Teoria dei giochi e chickengame: un paradosso interno?

euji-votailprof
Salve a tutti,

sto facendo una tesi di laurea in filosofiadi I livello sulla teoria dei giochi e sulla razionalità delle scelte e mi sono imbattuta in questo piccolo cavillo che non riesco a capire.

Seguendo quanto detto da Làszlò Mérò (calcoli morali: teoria dei giochi, logica e fragilità umana)
Von neumann, teorizzando la teoria dei giochi, voleva mostrare come alcuni ragionamenti umani fossero PERFETTAMENTE razionali.
Il principio di base della teoria dei giochi era la superiorità della ragione, in altre parole :
«si pensava che dovesse esistere un modo puramente razionale per affrontare le situazioni
importanti della nostra vita»5. Von Neumann, nel 1928, dimostrò che «per una categoria abbastanza
estesa di giochi è possibile giocare in maniera perfettamente razionale, senza infiniti cortocircuiti
mentali.[...] Tutto ciò che serve sono alcuni dadi e una calcolatrice»6.


il problema nasce nel momento in cui entra in gioco il chickengame in cui non si capisce se è meno razionale chi coompete o chi coopera ....
ma chi coopera sarà definito il pollo perchè preferisce la vita alla morte ( ??) e invece chi compete in maniera folle sarà considerato l'essere razionale?! o è razionale chi coopera?
vince chi è talmente deciso (irrazionale?) da tenere duro sino alla fine sperando che l'altro giocatore cooperi. ne risulta che è razionale nel gioco chi è più irrazionale?


ora le mie domande sono.
1.cosa si intende per razionalità nella teoria dei giochi? razionalità come ottimizzazione ?
2. Il chickengame non è ben chiaro se è stato introdotto da Von Neumann o da Russell o da qualcun altro, nel primo caso ci sarebbe un problema, credo, abbastanza grave
3.sono intese due tipi di razionalità diversa tra la TdG di Von Neumann e quella del chickengame?
4. si potrebbe "ridurre" la teoria dei giochi ad un atteggiamento utilitarista/approccio neoclassico e il chickengame come una dimostrazione del approccio della bounded rationality?!



Vi ringrazio qualora vogliate chiarire i miei dubbi, anche solo qualcuno di questi e non tutti....

Risposte
Luce Raiffa
Ok, cerchiamo di far tornare questa sottosezione del forum ad una dimensione attiva, in cui oltre ad aprire threads qualcuno scrive anche qualche post...

1) E' un giocatore razionale chi massimizza la sua utilità (che in condizioni di incertezza diviene utilità attesa soggettiva).

2) Al momento non ho il testo di Luce e Raiffa sotto mano quindi non posso vedere chi è stato il primo ad introdurre il gioco in letteratura; quanto al nome, credo proprio che lo si debba al film di James Dean "Gioventù bruciata".

3-4) Credo che questa domanda nasca da un fraintendimento. Mi sembra che il tuo problema sia unicamente legato al fatto che la storia legata al "Chicken game" tende a forzare i tratti non-cooperativi del gioco. Se dai un'occhiata al classico gioco "Battle of Sexes" ti ritroverai davanti allo stesso problema (o quantomeno molto simile) senza però dover pensare in termini di incidente fatale. Ambo i giochi hanno due equilibri di Nash in strategie pure ed un equilibrio in strategie miste. Nel considerare questo risultato matematico non devi cercare di capire chi è più razionale in assoluto, ma chi lo è in un contesto relativo. Se so con assoluta certezza che sei un maverick e non ti fermerai mai opterò per l'equilibrio in cui io mi fermo e tu vai avanti; il viceversa vale se sono io il maverick. In generale non ti devi soffermare sul processo psicologico del singolo soggetto, poichè il farlo non ti aiuta affatto ad inquadrare l'idea di razionalità presente nella teoria dei giochi quando salta fuori la soluzione di un gioco.

In definitiva, dai un'occhiata al "Battle of Sexes" e dimmi se anche quello ti suona come il "Chicken Game": se così fosse, allora è tutto uno pseudoproblema. Spero di esserti stato un minimo d'aiuto! :)

Fioravante Patrone1
Il trucco è qui:

per una categoria abbastanza estesa di giochi

Il teorema di vN del 1928 si riferisce ai giochi a somma zero e il gioco del pollo non lo è.


1. grosso modo sì
2. boh
3. no (?). Il punto interrogativo è dovuto al fatto che il gioco del pollo non ha una sua razionalità. I giochi (ovvero: i vari esmepi di gioch, come pollo, sessi, prigioniero, e tutte queste carabattole) se ne stanno lì, fermi. La razionalità è una assunzione che facciamo noi sui giocatori. E le assunzioni di razionalità della TdG classica non fanno differenza tra giochi a somma zero e non.
4. secondo me no. Poi non capisco, sembra che tu voglia tenere il gioco del pollo fuori dalla TdG

euji-votailprof
@ Luce Raiffa

1. ok
3. si, mi sa che il problema che mi ponevo sia proprio frutto del fatto che non avevo considerato i giochi non-cooperativi. Anche nel battle of sexes, gli equilibri di nash sono 2 e sono quelli intermedi e va bene ....ma mi chiedo ...a livello di individuo chi è razionale (quindi, chi massimizza la propria utilità). Nel chickengame secondo me la massimizzerebbe chi compete per maggior tempo perchè quello è lo scopo del gioco. però a livello generale (di teoria dei giochi applicata alla vita) è più razionale chi coopera, non mettendo in gioco la propria vita. Traslandolo nella battle of sexes, nel singolo gioco è razionale chi si comporta in maniera egoistica quindi il maschio che va alla partita e la donna va al concerto, però a livello di vita, quindi di TdG applicata ad un gioco più grande è razionale chi pur di stare con la persona amata rinuncia (ognitanto) al proprio piacere-egoistico e accontenta il/la compagno/a.
sto dicendo tante castronerie?

@ Fioravante Patrone

3. non avevo considerato il fatto che si tratta di un gioco non a somma zero ( cretina io!) e non avevo considerato che lo scopo del gioco non è competere sino a cadere giù dal fosso, ma competere cercando di far cedere l'avversario.
4. no, non sto cercando di tirare fuori il chickengame dalla TdG, semplicemente sto cercando di capire come, a partire da un punto di vista filosofico, questo gioco possa essere un modo di vedere la razionalità in maniera meno utilitaristica nel momento in cui estendiamo la razionalità a concetti quali vita/morte. (è una mia ipotesi e sto cercando di capire se può reggere o è una cosa completamente fuori da ogni logica)

probabilmente per i tecnici della TdG sto dicendo tante castronerie e mi beccherò bestemmie per il resto dei miei giorni ma mi devo soffermare su aspetti psico-, antro-, filosofici ...ma non devo soffermarmi solo su gli aspetti strettamente tecnici.

Fioravante Patrone1
Il parere di un operaio sulla razionalità.

Prendiamo il gioco del pollo:

$(( I \ \\ \ II \ \vdots,L,R),(\ldots,\ldots,\ldots),(\ \ \ T \ \ \ \vdots,0 \ 0,-1 \ -1),(\ \ \ B \ \ \ \vdots,1 \ -1,-V \ -V))$

$-V$ è il valore assegnato allo spiaccicarsi e crepare o giù di lì.

Equilibrio in miste (spero di aver fatto i conti giusti) è: $((\frac{V-1}{V},\frac{1}{V})$$,(\frac{V-1}{V},\frac{1}{V}))$.

Se $V$ è molto grosso, $\frac{V-1}{V}$ vale quasi $1$ e quindi entrambi i due giocatori giocheranno quasi certamente $T$ e $L$ rispettivamente. Che nella storia scipita alla "James Dean" corrisponde al fatto che i due sterzano praticamente sempre.
Se ci mettiamo un pizzico di sensatezza (razionalità limitata, conoscenza imperfetta dei parametri, un cane che taglia la strada, "oh, cavolo, ho l'arrosto che mi brucia nel forno!"), non c'è bisogno di rivoluzionare nulla per vedere i due allegramente sterzare per tempo.

Il guaio è quando per i due polli $V$ non è così grosso (rispetto al $-1$ che rappresenta il valore assegnato al mostrarsi codardo).

Luce Raiffa
"EuJi":
@ Luce Raiffa

1. ok
3. si, mi sa che il problema che mi ponevo sia proprio frutto del fatto che non avevo considerato i giochi non-cooperativi. Anche nel battle of sexes, gli equilibri di nash sono 2 e sono quelli intermedi e va bene ....ma mi chiedo ...a livello di individuo chi è razionale (quindi, chi massimizza la propria utilità). Nel chickengame secondo me la massimizzerebbe chi compete per maggior tempo perchè quello è lo scopo del gioco. però a livello generale (di teoria dei giochi applicata alla vita) è più razionale chi coopera, non mettendo in gioco la propria vita. Traslandolo nella battle of sexes, nel singolo gioco è razionale chi si comporta in maniera egoistica quindi il maschio che va alla partita e la donna va al concerto, però a livello di vita, quindi di TdG applicata ad un gioco più grande è razionale chi pur di stare con la persona amata rinuncia (ognitanto) al proprio piacere-egoistico e accontenta il/la compagno/a.
sto dicendo tante castronerie?


Sai qual è il problema di chi ha studiato filosofia (alzi la mano chi lo ha fatto… ops, faccio parte del gruppo!)? Come diceva un mio amico “non siamo né caldo, né pesce”. In altri termini osserviamo un argomento da più punti di vista senza abbracciarne uno completamente. Il caso in questione mi sembra una riproposizione di questo nostro atteggiamento ambiguo.

Facciamo un salto e osserviamo l’Ultimatum Game. Per farla facile, assumendo un gioco con funzione dei payoff discreta ed una somma da dividere pari a 10 tokens, la teoria ci dice che c’è un equilibrio perfetto nei sottogiochi e questo coincide con un offerta pari ad 1 token (fatta dal Proposer) regolarmente accettata dal Receiver. Se diamo un’occhiata al comportamento degli esseri umani in condizioni sperimentali scopriamo che la gente tende a comportarsi in modo affatto diverso: di solito si tende ad offrire una divisione equa (nel nostro caso 5:5) e le divisioni 8:2/9:1 vengono regolarmente rifiutate. I risultati sono così assodati da aver spinto Camerer a scrivere in un testo sulla Behavioral Game Theory che ormai c’è ben poco da controllare al riguardo.
Il grande inghippo sta nel fatto che tali risultati si ottengono con un gioco in forma single-shot (ovvero il gioco non viene ripetuto). L’assenza di ripetizione non permette la formazione di credenze sull’altro giocatore, minacce credibili, etc etc (tutto quello che può saltare fuori quando cominciamo ad analizzare i repeated games).
Il punto è: per quale motivo i nostri amici Receivers (e statisticamente anche noi se ci trovassimo al loro posto…) si comportano in modo così “irrazionale”? Perché i “Proposers” stessi li seguono nel cammino dell’irrazionalità?
Perché la ragionevolezza non coincide sempre con l’idea di razionalità in senso matematico (che presuppone il rispetto di alcuni assiomi di base). Nel caso dell’UG ci sono tutta una serie di ragioni psicosociologiche dietro le scelte “buoniste” dei due giocatori e tutti motivi potrebbero essere serenamente accettati come estremamente ragionevoli. Il problema è che la TdG non li contempla (anche se nel caso specifico sta cominciando a lavorarci su).

Spostando l’attenzione al Traveller’s Dilemma, Goeree & Holt hanno scritto un interessante articolo in cui si evince che una modifica operata sul parametro R produce risultati assolutamente ragionevoli ma praticamente opposti alle predizioni della teoria (pp. 5-8).

Dando un’occhiata al “Battle of Sexes” dal tuo punto di vista, hai colto il nocciolo della questione quando hai scritto che “è razionale chi pur di stare con la persona amata rinuncia (ogni tanto) al proprio piacere-egoistico e accontenta il/la compagno/a”. Nell’espressione “ogni tanto” sta il succo dell’equilibrio di Nash in strategie miste. In generale noi esseri umani abbiano i nostri problemi nel leggere e capire le probabilità (un gruppo di ricerca sta lavorando al riguardo), tuttavia la tua ritraduzione del problema coglie il modo in cui dovrebbe essere letta la strategia mista.

Il problema in quanto affermi sta unicamente nella frase “è razionale chi si comporta in maniera egoistica quindi il maschio che va alla partita e la donna va al concerto”. Mi sembra tu stia continuando a vedere i payoff da un punto di vista assoluto, mentre come ti ho scritto prima dovresti vederli da un punto di vista – diciamo – relativo. L’idea alla base dell’equilibrio di Nash è proprio questa: considero gli altri e cerco di vedere qual è la strategia migliore (in un gioco ad info completa strategia ed azione coincidono).
Esempio:
“Relativamente alla scelta della mia amata di andare a vedere Barishnikov a tutti i costi, io come mi colloco? Ci vado, altrimenti resto solo.”
“Relativamente alla scelta del mio lui di vedersi Cesena-Pizzighettone, io che faccio? Lo seguo, perché preferisco vedermi il Pizzighettone con lui pur di non sorbirmi un programma di Frizzi in tv da sola.”
ABER ACHTUNG BITTE… ricordiamoci che ambo i partners devono ricordarsi di non viziare le proprie metà (=strategia mista)!

Scritto ciò, un ultimo consiglio: fidati moooooooolto di più delle parole dell'"operaio" (bontà sua prof... se lei è operaio, io sono l'alienante catena di montaggio di "Tempi moderni") Fioravante Patrone. :wink:


PS: Nutro un grande rispetto nei confronti del Pizzighettone!

euji-votailprof
scusate l'assenza, ho dovuto riflettere un pò su questo fatto, documentandomi di più. e solo ora mi rendo conto che le mie domande non avevano senso. Ripropongo, per la vostra (in)felicità altre due domande che spero siano più sensate.


A. una volta analizzata la teoria dei giochi, nel mio progetto c'è quello di mostrarne i limiti per poi collegare il concetto di una razionalità non perfetta etc etc ....quale potrebbe essere un appiglio? si tratta sempre di una teoria normativa e non descrittiva, quindi è ovvio che ci siano degli aspetti che sfuggano. e l'idea era quella di presentare alcuni esempi in cui secondo me una spiegazione da parte della TdG sarebbe deficitaria (non nulla!)
1. il gioco dell'asta del dollaro di shubik http://nonhovoglia.blogspot.com/2007/06 ... etare.html e il concetto del "too much invested to quit"
2. i casi di panico in un cinema in cui il comportamento del singolo è si razionale ma visto a livello collettivo è irrazionale
3. il fatto che il chickengame rimane tale sinchè colui che compete non si pone un limite massimo dopo il quale deve sterzare (a prescindere da quello k farà l'altro) sennò si ammazza e pone fine non solo a questo gioco ma ad ogni gioco.
vari ed eventuali

hanno senso?

B. nel momento in cui si parla di massimizzare l'utilità nel concetto di razionalità della TdG non si parla di utilità sociale ossia quella di cui si occupa l'utilitarismo, giusto? se fosse così il concetto di massimizzazione dell'utilità da dove lo mutua?

Fioravante Patrone1
"EuJi":
A. una volta analizzata la teoria dei giochi, nel mio progetto c'è quello di mostrarne i limiti per poi collegare il concetto di una razionalità non perfetta etc etc ....quale potrebbe essere un appiglio? si tratta sempre di una teoria normativa e non descrittiva, quindi è ovvio che ci siano degli aspetti che sfuggano. e l'idea era quella di presentare alcuni esempi in cui secondo me una spiegazione da parte della TdG sarebbe deficitaria (non nulla!)
1. il gioco dell'asta del dollaro di shubik http://nonhovoglia.blogspot.com/2007/06 ... etare.html e il concetto del "too much invested to quit"
2. i casi di panico in un cinema in cui il comportamento del singolo è si razionale ma visto a livello collettivo è irrazionale
3. il fatto che il chickengame rimane tale sinchè colui che compete non si pone un limite massimo dopo il quale deve sterzare (a prescindere da quello k farà l'altro) sennò si ammazza e pone fine non solo a questo gioco ma ad ogni gioco.
vari ed eventuali

hanno senso?

Per me (contrariamente ad esempio a Rubinstein), la TdG ha anche una valenza descrittiva, quindi non sono d'accordo sulla premessa...
Proprio in quanto descrittiva, l'esempio di Shubik è importante: mostra come le assunzioni di perfetta razionalità non fungono. Quindi, se si vuole avere potere predittivo per la TdG, occorre "aggiustare" le assunzioni del modello formale. La razionalità limitata potrebbe servire. Ma anche la ipotesi di common knowledge della razionalità e della intelligenza dei giocatori.

Esempi che mostrano come il modello classico della TdG sia "deficitario" (come dici tu) ce ne sono parecchi. Con molte evidenze sperimentali, che hanno contribuito ad arricchire l'armamentario formale della TdG ma anche le sue fonti di ispirazione (incorporazione di elementi eitci o psicologici, ad esempio).

"EuJi":
B. nel momento in cui si parla di massimizzare l'utilità nel concetto di razionalità della TdG non si parla di utilità sociale ossia quella di cui si occupa l'utilitarismo, giusto? se fosse così il concetto di massimizzazione dell'utilità da dove lo mutua?

Certo, non è l'utilità sociale.
Io la vedo così: il giocatore ha preferenze sugli esiti ed è comodo (per i non matematici) che le preferenze possano essere "rappresentate" mediante funzioni a valori reali che vengono chiamate "funzioni di utilità" in omaggio alla tradizione (dopotutto, nell'utilitarismo classico, ma anche in quello "rivisto" di Harsanyi, la funzione che descrive l'utilità sociale è comunque somma [o media, non è rilevante] delle funzioni di utilità individuali).
Magari puoi dare un'occhiata qui:
http://dri.diptem.unige.it/altro_materi ... 005_06.pdf

euji-votailprof

Per me (contrariamente ad esempio a Rubinstein), la TdG ha anche una valenza descrittiva, quindi non sono d'accordo sulla premessa...
Proprio in quanto descrittiva, l'esempio di Shubik è importante: mostra come le assunzioni di perfetta razionalità non fungono. Quindi, se si vuole avere potere predittivo per la TdG, occorre "aggiustare" le assunzioni del modello formale. La razionalità limitata potrebbe servire. Ma anche la ipotesi di common knowledge della razionalità e della intelligenza dei giocatori.

Esempi che mostrano come il modello classico della TdG sia "deficitario" (come dici tu) ce ne sono parecchi. Con molte evidenze sperimentali, che hanno contribuito ad arricchire l'armamentario formale della TdG ma anche le sue fonti di ispirazione (incorporazione di elementi eitci o psicologici, ad esempio).


Perfetto.
infatti ciò che volevo sottolineare è il fatto che la TdG "classica" ha delle difficoltà a spiegare certi giochi...che possono essere spiegati solo attraverso l'intervento di, come dice lei, common knowledge della raz., intelligenza giocatori etc ...


Certo, non è l'utilità sociale.
Io la vedo così: il giocatore ha preferenze sugli esiti ed è comodo (per i non matematici) che le preferenze possano essere "rappresentate" mediante funzioni a valori reali che vengono chiamate "funzioni di utilità" in omaggio alla tradizione (dopotutto, nell'utilitarismo classico, ma anche in quello "rivisto" di Harsanyi, la funzione che descrive l'utilità sociale è comunque somma [o media, non è rilevante] delle funzioni di utilità individuali).
Magari puoi dare un'occhiata qui:
http://dri.diptem.unige.it/altro_materi ... 005_06.pdf


(adesso leggo subito il testo che mi ha dato, magari riesco a chiarire i miei dubbi. )

Oltre al discorso utilità sociale = media/somma delle utilità individuali come si potrebbe legare o contrapporre l'utilitarismo (di harsanyi e non)? il fatto che l'utilitarismo è più una teoria etica e quindi applicabile solo ad un numero molto vasto di persone mentre la TdG si applica soprattutto a interazioni tra un piccolo numero di individui?

io singolo, sono un utilitarista (massimizzo la MIA utilità)
io in interazione con un gruppo di individui "gioco" con gli altri a massimizzare le utilità a partire da preferenze personali
la somma delle massimizzazioni delle varie interazioni è l'utilità sociale e in questo caso si parla di preferenze morali

se si, chi mi dice che quando io massimizzo la mia utilità le mie preferenze personali sono anche preferenze morali?


scappo a leggere il testo e in caso cancello le mie domande.

Grazie mille!!!!!

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