Aiuto urgenteeee PLATONEEEEE
filosofia
STESURA
Nell’opera del Fedone Platone presenta i dialoghi che Socrate sostiene con i suoi discepoli mentre si trova in prigione nell’attesa della sua esecuzione. La principale questione che emerge dalla conversazione è l’immortalità dell’anima. Socrate spiega di avere intrapreso la sua strada verso la conoscenza perché non aveva trovato una spiegazione soddisfacente tra quelle date dai filosofi precedenti e dunque, voleva superare i limiti di queste prime tesi, le quali ritenevano che un singolo elemento naturale potesse spiegare l’origine di tutte le cose. I primi filosofi avevano tentato di spiegare il sensibile, ovvero la natura, tramite il sensibile, cioè attraverso un solo elemento naturale, che tuttavia non è sufficiente a fornire una spiegazione abbastanza ampia da dar conto a tutti i fenomeni della natura, perché un solo elemento non può giustificare la molteplicità. Un esempio è Talete, il primo filosofo naturalista, che individuò nell’acqua l’Archè, ovvero il principio unificatore da cui tutto proviene, a cui tutto sussiste ed a cui tutto torna. Giunge alla spiegazione che l’acqua è l’origine di tutte le cose perché osserva che la vita nasce dall’umido e dunque deriva dall’acqua. Per Platone la teoria di Talete è un’aporia, ovvero non completa e insufficiente a giustificare l'esistenza di tutti gli altri elementi naturali, poiché non viene spiegato come da un singolo elemento, quale l'acqua, possano generarsi tutti gli altri.
Durante il dialogo Platone usa la metafora della navigazione per spiegare l’introduzione alla scoperta del mondo sovrasensibile e chiarisce che l’unico modo per arrivare alla verità delle cose che sono, ovvero le idee, è attraverso la sola forza della ragione. Per argomentare ciò sviluppa un parallelismo tra le spiegazioni dei fisici naturalisti e tra i veri motivi per i quali Socrate si trova in carcere. Infatti, i filosofi naturalisti giustificherebbero ciò con motivi meccanicistici, che corrispondono alla concausa, dunque il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere tale, che non potrebbero spiegare la vera ragione per cui Socrate si trovava in carcere, ovvero per motivi spirituali, poiché aveva scelto di morire per i suoi ideali, che corrispondono dunque alla causa vera. Perciò le sue gambe sono il mezzo, di naturale materiale e che gli ha permesso di andare in prigione, ma non deve essere confusa con la vera causa, ovvero l’Idea. Per questo Socrate era spaventato dal fatto che la sua anima vedesse le cose con gli occhi e dunque si facesse accecare dai sensi, rischiando così di ricadere in una spiegazione sensibile della realtà.
Al contrario, ciò che Socrate vuole davvero raggiungere tramite la sola intelligenza è l'Idea. L'Idea è un’essenza di natura immateriale e razionale, è un postulato, ovvero un principio evidente che non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni e che l’uomo può conoscere solo tramite un’elevazione spirituale, non per frutto del suo ragionamento. Il pensiero di Platone sulle Idee differisce da un concetto formulato precedentemente da Socrate: il suo maestro infatti voleva raggiungere verità, giustizia e conoscenza tramite la maieutica; credeva quindi che questi concetti emergessero grazie al ragionamento che evolveva dal dialogo con l’interlocutore. Platone, invece, sostiene la teoria della reminiscenza: l'uomo porta dentro di sé una verità prenatale, ovvero le Idee sono già dentro l'uomo grazie all'anima, che prima di incarnarsi nel corpo si trovava nel mondo sovrasensibile, essa si ricorda così della sua esperienza pregressa. Per esempio, nell’opera del Menone viene riportato un episodio nel quale avviene un dialogo tra Socrate e uno schiavo; quest'ultimo riuscì a risolvere un problema geometrico postogli dal filosofo utilizzando il teorema di Pitagora che non poteva aver imparato, non avendo ricevuto un'educazione adeguata, infatti la sua anima l’aveva ricordato da una conoscenza passata.
Nel suo pensiero, Platone riprende il principio di Parmenide per cui l'essenza è la realtà propria e immutabile e assolutamente vera: innanzitutto, per definire le Idee Platone utilizza il termine di perseità, Idea in sé. Ciò significa che essa ha un valore assoluto, dunque non è relativa bensì oggettiva. In questo modo, da Eraclito, Platone accetta che il mondo è il regno della mutevolezza, ma soltanto per quanto riguarda il mondo sensibile, formato da composti generati e corruttibili, e non il mondo sovrasensibile, composto da Idee, superando così il relativismo ontologico. Infatti, al contrario di Parmenide, che ritiene che il mondo sensibile non abbia alcuna connessione con il mondo sovrasensibile, per Platone esiste un rapporto indissolubile tra i due mondi. Inoltre con la formulazione delle Idee, supera anche il relativismo protagoreo secondo cui non c’è una verità assoluta, ma la verità è relativa all’opinione soggettiva. Al contrario, per Platone, le Idee sono scienza, dunque verità assoluta e immutabile , mentre le cose che da esse derivano sono opinione, quindi sono mutevoli e imperfette.
COSA DEVO CAMBIARE SECONDO VOI????? AIUTO????????
STESURA
Nell’opera del Fedone Platone presenta i dialoghi che Socrate sostiene con i suoi discepoli mentre si trova in prigione nell’attesa della sua esecuzione. La principale questione che emerge dalla conversazione è l’immortalità dell’anima. Socrate spiega di avere intrapreso la sua strada verso la conoscenza perché non aveva trovato una spiegazione soddisfacente tra quelle date dai filosofi precedenti e dunque, voleva superare i limiti di queste prime tesi, le quali ritenevano che un singolo elemento naturale potesse spiegare l’origine di tutte le cose. I primi filosofi avevano tentato di spiegare il sensibile, ovvero la natura, tramite il sensibile, cioè attraverso un solo elemento naturale, che tuttavia non è sufficiente a fornire una spiegazione abbastanza ampia da dar conto a tutti i fenomeni della natura, perché un solo elemento non può giustificare la molteplicità. Un esempio è Talete, il primo filosofo naturalista, che individuò nell’acqua l’Archè, ovvero il principio unificatore da cui tutto proviene, a cui tutto sussiste ed a cui tutto torna. Giunge alla spiegazione che l’acqua è l’origine di tutte le cose perché osserva che la vita nasce dall’umido e dunque deriva dall’acqua. Per Platone la teoria di Talete è un’aporia, ovvero non completa e insufficiente a giustificare l'esistenza di tutti gli altri elementi naturali, poiché non viene spiegato come da un singolo elemento, quale l'acqua, possano generarsi tutti gli altri.
Durante il dialogo Platone usa la metafora della navigazione per spiegare l’introduzione alla scoperta del mondo sovrasensibile e chiarisce che l’unico modo per arrivare alla verità delle cose che sono, ovvero le idee, è attraverso la sola forza della ragione. Per argomentare ciò sviluppa un parallelismo tra le spiegazioni dei fisici naturalisti e tra i veri motivi per i quali Socrate si trova in carcere. Infatti, i filosofi naturalisti giustificherebbero ciò con motivi meccanicistici, che corrispondono alla concausa, dunque il mezzo senza il quale la causa non potrebbe mai essere tale, che non potrebbero spiegare la vera ragione per cui Socrate si trovava in carcere, ovvero per motivi spirituali, poiché aveva scelto di morire per i suoi ideali, che corrispondono dunque alla causa vera. Perciò le sue gambe sono il mezzo, di naturale materiale e che gli ha permesso di andare in prigione, ma non deve essere confusa con la vera causa, ovvero l’Idea. Per questo Socrate era spaventato dal fatto che la sua anima vedesse le cose con gli occhi e dunque si facesse accecare dai sensi, rischiando così di ricadere in una spiegazione sensibile della realtà.
Al contrario, ciò che Socrate vuole davvero raggiungere tramite la sola intelligenza è l'Idea. L'Idea è un’essenza di natura immateriale e razionale, è un postulato, ovvero un principio evidente che non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni e che l’uomo può conoscere solo tramite un’elevazione spirituale, non per frutto del suo ragionamento. Il pensiero di Platone sulle Idee differisce da un concetto formulato precedentemente da Socrate: il suo maestro infatti voleva raggiungere verità, giustizia e conoscenza tramite la maieutica; credeva quindi che questi concetti emergessero grazie al ragionamento che evolveva dal dialogo con l’interlocutore. Platone, invece, sostiene la teoria della reminiscenza: l'uomo porta dentro di sé una verità prenatale, ovvero le Idee sono già dentro l'uomo grazie all'anima, che prima di incarnarsi nel corpo si trovava nel mondo sovrasensibile, essa si ricorda così della sua esperienza pregressa. Per esempio, nell’opera del Menone viene riportato un episodio nel quale avviene un dialogo tra Socrate e uno schiavo; quest'ultimo riuscì a risolvere un problema geometrico postogli dal filosofo utilizzando il teorema di Pitagora che non poteva aver imparato, non avendo ricevuto un'educazione adeguata, infatti la sua anima l’aveva ricordato da una conoscenza passata.
Nel suo pensiero, Platone riprende il principio di Parmenide per cui l'essenza è la realtà propria e immutabile e assolutamente vera: innanzitutto, per definire le Idee Platone utilizza il termine di perseità, Idea in sé. Ciò significa che essa ha un valore assoluto, dunque non è relativa bensì oggettiva. In questo modo, da Eraclito, Platone accetta che il mondo è il regno della mutevolezza, ma soltanto per quanto riguarda il mondo sensibile, formato da composti generati e corruttibili, e non il mondo sovrasensibile, composto da Idee, superando così il relativismo ontologico. Infatti, al contrario di Parmenide, che ritiene che il mondo sensibile non abbia alcuna connessione con il mondo sovrasensibile, per Platone esiste un rapporto indissolubile tra i due mondi. Inoltre con la formulazione delle Idee, supera anche il relativismo protagoreo secondo cui non c’è una verità assoluta, ma la verità è relativa all’opinione soggettiva. Al contrario, per Platone, le Idee sono scienza, dunque verità assoluta e immutabile , mentre le cose che da esse derivano sono opinione, quindi sono mutevoli e imperfette.
COSA DEVO CAMBIARE SECONDO VOI????? AIUTO????????
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Quand' e' che si mettera' a posto questo problema degli accenti e altri segni? Gia' e' impegnativo leggere e apportare eventuali correzioni su un testo di filosofia, se poi ogni due lettere c'e' scritto 'è' diventa impossibile.
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