Letteratura italiana (10596)

srturt
mi servirebbe la spiegazione del settimo libro di "naturalis historia" opera di plinio il vecchio e perchè egli ha una concezione pessimistica dell'esistenza umana e perchè contesta la visione antropocentrica del cosmo

Risposte
Jules
Sono riuscita a trovare solo questa roba e qlk appunto.. Nn so se può esserti utile..



Si compone di 37 libri, ed è il risultato di anni di studio e di lavoro; è la summa delle conoscenze che Plinio trasse dalla lettura di 2000 volumi di 100 autori diversi.
Preceduta da una epistola dedicatoria a Tito, futuro imperatore, l'opera è databile al 77-78 d.C.

In quest’epoca la letteratura risente di un evidente impulso pratico, della necessità di sistemare il sapere acquisito: in questo senso si parla di enciclopedismo, un atteggiamento che nasce dalla volontà di raccogliere e conservare il meglio delle conoscenze in diversi settori. Forte è la richiesta di informazione tecnico-scientifica (più che culturale in senso lato) da parte dei nuovi ceti tecnici e professionali in ascesa. Siamo di fronte ad un fenomeno di consumismo culturale, che spiega ad esempio il successo dei paradossografi come Licinio Muciano, comandante e uomo politico attivo sotto Vespasiano: naturalisti-viaggiatori, autori di paradoxa e mirabilia raccolti di persona o riportati per sentito dire.

Il dilettantismo di opere del genere si rivela nel gusto per i dettagli, nell'assenza di sistematicità, ed esprime il limite della cultura scientifica (o pseudo-scientifica) latina rispetto a quella greca: ad essa manca la capacità di riconoscere ciò che è scientifico (cioè ripetibile in modo sempre identico) da ciò che non lo è, di vagliare criticamente i dati desunti dall’esperienza, e questo è già evidente nella scelta dei modelli, talvolta classici, talvolta "moderni", ora veri scienziati, ora autori pseudo-scientifici, acriticamente accostati.

La Naturalis historia è il prodotto più compiuto di questa tendenza, frutto di un progetto di conservazione integrale dello scibile umano (i precedenti, Varrone, Celso, Vitruvio, Mela e Columella, non hanno una simile ambizione di completezza).

La sezione sulla cosmologia (libro 2°) rivela l’orientamento filosofico di Plinio, quello stoicismo "di mezzo" tipico della classe dirigente dell'epoca, anche se sarebbe più corretta una collocazione di tipo eclettico, per la presenza di divagazioni magico-astrologiche di derivazione orientale.

Pur nella sostanziale mancanza di rigore metodologico dell’opera, che, come si è detto, non discerne le informazioni scientificamente fondate da quelle prive di attendibilità, e pur con il limite evidente dell'autore, costituito dal fatto di essere un semplice compilatore di nozioni e teorie altrui, si apprezzano in Plinio la serietà morale ed il sincero altruismo che ispira il suo gigantesco sforzo di trasmissione del sapere: davvero in lui è particolarmente evidente quello "spirito di servizio" che è riconosciuto dai più come un segno dei tempi.

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