Traduzione versioni greco
Traduzione versioni greco: numero 33, 34
Miglior risposta
Ciro in Cappadocia
Ciro con gli altri soldati avanza attraverso la Cappadocia fino a Dana, città illustre e ricca. Qui rimaneva cinque giorni; e Ciro lì uccideva Megaferne, un persiano, fornitore di porpora al re, e un altro potente degli ufficiali, dicendo che complottavano contro di lui. Da qui penetrava in Cilicia: l'ingresso era una strada carrozzabile ripida e difficile da percorrersi con un esercito, se i nemici si opponevano. Si diceva anzi che Siennesi era sulle cime per sorvegliare l'accesso; perciò, Ciro rimaneva un giorno nella pianura. Ma il giorno seguente, Siennesi lasciava le cime e giungevano messaggeri a Ciro dicendo che la strada era senza pericolo per l'esercito. Ciro, dunque, discendeva verso la pianura bella, irrigata da corsi d'acqua, piena di alberi di ogni tipo e di viti; la terra produceva abbondantemente anche sesamo, miglio, panico, frumento ed orzo.
Aggiunto 17 minuti più tardi:
Una brutta sorpresa per i soldati Greci
I soldati con Senofonte, dopo la colazione, attraversavano il fiume Zapata e avanzavano in formazione, con in mezzo le bestie da soma e la truppa. Ma ai Greci che avanzavano di poco appare Mitradate, il satrapo del re, con cavalieri, arcieri e frombolieri molto agili e spediti. E si avvicinava ai Greci come se fosse amico; quando, però, giungevano vicino, all’improvviso alcuni scagliavano frecce, sia cavalieri sia fanti, i frombolieri, invece, colpivano e ferivano con le pietre. La retroguardia dei Greci subiva malamente, ma non controbattevano poiché erano senz’armi. Ma all’improvviso Mitradate ordinava ai barbari di ritirarsi e fuggire: i cavalieri, anche mentre fuggivano, allo stesso tempo ferivano lanciando frecce all’indietro dai cavalli affinché i Greci non inseguissero. Questa azione procurava ai Greci timore e smarrimento per tutto il giorno.
Ciro con gli altri soldati avanza attraverso la Cappadocia fino a Dana, città illustre e ricca. Qui rimaneva cinque giorni; e Ciro lì uccideva Megaferne, un persiano, fornitore di porpora al re, e un altro potente degli ufficiali, dicendo che complottavano contro di lui. Da qui penetrava in Cilicia: l'ingresso era una strada carrozzabile ripida e difficile da percorrersi con un esercito, se i nemici si opponevano. Si diceva anzi che Siennesi era sulle cime per sorvegliare l'accesso; perciò, Ciro rimaneva un giorno nella pianura. Ma il giorno seguente, Siennesi lasciava le cime e giungevano messaggeri a Ciro dicendo che la strada era senza pericolo per l'esercito. Ciro, dunque, discendeva verso la pianura bella, irrigata da corsi d'acqua, piena di alberi di ogni tipo e di viti; la terra produceva abbondantemente anche sesamo, miglio, panico, frumento ed orzo.
Aggiunto 17 minuti più tardi:
Una brutta sorpresa per i soldati Greci
I soldati con Senofonte, dopo la colazione, attraversavano il fiume Zapata e avanzavano in formazione, con in mezzo le bestie da soma e la truppa. Ma ai Greci che avanzavano di poco appare Mitradate, il satrapo del re, con cavalieri, arcieri e frombolieri molto agili e spediti. E si avvicinava ai Greci come se fosse amico; quando, però, giungevano vicino, all’improvviso alcuni scagliavano frecce, sia cavalieri sia fanti, i frombolieri, invece, colpivano e ferivano con le pietre. La retroguardia dei Greci subiva malamente, ma non controbattevano poiché erano senz’armi. Ma all’improvviso Mitradate ordinava ai barbari di ritirarsi e fuggire: i cavalieri, anche mentre fuggivano, allo stesso tempo ferivano lanciando frecce all’indietro dai cavalli affinché i Greci non inseguissero. Questa azione procurava ai Greci timore e smarrimento per tutto il giorno.
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