RENDIMENTO TITOLO AZIONARIO...HELP ME PLEASE!!!
Salve, sono nuova appena arrivata.Ho visto che siete molto ferrati sulle materie scientifiche,Complimenti.Verrei Subito Al Dunque:
Su qesto sito http://www.performancetrading.it/Mercat ... i_base.htm si spiega come viene calcolato il rendimento di un titolo azionario. Le mie domande al riguardo sono:
1) Il rendimento non dovrebbe essere rappresentato da quel tasso di sconto (rendimento) che attualizzando i flussi di cassa futuri rende questi ultimi uguali al prezzo di acquisto o sottoscrizione + spese accessorie?!
2) L’approccio classico considera RT, valutato ex-ante, come una variabile casuale caratterizzata da un valore medio (µ), che misura il rendimento atteso sul titolo, da un livello di varianza (s2), assunto come misura attendibile dell’incertezza che venga perseguito quel livello di rendimento atteso e da una distribuzione di probabilità che identifica statisticamente il processo generatore dei prezzi. Che significa che il rendimento è caratterizzato da una distribuzione di probabilità che identifica il processo generatore dei prezzi?! Nelle ipotesi che faccio io assumo come rendimento il tasso come sopra trovato, e considero lo stesso rendimento come una variabile casuale che si distribuisce come una normale.
3)Poi perchè mi dice che la probabilità di ottenere un certo rendimento è ottenibile dai modelli delle serie storiche o dall'analisi fondamentale?! E l'analisi tecnica?!
4)Poi perchè parla di stimatore della media e della varianza?! Mentre a me il Prof ha parlato di media ponderata pesata per le rispettive probabilità!? E di Varianza...senza parlare affatto di stimatori!?
5) La varianza del valore atteso dei rendimenti, indica anche la volatilità del titolo!? Ma la volatilità non indica la frequenza con cui i prezzi del titolo tendono a cambiare?!
P.S.
Esiste qualche altra misura migliore per questo rendimento?!Ho sentito parlare di Total Return.
Ragazzi, SiGnori Vi Prego Datemi Una Mano....Anche solo un link fatto bene se non vi va di rispondermi (anche se li ho provati tutti).
Ringrazio anticipatamente chiunque cercherà di darmi una mano e lo staff che mi ha permesso di scrivere su questo forum. Grazie.Grazie.Grazie.
Su qesto sito http://www.performancetrading.it/Mercat ... i_base.htm si spiega come viene calcolato il rendimento di un titolo azionario. Le mie domande al riguardo sono:
1) Il rendimento non dovrebbe essere rappresentato da quel tasso di sconto (rendimento) che attualizzando i flussi di cassa futuri rende questi ultimi uguali al prezzo di acquisto o sottoscrizione + spese accessorie?!
2) L’approccio classico considera RT, valutato ex-ante, come una variabile casuale caratterizzata da un valore medio (µ), che misura il rendimento atteso sul titolo, da un livello di varianza (s2), assunto come misura attendibile dell’incertezza che venga perseguito quel livello di rendimento atteso e da una distribuzione di probabilità che identifica statisticamente il processo generatore dei prezzi. Che significa che il rendimento è caratterizzato da una distribuzione di probabilità che identifica il processo generatore dei prezzi?! Nelle ipotesi che faccio io assumo come rendimento il tasso come sopra trovato, e considero lo stesso rendimento come una variabile casuale che si distribuisce come una normale.
3)Poi perchè mi dice che la probabilità di ottenere un certo rendimento è ottenibile dai modelli delle serie storiche o dall'analisi fondamentale?! E l'analisi tecnica?!
4)Poi perchè parla di stimatore della media e della varianza?! Mentre a me il Prof ha parlato di media ponderata pesata per le rispettive probabilità!? E di Varianza...senza parlare affatto di stimatori!?
5) La varianza del valore atteso dei rendimenti, indica anche la volatilità del titolo!? Ma la volatilità non indica la frequenza con cui i prezzi del titolo tendono a cambiare?!
P.S.
Esiste qualche altra misura migliore per questo rendimento?!Ho sentito parlare di Total Return.
Ragazzi, SiGnori Vi Prego Datemi Una Mano....Anche solo un link fatto bene se non vi va di rispondermi (anche se li ho provati tutti).

Ringrazio anticipatamente chiunque cercherà di darmi una mano e lo staff che mi ha permesso di scrivere su questo forum. Grazie.Grazie.Grazie.
Risposte
il rendimento indicato al link da te è imparentato col Total Shareholder Return, che in genere è espresso come CAGR (quindi tasso annuo).
Il valore cumulativo è dato proprio dal rapporto tra somma di capial gain e dividendi staccati sul periodo, ed il valore iniziale.
Il valore cumulativo è dato proprio dal rapporto tra somma di capial gain e dividendi staccati sul periodo, ed il valore iniziale.
Quello che indicano loro rappresenta la redditività del capitale. Ok. Quello che ho indicato io (TRES) penso sia meglio. Per il resto delle domande!? Grazie
"Peperina":
Salve, sono nuova appena arrivata.Ho visto che siete molto ferrati sulle materie scientifiche,Complimenti.Verrei Subito Al Dunque:
2) L’approccio classico considera RT, valutato ex-ante, come una variabile casuale caratterizzata da un valore medio (µ), che misura il rendimento atteso sul titolo, da un livello di varianza (s2), assunto come misura attendibile dell’incertezza che venga perseguito quel livello di rendimento atteso e da una distribuzione di probabilità che identifica statisticamente il processo generatore dei prezzi. Che significa che il rendimento è caratterizzato da una distribuzione di probabilità che identifica il processo generatore dei prezzi?! Nelle ipotesi che faccio io assumo come rendimento il tasso come sopra trovato, e considero lo stesso rendimento come una variabile casuale che si distribuisce come una normale.
dunque...mi scuso in anticipo se sarò non precisissimo ma di finanza ne so poco..però quel poco che so è proprio a livello statistico-probabilistico
un rendimento lo puoi definire in due modi fondamentalmente:
$r_t=(p_t - p_(t-1))/p_(t-1)$
oppure, siccome è una buona approssimazione, tramite la relazione
(1) $r_t=log(p_t/p_(t-1))$
ora, l'osservazione empirica e alcune considerazioni teoriche suggeriscono che solitamente i prezzi abbiano una distribuzione fortemente asimmetrica identificabile con una variabile casuale lognormale..sotto questa assunzione
noi sappiamo che il logaritmo di una distribuzione lognormale è una normale, l'espressione (1) la potresti riscrivere come
$r_t=log(p_t/p_(t-1))=log(p_t)-log(p_(t-1))$
ovvero una combinazione lineari di variabili casuali normali che, come è noto, è ancora una normale
di qui l'assunto di normalità distributiva dei rendimenti..ciònonostante questa ipotesi distributiva è, come appena detto, dipendente dall'ipotesi relativa alla distribuzione dei prezzi, quindi l'affermazione "il rendimento è caratterizzato da una distribuzione di probabilità che identifica il processo generatore dei prezzi" può essere intesa a mio avviso in questo modo
a distribuzione normale dei rendimenti corrisponde distribuzione lognormale dei prezzi (processo generatore dei prezzi se vogliamo) e viceversa. spero di essere stato chiaro..
4)Poi perchè parla di stimatore della media e della varianza?! Mentre a me il Prof ha parlato di media ponderata pesata per le rispettive probabilità!? E di Varianza...senza parlare affatto di stimatori!?
per poter impiegare la media e la varianza nelle tue valutazioni hai la necessità di calcolarle, giusto? ebbene, uno STIMATORE è una formula che ti consente di quantificare questi concetti di media, varianza, covarianza, mediana, etc, etc
esempio:
voglio conoscere la media dei rendimenti..cosa faccio? applico lo stimatore MEDIA CAMPIONARIA, ovvero
$1/N*sum_(i=1)^n x_i*n_i=sum_(i=1)^n x_i*p_i$
dove $p_i$ sono le frequenze relative, o probabilità...questa è di fatto una media ponderata
analogo discorso per la varianza, tu hai una formula per calcolarla che è lo stimatore
in particolare la formula per la varianza è nota essere
$sigma^2=1/N*sum_(i=1)^n (x_i-mu)^2*n_i$
e se vuoi la varianza campionaria, solitamente indicata con $s^2$ devi sostituire nella presente espressione a $mu$ la media campionaria, e moltiplicare il tutto per $N/(N-1)$ (così ottieni uno stimatore che è corretto ovvero non distorto)
5) La varianza del valore atteso dei rendimenti, indica anche la volatilità del titolo!? Ma la volatilità non indica la frequenza con cui i prezzi del titolo tendono a cambiare?!
allora, se è $mu$ il valore atteso del titolo e $sigma^2$ la sua varianza la teoria statistica ci dice che la varianza del valore atteso, ovvero per usare gli operatori $Var(E(r_t))$, vale esattamente $sigma^2/N$
è indubbiamente un indicatore di volatilità, ma non so dirti in ambito finanziario se si usi esattamente questo...perché questo ti dà la varianza del livello medio dei tuoi rendimenti...mentre per la volatilità del rendimento si utilizza $sigma$ o $s$, che sono la radice quadrata della varianza, ovvero il famoso sqm (scarto quadratico medio).
spero di essere stato chiaro...resto a disposizione per chiarimenti, e soprattutto se qualcuno trova errori o imprecisioni li segnali!!
Chicco Innanzitutto Grazie Molte.
Per quanto riguarda il rendimento così come scritto da te, assumi che il dividendo è implicito nel prezzo.Però alla fine si tratterebbe di aggiungere solo un Dt+1/Pt ed operare la stessa trasformazione. Il problema più grande però riguarda il fatto che da più parti leggo che il rendimento "i" è l'incognita di questa equazione:
Pt= Dt+1/(1+i)exp t+1 + Dt+2/(1+i)exp t+2 +........+ Pt+n/(1+i)exp t+n
Ti dico di più, a me alla fine neanche piace sta formula per il semplice fatto che mi porta a dire che io reinvesto i dividendi allo stesso tasso "i" per tutta la durata dell'investimento il che equivale a dire che la strutura dei tassi a termine è piatta (irreale!). Però l'altra neanche mi sembra così adeguata.
Però ho la necessità di estendere le stesse considerazioni fatte "nel sito".
Posso farlo?!
Il problema riguarda sempre il processo generatore dei prezzi, In quanto credo che alla fine per calcolarmi un rendimento medio probabile do dei valori stimati a D e P e mi trovo un "i" che avrà una certa probabilità di realizzazione. Ripeto il processo ed avrò un certo numero di variabili casuali che sarà ancora una variabile casuale.Di cui potrò calcolarmi media e varianza campionaria. Perchè anche da quanto hai scritto tu credo siano questi i valori più attendibili, a meno che non prendo in considerazione tutti i casi possibili e quindi potrò calcolarmi la varianza normalmente...in quanto calcolerò la varianza dell'intera popolazione.Ma prendere tutti i casi possibili mi sembra un pò troppo soggettiva come cosa, quindi credo sia preferibile di parlare di varianza e media campionaria come fanno notare loro.
Ti ringrazio ancora per l'attenzione concessami.Spero che risponderai, il confronto con te è molto costruttivo.
P.S.
E' vero che è stato visto che le serie storiche presentano un asimmetria positiva, però è stato visto pure che sono leptocurtiche...quindi sotto questo punto di vista la normale mi sembra "very well" come approssimazione della realtà anche perchè la sua attendibilità aumenta quando si parla di più titoli azionari ossia di portafoglio azionario.
Grazie ancora Ciao
Per quanto riguarda il rendimento così come scritto da te, assumi che il dividendo è implicito nel prezzo.Però alla fine si tratterebbe di aggiungere solo un Dt+1/Pt ed operare la stessa trasformazione. Il problema più grande però riguarda il fatto che da più parti leggo che il rendimento "i" è l'incognita di questa equazione:
Pt= Dt+1/(1+i)exp t+1 + Dt+2/(1+i)exp t+2 +........+ Pt+n/(1+i)exp t+n
Ti dico di più, a me alla fine neanche piace sta formula per il semplice fatto che mi porta a dire che io reinvesto i dividendi allo stesso tasso "i" per tutta la durata dell'investimento il che equivale a dire che la strutura dei tassi a termine è piatta (irreale!). Però l'altra neanche mi sembra così adeguata.
Però ho la necessità di estendere le stesse considerazioni fatte "nel sito".
Posso farlo?!
Il problema riguarda sempre il processo generatore dei prezzi, In quanto credo che alla fine per calcolarmi un rendimento medio probabile do dei valori stimati a D e P e mi trovo un "i" che avrà una certa probabilità di realizzazione. Ripeto il processo ed avrò un certo numero di variabili casuali che sarà ancora una variabile casuale.Di cui potrò calcolarmi media e varianza campionaria. Perchè anche da quanto hai scritto tu credo siano questi i valori più attendibili, a meno che non prendo in considerazione tutti i casi possibili e quindi potrò calcolarmi la varianza normalmente...in quanto calcolerò la varianza dell'intera popolazione.Ma prendere tutti i casi possibili mi sembra un pò troppo soggettiva come cosa, quindi credo sia preferibile di parlare di varianza e media campionaria come fanno notare loro.
Ti ringrazio ancora per l'attenzione concessami.Spero che risponderai, il confronto con te è molto costruttivo.
P.S.
E' vero che è stato visto che le serie storiche presentano un asimmetria positiva, però è stato visto pure che sono leptocurtiche...quindi sotto questo punto di vista la normale mi sembra "very well" come approssimazione della realtà anche perchè la sua attendibilità aumenta quando si parla di più titoli azionari ossia di portafoglio azionario.
Grazie ancora Ciao

uhm riguardo alla prima parte quello sviluppo mi ricorda una attualizzazione nel continuo se non ricordo male...e sono cose che non ho mai visto neanche alla lontana, come ti dicevo io e la finanza siamo due cose diverse 
riguardo alla tua considerazione sull'adeguatezza o meno mi sento di dirti che, per quel poco che ho studiato di finanza e di economia (già fin troppo per i miei gusti
) le ipotesi alla base dei modelli spesso e volentieri sono irrealistiche...ma come tener conto dell'estrema complessità del reale? è pressoché impossibile..quindi ci si basa su assunzioni spesso e volentieri troppo semplicistiche per poi correggere il tiro in un momento successivo magari..
per quanto riguarda il prendere in considerazione tutti i valori possibili e calcolare media e varianza "normalmente" temo di non seguirti...la media e la varianza si calcolano allo stesso modo sia che tu abbia un pugnetto di osservazioni sia che tu abbia la popolazione completa..la differenza è solo che nel primo caso tu hai una "stima" ovvero un'ipotesi sul valore vero, che puoi ottenere solo nel secondo caso!
riguardo all'asimmetria e alla leptocurtosi..queste sono due caratteristiche che segnalano una lontananza dalla normalità. difatti vengono prese come riferimento le misure relative alla normale per testare la distribuzione in esame...se quello che intendevi è che l'assunzione di lognormalità dei prezzi (che poi porta alla normalità dei rendimenti) è una buona approssimazione sono d'accordo, la lognormale presenta forte asimmetria positiva e spiccata leptocurtosi (particolare addensamento dei valori intorno alla media)

riguardo alla tua considerazione sull'adeguatezza o meno mi sento di dirti che, per quel poco che ho studiato di finanza e di economia (già fin troppo per i miei gusti

per quanto riguarda il prendere in considerazione tutti i valori possibili e calcolare media e varianza "normalmente" temo di non seguirti...la media e la varianza si calcolano allo stesso modo sia che tu abbia un pugnetto di osservazioni sia che tu abbia la popolazione completa..la differenza è solo che nel primo caso tu hai una "stima" ovvero un'ipotesi sul valore vero, che puoi ottenere solo nel secondo caso!
riguardo all'asimmetria e alla leptocurtosi..queste sono due caratteristiche che segnalano una lontananza dalla normalità. difatti vengono prese come riferimento le misure relative alla normale per testare la distribuzione in esame...se quello che intendevi è che l'assunzione di lognormalità dei prezzi (che poi porta alla normalità dei rendimenti) è una buona approssimazione sono d'accordo, la lognormale presenta forte asimmetria positiva e spiccata leptocurtosi (particolare addensamento dei valori intorno alla media)

Qindi mi stai dicendo che se io considero tutti i valori possibili di "i" non ho bisogno dello stimatore ma solo della media e della varianza "normale". Questo è quello che dicevo io....non c'è bisogno di inferenza. Mentre lui a quanto ho capito considera gli stimatori perchè analizza una serie storica o meglio un pezzetto di tutta la storia del titolo quindi necessita degli stimatori. 
X KINDER: Ho Letto tuoi interventi in altri forum sembri ferrato, ti andrebbe di darci una mano!?
Hey Chicco grazie 1000x10000

X KINDER: Ho Letto tuoi interventi in altri forum sembri ferrato, ti andrebbe di darci una mano!?
Hey Chicco grazie 1000x10000

Chicco scusa media e varianza si calcolano allo stesso modo, e perchè lo stimatore della varianza è diverso dalla formula precedente!?

"Peperina":
Chicco scusa media e varianza si calcolano allo stesso modo, e perchè lo stimatore della varianza è diverso dalla formula precedente!?
calma calma allora
non capisco cosa intendi con calcolo "normale" di media e varianza..la formula è sempre quella come ti dicevo, sia che tu abbia tutte le informazioni sia che tu abbia solo un campione...la differenza risiede nel fatto che se hai tutta la popolazione allora il valore che calcoli (stimi) è quello vero, e l'inferenza non serve, mentre se hai un campione la stima non necessariamente corrisponde al valore vero! ma ti aspetti che vi sia vicina o che comunque possegga proprietà desiderabili, quali ad esempio la non distorsione, il che significa che in media lo stimatore ci azzecca sul valore vero...
e se calcoli la varianza con la formula classica lo stimatore risulta essere NON corretto, mentre se la calcoli con la correzione $N/(N-1)$ allora risulta esserlo.

CHe FIGURA AHAHAHAHHAHAHA LE 2 formule scritte all'inizio sono la stessa cosa, solo che una prende in considerazione solo un anno l'altra invece più anni... EVVIVA le FIGURACCIE JAOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooo....CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Mentre per il processo generatore mi fido di quello che hai detto tu chicco...ciaoooooo
Mentre per il processo generatore mi fido di quello che hai detto tu chicco...ciaoooooo
ahhaha MAI fidarsi di quel che dico..al limite prenderlo in considerazione per fare ulteriori confronti e verifiche 
buono studio

buono studio