Qlc x favore mi darebbe 1 mano ?? baci ..

stellinahouse90
ragazzi sn disperata .. aiutatemi !!
Allora .. si tratta di greco .. devo tradurre x dmn PLATONE Prot. 328d-329d :

[greek]INIZIO :Πρωταγορας μεν τοσαυτα και τοιαυτα επιδειξαμενος απεπαυσατο του λογου


FINE:σμικρα ερωτηθεντες δολιχον κατατειυουσι του λογου.[/greek]


Se potete x favore mandatemi anke il testo in greco cosi lo confronto bene cn il mio !!

Grazie 1000 a tt .. baci Ali !!

Risposte
giasoneit
attenzione che spesso, a parte la traduzione non sempre letterale ovviamente, il testo per i ragazzi da tradurre è differente da quello originale. Controlla la traduzione sempre. E dacci dati precisi su autore e resto cos' possiamo aiutarti . Ciao francy;)

stellinahouse90
Purtropèpo nn è qst .. xkè è platone ke scrive di Protagora !! Xo grazie lo stesso !!
baci ..

Francy1982
Io ho il protgora in italiano e ti copio i passi corrispondenti al 328d e 329d nonso se è la traduzion che cerchi cma te la incollo qui di seguito:
[328]
Ora, Socrate, ti arrabbi, poiché tutti sono maestri di virtù, ciascuno in base alle sue capacità, e nessuno ti sembra tale. Ma se tu cercassi il nostro maestro di greco, non potresti trovarlo; allo stesso modo, se tu cercassi chi abbia insegnato ai figli degli artigiani il mestiere che hanno imparato dal padre, per quanto erano capaci il padre e gli artigiani suoi colleghi, e anche se cercassi chi abbia istruito questi ultimi, io credo, Socrate, che difficilmente troveresti il loro maestro. Facilmente invece potresti trovare il maestro di chi non è esperto in nulla, né nella virtù né in tutte le altre discipline. Quindi, se c’è qualcuno fra noi che si distingue un po’ nel rendere migliori gli altri, bisogna accontentarsi. Io credo di essere uno di questi, e meglio degli altri uomini penso di riuscire ad aiutare a diventare bravi e virtuosi, in maniera adeguata al pagamento che percepisco e anche maggiore (gli allievi pure la pensano così). Perciò ho adottato questo metodo di riscossione dell’onorario: dopo che qualcuno è venuto da me, se vuole, mi versa il denaro che ho richiesto; in caso contrario, va in un tempio, e, dopo aver giurato quanto pensa che valgano i miei insegnamenti, deposita la cifra.
Socrate, ti ho esposto il mito e il ragionamento per mostrare come la virtù sia insegnabile e come gli Ateniesi la considerino tale, e come non ci sia da meravigliarsi che da padri virtuosi nascano figli mediocri e da padri mediocri figli virtuosi. Infatti anche i figli di Policleto, coetanei di Paralo e di Santippo che sono qui, non valgono quanto il padre e anche i figli di altri artisti. Non è giusto biasimare ora i figli di Pericle, qui presenti: sono ancora giovani".
Protagora, dopo aver parlato a lungo così, tacque. E io per molto tempo, ammaliato, continuai a guardarlo, come se stesse per dire qualcosa, poiché desideravo ascoltarlo. Quando mi accorsi che in realtà aveva finito, come riavutomi a stento, dissi, rivolto a Ippocrate: "Figlio di Apollodoro, grazie per avermi spinto a venire qui. E’ una gran cosa aver ascoltato le parole di Protagora. In passato, infatti, pensavo che nessuna attività umana potesse rendere gli uomini virtuosi; ora sono convinto del contrario. Però ho un ultimo piccolo dubbio, che evidentemente Protagora chiarirà con facilità, come ha già fatto molte volte. [329] Se qualcuno, infatti, discutesse di questi argomenti con un qualsiasi oratore da piazza, forse ascolterebbe discorsi simili da Pericle o da qualcun altro oratore; se poi, però, chiedesse spiegazioni su qualche punto del discorso, come accade con i libri essi non saprebbero né rispondere né a loro volta porre domande. Se qualcuno chiede un chiarimento, anche piccolo, sui discorsi pronunciati da loro, i retori, anche se la questione è di poco conto, fanno discorsi interminabili, proprio come bronzi percossi che risuonano a lungo e vibrano finché vengono toccati. Protagora invece è capace di pronunciare lunghi e bei discorsi, come dimostrano i fatti stessi, ed è capace anche, se gli viene chiesto qualcosa, di rispondere brevemente. Sa pure porre domande e, qualità assai rara, attendere e ascoltare la risposta. Ora però, Protagora, mi manca solo un piccolo particolare per avere il quadro completo, se rispondi a questo. Tu affermi che la virtù è insegnabile, e io credo a te più che a chiunque altro; mentre parlavi, però, mi sono meravigliato di una cosa: chiarisci questo dubbio nella mia anima. Hai detto infatti che Zeus ha inviato agli uomini la giustizia e il rispetto, e poi più volte nel tuo discorso hai ribadito che la giustizia, la saggezza, la santità erano nel complesso una cosa sola, la virtù. Spiegami allora precisamente con un ragionamento se la virtù è una sola (e la giustizia, la saggezza e la santità sono parti di questa), o se tutte queste cose che ho elencato sono solo nomi diversi di un’unica essenza, la virtù. Questo è l’ultimo tassello".
"Socrate, è facile risponderti: la virtù è una sola, quelle di cui chiedi sono parti".
"Sono parti come quelle del volto, bocca, naso, occhi e orecchie, o come le parti dell’oro, che non differiscono in nulla l’una dall’altra, né reciprocamente, né rispetto al tutto, ma si differenziano solo in base alla misura?".
"Come le parti del volto stanno rispetto all’intero volto, Socrate".
"Gli uomini, allora, sono partecipi solo di queste parti della virtù, chi di una chi di un’altra, oppure, se qualcuno ne acquisisce una, deve necessariamente possederle tutte?"
"Nient’affatto. Molti uomini sono coraggiosi, ma ingiusti, e molti a loro volta giusti, ma non sapienti".

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