Catullo (66855)
innovazioni introdotte da catullo
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Nella crisi politica del I secolo a.C. si affermano prepotentemente, nella letteratura, le esigenze individuali, con un distacco ora implicito, ora sottolineato e polemico, dalla storia e dell’impegno politico.
Catullo si immerge invece invece in una tumultuosa vita mondana, si spende con generosità all’amicizia e si brucia nell’amore più appassionato.
Catullo e gli amici del suo circolo letterario, quasi tutti di estrazione sociale elevata, erano per educazione e per tradizione familiare sostanzialmente conservatori. E infatti egli sceglie come bersagli della sua poesia Cesare, nei confronti del quale dichiara un’assoluta indifferenza, e uomini legati a quest’ultimo, come Mamurra, Nonio, e Vatinio, attaccati come disonesti e corrotti.
Inoltre dimostra una certa irriverenza anche contro Cicerone di cui tesse un sarcastico elogio in un carme giocato sull’ambiguità e l’ironia.
Moltissimi componimenti prendono spunto da concrete situazioni che attestano un’intensa vita mondana, con le sue numerose amicizie, inimicizie, pettegolezzi, rotture, ripicche.
Come già detto sono molto frequenti lo scherno e la derisione, ma anche la spiritosa e garbata presa in giro; inoltre non si può nascondere una vena di provocatoria ed esibita oscenità che si rivela nei frequenti riferimenti alle equivoche abituni sessuali degli avversari del poeta,, ma anche in contesti umoristixi ed autoironici.
Poi si trovano anche alcune brevi poesie in cui il poeta canta il suo amore per un ragazzo, Giovenzio, toccando temi, come la gelosia, e motivi, come quello dei baci, che ritornano, svolti con ben altra intensità, nei carmi per Lesbia.
Una notevole importanza ricopre la cerchia di amici spesso destinatari di carmi nati da esperienze comuni di vita e di poesia: Catullo saluta con entusiasmo la pubblicazione della “Zmyrna” di Cinna, rivolge a Calvo una commosta “consolatio” per la morte della moglie Quintilia, scrive un affettuoso biglietto allo stesso Calvo per rievocare la serata precedente, trascorsa componendo a gara, durante un convito, versi scherzosi.
La sua vitalità si esprime poi nel racconto di aneddoti divertenti, e nella frequente tendenza autoironica (ad esempio quando riferisce di una figuraccia provocata dal desiderio di farsi bello con la ragazza di un amico, o quando rivolge a Fabullo uno scherzoso invito a cena).
Altrove però il tema dell’amicizia è svolto seriamente con toni intimi e profondi, come nei confronti di un amico che non lo ha soccorso in momenti di grave difficoltà, e non manca una vena malinconica che raggiunge i suoi esiti più alti nell’epigramma funerario per il fratello, morto in terra straniera.
Catullo ci appare spontaneo ed immediato nell’espressione dei suoi sentimenti, ma non bisogna considerarlo un poeta del vissuto a scapito dell’impegno letterario. Infatti la sua originalità risiede proprio nell’equilibrio tra il carattere bruciante dell’esperienza esistenziale e la severa e puntigliosa concentrazione sull’espressione stilistica.
Anche la lingua e lo stile suscitano l’impressione della amssima immediatezza e spontaneità, soprattutto perchè attingono abbondantemente al linguaggio colloquiale, molto elaborato artisticamente: ad esempio, sono spesso accostati termini dello stile alto a espressioni proprie del sermo familiaris e anche vulgaris, per ricavarne effetti di contrasto. Frequente è l’uso dei diminutivi a esprimere non solo l’idea della piccolezza e della grazia o della delicatezza, ma anche una serie di sfumature affettive: tenerezza, benevola commiserazione, ironia, sarcasmo, disprezzo. Infine trovano posto anche molti grecismi, per lo più attinti all’uso comune della lingua parlata; i carmina docta accolgono invece grecismi dotti, dello stile elevato.
fonte: https://www.skuola.net/letteratura-latina-fino-cicerone/neoterica-catullo-2.html
:hi
Nella crisi politica del I secolo a.C. si affermano prepotentemente, nella letteratura, le esigenze individuali, con un distacco ora implicito, ora sottolineato e polemico, dalla storia e dell’impegno politico.
Catullo si immerge invece invece in una tumultuosa vita mondana, si spende con generosità all’amicizia e si brucia nell’amore più appassionato.
Catullo e gli amici del suo circolo letterario, quasi tutti di estrazione sociale elevata, erano per educazione e per tradizione familiare sostanzialmente conservatori. E infatti egli sceglie come bersagli della sua poesia Cesare, nei confronti del quale dichiara un’assoluta indifferenza, e uomini legati a quest’ultimo, come Mamurra, Nonio, e Vatinio, attaccati come disonesti e corrotti.
Inoltre dimostra una certa irriverenza anche contro Cicerone di cui tesse un sarcastico elogio in un carme giocato sull’ambiguità e l’ironia.
Moltissimi componimenti prendono spunto da concrete situazioni che attestano un’intensa vita mondana, con le sue numerose amicizie, inimicizie, pettegolezzi, rotture, ripicche.
Come già detto sono molto frequenti lo scherno e la derisione, ma anche la spiritosa e garbata presa in giro; inoltre non si può nascondere una vena di provocatoria ed esibita oscenità che si rivela nei frequenti riferimenti alle equivoche abituni sessuali degli avversari del poeta,, ma anche in contesti umoristixi ed autoironici.
Poi si trovano anche alcune brevi poesie in cui il poeta canta il suo amore per un ragazzo, Giovenzio, toccando temi, come la gelosia, e motivi, come quello dei baci, che ritornano, svolti con ben altra intensità, nei carmi per Lesbia.
Una notevole importanza ricopre la cerchia di amici spesso destinatari di carmi nati da esperienze comuni di vita e di poesia: Catullo saluta con entusiasmo la pubblicazione della “Zmyrna” di Cinna, rivolge a Calvo una commosta “consolatio” per la morte della moglie Quintilia, scrive un affettuoso biglietto allo stesso Calvo per rievocare la serata precedente, trascorsa componendo a gara, durante un convito, versi scherzosi.
La sua vitalità si esprime poi nel racconto di aneddoti divertenti, e nella frequente tendenza autoironica (ad esempio quando riferisce di una figuraccia provocata dal desiderio di farsi bello con la ragazza di un amico, o quando rivolge a Fabullo uno scherzoso invito a cena).
Altrove però il tema dell’amicizia è svolto seriamente con toni intimi e profondi, come nei confronti di un amico che non lo ha soccorso in momenti di grave difficoltà, e non manca una vena malinconica che raggiunge i suoi esiti più alti nell’epigramma funerario per il fratello, morto in terra straniera.
Catullo ci appare spontaneo ed immediato nell’espressione dei suoi sentimenti, ma non bisogna considerarlo un poeta del vissuto a scapito dell’impegno letterario. Infatti la sua originalità risiede proprio nell’equilibrio tra il carattere bruciante dell’esperienza esistenziale e la severa e puntigliosa concentrazione sull’espressione stilistica.
Anche la lingua e lo stile suscitano l’impressione della amssima immediatezza e spontaneità, soprattutto perchè attingono abbondantemente al linguaggio colloquiale, molto elaborato artisticamente: ad esempio, sono spesso accostati termini dello stile alto a espressioni proprie del sermo familiaris e anche vulgaris, per ricavarne effetti di contrasto. Frequente è l’uso dei diminutivi a esprimere non solo l’idea della piccolezza e della grazia o della delicatezza, ma anche una serie di sfumature affettive: tenerezza, benevola commiserazione, ironia, sarcasmo, disprezzo. Infine trovano posto anche molti grecismi, per lo più attinti all’uso comune della lingua parlata; i carmina docta accolgono invece grecismi dotti, dello stile elevato.
fonte: https://www.skuola.net/letteratura-latina-fino-cicerone/neoterica-catullo-2.html
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