Cesare Ottaviano Augusto

Daniela Anastasia
Cesare Ottaviano Augusto

Risposte
Daniela Anastasia
ah,grazie!

peduz91
Ah non puoi perchè hai sbagliato, cioè non hai postato una domanda ma hai aperto una discussione^^, non preoccuparti non è un grosso problema.

Daniela Anastasia
scusa per la domanda stupida ma come faccio a votare la tua risposta?

peduz91
Ma figurati^^

Daniela Anastasia
grazie peduz 91 sono sicura che la prof sarà contenta. Ti ringrazio di cuore.

peduz91
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (in latino Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus) nasce a Roma nel 23 settembre 63 a.C.; muore a Nola, 19 agosto 14 d.C.




Augusto (27 a.C.-14 d.C.)

Ottaviano preso l'imperium militiae e il titolo di Augusto nel 27 a.C. iniziò il riordinamento e l'assetto dell'Impero. Preoccupato di assicurare la pace all'interno e di dare confini più sicuri allo Stato, dovette affrontare varie guerre e sollevazioni in Egitto e nella Spagna. Lunga, ma relativamente facile fu la conquista del confine alpino in Italia: nel 24 a. C. le tribù dei Salassi nella valle della Dora Baltea furono domate e vi fu dedotta la colonia militare di Augusta Pretoria (Aosta). Nel 16 a. C. fu ridotto a provincia il Norico; l'anno dopo ebbero la stessa sorte la Rezia e la Vindelicia; nel 14 fu la volta della regione delle Alpi Marittime.

Maggiori difficoltà presentò la conquista del confine sul medio e basso Danubio, dove solo nell'8 a. C. la Pannonia potè essere sottomessa; nel 6 a. C. Tiberio cominciò la conquista della Boemia, così detta dai galli Boi che l'avevano occupata; ma l'impresa fu interrotta da una ribellione della Pannonia, che fu risottomessa solo dopo tre anni e ridotta a provincia romana. A oriente di essa divenne provincia anche la Mesia.

Oltre la linea del Reno i Germani continuavano nei loro tentativi di varcare il fiume con sconfinamenti e aggressioni a mercanti romani: Augusto alla fine decise una serie di azioni per porre termine a queste incursioni. Il confine del Reno era troppo prossimo alle Gallie e troppo debole per una difesa effettiva: bisognava perciò passare all'offensiva, obbligare le tribù germaniche a fare atto di sottomissione e raggiungere il confine dell'Elba. Ne derivò una guerra lunga e complessa che costò all'Impero gravissimi sacrifici di uomini e mezzi.

Druso diresse con perizia la prima fase della conquista, ma venne a morte nell'anno 9 a. C. appena raggiunto l'Elba. Il nuovo confine poteva dirsi acquisito, ma non era fortificato e Arminio, capo della tribù dei Cherusci, riuscì ad attirare in un agguato nella selva di Teutoburgo Quintilio Varo, le cui legioni furono distrutte (9 a. C.). La gravità del disastro indusse forse Augusto a rinunziare alla rivincita e al proposito di estendere oltre il Reno il confine dello Stato romano, lasciando così incontrollate le tribù dell'Europa centrale.

In oriente Augusto evitò la guerra contro i Parti ottenendone, per via diplomatica, la sottomissione, mentre il regno vassallo della Galazia fu trasformato in provincia romana, ampliata poi con i territori del Ponto. Nella Palestina fu favorita dapprima la formazione di un forte stato vassallo sotto Erode, un idumeo convertito al giudaismo; alla sua morte, nel 4 a. C., lo stato fu diviso in tre parti e nel 6 d. C. anche la Giudea divenne provincia romana.

Augusto non ebbe discendenti diretti maschi e gli premorirono gli amici più cari, tra cui Agrippa, che si era associato al potere, e i nipoti prediletti.

Alla fine, dopo contrastate vicende, adottò nel 4 d. C. Tiberio Claudio, figlio di primo letto della sua terza moglie Livia Drusilla, e gli conferì la potestà tribunicia per un decennio; nel 13 d. C. gliela rinnovò unendole l'imperium proconsulare: Tiberio fu così il suo successore designato. Nel 14 d. C. Augusto, che continuava a governare il vasto impero nonostante i suoi 76 anni, volle accompagnare Tiberio, mandato a riordinare l'illirico, fino a Benevento. Al ritorno, colpito da grave infermità, dovette fermarsi a Nola, dove spirò il 19 agosto. Scompariva con lui una delle figure più complesse della civiltà romana, alla quale diede un'impronta che doveva durare lungo tempo.




AUGUSTO, l'Italia e ROMA

Augusto non tracurò il riordinamento dell'italia che, dopo la concessione della cittadinanza romana a tutta la popolazione, aveva bisogno di un nuovo ordinamento, di una ripartizione territoriale più semplice che servisse come base per la sua riorganizzazione amministrativa, giudiziaria e militare. Augusto la divise perciò in undici regioni (I Latium et Campania, II Apulia et Calabria, III Bruttii et Lucanta, IV Samnium, V Picenum, VI Umbria, VII Etruria, VIII Aemilia, IX Liguria, X Venetia et Histria, XI Transpadona), che conservavano l'autonomia amministrativa continuando a eleggere i propri magistratì con poteri amministrativi e giudiziari definiti da una apposita lex municipalis.

In tutta la Penisola furono costruiti nuovi centri abitati, fortificazioni, strade e ponti, grandi edifici pubblici e porti e furono notevolmente migliorate le condizioni economiche generali. Come l'Italia fu divisa in regioni, così nell'anno 7 a. C. venne fatta una nuova divisione topografica della città di Roma che, nel corso di tanti secoli, era venuta assumendo un assetto assai disordinato.

La vecchia divisione della città nelle quattro regioni cosiddette serviane, che rendeva troppo difficili i servizi amministrativi, di polizia e di difesa, fu sostituita da una nuova: quattordici furono le nuove regiones, sette entro il pomerio e sette fuori; ciascuna di esse comprendeva un certo numero di vici e sobborghi (I, Porta capena; II, Caelemontium; III, Isis et Serapis; IV, Templum Pacis; V, Esquiliae; VI, Alta Semita; VII, Via Lata; VIII, Forum Romanum vel Magnum; IX, Circus Flaminius; X, Palatium; XI, Circus Maximus; XII, Piscina Publica; XIII; Aventinus; XIV; Transtiberim).

Questa divisione permise la definizione di un piano regolatore per lo sviluppo edilizio dell'Urbe, al quale aveva già pensato anche Cesare. Augusto, senza ricollegarsi in pieno al programma del padre adottivo, dedicò dapprima le sue cure alla zona del centro cittadino, terminando complessi monumentali iniziati da Cesare come il Forum Caesaris, col tempio di Venere Genitrice, la Basilica e la Curia Iulia e costruendo nel Foro Romano il tempio del Divo Giulio. Ma la necessità di mantenere unito il centro tradizionale degli affari, gli impose di trovare posto per un altro Foro contiguo a quello di Cesare: fu il Forum Augusti, nel cui centro sorgeva il superbo tempio dedicato a Marte Ultore.

Per la costruzione del nuovo centro monumentale, Augusto preferì spostarsi dal Foro ai margini della città, verso il Campo Marzio e i Prata Flaminia, dove esistevano soltanto pochi edifici. In questa zona pantanosa, risanata con opere idrauliche di cloache e di drenaggio, fu creato un quartiere augusteo, un complesso di edifici che dovette suscitare meraviglia specialmente al confronto degli altri quartieri di Roma. Qui sorsero l'Ara Pacis e il Mausoleo; i Portici degli Argonauti e di Vipsania, che conteneva l'Orbis pictus, la prima carta geografica del mondo romano; il Pantheon e il complesso delle terme. Vennero anche restaurati i vecchi acquedotti e se ne costruirono tre nuovi per convogliare in Roma una maggior quantità d'acque, la Iulia, la Vergine, l'Alsietina. Da Agrippa, che aiutò Augusto in quest'opera di trasformazione della capitale, furono restaurate e completate la Cloaca Massima e tutta la fognatura della città; venne ripresa l'arginatura del Tevere; rinnovate le strade interne, eretti archi onorari, riparati i ponti, costruiti bagni, fontane, portici, templi.

fonti:
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Augusto.html


fonti:
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/altro/Augusto-Italia.html





Spero di esserti stato d'aiuto.

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