Versione di greco con paradigma dei verbi
Versione di greco con paradigma
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Ciao Sofia, a seguire trovi la traduzione della versione e i paradigmi. Buona serata.
C’era infatti allora una festa di Dionìso che presiede alla vendemmia (προτρυγαίου). Infatti i Tirii ritengono che Dionìso sia loro (pronome riflessivo, genitivo plurale), poiché cantano anche il mito di Cadmo: e come fondatore (πατέρα; complemento predicativo dell’oggetto) della festa raccontano il mito che un tempo non c’era il vino presso gli uomini, non quello (τόν) scuro (μέλανα) aromatico (ἀνθοσμίαν: accusativo sing. del sost. masch. della I decl. ἀνθοσμίας, ου), non quello della vite biblina, non quello tracio di Maròne, non quello di Chio (Χῖον; Χῖος, Χία, Χῖον= “di Chio”) [bevuto] dalla coppa spartana (Λακαίνης), non quello isolano di Icaro, ma che tutti questi sono provenienti dalle viti dei Tiri e (δέ) che presso di loro per prima crebbe la madre dei vini. Infatti là c’era un bovaro ospitale, come gli Ateniesi dicono (fosse il loro) Icario, e questo allora divenne il fondatore del mito. Dionìso era giunto (imperfetto: ἥκω = sono giunto) presso questo bovaro, e costui (ὁ δέ) gli offre quanto produce la terra e il carro di buoi; [la] bevanda presso di loro era come quella che (οἷον) beveva anche il bue: infatti non c’era ancora (οὔπω= “non ancora”) quella proveniente dalla vite (τὸ ἀμπέλινον). Dionìso loda il bovaro per la cortesia e gli offre la coppa dell’amicizia (=coppa usata per brindare): la bevanda era vino. Quello, dopo aver bevuto (participio congiunto) è invasato per la gioia.
Paradigmi:
- εἰμί, ἔσομαι.
- νομίζω, νομιῶ (futuro attico) e νομίσω, ἐνόμισα, νενόμικα, νενόμισμαι, ἐνομίσθην, νομισθήσομαι.
- ᾄδω, ᾄσομαι e post. ᾄσω, ᾖσα, ᾖσμαι, ᾔσθην, ᾀσθήσομαι.
- διηγέομαι, διηγήσομαι, διηγησάμην, διήγημαι, διηγήθην.
- φύω, φύσω, ἔφυσα (aor. I, valore transitivo “io generai”) e ἔφυν (aor. III , valore intransitivo “io nacqui”) πέφυκα, ἐφύην, φυηθήσομαι.
- λέγω, λέξω e ἐρῶ, ἔλεξα e εἶπον e εἶπα (aoristo atematico assimilato alla flessione dell’aoristo I), λέλεχα e εἴρηκα, εἴλεγμαι e εἴρημαι, ἐλέχθην e ἐρρήθην, λεχθήσομαι e ῥηθήσομαι.
- γίγνομαι, γενήσομαι, ἐγενόμην, γέγονα e γέγαα (perfetto atematico ed epico), γεγένημαι, ἐγενήθην, γενηθήσομαι.
- ἥκω, ἥξω, ἧξα, ἧκα.
- παρατίθημι, παραθήσω, παρέθηκα (medio-passivo παρεθέμην), παρατέθεικα, παρατέθειμαι, παρετέθην, παρατεθήσομαι.
- φέρω, οἴσω, ἤνεγκον e ἤνεγκα (flessione in parte atematica in parte assimilata a quella dell’aor. I), ἐνήνοχα, ἐνήνεγμαι, ἠνέχθην, ἐνεχθήσομαι e οἰσθήσομαι.
- πίνω, πιομαι, ἔπιον, πέπωκα, πέπομαι, ἐπόθην, ποθήσομαι.
- ἐπαινέω, ἐπαινέσω, ἐπῄνεσα, ἐπῄνεκα, ἐπῄνημαι, ἐπῃνέθην, ἐπαινεθήσομαι.
- προπίνω, προπίομαι, προέπιον e προὔπιον, προπέπωκα, προπέπομαι.
- βακχεύω, βακχεύσω, ἐβάκχευσα, βεβάκχευκα, βεβάκχευμαι, ἐβακχεύθην.
C’era infatti allora una festa di Dionìso che presiede alla vendemmia (προτρυγαίου). Infatti i Tirii ritengono che Dionìso sia loro (pronome riflessivo, genitivo plurale), poiché cantano anche il mito di Cadmo: e come fondatore (πατέρα; complemento predicativo dell’oggetto) della festa raccontano il mito che un tempo non c’era il vino presso gli uomini, non quello (τόν) scuro (μέλανα) aromatico (ἀνθοσμίαν: accusativo sing. del sost. masch. della I decl. ἀνθοσμίας, ου), non quello della vite biblina, non quello tracio di Maròne, non quello di Chio (Χῖον; Χῖος, Χία, Χῖον= “di Chio”) [bevuto] dalla coppa spartana (Λακαίνης), non quello isolano di Icaro, ma che tutti questi sono provenienti dalle viti dei Tiri e (δέ) che presso di loro per prima crebbe la madre dei vini. Infatti là c’era un bovaro ospitale, come gli Ateniesi dicono (fosse il loro) Icario, e questo allora divenne il fondatore del mito. Dionìso era giunto (imperfetto: ἥκω = sono giunto) presso questo bovaro, e costui (ὁ δέ) gli offre quanto produce la terra e il carro di buoi; [la] bevanda presso di loro era come quella che (οἷον) beveva anche il bue: infatti non c’era ancora (οὔπω= “non ancora”) quella proveniente dalla vite (τὸ ἀμπέλινον). Dionìso loda il bovaro per la cortesia e gli offre la coppa dell’amicizia (=coppa usata per brindare): la bevanda era vino. Quello, dopo aver bevuto (participio congiunto) è invasato per la gioia.
Paradigmi:
- εἰμί, ἔσομαι.
- νομίζω, νομιῶ (futuro attico) e νομίσω, ἐνόμισα, νενόμικα, νενόμισμαι, ἐνομίσθην, νομισθήσομαι.
- ᾄδω, ᾄσομαι e post. ᾄσω, ᾖσα, ᾖσμαι, ᾔσθην, ᾀσθήσομαι.
- διηγέομαι, διηγήσομαι, διηγησάμην, διήγημαι, διηγήθην.
- φύω, φύσω, ἔφυσα (aor. I, valore transitivo “io generai”) e ἔφυν (aor. III , valore intransitivo “io nacqui”) πέφυκα, ἐφύην, φυηθήσομαι.
- λέγω, λέξω e ἐρῶ, ἔλεξα e εἶπον e εἶπα (aoristo atematico assimilato alla flessione dell’aoristo I), λέλεχα e εἴρηκα, εἴλεγμαι e εἴρημαι, ἐλέχθην e ἐρρήθην, λεχθήσομαι e ῥηθήσομαι.
- γίγνομαι, γενήσομαι, ἐγενόμην, γέγονα e γέγαα (perfetto atematico ed epico), γεγένημαι, ἐγενήθην, γενηθήσομαι.
- ἥκω, ἥξω, ἧξα, ἧκα.
- παρατίθημι, παραθήσω, παρέθηκα (medio-passivo παρεθέμην), παρατέθεικα, παρατέθειμαι, παρετέθην, παρατεθήσομαι.
- φέρω, οἴσω, ἤνεγκον e ἤνεγκα (flessione in parte atematica in parte assimilata a quella dell’aor. I), ἐνήνοχα, ἐνήνεγμαι, ἠνέχθην, ἐνεχθήσομαι e οἰσθήσομαι.
- πίνω, πιομαι, ἔπιον, πέπωκα, πέπομαι, ἐπόθην, ποθήσομαι.
- ἐπαινέω, ἐπαινέσω, ἐπῄνεσα, ἐπῄνεκα, ἐπῄνημαι, ἐπῃνέθην, ἐπαινεθήσομαι.
- προπίνω, προπίομαι, προέπιον e προὔπιον, προπέπωκα, προπέπομαι.
- βακχεύω, βακχεύσω, ἐβάκχευσα, βεβάκχευκα, βεβάκχευμαι, ἐβακχεύθην.
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