Seneca e Cicerone...
ciao..avrei bisogno di due piccole versioni di latino..allora la prima è di Cicerone e si intitola Grandezza della filosofia e l'inizio è a sapientae amore Graeco e finisce sed Delphico deo tribueretur mentre la seconda è di Seneca e si intitola Nulla si distrugge, tutto si trasforma..l'inizio è docebo omnia,quae videntur e la fine è sed ipsam statim dies abiget..sono entrambe dal libro stilus romanus2.........grazie in anticipo..
Risposte
Sed postea diligentius docebo omnia quae videntur perire mutari. Aequo animo debet rediturus exire. Observa orbem rerum in se remeantium: videbis nihil in hoc mundo exstingui sed vicibus descendere ac surgere. Aestas abit, sed alter illam annus adducet; hiemps cecidit, referent illam sui menses; solem nox obruit, sed ipsam statim dies abiget.
In seguito ti spiegherò più scrupolosamente come tutto ciò che sembra finire, in realtà muta. Siamo destinati a tornare, e dobbiamo, perciò uscire serenamente dalla vita. Osserva il corso delle cose che ritornano in se stesse: vedrai che nulla a questo mondo si estingue, ma alternativamente declina e risorge. L'estate se n'è andata, ma l'anno venturo la ricondurrà con sé; l'inverno è finito, lo riporteranno i mesi che gli sono propri; la notte ha oscurato il sole, ma sùbito il giorno la scaccerà a sua volta.
In seguito ti spiegherò più scrupolosamente come tutto ciò che sembra finire, in realtà muta. Siamo destinati a tornare, e dobbiamo, perciò uscire serenamente dalla vita. Osserva il corso delle cose che ritornano in se stesse: vedrai che nulla a questo mondo si estingue, ma alternativamente declina e risorge. L'estate se n'è andata, ma l'anno venturo la ricondurrà con sé; l'inverno è finito, lo riporteranno i mesi che gli sono propri; la notte ha oscurato il sole, ma sùbito il giorno la scaccerà a sua volta.
La prima è questa?
a sapientiae amore Graeco verbo philosophia nomen invenit, qua nihil a dis immortalibus uberius, nihil florentius, nihil praestabilius hominum vitae datum est. Haec enim una nos cum ceteras res omnes, tum, quod est difficillimum, docuit, ut nosmet ipsos nosceremus, cuius praecepti tanta vis et tanta sententia est, ut ea non homini quoipiam, sed Delphico deo tribueretur.
Dall'amore per la sapienza trasse la sua denominazione in greco la filosofia, della quale nulla di più fecondo, di più florido, di più stabile venne concesso dagli dèi alla vita umana. Questa sola infatti, insieme a tutte le altre, ci insegnò pure quella che è la cosa più difficile, cioè conoscere noi stessi; ed è tale la forza ed il valore di questo insegnamento, che esso venne attribuito non già ad un uomo qualsiasi, ma al dio di Delfi.
a sapientiae amore Graeco verbo philosophia nomen invenit, qua nihil a dis immortalibus uberius, nihil florentius, nihil praestabilius hominum vitae datum est. Haec enim una nos cum ceteras res omnes, tum, quod est difficillimum, docuit, ut nosmet ipsos nosceremus, cuius praecepti tanta vis et tanta sententia est, ut ea non homini quoipiam, sed Delphico deo tribueretur.
Dall'amore per la sapienza trasse la sua denominazione in greco la filosofia, della quale nulla di più fecondo, di più florido, di più stabile venne concesso dagli dèi alla vita umana. Questa sola infatti, insieme a tutte le altre, ci insegnò pure quella che è la cosa più difficile, cioè conoscere noi stessi; ed è tale la forza ed il valore di questo insegnamento, che esso venne attribuito non già ad un uomo qualsiasi, ma al dio di Delfi.