe, da dove essi intendevano attaccare. E come ebbero posizione, si prepararono a lanciare assalti contro le mura con macchine d'assedio e altri mezzi: Enoe, che è al confine tra l'Attica e la Beozia, era munita di fortificazioni, e gli Ateniesi se ne servivano come di un forte ogni volta che si verificava una guerra. Dunque, preparavano i loro assalti e anche in altri modi persero tempo intorno alla fortezza. Per questo fatto Archidamo fu oggetto di un'accusa non da poco. Infatti, gli Ateniesi durante questo tempo portavano dentro le mura ogni cosa.
Ma dopo che avevano assalito Enoe e, pur tentando con ogni mezzo, non erano riusciti a prenderla, e gli Ateniesi non facevano pervenire nessuna proposta di negoziati, allora, finalmente, dopo essere partiti da essa, invasero l'Attica; li comandava Archidamo, re dei Lacedemoni.
E, una volta presa posizione, devastarono prima la zona di Eleusi e la pianura di Tria; poi, avanzarono finché arrivarono ad Acarne, il territorio più grande tra i cosiddetti demi dell'Attica, e una volta stabilitivisi installarono un campo e, dopo esservi rimasti molto tempo, lo devastarono. Si dice che Archidamo con questo ragionamento rimase nei pressi di Acarne dopo essersi schierato per la battaglia e non discese nella pianura durante quell'invasione: infatti, sperava che gli Ateniesi uscissero e non permettessero che la loro terra fosse devastata. Dunque, quando non lo affrontarono ad Eleusi e nella pianura di Tria fece una prova accampandosi presso Acarne, per vedere se sarebbero usciti; infatti, da un lato il luogo gli sembrava adatto ad accamparsi, dall'altro riteneva che gli Acarnesi, essendo una parte considerevole della città (infatti, erano tremila opliti), non avrebbero tollerato che i loro possedimenti fossero distrutti ma avrebbero spinto anche tutti (i cittadini) alla battaglia.
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