Mi servirebbero alcuni dei vostri commentiii!!!
Sempre parlando di Tommaso d'aquino.. voi cosa ne pensate della sua concezione della conoscenza.. secondo cui l'uomo, durante la sua vita terrena, non potrà mai raggiungere la conoscenza in senso assoluto, ma potrà solo raggiungere livelli di conoscenza via via sempre più elevati.
Mi servirebbero vostri commenti in proposito!!!! GrAzIe!!
Vi pregoo!!
Mi servirebbero vostri commenti in proposito!!!! GrAzIe!!
Vi pregoo!!
Risposte
Ok
Certo.... (non è necessario che tu per chiudere una discussione debba chiederci il permesso, se vuoi chiudi, punto, tanto volendo la si puo anche riaprire)
posso chiudere?
Grazie tantissime.. siete state molto utiliii!!!!!!!!!!!!!!:move;)
Secondo Tommaso l' uomo è destinato a un fine soprannaturale, ma tale fine non può essere conosciuto dalla ragione umana, perchè consiste nella visione di Dio, la cui comprensione eccede i poteri della ragione umana; si rende dunque necessaria una rivelazione da parte di Dio, che sola può condurre tutti gli uomini alla salvezza. La rivelazione fornisce i princìpi, a partire dai quali si può costruire la teologia come scienza sacra . Ogni scienza infatti, come aveva mostrato Aristotele, possiede princìpi, dai quali deduce conseguenze, ma nel caso della scienza sacra questi princìpi non sono noti di per sè, ma sono rivelati direttamente da Dio. La teologia è dunque scienza, come lo sono le altre scienze, ma ha anche una destinazione pratica, essendo finalizzata alla salvezza degli uomini: per quest' ultimo aspetto essa è appunto detta "sacra". Nell' uomo questa scienza non può raggiungere la perfezione che essa ha in Dio e nei beati, i quali vedono direttamente le verità che gli uomini devono invece accettare per fede . Tommaso riprende da Agostino la definizione di "credere" come "pensiero con assenso". L' adesione della ragione alla verità è determinata dalla visione o conoscenza diretta dell' oggetto; nel caso della fede invece manca tale visione e quindi l' assenso è prodotto non direttamente dall' oggetto a cui si riferisce, bensì da una scelta volontaria, che inclina in una direzione piuttosto che in un' altra. La fede dunque non si fonda sull' evidenza propria della conoscenza razionale, ma possiede una certezza e saldezza superiori, in quanto fondata sulla volontà. Per chi ha fede le verità rivelate sono superiori, in quanto esse appaiono evidenti grazie alla rivelazione che proviene direttamente da Dio. La rivelazione e la fede in essa rendono allora inutile la ragione ? Certo la ragione da sola non è in grado di comprendere le verità soprannaturali, ma essa possiede princìpi propri che, in quanto infusi nell' uomo da Dio, non possono non essere veri. Perciò le verità alle quali la ragione non può pervenire non possono mai essere in contrasto con le verità rivelate: entrambe hanno un' unica origine, che è Dio stesso. In questo senso la verità non può essere che unica: quando appare un contrasto tra verità di ragione e verità rivelate, è segno che le prime non sono verità razionali vere e proprie, ma conclusioni false o non necessarie di un ragionamento. In questi casi di contrasto apparente vale pertanto la cosiddetta regula fidei : è la fede che controlla la correttezza dei procedimenti della ragione, la quale pertanto deve subordinarsi alla fede. Ma al di là di questi casi, la fede non interferisce nel dominio proprio della ragione: come la filosofia non può sostituirsi alla teologia , così è per la teologia nei confronti della filosofia. Si tratta di due campi autonomi, che hanno oggetti propri e procedono da princìpi propri; tuttavia la ragione e, quindi, la filosofia possono essere poste al servizio della fede. La ragione, infatti, può aiutare a chiarire, mediante similitudini, le verità della fede e combattere le obiezioni mosse dagli infedeli contro queste verità, mostrando la falsità o la debolezza di tali obiezioni. Ma soprattutto essa può dimostrare i cosiddetti preambula fidei , ossia quelle verita preliminari, la cui dimostrazione predispone alla fede: non è possibile, infatti, credere a ciò che Dio ha rivelato, se non si sa che Dio esiste. La ragione è appunto in grado di dimostrare che Dio esiste ed è uno, anche se non è in grado di conoscere pienamente che cosa sia Dio. In particolare, essa non può arrivare a dimostrare le verità concernenti la Trinità e l' Incarnazione di Cristo, ma può contribuire a chiarirle.
Ti và bene questo?
Ti và bene questo?
allora Tommaso ritiene che la conoscenza si possa avere solo per gradi (quindi riconosce un grado di ocnoscenza asouluta = DIO, a cui noi possiamo tendere ma che nonp ossiamo conoscere, secondo la sua teoria dei gradi) questo perchè essenzialmente esistono delle cose di cui noi non abbiamo esperienza chw non possiamo consocere totalmente, ma solo tendere ad esse e quindi acquisire in relazione ad esse una conoscenza che vada per gradi, ma che non ci consente la piena conoscienza dell'evento in questione...questo è un po quello che penso io sulla conoscenza di San Tommaso. Iocredo che questo sistema sia veritiero nel senso non ho mai trovato nessuno in grado di spiegare anche cose empiriche e non nella sua totalità, un po come diceva Socrate il saggio è colui che sa di non sapere, non si può pretendere di avere un conoscenza totale delle cose
ti linko un sito dove spiega dettagliatamente la conoscenza in San Tommaso [url=http://209.85.135.104/search?q=cache:UzbVJm_RQYYJ:www.volpin.it/helpstudenti/filosofia/tommasodaquino.htm+san+tommaso+conoscenza+per+gradi&hl=it&ct=clnk&cd=6&gl=it]clicca[/url]
ti linko un sito dove spiega dettagliatamente la conoscenza in San Tommaso [url=http://209.85.135.104/search?q=cache:UzbVJm_RQYYJ:www.volpin.it/helpstudenti/filosofia/tommasodaquino.htm+san+tommaso+conoscenza+per+gradi&hl=it&ct=clnk&cd=6&gl=it]clicca[/url]
Questa discussione è stata chiusa