Socrate e platone
salve mi potreste risapondere perfavore a questa domanda?
le differenze e le cose comuni a socrate e platone; che cos'è la rettifica in platone e nella teoria dei generi che cosa sono il genere prossimo e la differenza specifica e come platone pensa di risolvere il problema del divenire e del molteplice.
Perfavore francy rispondi.
le differenze e le cose comuni a socrate e platone; che cos'è la rettifica in platone e nella teoria dei generi che cosa sono il genere prossimo e la differenza specifica e come platone pensa di risolvere il problema del divenire e del molteplice.
Perfavore francy rispondi.
Risposte
Socrate parla come Platone del bene ma la differenza più grande che ha con Platone è nel fatto che S parla di Bene senza mai specificare cosa sia mentre Platone lo fa e lo colloca in un mondo alter che è quello delle idee, un'altra differenza anche nei confronti della scrittura Socrate che è portatore della maieutica è contro la scrittura e predilige la parola per diffondere la sua dottrina che era sempre in evoluzione, mentre lo scritto rimane fermo, Platone invece mette tutto per iscritto...e mentre Platone si rifà a Socrate, Socrate parla per sé.
A quale rettifica ti riferisci?
generi:
Il problema cosa sia la definizione viene affrontato in seguito anche nel Sofista. Nell'Eutifone Platone conclude dicendo che la definizione per genere prossimo e differenza specifica delimita in un insieme uno o più insiemi specifici.
Esempio:
Il genere prossimo in questo caso è l'insieme degli animali, la differenza specifica, o il criterio del sotto insieme, è che gli uomini sono razionali.
Il Parmenide e la formulazione delle definizioni
Il problema consiste nella domanda come bisogna formulare le definizioni. Una definizione deriva sempre da un'ipotesi plausibile che consente di spiegare la natura di una classe d'oggetti o la dinamica di una classe d'eventi. La definizione è la possibilità di esprimere e di comprendere i caratteri di una classe d'oggetti o d'eventi salvando le apparenze, in altre parole individuando elementi comuni a più oggetti o eventi, anche se questi presentano innegabili differenze. Perciò una definizione è valida finché coincide con i fatti che si percepiscono e deve essere sostituita da una definizione più complessa quando quella precedente non è più valida.
Un esempio di quel processo sono i problemi astrologici. Secondo gli antichi la terra (con le sue varie sfere: terra, acqua aria fuoco, materia celeste) è il centro di tutto il sistema: sistema tolemaico. Prima si pensava che esistesse un orbis, un cielo in cui si trovava la luna e uno in cui si trovava il sole. Con la scoperta delle stelle fisse, che hanno come asse di rotazione la stella polare, questa definizione non era più valida, quindi bisognava aggiungere un cielo al sistema. La stessa cosa avvenne con la scoperta delle stelle vaganti, cioè i pianeti, che ricevono tutti i propri cieli. (Socrate) Siccome Platone ipotizza che i cieli sono di una materia invisibile e le stelle immerse in essa, il suo sistema non esclude l'esistenza di altri cieli. In questo processo viene dato per scontato che la conoscenza sia preferibile all'ignoranza.
problema del divenire: lo risolve con il mondo delle idee operando quello che si chiama il parricidio ovvero al mondo del divenire lui affianca quello ideale perfetto dove nulla cambia tutto è perfetto e nulla muta, il nostro è solo una copia imperfetta di questo: quando muta l'essere diventa un altro essere cambia la sua forma, una cosa cambiando diventa un'altra cosa e così via
A quale rettifica ti riferisci?
generi:
Il problema cosa sia la definizione viene affrontato in seguito anche nel Sofista. Nell'Eutifone Platone conclude dicendo che la definizione per genere prossimo e differenza specifica delimita in un insieme uno o più insiemi specifici.
Esempio:
Il genere prossimo in questo caso è l'insieme degli animali, la differenza specifica, o il criterio del sotto insieme, è che gli uomini sono razionali.
Il Parmenide e la formulazione delle definizioni
Il problema consiste nella domanda come bisogna formulare le definizioni. Una definizione deriva sempre da un'ipotesi plausibile che consente di spiegare la natura di una classe d'oggetti o la dinamica di una classe d'eventi. La definizione è la possibilità di esprimere e di comprendere i caratteri di una classe d'oggetti o d'eventi salvando le apparenze, in altre parole individuando elementi comuni a più oggetti o eventi, anche se questi presentano innegabili differenze. Perciò una definizione è valida finché coincide con i fatti che si percepiscono e deve essere sostituita da una definizione più complessa quando quella precedente non è più valida.
Un esempio di quel processo sono i problemi astrologici. Secondo gli antichi la terra (con le sue varie sfere: terra, acqua aria fuoco, materia celeste) è il centro di tutto il sistema: sistema tolemaico. Prima si pensava che esistesse un orbis, un cielo in cui si trovava la luna e uno in cui si trovava il sole. Con la scoperta delle stelle fisse, che hanno come asse di rotazione la stella polare, questa definizione non era più valida, quindi bisognava aggiungere un cielo al sistema. La stessa cosa avvenne con la scoperta delle stelle vaganti, cioè i pianeti, che ricevono tutti i propri cieli. (Socrate) Siccome Platone ipotizza che i cieli sono di una materia invisibile e le stelle immerse in essa, il suo sistema non esclude l'esistenza di altri cieli. In questo processo viene dato per scontato che la conoscenza sia preferibile all'ignoranza.
problema del divenire: lo risolve con il mondo delle idee operando quello che si chiama il parricidio ovvero al mondo del divenire lui affianca quello ideale perfetto dove nulla cambia tutto è perfetto e nulla muta, il nostro è solo una copia imperfetta di questo: quando muta l'essere diventa un altro essere cambia la sua forma, una cosa cambiando diventa un'altra cosa e così via