Richiesta di un giudizio linguistico su una e-mail in Latino
Ho inviato a due miei amici che abitano a Vallmostigen, una piccola città a circa 50 km da Stoccolma, la seguente e-mail (qui sotto ho sostituito al mio nome di battesimo volto in Latino, che compare nella e-mail ai miei amici, il mio nickname “QuisqueDePopulo”).
Gradirei da persona che conosce bene il Latino:
1) un giudizio linguistico generale;
2) a proposito della festa di Sant’Agata (a Catania), quando ho scritto “ ludi ingrăvescunt “ non intendevo esprimere un giudizio negativo sul “casino” che va aumentando (chi ha visto la festa di Sant’Agata a Catania può capire), ma solo significare l’aumento di intensità dei festeggiamenti pubblici in piazza e in altre sedi; non so se sono riuscito a rendere il mio pensiero in Latino;
3) a proposito di “Plura scriberem si facile facerem posse” ho avuto e ho due dubbi. Primo dubbio : sarebbe più corretto (in analogia con l’ Italiano) “Plura scriberem si hoc facile facerem posse” ? Secondo dubbio: il pensiero che avrei voluto esprimere era : “ Scriverei più a lungo se potessi farlo più facilmente “ (sottinteso “di quanto posso farlo”), ma non sapevo e non so come rendere in Latino il comparativo dell’avverbio “facile”. Forse con “magis facile” o con “facilius” ?
Grazie.
Valete,
QuisqueDePopulo
Aggiunto 7 ore 51 minuti più tardi:
Mi sono accorto di avere commesso un errore madornale nella e-mail per la quale chiedo un giudizio.
Là dove è scritto " Plura scriberem si facile facerem posse " avrei dovuto scrivere
" Plura scriberem si facile facere possem ".
QuisqueDePopulo
Gradirei da persona che conosce bene il Latino:
1) un giudizio linguistico generale;
2) a proposito della festa di Sant’Agata (a Catania), quando ho scritto “ ludi ingrăvescunt “ non intendevo esprimere un giudizio negativo sul “casino” che va aumentando (chi ha visto la festa di Sant’Agata a Catania può capire), ma solo significare l’aumento di intensità dei festeggiamenti pubblici in piazza e in altre sedi; non so se sono riuscito a rendere il mio pensiero in Latino;
3) a proposito di “Plura scriberem si facile facerem posse” ho avuto e ho due dubbi. Primo dubbio : sarebbe più corretto (in analogia con l’ Italiano) “Plura scriberem si hoc facile facerem posse” ? Secondo dubbio: il pensiero che avrei voluto esprimere era : “ Scriverei più a lungo se potessi farlo più facilmente “ (sottinteso “di quanto posso farlo”), ma non sapevo e non so come rendere in Latino il comparativo dell’avverbio “facile”. Forse con “magis facile” o con “facilius” ?
Grazie.
Valete,
QuisqueDePopulo
Aggiunto 7 ore 51 minuti più tardi:
Mi sono accorto di avere commesso un errore madornale nella e-mail per la quale chiedo un giudizio.
Là dove è scritto " Plura scriberem si facile facerem posse " avrei dovuto scrivere
" Plura scriberem si facile facere possem ".
QuisqueDePopulo
Risposte
Non sai quanto ti invidio QuisqueDePopulo. Ho fatto 5 anni di latino al Classico ma a scrivere una lettera così non sarei mai capace. Alla faccia di chi dice che il latino è una lingua morta! Avrei solo voluto che me l'avessero insegnato in maniera diversa... :dontgetit
Direi che lo stile latino è buono.
Secondo una regola formale, i periodi ipotetici che hai inserito
«Libenter ad vos venirem si liceret mea officia dēsĕrĕre»
«Plura scriberem si facile facerem posse»
potrebbero essere considerati della possibilità, piuttosto che dell'irrealtà, nel senso che non credo che tu dia per scontato il fatto che non puoi abbandonare i tuoi impegni o che non scriveresti di più.
quindi:
- libenter ad vos veniam, si mihi liceat mea officia deserere
- plura scribam, si facilius facere possim
Forse c'è un errore qui "facerem posse" : non sono invertiti ?
«plura scriberem, si hoc facilius facere possem»
ciao QuisqueDePopulo :hi
...e complimenti comunque
Secondo una regola formale, i periodi ipotetici che hai inserito
«Libenter ad vos venirem si liceret mea officia dēsĕrĕre»
«Plura scriberem si facile facerem posse»
potrebbero essere considerati della possibilità, piuttosto che dell'irrealtà, nel senso che non credo che tu dia per scontato il fatto che non puoi abbandonare i tuoi impegni o che non scriveresti di più.
quindi:
- libenter ad vos veniam, si mihi liceat mea officia deserere
- plura scribam, si facilius facere possim
Forse c'è un errore qui "facerem posse" : non sono invertiti ?
«plura scriberem, si hoc facilius facere possem»
ciao QuisqueDePopulo :hi
...e complimenti comunque
Caro QuisqueDePopulo, complimenti! Cosa non consueta al giorno d'oggi scrivere missive latine ad amici lontani. In generale noto correttezza e proprietà grammaticale. Ma vediamo i dettagli.
Tu stesso non sei soddisfatto di ingravescunt, un verbo usato per lo più con una sfumatura negativa (è detto di stanchezza, malattie...). Ti suggerirei pertanto augescunt.
Il comparativo di facile è facilius: l'avverbio dell'aggettivo al grado comparativo di norma è la forma del nominativo-accusativo neutro in -ius. Si ricorre alla forma perifrastica con magis solo nel caso degli aggettivi uscenti in -us preceduto da vocale, che non hanno una forma di comparativo sintetica, quindi, per esempio, magis dubius (aggettivo comparativo) e magis dubie (avverbio comparativo).
Mi permetto di segnalarti un'ulteriore precisazione: al posto di si liceret mea officia dēsĕrĕre ti suggerirei si mihi liceret officia dēsĕrĕre o, in alternativa, si liceret me officia dēsĕrĕre, in quanto licet si costruisce con il dativo della persona e l'infinito, o con l'infinitiva, che come sai in latino richiede il soggetto in accusativo sempre espresso, anche quando coincide col soggetto della principale, quindi in questo caso me. A questo punto la necessità del possessivo mea viene meno.
Vale,
Selene
Tu stesso non sei soddisfatto di ingravescunt, un verbo usato per lo più con una sfumatura negativa (è detto di stanchezza, malattie...). Ti suggerirei pertanto augescunt.
Il comparativo di facile è facilius: l'avverbio dell'aggettivo al grado comparativo di norma è la forma del nominativo-accusativo neutro in -ius. Si ricorre alla forma perifrastica con magis solo nel caso degli aggettivi uscenti in -us preceduto da vocale, che non hanno una forma di comparativo sintetica, quindi, per esempio, magis dubius (aggettivo comparativo) e magis dubie (avverbio comparativo).
Mi permetto di segnalarti un'ulteriore precisazione: al posto di si liceret mea officia dēsĕrĕre ti suggerirei si mihi liceret officia dēsĕrĕre o, in alternativa, si liceret me officia dēsĕrĕre, in quanto licet si costruisce con il dativo della persona e l'infinito, o con l'infinitiva, che come sai in latino richiede il soggetto in accusativo sempre espresso, anche quando coincide col soggetto della principale, quindi in questo caso me. A questo punto la necessità del possessivo mea viene meno.
Vale,
Selene